La gratuità non è soltanto un gesto di benevolenza ma, più spesso, un atto di non senso che si compie "per il gusto di farlo". Proprio a partire dall'espressione 'pour la beauté du geste', il noto antropologo francese Marc Augé scandaglia in questo agile saggio i molteplici significati della gratuità. Avvalendosi di alcuni esempi letterari che giungono fino alla provocatoria affermazione bretoniana dell'omicidio senza ragione, che molto ha in comune con gli attacchi terroristici dei foreign fighters, l'autore mostra come, in realtà, la gratuità di un atto inteso nell'accezione presa in esame non sia di fatto pensabile, pena misconoscere la presenza dell'altro e la quantità di umanità generica che abita in ciascun soggetto.
he spazio può esserci per la gratuità se a prevalere oggi è l’ethos dell’efficienza?nLa strada che Nancy ci invita a percorrere consiste nell’andare alla radice di ciò che si deve intendere per “riconoscimento del debito”.
Il testo vuole incarnare una possibile mediazione tra universi culturali lontani ed essere una lettura propedeutica per chi intenda addentrarsi nella tematica, lasciando che la fede cristiana s’interroghi liberamente sul ‘gender’. Un approccio sereno e critico sia alla cultura laica di genere – della quale si esaminano i nodi principali – sia a quella cattolica, con l’intento di superare le reciproche diffidenze e cercare insieme una verità umanizzante per tutti. L’obiettivo è gettare delle basi condivisibili su cui costruire una sintesi teologica più ampia. Un testo che, nell’esaminare i nodi teoretici, volge lo sguardo alla recente campagna ‘anti-gender’, cercando di fornire le coordinate utili a svelenire il clima e muoversi al suo interno con padronanza di lessico e concettualità. In questo senso, l’opera vuole essere uno strumento per formatori, pastori e attivisti che vogliano introdursi nella complessità senza scorciatoie, per cogliere la ricchezza del ‘pensiero di genere’: nell’orizzonte della promozione di un benessere comunitario e individuale.
Damiano Migliorini è dottorando in Scienze Umane all’Università di Verona, specializzato in Scienze Religiose, ‘Recognized Visiting Student’ a Oxford nel 2016 e Durham nel 2017. Docente di Filosofia e Storia, Casco Bianco nel 2014, ha pubblicato alcuni contributi teologici e filosofici in riviste scientifiche italiane e internazionali. Tra i suoi testi: L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi (con B. Brogliato, 2014), Lineamenti di cristeologia (2017), Eternal Immolation (2017), Relations. Ontology and Philosophy of Religion (curato con D. Bertini, Mimesis 2018).
Dopo Scacco alla superclass (Mimesis, 2016), Giorgio Galli e Francesco Bochicchio tornano in libreria con un saggio che intende fare chiarezza sul rapporto tra crisi e ruolo delle multinazionali. È corretto affermare che l'attuale situazione abbia coinvolto tutti i livelli della scala sociale, oppure qualcuno ne ha persino tratto vantaggio? La seconda parte, del giurista e esperto finanziario e di diritto bancario Francesco Bochicchio, certifica la natura endogena della crisi. Contrariamente da quanto sostenuto da Schmidt e Robbins, l'economia attuale si è alterata a tal punto da non poter essere più considerata una scienza dei mezzi. L'opera a quattro mani di Galli e Bochicchio si propone di descrivere i danni causati da questa preoccupante mutazione.
Da molto tempo ormai il genere è una delle questioni fondamentali del dibattito sociale e scientifico a livello mondiale. Per comprenderlo, c'è bisogno di molteplici punti di vista, metodologie di analisi, elaborazioni individuali e collettive. Per questo il testo offre l'opportunità - invero rara in Italia - di mettere a confronto sulle tematiche relative al genere specialisti appartenenti a campi disciplinari differenti: un antropologo (Giuseppe Remotti), una filosofa (Vera Tripodi), un ricercatore cattolico con formazione sia in filosofia che in teologia (Damiano Migliorini), una teologa protestante (Letizia Tomassone), due psicologi e psicoterapeuti (Enrico Maria Ragaglia e Federico Ferrari, che è presente in due contributi) e il curatore del libro, psichiatra e psicoterapeuta. Gli Autori producono domande, piste di ricerca innovative e punti di vista originali, indicando le sfide che le tematiche relative al genere oggi ci pongono e le prospettive più feconde.
Quanto tempo passiamo tutti i giorni a pensare a noi stessi, a ciò che è nostro, alle nostre azioni, a quello che abbiamo fatto e a quello che ancora dobbiamo fare? Ogni giorno le nostre vite sono piene di impegni da portare a compimento, con il risultato che le giornate diventano nient'altro che una somma di cose fatte o da fare. Tutto questo ci causa ansia e dolore, e non ci permette di vivere bene. Passiamo più tempo a pensare alla nostra vita che a viverla per davvero. La "mindfulness" ha l'obiettivo di insegnarci a essere presenti alle nostre vite, di farci scoprire il valore del "non sapere" e il valore di imparare a stare con noi stessi, senza giudicare e senza pensare troppo. Solo vivendo. Include tracce audio per pratiche di mindfulness, sia in lingua inglese (condotte dallo stesso Jon Kabat-Zinn) sia in lingua italiana, da ascoltare on line.
Nella liturgia del Natale i Magi rappresentano una delle voci più misteriose ed affascinanti; venuti da un lontano Oriente al seguito di una stella, cercano il Salvatore tra mille difficoltà e (secondo la stessa narrazione evangelica) dopo averlo finalmente trovato, rischiano addirittura di metterlo in pericolo, se solo un angelo non li indirizzasse su un'altra strada ingiungendo loro di non fare ritorno dal perfido Erode. In principio né Re, né tre, i Magi hanno assunto molteplici identità, divenendo anche quattro, otto o dodici, ed hanno svolto una funzione ideologica cangiante a seconda delle distinte realtà in cui la storia che li celebrava si è affermata, magari solo attraverso la voce (meno nota, ma per questo non meno significativa) di una minoranza cristiana. Tale narrazione si è col tempo espansa grazie alla letteratura "apocrifa", in cui il tema dei Magi si è intersecato con quello della regalità, della mercatura, dell'ambasceria e della divinazione astrale, sempre conservando la "cifra" distintiva dell'universalismo cristiano come valore centrale, di cui tali viaggiatori si fanno testimoni, a conferma di una buona novella che viene per tutti. La ricchezza espressiva, teologica, concettuale e propagandistica che ha connotato tale ciclo narrativo non ha conosciuto confini nel mondo eurasiatico e successivamente anche negli altri continenti, generando una rete di tradizioni devozionali e spirituali straordinariamente ricca e variegata. Questa raccolta di saggi, curata da alcuni tra i maggiori specialisti della materia, propone, in armonia con la complessità del soggetto, una serie di percorsi interpretativi ed esegetici, volti a indagare l'eccezionale ricchezza espressa dal cammino dei Magi nella sua ininterrotta diffusione, nel tempo e nello spazio, tra simboli e riti capaci di ispirare ancora i moderni a dispetto della diversità delle lingue e delle distinte modalità espressive. Presentazione di Franco Cardini.
Dei sette trattati inediti - compresi nella terza sezione dell'edizione tedesca delle opere di Martin Heidegger - "L'evento" è il testo che, dopo i "Contributi alla filosofia" (2007) con cui è stata inaugurata la pubblicazione dei trattati, introduce nel cuore pulsante della riflessione heideggeriana. In questo scritto, composto tra il 1941 e il 1942 attorno alla parola-guida Ereignis ("evento"), Heidegger ripercorre e approfondisce, attraverso un percorso vertiginoso, non lineare ma potentemente evocativo, temi, questioni e figure che sono al centro della sua filosofia a partire dalla metà degli anni Trenta: il pensiero della storia dell'essere, il primo e l'altro inizio del pensiero, la questione della verità, la differenza tra essere ed ente, la critica della metafisica e della modernità, il destino dell'Occidente e dell'Europa, il ruolo e il compito dell'uomo, e, infine, il rapporto tra la filosofia e il pensiero e tra il pensiero e la poesia.
Raccontarsi per rileggere la propria esistenza alla luce di una nuova prospettiva. Duccio Demetrio, filosofo dell'educazione e fondatore della Libera Università dell'Autobiografia, ci mostra in questo libro come intraprendere un percorso di autoformazione coraggioso e creativo. Nella prima parte, Demetrio discute da un punto di vista teorico l'approccio autobiografico come fonte di formazione di sé e come modalità per un'interpretazione simbolica della propria vita. Nella seconda, vengono presentate le parole chiave che compongono il "lessico autobiografico", un insieme di termini che rinviano al lavoro di autonarrazione. È dunque questo un libro sul senso dello scrivere personale in grado di orientare il lettore verso i passaggi tematici e gli snodi esistenziali indispensabili per intraprendere una scrittura autobiografica non superficiale o banale. Perché, come sostiene Demetrio, "il bisogno di raccontarsi è una costante della nostra esistenza. Arriva il momento in cui raccontare la propria storia diventa una necessità. Non si tratta solo di affidare le proprie memorie a un foglio di carta o a una pagina elettronica; scrivere di noi e della nostra vita passata sollecita una maturazione interiore".
Il libro nasce dal desiderio di concentrarsi sulla scrittura del quotidiano mediale, o meglio, sulle scritture, che rappresentano allo stesso tempo il "grande problema" del digitale (spesso metafora di corpi inermi, di una comunicazione ossessiva...) e "la sua soluzione" (cioè competenze di produzione di senso, di creatività, di nuove professioni...). Il volume si sviluppa con un approccio che va dal livello del "sacro" transdisciplinare (dall'antropologia dei media alla psicologia e alla filosofia del web), a quello del "profano" dei comportamenti dell'utente post-moderno, che sovente si serve dei media in modo (apparentemente?) poco significativo. Il testo offre sia taluni spunti teorici sulla natura dello scritto mediale, sia un quadro concreto (orientato al saper fare) di pratiche formative e didattiche dedicate alle scuole, per favorire sia lo sviluppo delle competenze tecnologiche utili al saper scrivere con i media sia l'acquisizione di una consapevolezza matura delle potenzialità dei linguaggi mediali. Presentazione di Ambrogio Artoni.