
La grande capacità comunicativa di Mons. Bello è nota. Chi ha avuto occasione di ascoltare la sua parola, ricorda certamente con quanto trasporto riusciva a coinvolgere e a tenere avvinto l'uditorio. Egli, anche quando aveva un testo scritto, difficilmente si atteneva alla sola lettura. Quasi sempre, infatti, se ne discostava chiosando, approfondendo, richiamando immagini. Non era mera retorica, ma ansia di annunciare Cristo. Anche quest'ultimo volume degli Scritti di Mons. Bello è una testimonianza tangibile del suo ministero e della sua missione. In qualsiasi circostanza ciò che muoveva il Vescovo ad un intervento o ad una relazione durante un convegno, oppure a concedere un'intervista era la consapevolezza di dover annunciare Cristo, ai vicini e ai lontani, in ogni circostanza, «opportune, importune» (2 Tm 4,2), come suggeriva Paolo a Timoteo. E questa responsabilità scaturiva in lui come precipuo dovere di Vescovo che ha a cuore l'evangelizzazione e la vita della Chiesa. Il volume si compone di tre parti: gli scritti vari, le interviste e le aggiunte.
Questo quinto volume degli scritti di mons. Antonio Bello vede la luce nel decimo anniversario della sua scomparsa. Il materiale che qui viene raccolto ha un filo rosso che lo sottende: il dialogo con i suoi fedeli e i suoi estimatori. Primariamente con quelli della sua diocesi, quindi con tutti gli altri che egli incontrava nel suo ministero episcopale, anche al di fuori della diocesi, attraverso le conferenze fatte in varie parti d'Italia. Gli articoli raccolti nella prima sezione di questo volume, infatti fanno riferimento sia a conversazioni successivamente pubblicate, sia ad articoli appositamente scritti per le varie testate, su argomenti riguardanti tematiche teologico-pastorali. Invece le corrispondenze, le lettere e le notificazioni si riferiscono ad un ambito più strettamente diocesano, anche se ben presto, soprattutto le lettere supereranno l'ambito locale per costituire il canale attraverso cui la stragrande maggioranza delle persone ha imparato a conoscere l'animo di don Tonino.
«Pace come preghiera, audacia, convivialità, esodo». È questo il grido di speranza di mons. Antonio Bello. Nello scorcio di un secolo in cui si sono accavallate nubi minacciose, gettando ombre d'incertezza sul cammino dell'uomo, questo grido di pace ha permeato ogni suo gesto ed ogni sua parola, rendendo tutta la sua esistenza, un arcobaleno di luce. Mons. Bello non si è arreso dinanzi alle contraddizioni ed al presentimento di un fallimento epocale, ma, tra le maglie di una società in profonda trasformazione, è riuscito a captare le urgenze e le istanze della pace. Non si è mai adagiato nelle retrovie della storia o nei protetti accampamenti dei miseri progetti degli uomini, ma è sceso sempre in prima fila, accanto a chi soffre, a chi subisce ingiustizie, alle famiglie senza casa né lavoro, ai giovani senza ideali e senza futuro, a tutti coloro ai quali la vita nega anche il più elementare dei diritti. Infatti, sotto le parole, c'è sempre l'esperienza continua di darsi agli altri senza misure, senza risparmio e senza farlo pesare. Per questo i suoi scritti hanno un'incidenza forte, una carica rivoluzionaria, una chiarezza che avvince e convince.
Nelle omelie di mons. Bello si trovano costantemente presenti ed intrecciati due elementi: l'istruzione dottrinale e la parenesi. Ciò si evince in modo particolare dalle omelie del Giovedì Santo. Esse costituiscono un corpus autonomo per diversi motivi. In primo luogo sono preparate per un medesimo scopo, quello appunto della celebrazione della Messa Crismale, nella quale mons. Bello ha sempre visto l'epifania della Chiesa locale. Lì è presente tutto il popolo di Dio nelle sue varie componenti: laici, religiosi e religiose, presbiteri. Tali omelie venivano redatte da mons. Bello nella notte tra il Mercoledì e il Giovedì Santo, così come egli confida nella omelia del 1990, e si presentano curate nella elaborazione perché meditate a lungo e non improvvisate. È da sottolineare - e lo fa ancora il Vescovo in una sua confidenza durante un'altra omelia - che queste omelie rispondono ad una particolare necessità: verificare il cammino e la tensione spirituale della comunità ecclesiale. Esse si caratterizzano, per certi versi, come un grande esame di coscienza e di verifica del cammino percorso dalla Chiesa locale nell'anno pastorale in corso, compiuto per bocca del suo Pastore.