
I bambini nascono programmati per apprendere e per amare, e ogni giorno la psicologia cognitiva e le neuroscienze ci rivelano il loro potenziale straordinario. Tuttavia, il sistema educativo tradizionale sembra ignorare tanto i meccanismi naturali dell'apprendimento umano quanto i principi fondamentali dello sviluppo. E la scuola, anziché essere un luogo di gioia e di emancipazione, spesso si rivela un ambiente inadeguato, se non addirittura un ostacolo al nutrimento dell'intelligenza dei bambini... Seguendo le «leggi naturali del bambino» è possibile però rivoluzionare l'educazione. Lo dimostrano i risultati ottenuti da Céline Alvarez nel corso di una sperimentazione condotta in una scuola dell'infanzia di Gennevilliers, un comune a nord di Parigi, in un quartiere periferico e «problematico». Dando piena attuazione ai principi pedagogici di Jean Itard, Édouard Séguin e in particolare di Maria Montessori, Alvarez è riuscita laddove il sistema tradizionale di solito fallisce: ha creato un ambiente confortevole, accogliente e ricco di stimoli; ha concesso ai bambini tempo, fiducia, libertà e attività coinvolgenti; soprattutto, ha dato loro la possibilità di imparare a interessarsi agli altri, ad ascoltare, a creare solidi legami sociali. In breve, ha messo i suoi alunni in «contatto col mondo» e con se stessi. E inevitabilmente le straordinarie performance in tutte le discipline, dalla scrittura alla matematica alla lettura, non hanno tardato ad arrivare, in modo spontaneo.
Questa storia si svolge nell'arco di un'unica giornata: il 2 agosto del 1980. Il giorno della strage di Bologna. Sono le otto di mattina, la periferia romana sonnecchia nell'afa. I Di Giacomo stanno facendo gli ultimi preparativi prima di partire per le vacanze. Matilde fa un veloce saluto a Marta, la vicina di casa, e come sempre si ritrova a invidiare la sua famiglia allegra e numerosa e il corpo procace esibito senza vergogna. Non può immaginare di essere a sua volta invidiata da Marta, che spesso si sorprende a sognare una vita ordinata e tranquilla come quella dell'amica. Soprattutto oggi, che ha scoperto di essere di nuovo incinta e all'idea di ricominciare un'altra volta da capo si sente male, con tutti i pensieri che le danno le sue figlie. Specialmente Gianna, che studia lettere a Bologna e con lei ha sempre avuto un rapporto difficile. Alle dieci passate, mentre Matilde e i suoi sono incolonnati nel traffico, Gianna, da un'aula universitaria di Bologna, sente le sirene attraversare la città. Il professore sospende la lezione, "è successo qualcosa alla stazione", pare sia scoppiata una caldaia o una bombola di gas. Alla ragazza basta un istante per capire che è sfuggita all'incidente per puro caso. I Di Giacomo apprendono la notizia in macchina, alla radio. E, per uno scherzo del destino, in quel momento anche la loro vita subirà uno strappo definitivo. Dalla stazione si alza una colonna di fumo, gli autobus si improvvisano ambulanze, e tra la folla cominciano a circolare le prime voci: "non può essere una caldaia, è un disastro", "una bomba, un attentato". Sotto le macerie sono in tanti, alcuni vengono estratti vivi. Tra loro c'è Marina, vent'anni, fresca di assunzione alla contabilità. Ma, a differenza delle sue colleghe Euridia, Rita, Mirella, Franca, Nilla e Katia, lei d'ora in avanti dovrà imparare a sopportare il ruolo, "del tutto fortuito, della sopravvissuta e della testimone". La sua, in mezzo alle tante storie possibili di questo romanzo, è una storia vera. Maria Pia Ammirati, con la sua lingua empatica e vitale, ha scattato un'istantanea feroce dell'Italia di quel giorno. Ma Due mogli è anche una toccante riflessione sul ruolo che il caso e il destino giocano nelle nostre vite, una partitura a più voci - incredibilmente attuale - in cui le deflagrazioni della grande Storia si sovrappongono al rumore sottile delle piccole storie di persone comuni.
In Corea del Sud è chiamato healing master, «maestro guaritore». Con i suoi consigli e le sue parole di conforto, Hae-min Sunim è diventato uno dei monaci buddhisti zen più autorevoli del suo paese. Grazie ai social network, che gli hanno permesso di entrare in contatto con migliaia di persone, i suoi brevi messaggi, semplici e diretti, sono arrivati al cuore di un pubblico sempre più vasto, fornendo spunti per la meditazione e consigli per superare le sfide della vita quotidiana. Da quei messaggi nasce "Quando rallenti, vedi il mondo", una raccolta di aforismi che illustrano con grande semplicità la filosofia del Maestro. Raccolte in otto capitoli, le sue parole di saggezza intendono guidare il lettore nel labirinto delle emozioni e delle contrarietà di tutti i giorni: dal lavoro alle aspirazioni per il futuro, dalle relazioni interpersonali al rapporto con la spiritualità, Sunim offre preziosi suggerimenti volti al raggiungimento del benessere e della felicità attraverso la pratica della mindfulness. Guida da consultare nei momenti di bisogno, più che opera da leggere tutta d'un fiato, queste pagine invitano a prendere il giusto tempo per riflettere e celebrare la lentezza, per scoprire la ponderata pacatezza dei gesti e la profondità delle parole, allo scopo di sperimentare il mondo in base al nostro stato mentale, perché «quando la tua mente riposa, anche il mondo riposa».
Per la prima volta la storia degli anni di piombo narrata in prima persona dai veri protagonisti, i terroristi neri e rossi che hanno fatto la scelta della lotta armata. Dalla contestazione del '68 allo stragismo, dalla nascita delle BR al sequestro Moro, tutti gli episodi più tragici di un'epoca che ha straziato la coscienza del nostro paese. Un'inchiesta senza pari per complessità e proporzioni, condotta da uno dei grandi nomi del giornalismo televisivo italiano.
Questo libro racconta una straordinaria avventura: quella di una semplice cellula fecondata, così piccola da essere invisibile a occhio nudo, che moltiplicandosi in miliardi di altre cellule riesce a diventare, in soli nove mesi, un Homo sapiens. "La straordinaria avventura di una vita che nasce" è la cronaca di questa crescita, raccontata in base alle più recenti scoperte scientifiche. Ma è anche un utilissimo strumento per rispondere ai dubbi, alle curiosità e ai timori dei neogenitori su tutti gli argomenti relativi al benessere di mamma e bambino, dai problemi legati alla fertilità allo sviluppo psicofisico del neonato.
Tombe reali di Amarna, Egitto. Il fascio luminoso della torcia accarezza la parete grezza. «Nefertiti avrebbe dovuto trovarsi qui» borbotta Zahi Hawass davanti al loculo scavato nell'arenaria, desolatamente vuoto, aggrottando le sopracciglia cespugliose. «Invece non c'è proprio nulla.» La Regina del Nilo è scomparsa senza lasciare tracce. Dopo oltre tremila anni il suo corpo non è stato ancora rinvenuto. Di lei ci resta il magnifico busto di pietra con la corona blu, conservato a Berlino, ideale di bellezza femminile. «Signora della gioia, piena d'amore», Nefertiti era adorata dal popolo, moglie amatissima del faraone «eretico» Akhenaton - che nel XIV secolo a.C. sfidò i potenti sacerdoti di Tebe e si votò al culto dell'unico dio Aton, il Sole -, con lui fondò la città di Amarna, nel cuore del deserto, e alla sua morte salì forse al trono come un vero faraone, con il nome di Smenkhara. L'affascinante ed enigmatica sovrana rimane però uno dei tanti misteri ancora sepolti sotto le sabbie dell'Egitto, forse il più avvincente: dov'è la sua tomba? In molti l'hanno cercata, senza successo. L'ultimo in ordine di tempo è l'archeologo britannico Nicholas Reeves, secondo cui la regina delle regine giace in una cripta segreta nella Valle dei Re, dentro la tomba del figliastro Tutankhamon, il Faraone d'oro, nascosta dietro una parete con il suo favoloso tesoro... L'archeologo Zahi Hawass e il regista Brando Quilici, ci raccontano l'avventura archeologica sulle tracce di Nefertiti intervallandola con aneddoti di viaggio e di avventure sottoterra tra mummie, pipistrelli, serpenti «importuni» e germi letali. Per «braccare» la Bella del Nilo viene schierato un vero arsenale tecnologico, anche se, come sostiene Hawass, «un radar da solo non ha mai scoperto niente in Egitto»: servono l'esperienza e il fiuto dell'archeologo, più una buona dose di fortuna. «Nefertiti, se ci sei, stiamo arrivando.»
"Scrivere in bella grafia inizialmente ti sembrerà bizzarro. La tua mano dovrà familiarizzare con nuovi movimenti, la tua mente dovrà acquietarsi per poterli memorizzare. I primi tratti saranno incerti, le prime lettere difformi dall'originale, ma, anche se per pochi secondi, i tuoi pensieri taceranno e tu potrai assaporare il dono più prezioso del lavoro dell'amanuense: il silenzio. Ogni giorno farai un passo avanti. E ogni giorno potrai goderti momenti sempre più pieni di gioia interiore. E così che arriverai alle risposte: con disciplina, costanza, concentrazione, eseguendo un gesto ritmico come una danza." L'arte della calligrafia è a tutti gli effetti una pratica meditativa: oltre a migliorare la concentrazione, aiuta a controllare l'impazienza e il nervosismo, attenuando ansia e stress e portandoci ad apprezzare la bellezza dell'ordine e dell'equilibrio. Inoltre, grazie alla sua capacità di trasformare il pensiero in segno tangibile, la scrittura ci mette in contatto con la nostra natura interiore, insegnandoci a focalizzare la nostra attenzione su ciò che desideriamo davvero e indicandoci la via per realizzare i nostri sogni. Con le sue sette semplici regole e i principi base della calligrafia, questo libro ti accompagna alla scoperta di un'arte millenaria e del suo potere benefico, in grado di calmare la mente mettendoti in contatto con la tua dimensione spirituale. "Potrai così guardare alla vita con nuovi occhi - occhi più limpidi, più sereni, capaci di vedere più lontano. Sarai sempre te stesso, ma più distaccato dalla materialità, più rispettoso dei tuoi tempi, più allineato con la tua anima. Sforzati allora di ignorare la razionalità, la fretta; datti il permesso di provare emozioni e libera il tuo potere. Il cambiamento è dentro di te: lascialo andare."
Meditata a partire dal 1863, più volte rivista e riscritta fino alla versione del 1886, "Guerra e pace" è l'opera più nota di Tolstòj e una delle più lette e amate della letteratura universale. In queste pagine di altissima scrittura, in cui spiccano le celeberrime figure della contessina Natàsha Rostòva e del principe Andréj Bolkònskij, si narrano le vicende di due famiglie dell'aristocrazia russa, i Bolkònskij e i Rostòv appunto, sullo sfondo della Russia patriarcale e contadina devastata dalle guerre e dall'invasione di Napoleone, ma ancor più sconvolta dall'influsso, borghese e civilissimo, dell'Europa occidentale. Della Grande Russia di inizio Ottocento "Guerra e pace" è infatti insieme il magnifico epos e la struggente elegia. Un capolavoro che esce dagli angusti confini del romanzo, per ampliarsi e trasformarsi al di là di ogni definizione di genere, e diventare di volta in volta romanzo storico, cronaca familiare, trattato storiografico, pamphlet, testo filosofico. Postfazione di Heinrich Böll.
«L'amore passa. L'aver amato non passa mai.» Se per ciascuno il sogno è quello di un amore eterno, la realtà con cui dobbiamo fare i conti è spesso differente, e può venire il giorno in cui il "per sempre" a cui tendevamo con ogni fibra e ogni energia si riduce a un'espressione vuota e senza valore. In questo libro Maria Rita Parsi fornisce gli strumenti più adeguati ad affrontare la delicata fase di passaggio e trasformazione che accompagna la rottura di un legame di coppia, aiutandoci a far sì che possa diventare una risorsa: per chi non si ama più ma anche per chi, vittima innocente della situazione - i figli e i parenti -, ne viene suo malgrado coinvolto. Attraverso le testimonianze concrete e le voci autentiche di chi ha affrontato in prima persona una separazione, l'autrice descrive i diversi scenari e le conseguenze non solo psicologiche, ma anche sociali, economiche e legali che ne derivano. E giunge a formulare un vero e proprio «Decalogo del lasciarsi bene», per affrontare, elaborare, trasformare e superare la fine di un amore. Queste pagine sono pensate come una guida per conoscere le regole e i meccanismi che trasformano una comune "separazione" in un "lasciarsi bene" e persino in un'inattesa ricchezza.