“Passare sconosciuto sulla terra, come un viaggiatore nella notte”. Questo è ciò che desiderava Charles de Foucauld: essere seme sepolto nella profondità della terra, presenza tacita e quasi invisibile, come Gesù era stato nei suoi primi trent’anni di vita nascosta a Nazareth. Ma nulla può rimanere nascosto quando un’anima si offre completamente a Dio per portarLo ai fratelli. E nemmeno l’esperienza spirituale di Fratel Carlo di Gesù fa eccezione. Le sue meditazioni, in particolare sul Vangelo, affidate a umili quadernetti nel silenzio notturno dell’adorazione eucaristica svelano i passi di un’anima che si svuota sempre più di se stessa per farsi riempire dall’Unico necessario. Queste pagine intime e raccolte, come scintille di un fuoco nella fredda notte desertica, illuminano e riscaldano il cuore di chi desidera avvicinarsi a questa grande figura di santo.
Sul Monte Athos continuano a fiorire figure sante di monaci ed eremiti, distaccati dal mondo per servire e amare Dio nel silenzio e nella preghiera. Non sono supereroi, ma uomini contemporanei, con limiti e fragilità, che hanno scelto di mettersi totalmente nelle mani del Signore perché sia Lui a risplendere attraverso le loro opere. Il monaco non fa nulla di diverso da qualsiasi altro cristiano, semplicemente si sforza di vivere secondo i comandamenti di Dio. Il rigore e la fedeltà con cui percorre questa strada diventano il suo segno distintivo e rappresentano uno sprone per tutti coloro che ricercano la pienezza della vita cristiana. In questo terzo e ultimo volume sono presentate le esperienze dell'Anziano Ignazio, padre confessore, di Codrato di Karakallou, dell'Anziano Filarete di Constamonitou e dell'Anziano Gerasimo Menagias.
La Regola di San Benedetto come testo fondativo del monachesimo di ogni tempo e luogo, capace di raccogliere e armonizzare esperienze diverse.
Un imbuto che raccoglie, incanala, integra e armonizza testi ed esperienze monastiche diverse: così padre Benoît Standaert definisce la Regola di san Benedetto, testo fondativo per il monachesimo di ogni tempo e latitudine. Dopo una vita trascorsa a “ruminare” queste pagine, assaporandole nel silenzio, scrutandole nella preghiera e intercettandone ogni suggestione nella vita monastica, l’Autore consegna anche al pubblico di lingua italiana il proprio Commentario. La sfida è far parlare l’antico con lo sguardo rivolto all’oggi. Questa è infatti il valore della Regola: restare sempre attuale e feconda, come una secolare fonte di acqua viva.
Un manuale per condurre la battaglia quotidiana per la ricerca dell’equilibrio.
La vita ci viene sempre data senza il manuale delle istruzioni. Consapevoli di questo, ogni giornata è una piccola o grande battaglia alla ricerca dell’equilibrio, della felicità e infine della salvezza della nostra anima immortale. Ma alcuni prima di noi hanno saputo combattere le stesse battaglie, morire ogni giorno a se stessi per avvicinarsi sempre di più alla vera vita. La loro testimonianza diventa il manuale prezioso di cui ognuno vorrebbe avere una copia. È il caso di queste pagine di Giuseppe di Vatopedi, monaco del Monte Athos, figlio spirituale di san Giuseppe l’Esicasta e generatore di altri figli spirituali, per la prima volta pubblicate in traduzione italiana, con la loro profonda spiritualità impregnata di vita vissuta.
La Regola di San Benedetto come testo fondativo del monachesimo di ogni tempo e luogo, capace di raccogliere e armonizzare esperienze diverse.
Un imbuto che raccoglie, incanala, integra e armonizza testi ed esperienze monastiche diverse: così padre Benoît Standaert definisce la Regola di san Benedetto, testo fondativo per il monachesimo di ogni tempo e latitudine. Dopo una vita trascorsa a “ruminare” queste pagine, assaporandole nel silenzio, scrutandole nella preghiera e intercettandone ogni suggestione nella vita monastica, l’Autore consegna anche al pubblico di lingua italiana il proprio Commentario. La sfida è far parlare l’antico con lo sguardo rivolto all’oggi. Questa è infatti il valore della Regola: restare sempre attuale e feconda, come una secolare fonte di acqua viva.
Il difficile rapporto con il cibo, la possibilità di apprezzarlo senza diventarne schiavi, e il digiuno come via di ascesi.
Un luminoso esempio di vita monastica è offerto da Charalambos, nato nel 1910 e vissuto nel monastero di Dionysiou sul monte Athos e figlio spirituale di Giuseppe l’Esicasta. Si tratta di una figura recente, il cui ricordo è tuttora molto vivo in chi l’ha conosciuto e apprezzato, e ancora una volta la Storia ci pone di fronte a un’esistenza straordinaria nella sua normalità: c’è una chiamata irresistibile al divino e nello stesso tempo una strada non spianata, in cui le difficoltà e le sofferenze non sono risparmiate, ma sublimate nella preghiera noetica, quella del cuore. Così ogni momento di vita diventa una tessera di quel meraviglioso mosaico che Dio progetta per ciascuno di noi.
Solo un amore folle potrebbe spingere uomini e donne a vivere volontariamente reclusi dal mondo, totalmente immersi nella mistica della preghiera e nel rapporto con il ministero divino. Eppure, queste esperienze si sono moltiplicate nel corso dei secoli, a partire Antonio abate, eremita egiziano vissuto intorno al 300 d.C., hanno portato frutti di santità che ancora germogliano: come suor Nazarena Crotta, la reclusa dell'Aventino, monaca camaldolese vissuta fino al 1990 nel suo monastero in pieno centro a Roma, e capace di testimoniare un equilibrio, una serenità e un amore impensabili. É anche la sorpresa di questa Regola: non enuncia norme etiche ma una saggia teologia della vita contemplativa e del modo migliore per trarne il massimo bene spirituale, psicologico e fisico.
La vita dei santi appare spesso lontana e irraggiungibile agli occhi della gente comune, e tutti pensiamo che certe esperienze vadano anche oltre la realtà. In queste Cronache, raccontate con uno stile quasi giornalistico, scopriamo vicende straordinarie accadute in un contesto di assoluta normalità. La vita di san Serafino di Sarov ci sorprende proprio perché ordinaria e nello stesso tempo quasi incredibile: a narrarcela sono gli stessi testimoni che con lui hanno vissuto, in particolare le monache del monastero da lui fondato, spesso intervistate direttamente dall'autore. Presentati per la prima volta in versione integrale al lettore italiano, questi spaccati di vita vissuta, con la loro freschezza e sincerità, hanno contribuito a portare a termine positivamente la causa di canonizzazione di Serafino, proclamato santo dalla Chiesa Ortodossa nel 1903.
La "Mystica Theologia" del monaco certosino Ugo di Balma fu pubblicata per la prima volta alla fine del 1400 in un volume di opere del francescano san Bonaventura e per secoli è stata erroneamente attribuita a quest'ultimo. Da tempo tuttavia gli studiosi ne hanno ridefinito la paternità, restituendo l'opera al suo legittimo Autore. Possiamo così leggere queste pagine di alta spiritualità alla luce dell'esperienza certosina nella quale si sono formate. È un piccolo trattato, ma conduce il lettore a scoprire la strada privilegiata per vedere Dio, la via della mistica lungo la quale l'uomo si lascia plasmare dalla preghiera fino a raggiungere l'unione con il vero e unico Bene. Una strada che, a partire proprio dalle pagine qui presentate, percorreranno poi alcuni giganti della mistica, come Teresa d'Avila e Giovanni della Croce. Una strada aperta anche oggi, per chi desidera a piccoli passi incamminarsi verso la felicità.