
"In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui gli uomini hanno perso il proprio punto di riferimento, la vocazione, e in alcuni casi anche la dignità, è importante ritagliarsi qualche minuto della giornata per dedicarlo alla ricerca della strada che ci condurrà alla gioia eterna." È questo l'obiettivo che si è prefissato don Antonio Riboldi con la sua partecipazione alla trasmissione "Ascolta si fa sera", storico programma di Radio Rai. I suoi interventi, raccolti ora in questo libro, sono ispirati a temi di cronaca e di attualità e si propongono di offrire gli strumenti per intraprendere un cammino non solo di fede, ma anche di vita. "Nelle mie riflessioni non seguo uno schema preciso. Provo a immaginare di essere seduto in macchina a chiacchierare con l'uomo alla guida, oppure al tavolo di una cucina a sorseggiare il caffè offertomi da una signora intenta a preparare la cena per i propri cari. In quei pochi minuti di trasmissione, le frequenze radiofoniche si trasformano in un ponte: attraverso la Parola di Dio entro in comunicazione con gli altri, dando vita a uno scambio che è molto più reciproco di quanto possa sembrare". Parroco nel Belice ai tempi del terremoto e poi vescovo di Acerra, in terra di camorra, don Riboldi, con un linguaggio piano e comprensibile a tutti, affronta alcuni punti cardine del moderno vivere sociale (dalla crisi della famiglia alle difficoltà economiche, dal recupero degli emarginati al tema dell'accoglienza).
"L'idea che per capire la musica si debba per forza possedere un certo bagaglio culturale è una furbata, spesso è una scusa per pigri, o una medaglia acquisita sul campo per chi crede di essere fra quelli che la 'capiscono'. Avere gli strumenti per godere della musica non significa conoscere né l'armonia né l'epoca in cui è stata scritta né il retroterra culturale del compositore, ma riconoscere qualcosa che abbiamo dentro e che risuona."
In questo libro Stefano Bollani ci spiega il bello della musica. E lo fa con parole semplici, con il suo spirito libero, sfatando insidiosi luoghi comuni e svelando i segreti di un laboratorio fantastico, quello dell'improvvisatore: armonia, melodia, dinamiche, ritmo, colpi a effetto, trucchi, debolezze e assi nella manica dei jazzisti, dei creatori pop e degli interpreti. Parliamo di musica è un viaggio affascinante nei meccanismi della creazione musicale raccontato da uno dei massimi talenti del nostro tempo.
Bollani però prima di tutto è un vorace ascoltatore, dai Beatles a Frank Zappa, da Elio e le Storie Tese a Giacomo Puccini, da Bill Evans alla bossanova di Antônio Carlos Jobim e così, compilando una sorta di appassionato "taccuino di appunti", il grande pianista ci guida nella comprensione dei suoni e delle loro diverse chiavi di lettura, fino a farci scoprire che si tratta di un percorso dentro le nostre stesse percezioni nascoste.
Perché "non solo nella musica, ma anche nella vita, il vero spettacolo è ascoltare".
È passato più di un secolo dagli avvenimenti descritti nel "Ciclo degli eredi di Shannara", e la guerra tra gli Elfi e la Federazione continua ancora minacciando l'esistenza stessa del mondo di Shannara. Il presente ciclo ruota intorno alla missione, irta di sconosciuti pericoli e insidiata da nemici temibili, dell'ultimo druido di Paranor, Walker Boh, alla ricerca di tesori dal valore inestimabile: le Pietre Magiche, scomparse da decenni, e una potentissima "magia fatta di parole", in grado di cambiare per sempre chi la possiede e che potrà forse porre fine al secolare conflitto. Trent'anni prima, il principe degli Elfi Kael Elessedil era partito per impadronirsi della leggendaria magia e non aveva mai più fatto ritorno, benché avesse con sé le Pietre Magiche che fino a quel momento avevano sempre protetto i membri della famiglia reale. Quando ormai si è rinunciato a cercarlo, Kael viene ritrovato morente nel mare dello Spartiacque. Unica testimonianza delle traversie da lui vissute nei trent'anni precedenti è una mappa coperta di simboli misteriosi che porta ancora con sé. E Walker è il solo uomo vivente in grado di leggerli. Seguendo le indicazioni della mappa, gli Elfi organizzano una spedizione capitanata dal druido, che però è ostacolata dagli agguati di chi vorrebbe distruggere il regno degli Elfi: la terribile Strega di Use e il suo misterioso maestro, Morgawr, mezzo uomo e mezzo rettile, che si nutre di anime e comanda un esercito di morti viventi praticamente impossibili da fermare.
A diciotto anni, Imi ha finalmente realizzato il suo sogno di vivere a Londra. A bordo di un vecchio treno malandato ha lasciato l'orfanotrofio ungherese dove ha sempre vissuto e, nella metropoli inglese, si è impiegato in una caffetteria della catena Proper Coffee.
Il suo sguardo è puro, ingenuo e pieno di entusiasmo: come gli altri orfani del villaggio di Landor, anche lui non permette mai al passato di rattristarlo, né si preoccupa troppo di ciò che il futuro potrebbe riservargli.
Ha imparato a vivere nel presente, a godersi ogni più piccola emozione e si impegna di giorno in giorno, con costanza, a preparare un cappuccino sempre più delizioso.
Le tante e minuziose regole che disciplinano la vita all'interno della caffetteria - riassunte nel Manuale del caffè cui i dirigenti della Proper Coffee alludono con la deferenza riservata ai testi sacri - gli sembrano scritte da mani illuminate capaci di individuare in anticipo la soluzione a qualsiasi problema pur di garantire il completo benessere di impiegati e clienti.
La piramide gerarchica che ordina la Proper Coffee sembra a Imi assai più chiara e rassicurante del complesso reticolo di strade londinesi: che nascondono meraviglie, ma nelle quali è facile perdersi e disorientarsi.
Dovrà passare molto tempo prima che Imi - grazie al cinismo di un collega spagnolo e ai saggi consigli della sua spensierata padrona di casa Lynne - cominci a capire la durezza di Londra e l'impietosa strategia delle regole riassunte nel Manuale del caffè.
Tanto candore finirà per metterlo in pericolo: e sarà allora Morgan, il libraio iraniano dagli occhi profondi, a prendersi a cuore il destino di Imi - coinvolgendo nel suo audace progetto Margaret, vincitrice del premio Nobel per la letteratura: anziana e ormai stanca di tutto, ma ancora capace di appassionarsi alle piccole storie nascoste tra le pieghe della vita.
Con la scrittura ferma, cesellata e limpidissima che da sempre è la cifra del suo stile, Nicola Lecca crea un'elegante fiaba contemporanea capace di affondare lo sguardo nei paradossi, nelle ipocrisie della società dei consumi e nell'affollata solitudine in cui ogni nostro bisogno ci consegna a una rete, appositamente tesa da altri per trarne profitto.
La scelta di uno sguardo umile e "spoglio di tutto" come quello di un orfano pieno soltanto dei suoi desideri dà vita a pagine scintillanti, ironiche, capaci di illuminare la complessità del mondo e di emozionarci profondamente.
Un grande e attualissimo ritratto di donna, con l'irrequietezza delle sue passioni umane e intellettuali, con la delicatezza dei suoi dubbi, con il coraggio dei suoi ardori.
Nella Padrona rivive la Roma del Seicento, con i suoi intrighi e i suoi segreti, si muovono grandissimi artisti e personaggi come Caravaggio e Galileo, mentre si scopre la storia personale di una donna sui generis.
È il maggio del 1605, il cardinale Camillo Borghese è appena diventato papa con il nome di Paolo V, per lo Stato Pontificio e per la sua capitale si apre uno dei periodi di più intenso e rigoglioso sviluppo, quasi una rivincita, non solo spirituale ma anche culturale, dopo gli anni difficili della Controriforma.
La Città eterna si pone sempre più come il grande teatro diplomatico europeo mentre prende le mosse uno straordinario rimodellamento urbanistico con memorabili opere architettoniche ed artistiche, come la nuova facciata della basilica di San Pietro, che ancora oggi segnano Roma in maniera inconfondibile.
Su questo sfondo Alessandra Borghese - che di Paolo V è una discendente - disegna, attingendoli dalle intense pagine di un diario intimo, i tratti della sua protagonista: una donna di nobili natali che, ferita per l'inspiegabile abbandono del padre e sconvolta da una prima esperienza sentimentale, decide di prostituirsi, quasi a cercare una vendetta per il dolore subito. Per anni agisce nella più torbida ed oscura trasgressività, nella penombra dei palazzi del potere. Indossa una maschera e recita il ruolo della Padrona, impartendo dolore e umiliazione agli uomini che incontra, e ricevendone in cambio una sorta di venerazione. Nella casa-palazzo della "Signora" - crocevia del potere e degli intrighi romani - la nostra misteriosa protagonista trafigge e calpesta gli uomini potenti, divenendo ben presto la donna più desiderata.
Di giorno legge, studia, scrive e si occupa di opere di bene. Di notte invece incontra i suoi clienti, lasciando spazio a quella parte della sua anima marchiata dal dolore.
Ma in lei convive un'altra parte, quella di una donna che si è sempre interrogata e non si è mai arresa. Sarà proprio quella parte di anima a portare la Padrona a riscoprire l'immensità dell'amore vero e a spingerla ad intraprendere un percorso di redenzione che la condurrà a mutare radicalmente e a incrociare di nuovo l'uomo che più di ogni altro ha segnato la sua esistenza.
"Chi si dice di sinistra, oggi, lotta per un mondo diverso o fa solo resistenza? È un progressista o un conservatore di ciò che resta del passato, in un mondo divenuto ostile e incomprensibile?"
La crisi della sinistra italiana, come emerge da queste parole di Carlo Galli, è innanzitutto una crisi di identità. Le incertezze attuali hanno radici storiche profonde, legate alle molteplici e spesso inconciliabili componenti di quest'area, ma si sono accentuate con l'affermarsi, negli anni Ottanta, del neoliberismo, la "quarta rivoluzione" del Novecento.
Una rivoluzione che la sinistra si è limitata a subire, in tutto l'Occidente, senza riuscire a contrapporre una visione alternativa dell'economia e della società.
Ora che il modello neoliberista è a sua volta entrato in crisi, portando l'economia alla recessione e la società alla disgregazione, la storia offre una nuova opportunità alla sinistra e al tempo stesso le affida una difficile impresa: guidare una sorta di "quinta rivoluzione ", la prima del XXI secolo, bloccare gli aspetti distruttivi del capitalismo, cambiarne il volto e il rapporto con la politica.
La riflessione di Galli prende le mosse dalle origini storiche e filosofiche della sinistra a livello internazionale e ne ricostruisce il cammino percorso in Italia - tra luci e ombre, indiscutibili meriti e fatali carenze - per poi indicare la rotta da seguire oggi. Incalzata dalla crisi economica e dall'antipolitica nelle sue diverse espressioni, in un panorama sempre più frammentato e insidioso in cui alla destra neoliberista rischia di aggiungersi quella neonazionalista, la sinistra deve promuovere "un nuovo incontro, che sia un nuovo patto costituente, un nuovo accordo fra gli interessi del Paese". Deve riportare al centro il mondo del lavoro, nelle sue varie articolazioni e fragilità: "Tutto il lavoro dipendente, e anche tutti i piccolissimi artigiani e imprenditori individuali che sono indifesi davanti allo strapotere del capitale e delle sue istituzioni; e naturalmente tutti i disoccupati, i non occupati, i precari, i licenziati, i cassintegrati". Non si tratta di un nostalgico ritorno al passato, ma di un nuovo corso - un new New Deal, come lo chiama l'autore - che richiede un complesso sforzo di elaborazione.
Ridare alla politica autonomia e capacità di orientamento, restituire al lavoro quella dignità di cui è stato depredato sono le sfide che Galli indica alla sinistra italiana nel delicato contesto europeo. La posta in palio è altissima: "La sconfitta del lavoro si rivela una sconfitta della democrazia. Una società migliore per il lavoro è una società migliore per tutti".
Ulrich, l'uomo "senza qualità", di qualità ne ha tante e straordinarie, ma non riesce a indirizzarle verso uno scopo. Ha ormai passato i trent'anni e ha alle spalle una breve carriera di ufficiale, studi di ingegneria e matematica, accompagnati da vaste letture in tutti i campi del sapere, quando viene nominato segretario del comitato che organizza le celebrazioni per il settantesimo anniversario dell'ascesa al trono di Francesco Giuseppe, che cadrà nel dicembre 1918. Un'attività che prende il nome di Azione parallela perché si contrappone ai festeggiamenti che i "cugini tedeschi" stanno organizzando per i trent'anni di regno di Guglielmo II, nel giugno del medesimo anno. La narrazione dei progressi dell'Azione parallela, scarsi fino all'insuccesso, si interseca nel romanzo con quella di vicende private, come la crisi della coppia formata da Walter e Clarisse o il complesso legame che unisce Ulrich alla sorella Agathe, e di vicende sociali a carattere esemplare, come quella di Christian Moosbrugger, condannato a morte per l'assassinio di una prostituta.
La trama lascia ampio spazio a divagazioni e introspezioni, oltre che a complesse simbologie, sempre interpretabili da molteplici direzioni. In ogni pagina di questo capolavoro incompiuto, fondamentale nella storia della letteratura al pari della Recherche di Proust, dell'Ulisse di Joyce, dei libri di Kafka, Rilke e Mann, rifulgono i frammenti di una struttura in perenne movimento, specchio di una realtà mai univoca, nella quale domina la dimensione del possibile, insieme apocalittica e liberatoria, esplorata con gli strumenti dell?ironia e del paradosso.
Il volume è curato da Ada Vigliani e arricchito da uno scritto di Ingeborg Bachmann.
La donna pensa con il cuore, delicato, emotivo, sentimentale. L'uomo pensa con l'intelletto, logico, razionale, privo di fantasia. Le vie del cuore e dell'intelletto sono opposte ed è per questo che l'uomo e la donna discutono e faticano a capirsi.
Ma, spiega Osho, la donna è un meraviglioso mistero per l'uomo. Tuttavia amore, fiducia, bellezza, sincerità, verità, autenticità... sono tutte qualità femminili, e sono tutte di gran lunga più grandi di qualsiasi qualità possieda il maschile.
Ma la femminilità si estende ben oltre il genere sessuale e per potersi esprimere appieno deve coltivare le sue caratteristiche uniche. L'intero passato è stato purtroppo dominato dall'uomo e dalle sue qualità troppo orientate alla conquista e al dominio del mondo. Ecco perché il maschile lasciato a se stesso facilmente genera guerre e devastazioni; lo sviluppo delle qualità femminili diviene dunque centrale se non l'unica speranza per il futuro dell'umanità.
Ne Il mistero femminile Osho prende in esame l'essenza della femminilità in tutte le sue espressioni e in ogni momento della vita. E lo fa con lo sguardo del grande maestro spirituale.
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In Olanda sono i giorni angosciosi dell'occupazione nazista, Wim e Marie si sono sposati da poco e vivono come possono la difficile quotidianità. Un giorno però un collega propone a Wim di ospitare e nascondere un ebreo, "di questi tempi lo fanno quasi tutti" dice. Wim e Marie non sono due eroi, sono due persone normali, con tutte le loro paure e le loro insicurezze, e sanno bene che avere un estraneo sotto il proprio tetto per chissà quanto tempo significa entrare in un'intimità rischiosa con il suo destino. Nonostante i dubbi, però, acconsentono ad accogliere quest'uomo di cui conoscono solo il nome, Nico. Dopo un anno di cautele e adattamenti, giornate passate a tendere l'orecchio al minimo rumore sospetto e a sognare la fine della guerra, Nico improvvisamente muore. Per Wim e Marie comincia allora una serie di problemi che li trova drammaticamente impreparati. Cosa fare del cadavere di Nico? E cosa fare quando il cadavere viene scoperto? Inizia a questo punto una strana e imprevedibile commedia degli equivoci, che Hans Keilson compone facendo suonare tutte le corde dei sentimenti, da quelli nobili a quelli meno nobili, con cui Wim e Marie si trovano a fare i conti. Perché la morte inaspettata non solo li priva della ricompensa di poter un giorno mostrare al mondo che hanno fatto la cosa giusta, ma fa scivolare loro stessi nella condizione di perseguitati in fuga, grazie alla quale capiranno per la prima volta, e con ineluttabile intensità, il dramma di Nico.
A quasi vent'anni, Edward Cohen ha alle spalle anni vagabondi tra una nonna ingombrante e autoritaria, una madre dolcissima e un patrigno stravagante che assomiglia terribilmente a Elvis. Con la sua voce fascinosa sa incantare gli elefanti allo zoo e sedurre le donne. Sa anche cavarsela sempre, magari con espedienti non del tutto onesti. Edward è appena tornato a Berlino, contagiato dall'entusiasmo prorompente del dopo-unificazione, ma non trova pace nella città della sua infanzia. A tormentarlo è un amore infelice. E un fantasma: Adam, il fratello minore di suo nonno, scomparso all'inizio della guerra. Di quell'uomo singolare nessuno ha mai voluto parlargli, salvo ripetergli come una maledizione che gli assomiglia in modo impressionante. Edward torna nella vecchia soffitta della nonna e per caso trova un tesoro capace di dare un senso al suo smarrimento: è "L'eredità di Adam", il manoscritto di un libro scampato all'Olocausto. Quelle pagine raccontano tutto: la storia di una famiglia, di una nonna dal piglio energico che irrideva l'arroganza nazista ed era riuscita a proteggere fino all'ultimo i nipoti, una storia di amici fedeli e spie. Ma contengono soprattutto il racconto dell'amore disperato e tragico di Adam per la sua Anna. Edward capisce allora che la sua storia e quella di Adam sono intrecciate, perché quel prozio non gli ha lasciato in eredità solo i suoi occhi, la sua bocca e il suo naso, ma anche questa pila di fogli che non hanno mai raggiunto il loro loro vero destinatario...