La "Critica della ragion pura" ebbe, vivente Kant, cinque edizioni. Importanti sono soprattutto le prime due, del 1781 e del 1787, per lunghi tratti diverse tra loro. Alla seconda edizione si rifaceva nel 1904 l'Accademia delle Scienze di Berlino per stabilire l'editio princeps dell'opera, e su questo testo veniva condotta nel 1909-1910 la classica traduzione di Gentile e Lombardo Radice qui ripresentata nella revisione curata da Vittorio Mathieu.
Presentato a un concorso bandito nel 1837 dalla Reale Società di Danimarca, questo saggio non solo non vinse il premio, ma venne decisamente riprovato dagli accademici danesi per le gravi offese recate a "parecchi grandissimi filosofi degli ultimi tempi": ossia Hegel, Fichte e Schelling. Cosa c'era che rendeva il saggio tanto inviso alla cultura del suo tempo? Probabilmente gli stessi motivi che nella seconda metà dell'Ottocento e poi nel Novecento lo resero tanto influente.
Un grande affresco storico, un'opera pionieristica, che ha suscitato un enorme interesse in Italia e nel mondo. Georges Duby e Michelle Perrot sono due maestri riconosciuti della storiografia contemporanea.
Dalle cucine della corte dei califfi di Bagdad - dove i piaceri della buona tavola erano abbondantemente coltivati, e dove confluivano e si mescolavano le tradizioni alimentari di arabi, persiani e asiatici, oltre che di bizantini una ricca e raffinata civiltà gastronomica si irraggiò in tutto il mondo islamico, dal Vicino Oriente all'Egitto al Nordafrica, fino all'Andalusia. Una grande varietà di tipi di pasta, di piatti in agro-dolce, di salse, di cuscus, di dolci e persino di vino, affollano le ricette tramandate dai testi medievali. È tutta una festa di aromi, spezie, sapori e colori, che possono allietare anche le nostre tavole, come suggeriscono le 30 ricette adattate ai gusti di oggi che completano il volume.
Il libro, che si apre con una lunga presentazione del Cardinale Dionigi Tettamanzi, narra, dopo la biografia di don Carlo, la storia della sua Fondazione. In particolare il libro prende in considerazione le diverse tappe della 'resurrezione laica' dei mutilatini, dei poliomielitici, dei portatori di handicap, insieme alla scoperta dei loro problemi e bisogni e alla evoluzione delle tecniche e pratiche acquisite a loro vantaggio.
Il romanesco ha conosciuto nei secoli profonde trasformazioni, in cui una costante sembra però evidente: il suffisso "-esco" lo connota come lingua delle classi sociali più basse. È stato a lungo la parlata dei servi, dei bulli, degli sbruffoni. Solo alla fine del Settecento, il dialetto diventa argomento di confronto, di polemica storico-letteraria, espressione di intellettuali colti e consapevoli. In questo panorama composito irrompe l'opera monumentale di Giuseppe Gioacchino Belli che dà voce alla plebe romana e nobilita il romanesco come lingua d'arte. Il volume è un'antologia della produzione dialettale fino alla fine dell'Ottocento, arricchita da ampie introduzioni e con brani riccamente commentati.
Cuocere il pane, conservare la frutta, apparecchiare la tavola... ogni atto legato al cibo - anche il più semplice e quotidiano - porta con sé una storia ed esprime una cultura complessa. Preparando un piatto di spaghetti al pomodoro, sintetizziamo (con un gesto che oggi è segno dell'identità italiana) il felice incontro tra una tecnologia produttiva messa a punto nella Sicilia araba del Medioevo e un prodotto americano importato in Europa dai conquistatori spagnoli. Attraverso i tanti modi di produrre, preparare, consumare e interpretare il cibo in epoche e luoghi diversi, Massimo Montanari ci introduce a un aspetto essenziale della civiltà umana.
Un resoconto dello sviluppo e dei problemi dell'economia europea dal primo conflitto mondiale ai giorni nostri. La trattazione parte con l'analisi del periodo immediatamente successivo alla Prima guerra mondiale, prosegue con la depressione degli anni Venti, la successiva ripresa, gli effetti della Seconda guerra mondiale, il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta, il blocco della crescita e l'insorgere di tassi di inflazione sempre più alti a partire dagli anni Settanta. Completamente revisionata, questa nuova edizione comprende un nuovo capitolo che amplia la trattazione fino ai giorni nostri e avanza una formulazione completa di temi di discussione per tutti i periodi analizzati.
Economista, statista, governatore della Banca d'Italia, Luigi Einaudi fu tra i massimi teorici di un liberismo moderno, convinto oppositore di una gestione realista della "res publica", lungimirante sostenitore dell'unità europea. Questo volume raccoglie un centinaio dei suoi scritti selezionati tra una vasta produzione letteraria. Gli argomenti spaziano dalla cultura generale a temi scientifici, economici, storici, ma soprattutto politici: le tasse, la burocrazia, il sistema proporzionale, gli scioperi, la scuola, l'inflazione, la disoccupazione, la libertà di stampa. Emergono i complessi problemi della vita pubblica nazionale. Problemi ancora oggi al centro della polemica politica sulle regole di un buongoverno democratico.
"Perché disegno i personaggi dei miei film? Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette?... Questo quasi inconsapevole, involontario tracciare ghirigori... fare pupazzetti che mi fissano da ogni angolo del foglio... volti decrepiti di cardinali, e fiammelle di ceri e ancora tette e sederi e infiniti altri pastrocchi... insomma, tutta questa paccottiglia grafica, dilagante, inesausta, che farebbe il godimento di uno psichiatra, forse è una specie di traccia, un filo, alla fine del quale mi trovo con le luci accese, nel teatro di posa, il primo giorno di lavorazione."