
Ognuno di noi, sostiene l'autore, senza saperlo - o meglio, senza volerlo sapere - vive un'esistenza parallela a quella che consuma giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, un'esistenza meravigliosa, senza inizio e senza fine, ben "più alta della realtà", di cui spesso ci si dimentica, o si preferisce non avere consapevolezza, per paura, diffidenza, ignoranza. Eppure lì, in quella vita segreta e gravida di risorse e sorprese, sono racchiuse straordinarie energie insospettate. Basta avere il coraggio - o la forza, o la capacità - di liberarle e metterle in gioco. Come? Imparando ad ascoltare la voce dei Maestri invisibili: presenze angeliche, non prive di ironia, che ci affiancano nel nostro viaggio avventuroso nel mondo.
"I fotografi creativi riflettono se stessi nel mondo, e del mondo si fanno specchio: così, riescono a rendere visibile l'invisibile e a lasciare indelebile traccia del loro sguardo. Anche tu, con questo corso, puoi diventare un fotografo creativo. Ti indurrò a correre rischi e a fare a pezzi le reqole." Impara a catturare i colori con l'esercizio del rosso, lasciati sorprendere da ciò che conosci con l'esercizio del viaggio, esplora il lato oscuro della tua creatività con l'esercizio del rifiuto, immergiti in profondità dentro di te con l'esercizio dell'essere e dell'apparire... Scopri e sviluppa il tuo talento grazie all'esperienza di un grande maestro della fotografia.
La società che organizza corsi per buttafuori e addetti alle pompe funebri ed è controllata dal noto paradiso fiscale dell'isola di Jersey. L'ex consulente campano che con gli immigrati incassa 24.000 euro al giorno e gira in Ferrari. La multinazionale francese dell'energia. E l'Arcipesca di Vibo Valentia. Ecco alcuni dei soggetti che si muovono dietro il Grande Business dei Profughi: milioni e milioni di euro (denaro dei contribuenti) gestiti dallo Stato in situazione d'emergenza. E proprio per questo sfuggiti a ogni tipo di controllo. Dunque finiti in ogni tipo di tasca, più o meno raccomandabile. Si parla spesso di accoglienza e solidarietà, ma è sufficiente sollevare il velo dell'emergenza immigrazione per scoprire che dietro il paravento del buonismo si nascondono soprattutto gli affari. Non sempre leciti, per altro. Fra quelli che accolgono gli stranieri, infatti, ci sono avventurieri improvvisati, faccendieri dell'ultima ora, speculatori di ogni tipo. E poi vere e proprie industrie, che sulla disperazione altrui hanno costruito degli imperi economici: basti pensare che, mentre il 95 per cento delle aziende italiane fattura meno di 2 milioni di euro l'anno, ci sono cooperative che arrivano anche a 100 milioni e altre che in dodici mesi hanno aumentato il fatturato del 178 per cento. Profugopoli è un fiume di denaro che significa potere, migliaia di posti di lavoro, tanti voti.
"La storia ha una sua natura sfuggente ed elusiva, tende a non dichiarare le proprie leggi. Individuare i momenti nei quali Napoleone avrebbe potuto indirizzare in modo diverso la sua avventura, incanalandola verso un esito migliore, rischia di risultare arbitrario. Ma il tentativo non è inutile in vista della comprensione politica e umana di una delle vicende più affascinanti della storia moderna." Sergio Valzania ci invita a questo "azzardo storico" isolando dieci errori (ma il numero è evidentemente arbitrario e pretestuoso) commessi da Napoleone a partire dalla ripresa della guerra contro l'Inghilterra nel 1804, iniziale e rovinoso sbaglio della carriera politica e diplomatica dell'imperatore, fino alla battaglia di Waterloo, che mette la parola fine all'avventura bonapartista con una disfatta senza eguali. Napoleone fu sempre innanzitutto un militare: l'aver appreso alla perfezione il proprio mestiere, essere un valoroso soldato, gli procurò le maggiori soddisfazioni, ma lo portò anche a scegliere sempre le vie della guerra a scapito di una più promettente politica diplomatica. Le sue capacità di tattico sono fuori discussione: a determinare la sua sconfitta fu piuttosto l'incapacità di comprendere i fenomeni della geopolitica e della grande strategia, i rapporti di forza sottostanti ai conflitti maggiori, le tensioni prodotte "dalle impalpabili volontà dei popoli" che non la forza militare di un avversario più capace di lui sul suo terreno d'elezione.
Miliardi di dati personali immagazzinati nel cuore di granito delle Montagne Rocciose, archivi polverosi contenenti i registri dei deportati nelle prigioni della Tasmania, un laboratorio di Oxford che segue le tracce delle popolazioni dell'antica Britannia, moderne società private che custodiscono in immense banche dati il DNA di milioni di individui e nuovi detective della genetica in grado di documentare un'ascendenza diretta con Gengis Khan... Come si conserva il passato dell'umanità? Quale ruolo svolgono i cromosomi dell'uomo di Neanderthal nel nostro corredo genetico attuale? In che modo l'eredità biologica e culturale caratterizza la nostra specie? Attingendo a ricerche all'avanguardia nel campo della genetica, Christine Kenneally, pluripremiata giornalista australiana, in "Storia invisibile della razza umana" risponde a queste e ad altre domande, le stesse che da sempre gli uomini si pongono riguardo alle proprie origini, come del resto testimoniano le innumerevoli genealogie dell'Antico Testamento, le ossessioni dinastiche delle famiglie reali e, più di recente, il crescente interesse per la genealogia reso possibile dai progressi nella decodificazione del genoma. Infatti, se l'eredità della razza umana è un tesoro che ci è stato trasmesso sotto forma di antichi manufatti storici, essa è custodita anche nel nostro DNA, e quindi nei nomi che portiamo, nelle emozioni e persino nelle credenze e negli atteggiamenti che si tramandano da un'epoca all'altra...
In questa biografia di Indro Montanelli potente e suggestiva, Salvatore Merlo ha deciso di applicare alla storiografia la tecnica della letteratura, ed è riuscito nella difficile impresa di comporre un romanzo di formazione, cinematografico, movimentato, in cui il protagonista, imbevuto di letture e fantasie risorgimentali, si muove all'interno della Grande Storia, ci sbatte dentro, con incoscienza e ironia, con coraggio e infantilismo, a volte con iattanza, ma con un romantico gusto ottocentesco per l'avventura. Dall'esperienza coloniale (come volontario) in Africa Orientale alle corrispondenze di guerra per il "Corriere della Sera", dalle amicizie, non prive di scintille e contrasti, con Dino Buzzati, Curzio Malaparte, Galeazzo Ciano, ma soprattutto Leo Longanesi, fino al progressivo e tormentato distacco da Mussolini e dal regime, la prigionia a San Vittore e la fuga rocambolesca in Svizzera, Indro Montanelli ha condotto il suo lungo viaggio attraverso il fascismo (e la giovinezza) dimenandosi con la violenza e la voluttà di chi ce l'ha nel sangue di rompere e scuotere via ogni ceppo e catena. Il papà mazziniano lo voleva diplomatico, la mamma cattolica lo esortava all'autocontrollo, mentre il Regime e lo Stato volevano scandirgli l'esistenza e la giornata. Ma per lui la vita era una camera delle meraviglie, un teatro verso il quale bastava allungare un braccio per cogliere un'occasione. Prefazione di Ferruccio de Bortoli.
Roma, 1903: la quiete della dolce notte estiva è turbata da un delitto perpetrato nel luogo più inviolabile, il Vaticano. Una guardia svizzera viene trovata morta insieme a una cameriera. Il vecchio papa ha le mani legate: indagini ufficiali solleverebbero un polverone, mettendo a repentaglio la credibilità della Chiesa. Ci penserà il Padre eterno a punire il colpevole. Ma quel che Leone XIII vuole assolutamente impedire è che, dopo la sua morte, il soglio di Pietro sia occupato da una persona coinvolta nel crimine. Così, per risolvere il mistero con la dovuta discrezione, Leone XIII decide di avvalersi della consulenza di un medico viennese, che si dice abbia elaborato teorie che rivoluzioneranno per sempre l'indagine della mente umana: Sigmund Freud. Con il suo metodo psicoanalitico, Freud dovrà portare alla luce il segreto che si cela nel cuore buio di uno dei cardinali destinati a diventare papa: Mariano Rampolla del Tindaro, il segretario di Stato, Luigi Oreglia di Santo Stefano, decano dei cardinali e camerlengo, Joaquín De Molina y Ortega, aiutante di camera del pontefice. E dovrà fare in fretta, perché il colpevole potrebbe tornare a colpire. Ad affiancarlo, un novizio in cui il papa ripone totale fiducia, Giuseppe Angelo Roncalli, giovanissimo ma già in odore di santità.
Forte e armoniosa, la nuova capitale Pi-Ramses rispecchia il carattere del faraone. È una città dalla bellezza miracolosa e il suo compimento sembra aprire a un'era di ricchezza e di pace. Ma Nefertari, la bella tra le belle, scruta il cielo: gli uccelli sono nervosi, si prepara una tempesta che scuoterà la famiglia reale, e vedrà il nemico varcare il sacro suolo d'Egitto. Ramses, il Figlio della Luce, dovrà affrontarlo in una prova decisiva, che le generazioni a venire non dimenticheranno.
I testi poetici del "Canzoniere", capolavoro del Petrarca, sono accompagnati in questa edizione dei Meridiani dal commento curato da Marco Santagata, petrarchista di fama internazionale. Questa edizione, alla luce dell'altissimo numero di studi dedicati al Petrarca usciti nel corso degli ultimi anni, presenta un nuovo commento aggiornato e ampliato.
Ogni risveglio è un venire al mondo: violenza dello strappo, stordimento, gloria di incontrare ciò che è vivo. Di albe così il protagonista e narratore di questa storia ne ha davanti tante, tutte quelle che compongono l'anno del suo noviziato nel convento francescano di Renacavata, in Centro Italia. Sono i dodici mesi della "prova", in cui si veste il saio e ci si prepara a emettere i voti: un tempo assorto, di isolamento, lavoro manuale, preghiera. Giornate in cui l'esperienza interiore - estatica, a volte, a volte annichilente - si amplifica fino a invadere lo spazio della realtà concreta, sottoponendola a una reinterpretazione radicale. Il protagonista senza nome approda qui appena ventenne, infiammato da un bisogno di senso e appartenenza, deciso a rifiutare un destino omologato, disgustato dalla sensazione di essere una tra milioni di "vacche che sconoscevano la morte, che non conoscevano i ganci cui sarebbero finite appese". Nella dimensione protetta del convento, pallida ma funzionale riproduzione del Giardino edenico, i criteri che reggono il mondo fuori non tengono, si capovolgono: le crisi epilettiche di uno dei compagni sono un ascensore per le sfere celesti, le vipere acquattate nelle sterpaglie ambiscono a iniettare veleno nei teneri polpacci dei novizi per custodirne l'innocenza, preservandoli dalla contaminazione del vivere.