
Come sono cambiati il ruolo e l'immagine della donna nella contemporaneità? A tale interrogativo cerca di rispondere questo volume che, promosso dall'Associazione di Storia Contemporanea, presenta in un quadro d'insieme agile e lineare alcune tra le principali tappe che hanno radicalmente trasformato la condizione della donna moderna: libri, impegno politico e amministrativo, leggi e sentenze, esperienze di lotta e di contestazione, canzoni e riviste hanno fatto fare un salto di qualità alla donna, delineando un itinerario non privo di ostacoli e storture, di fraintendimenti e complicazioni, ma comunque rivolto nella direzione del superamento della discriminazione, dell'inferiorità e della marginalità che hanno a lungo condizionato, e ancora condizionano, la sua vicenda storica.
Dicembre, Alta Langa piemontese. Sebastiano Guarienti, pilastro della saga farinettiana, ha l'eccentrica idea di suggerire al sindaco di un piccolo paese, un po' per gioco, molto per prenderlo in giro, di organizzare un grandioso ballo di Capodanno in costume nel locale castello assai cadente. Un'insensatezza che il primo cittadino, da grossolano signorotto con le mani in pasta in diversi affari, fa subito sua per accattivarsi il declinante favore della cittadinanza. Tra ex belle donne sfiorite ma ancora appetibili, un nobiluomo che vive da solo in un convento di cinquantotto stanze con un cavallo imbalsamato, una vecchietta in odore di stregoneria (una masca in tutto e per tutto), una giovane charmosa, un altrettanto giovane e fascinoso architetto, e poi formaggiai, parroci, nonne impossibili, muratori romeni di impagabile simpatia, devastanti ragazzini, bande musicali, farmacisti cornuti, maschere improbabili (si segnala un geometra di Mondovì travestito da banana), spesso parlanti in un vero e proprio grammelot vecchio Piemonte, la preparazione del veglione scorre febbrile sotto gli sguardi divertiti di Sebastiano e del maresciallo dei Carabinieri Beppe Buonanno, a loro volta colti entrambi in un'impasse sentimentale dai risvolti inquietanti. Ma, come da copione, la notte di Capodanno, al culmine dell'affollato festone, fra le pareti del castello avviene un sanguinoso omicidio.
Il benessere è una condizione esistenziale che tutti possiamo raggiungere, persino (e sembra un paradosso) in presenza di malattie. A differenza della medicina e dei farmaci, infatti, non è qualcosa a cui ricorriamo per eliminare un danno, far cessare un disturbo, ma è una percezione del nostro essere che come tale va continuamente alimentata. Per farlo, sostiene Vittorino Andreoli, bisogna considerare "l'uomo nella sua possibilità di vivere meglio, con una scienza che fornisca gli strumenti per raggiungere tale obiettivo". In questo libro l'autore pone le basi di questa nuova scienza definita da un neologismo, "bendessere", per indicare la disciplina il cui campo d'azione interessa l'uomo nella sua totalità e può essere suddiviso distinguendo il benessere del corpo, quello della mente e quello sociale. Grazie alla visione qui offerta, ognuno di noi può non soltanto monitorare i segni del benessere nella propria vita, ma mettere in atto tutto quanto va nella direzione di promuoverlo, ad ogni età secondo i suoi bisogni. In un percorso ricco di fascino e suggestioni, che coinvolge diversi aspetti - dalle relazioni alla bellezza Andreoli ci guida alla ricerca di un'esistenza serena e gratificante, nella prospettiva di "un umanesimo che, consapevole della nostra fragilità, si chiede quali siano le condizioni perché tutte le persone vivano meglio" e sappia guardare "al senso dell'esistenza, all'essenziale, che non corrisponde né al successo e né al denaro".
Tra cinema e psicoanalisi esiste un rapporto articolato e profondo e nei film, forse più che in altre opere d'arte, tale legame risulta spesso fondamentale per una migliore comprensione del testo. In questo libro, vero e proprio breve compendio metodologico, a un'introduzione teorica sulle implicazioni tra psicoanalisi e cinema, segue una serie di chiavi interpretative di film scelti come esempi emblematici. Emergono così insieme a una figuratività stilistica molto vicina al linguaggio dell'inconscio, alcuni meccanismi preminenti nel rapporto tra schermo e spettatore: l'immaginario e l'onirismo, l'identificazione speculare e l'erotismo...
Fonti privilegiate per la ricostruzione di molteplici "storie", anche gli archivi hanno una loro propria storia. Che non si discosta, nella maggioranza dei casi, da quella di chi le carte ha prodotto o ricevuto: manifestando sovente, attraverso non casuali strategie di sedimentazione e configurazione della propria memoria scritta, progetti di intenzionale autorappresentazione e identità. Altrettanto se non maggiormente significativa è la storia di quegli archivi che vicende più o meno traumatiche hanno portato ad abbandoni e dispersioni, divisioni e accorpamenti, spostamenti incongrui, riordinamenti plurimi, viaggi anche lontani. Una decina di saggi, redatti nel corso di un ventennio di lavoro negli archivi veneziani, ripropongono in questa raccolta un itinerario attraverso alcuni casi significativi di storia degli archivi: pubblici, notarili, privati, ecclesiastici. Dietro alle nostre fonti e alle storie che esse narrano, dietro alla "messa in forma della memoria" che le ha forgiate e al "rumore" diffuso che da esse emana, non è difficile scorgere il variabile spirito del tempo, i suoi presupposti filosofici, giuridici, sociali, di costume. Dai riflessi squisitamente culturali infine alcune tappe del vivace dibattito e delle realizzazioni archivistiche susseguenti all'unità nazionale, con il ridefinirsi di nuove appartenenze amministrative anche per archivi e biblioteche e di ripetute aspettative da parte del mondo degli studi e degli editori di fonti.
Il catalogo della mostra dedicata ad Aldo Manuzio a cinquecento anni dalla sua scomparsa è un omaggio al più famoso stampatore della storia dell'editoria. Racconta come il libro cambiò il mondo, e come e perché questo cambiamento avvenne a Venezia, città cosmopolita e porta fra oriente e occidente. Ma sarà soprattutto un viaggio nel mondo della cultura e delle arti a Venezia tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, in una stagione cruciale che vede protagonisti pittori come Bellini, Carpaccio e il più giovane Giorgione (con l'esordio del suo allievo Tiziano), illustri artisti stranieri in visita come Albrecht Dürer, intellettuali di respiro europeo come Erasmo da Rotterdam.
Un mattino di giugno del 1954, in piena Guerra fredda, Alan Turing viene trovato morto nel letto di casa, nell'assonnata cittadina inglese di Wilmslow. Accanto al corpo, una mela morsicata a metà porta evidenti tracce di cianuro. Gli accertamenti su quello che per tutti è un caso di suicidio sono affidati al giovane ispettore Leonard Corell, un uomo dall'apparenza mite che un tempo coltivava sogni di scienziato, e che molto presto viene assalito dai dubbi. Perché la documentazione del grande matematico relativa alla guerra è secretata? Forse Turing era ricattato da spie al servizio dell'Unione Sovietica? La sua recente condanna per omosessualità sembra aver messo in allarme i servizi segreti: potrebbe trattarsi di un complotto che coinvolge le cerchie più alte del potere? Affascinato dal genio visionario di Turing e dal suo lavoro brillante e rivoluzionario, Corell comincia a indagare con passione nella vita di uno spirito libero e anticonformista e cerca di ricostruire una vicenda che in qualche modo sembra riguardare lui stesso, spingendolo a fare cose che non avrebbe mai dovuto fare.
Esiste una filosofia della Massoneria? Esiste un'antropologia massonica? In quali fonti storiche, in quali documenti tale concezione ha trovato una sua codificazione? Qual è il compito della Massoneria nel mondo in cui viviamo? L'uomo e la società, sotto l'impulso della scienza, stanno rapidamente cambiando, ma non tutti i cambiamenti sono orientati verso il bene. Contro tali possibili deviazioni, la Massoneria deve vigilare ed esercitare l'autorità morale che le è propria. Ma per fare ciò deve aver chiaro il modello di perfezionamento dell'uomo che può venire soltanto dalla sua antropologia. Solo così la Massoneria svolgerà la sua reale funzione: il perfezionamento materiale e morale dell'uomo.
C'erano una volta i giganti, personalità di spicco nelle quali specchiarsi, esempi da seguire. Ma oggi? L'Italia sembra un Paese popolato più da pigmei che da watussi, dove un giovanotto dalla lingua lunga e dalle ambizioni smisurate, cresciuto alla scuola di Mike Bongiorno e divenuto presidente del Consiglio senza passare dalle urne, ha eretto a forma di governo lo storytelling (vulgo, blablà) e non si vergogna a farsi dare ogni giorno del "cazzaro" da "Dagospia". Solo nella Repubblica delle chiacchiere poteva essere scambiato per evento del secolo quel pacchiano Lunapark delle Nazioni che è stato chiamato Expo. Demoralizzato dal deprimente spettacolo, l'autore è andato in cerca ancora una volta di personaggi comuni di eccezionale valore: l'imprenditore che assume i malati di cancro, la mamma della ragazza morta suicida che ha già aiutato 60.000 genitori cui è toccato il dramma di seppellire i loro figli, la cieca diventata nonna di 15.123 nipoti che dovevano essere abortiti, il manager che soccorre i cinesi detenuti nei laogai, il pittore privo di braccia che ha mantenuto la famiglia usando solo la propria bocca, la "povera allegra" che dal 2001 non tocca un soldo, il dottor Schweitzer delle Ande, il chirurgo dei casi impossibili, il crociato dei borghi abbandonati, il giardiniere che non si arrende mai, l'operaio che ha salvato i bilanci della Fiat...
Una giovane documentarista italiana trapiantata a Parigi incontra, durante una trasferta di lavoro, Ramos, danzatore e attore brasiliano bellissimo e carismatico. Ha inizio una lunga storia d'amore, costellata di sfide. Per loro, riuscire a trovarsi nonostante le grandi distanze geografiche e culturali. Per lei, non solo fronteggiare la gelosia di parenti, allievi e attori colleghi di Ramos, tutti in diversa forma innamorati della magnetica natura di lui; anche venire accettata dal mondo delle sue radici il "ghetto" nero afrodiscendente di una favela, microcosmo chiuso nel quale con il passare del tempo, giovane donna gringa (bianca), sempre meno le riuscirà di trovare il proprio posto. Con passione e ostinazione, a dispetto di traiettorie di vita sempre meno convergenti, Ramos e la donna cercano di far sopravvivere il loro matrimonio. Ma parte della personalità di Ramos, tenuta nascosta a tutti (a lei per prima), rende via via più ansiosi e inafferrabili i suoi comportamenti. Un difficile e progressivamente sempre meno gestibile moltiplicarsi di pulsioni che a lui sarà fatale; e per lei, che era sua moglie, dolorosissimo enigma postumo. Intenso racconto che al dramma di una perdita improvvisa e violenta, al tragico apologo/epilogo dell'abissale rischio che una natura paga quando troppo si cela, oppone la sola consolazione possibile per chi resta: il cammino dell'accoglienza del cuore.