
In breve
«Gli errori della cultura economica dominante hanno portato a ballare con gli occhi bendati sull’orlo del baratro della crisi, per poi cadervi dentro. Il mito di una onnipotente mano invisibile del mercato, la fiducia cieca in meccanismi riequilibra tori automatici e l’ostilità verso la fissazione di regole del gioco vincolanti per tutti, la sistematica sottovalutazione dell’incertezza sono stati errori gravi. Una discussione aperta su questi temi è ora necessaria, per evitare il rischio che la tragedia si ripeta: non come una farsa, ma come una tragedia al quadrato».
Indice
Introduzione - 1. Cronologia e gestione della crisi - 2. Le cause della crisi finanziaria - 3. Effetti della crisi - 4. Quelli che avevano previsto la crisi - 5. Rischio e incertezza - 6. La crisi della cultura economica: i Candide neoclassici e i Voltaire keynesiani - 7. Una nuova Bretton Woods? - 8. Il futuro del capitalismo - Bibliografia - Indice dei nomi
In breve
Furono gli Eubei di Calcide e di Eretria i più antichi esploratori delle rotte mediterranee: marinai, mercanti, coloni che, procedendo da oriente verso occidente, si spinsero fino alle acque degli empori atlantici, superando, presso Gibilterra, le mitiche colonne di Ercole. Furono loro a localizzare nelle acque del Mediterraneo il teatro delle avventure di Ulisse, eroe di riferimento per il navigante ellenico in cerca di mete sempre nuove. Lorenzo Braccesi va alla scoperta della loro storia e identità, soffermandosi sul mondo della grecità arcaica, su quella memoria dell’Odissea che è nella ‘bisaccia’ di ogni navigante o colono.
Indice
Prefazione - I. Una premessa generica, ma necessaria - II. La rotta nord-mediterranea: dallo Ionio al Tirreno - III.La rotta sud-mediterranea: dal Ponto Eussino all’Atlantico - IV. La rotta settentrionale: dallo Ionio al «caput Adriae» - V. Le «Odýsseiai», l’Adriatico e il monte Titano - VI. Una conclusione divagante, ma necessaria - Indice dei nomi - Indice dei luoghi
Le libertà liberali e i diritti politici democratici sono imprescindibili perché tutti siano considerati membri alla pari nella comunità politica in quanto condividono la condizione morale di essere persone.
«Perché ci dovrebbe importare che le nostre libertà siano eguali, quando magari qualcuno non ne fa uso e le baratterebbe volentieri con più benessere, se non il fatto che il disconoscimento di un eguale spazio di libertà per tutti implicherebbe una minor considerazione e rispetto per alcuni? E perché dovremmo tenere all’eguale partecipazione alla vita politica, quando sappiamo che il nostro voto non fa la differenza, se non il fatto che la mancanza dei diritti politici per qualche gruppo ne afferma implicitamente la condizione di minorità e disparità, in una parola di sottomissione? La ragione per cui le libertà liberali e i diritti politici democratici siano imprescindibili, al di là delle effettive opportunità di vita offerte ai singoli, sta proprio nel loro essere segno che tutti e chiunque sono trattati e considerati membri alla pari nella comunità politica».
Il principio politico dell’eguale rispetto afferma che gli appartenenti alla comunità politica devono essere considerati e trattati da pari perché condividono la condizione – morale – di essere persone, degne in quanto tali di essere rispettate. Un concetto che, da una parte, ha un ruolo fondante nei confronti della legittimità liberaldemocratica e, dall’altra, comporta oneri precisi relativi alle scelte e alle azioni politiche che regolano la vita e la convivenza delle democrazie contemporanee.
Indice
Ringraziamenti - Introduzione - I. L’eguaglianza di rispetto e i fondamenti dell’ordine liberaldemocratico - II. Il rispetto come riconoscimento - III. La politica del rispetto - Conclusioni. L’irrinunciabilità del rispetto eguale per le persone - Cos’altro leggere - Bibliografia - L’autrice
Vistosamente arretrata rispetto al resto dell'Europa occidentale, nell'arco di poco più di un secolo dall'Unità nazionale l'Italia è riuscita a raggiungere e in alcuni momenti a superare il gruppo delle nazioni leader del continente. Un successo incontestabile, ottenuto nonostante l'incerto e talvolta drammatico percorso della sua politica estera, partita da premesse inadeguate e nell'affannosa e spesso velleitaria ricerca di uno status internazionale di prestigio. La discontinuità delle scelte e dell'impegno, l'improvvisazione e la mancanza di una chiara visione dell'interesse nazionale sono fattori che hanno caratterizzato negativamente il ruolo internazionale del nostro paese dalle origini a oggi. Dopo la ricostruzione politica ed economica seguita al secondo conflitto mondiale, la politica estera italiana ha avuto fasi di equilibrio e di iniziative anche lungimiranti. Ma il quadro odierno non è confortante, con l'Italia che oscilla tra acritico consenso alle politiche della strapotenza americana e un'adesione episodica e priva di progettualità ai problemi dell'integrazione europea. Giuseppe Mammarella e Paolo Cacace delineano le ragioni storiche di una crisi di identità che impedisce all'Italia di assumere un profilo internazionale di concreto spessore.
Calvino non amava parlare di sé direttamente, ma attraverso lo schermo delle immagini. Silvio Perrella ha interrogato alcune di queste immagini e le ha connesse tra loro. E ha scoperto che in molte di esse si nascondono dei veri e propri autoritratti. Il suo libro segue quindi la parabola che porta, dal "Sentiero dei nidi di ragno" alla "Giornata di uno scrutatore", dalla trilogia araldica a "Palomar", il giovane e iperattivo Calvino a diventare il malinconico sosia di se stesso. È questa la storia di una metamorfosi oscura e affascinante che si intreccia con l'evoluzione della letteratura italiana e internazionale. E che non nasconde una radicale disillusione nei confronti della politica come mezzo per cambiare in meglio la vita degli uomini.
In breve
«È vero, oggi è in atto uno ‘scontro di civiltà’. Ma non tra Occidente e Oriente. O tra cristianesimo e islam. No, il vero scontro di civiltà si gioca in Parlamento e nelle piazze. Temi della contesa, l’accoglienza e il rispetto della persona straniera. A prendere il sopravvento è il principio dell’indesiderabilità. Irregolari e clandestini sono da espellere. Sì, ci sono, ma non dovrebbero esserci. Non li vogliamo. Anche quando vivono come bestie, come a Rosarno, nessuno muove un dito. Se vogliono un’altra possibilità, la cerchino altrove. In altri Paesi, non in Italia. Per un Paese, come il nostro, che si dichiara cattolico, è difficile capire come si possa discriminare gli stranieri e atteggiarsi poi a difensori del crocifisso.»
«Due Italie si contrappongono. A torto o a ragione. C’è chi soffia sul fuoco, alimentando paure e tensioni. Chi affronta il problema con superficialità e di fronte a un immigrato, sbuffa infastidito. Quasi non lo riguardasse. E chi capisce che una soluzione va trovata. Nell’accoglienza e nella legalità. Due Italie si contrappongono. Quella ‘arrabbiata’, pugno serrato e muso duro, che ‘digrigna i denti’ e sbava di livore. E l’altra, quella dei buoni sentimenti, accusata di ‘buonismo’, ma solidale, coi piedi per terra. Come chi guarda in faccia la realtà. Quale Italia prevarrà? In gioco c’è il nostro futuro. E la speranza del Paese.» Antonio Sciortino interviene con forza e senza reticenze: come in un reportage, racconta la diffusa xenofobia delle nostre città, il sospetto e i luoghi comuni alimentati dalla politica, le storie di discriminazione, le tante risposte sbagliate e aberranti ai problemi reali. E cosa fa la Chiesa in questa «società dei mille colori» che è già oggi il nostro Paese perché un essere umano sia un essere umano e basta.
Don Sciortino ospite del Programma Le Storie di Corrado Augias: guarda il video
Indice
1. La politica dello struzzo No alla fortezza Europa – 2. L’Italia «terra promessa» L’altra faccia della medaglia – 3. L’onda multicolore in classe L’integrazione parte dai banchi di scuola – 4. Tutta colpa degli immigrati Vecchi e nuovi diritti di cittadinanza – 5. L’incontro tra razze diverse Che sta succedendo all’Italia cristiana? - Conclusioni Esistono limiti all’accoglienza? - Bibliografia essenziale - Indice dei nomi
In breve
Niente canne, né spleen, né amori perduti nel crudo Nordest.
Ci sono milioni di italiani a cui questo paese piace esattamente così com’è. Sono piccoli imprenditori che hanno fatto fortuna prima della crisi, oggi alle prese con crediti in sofferenza e fatture difficili da scontare. Sono famiglie totalmente assorbite dall’impegno di mandare avanti il lavoro, l’attività, abituate a giudicare severamente il conflitto e la divagazione. Persone che credono nel denaro e nella possibilità del successo per chiunque sia disposto a sacrificarsi. Sono giovani precarie che scrutano nelle vetrine scarpe e vestiti dai prezzi esorbitanti, del tutto fuori portata per loro, oppure ragionieri quarantenni di formazione cattolica e simpatie leghiste. Sono donne animate da un’allegria costante, trascinante, un po’ robotica. Sono gli abitanti delle ville fortificate sparse ovunque nella Pianura Padana. Romolo Bugaro entra nelle loro menti e nelle loro case e racconta il vero corpo di un’Italia satura di presente e felice di esserlo.
Indice
1. Che ci faccio in questo posto? - 2. Via San Fermo - 3. Bea vita! - 4. Non proprio organici all’ordine generale delle cose - 5. Ancora via San Fermo - 6. Duemilacentoquaranta euro per quattordici mensilità - 7. La tara dei non-insediati - 8. Congedo
Ho conosciuto tanti ragazzi come Kang Zhengguo quando, negli anni Cinquanta e Sessanta, studiavo all’Università di Pechino. Non hanno scritto la loro storia come ha fatto Zhengguo, ma tutte le storie degli studenti cinesi di quegli anni per molti versi si assomigliano, per il fatto di essersi svolte sotto il segno delle varie campagne di critica o di educazione di massa che si sono succedute come ondate fino al punto di far perdere la testa, di ridurre al silenzio i testimoni, di creare alla fine una connivenza tra carnefici e vittime. E questa connivenza ancora è di ostacolo oggi, in Cina, al libero fluire della narrazione di quegli anni che non furono, come qualcuno sostiene, ‘grandi e terribili’ ma soltanto terribili. Renata Pisu
Questo è il miglior racconto di vita quotidiana durante la Cina comunista che io abbia mai letto. Perry Link, Princeton University
«Un giorno, all’inizio dell’estate del 1949, la balia impacchettò tutti i suoi gioielli in un fagotto di stoffa grezza di colore blu, mi prese per mano e fuggimmo insieme dalla Porta Dongguo di Xi’an. Molto più tardi appresi che era il giorno della liberazione di Xi’an». Il primo ricordo di Kang Zhengguo coincide con il trionfo di Mao e del Partito Comunista Cinese. Per lui, figlio di un proprietario terriero e nipote di un industriale diventato monaco buddista, crescere e studiare nel nuovo paese guidato dal Grande Condottiero non sarà uno scherzo. Mentre la Cina si sforza di compiere il ‘Grande balzo in avanti’, tra industrializzazione forzata e carestie devastanti, Zhengguo si appassiona ai romanzi cavallereschi e alla poesia epica classica. Una passione che gli costa cara, vista con sospetto da compagni e insegnanti che lo tacciano di elemento individualista e reazionario. Espulso e bollato come criminale, Zhengguo comincerà il suo ‘cammino di rieducazione’ che lo porterà ad attraversare la Cina in lungo e in largo, sperso tra masse sterminate in movimento e ciclopici progetti politici. Isolato dalla propria famiglia che lo vede come un disonore, il ‘soggetto antisociale’ Kang Zhengguo attraversa la storia del suo paese, intersecando la rivoluzione culturale con la difesa di frutteti di pere dai corvi, il fumo delle sigarette con la morte di Mao, l’amore tra templi in rovina e fiori di pesco con il controllo poliziesco e la delazione.
Attenzione, prova a non pensare a un orso bianco. Ci riesci o l’orso bianco è nella tua mente? Probabilmente ti renderai conto che stai proprio pensando a un orso bianco. Come quasi tutti noi, pensi di poter controllare i tuoi pensieri,ma non è completamente vero. In realtà è il tuo cervello che li controlla. Ma cosa sai di questo potentissimo organo? Davvero poco, sai solo che è molto più complesso delle più complicate macchine costruite dall’uomo. Che crea la tua mente, ti rende umano, è ‘te’. Questo volume è un laboratorio di esperimenti sul funzionamento del cervello che ha coinvolto ragazzi dai 12 ai 18 anni. Chiunque può ricrearlo a casa propria, con gli amici, senza bisogno di attrezzi o materiali particolari e scoprire con sorpresa le illusioni e i paradossi della mente. Ad esempio, sarà facile capire quello che stai facendo in questo momento: leggere ciò che è scritto su questa pagina. Proprio ora il tuo sistema visivo sta traducendo luci e ombre che si stagliano sulla retina in milioni di impulsi nervosi, li ridistribuisce alle appropriate aree cerebrali e poi li riassembla in immagini significative. Così riesci a trasformare macchie di inchiostro su una pagina in parole e frasi con significato, tutto in un istante. Niente male se pensi che condividi il 90% del tuo Dna con una mucca!
Indice
Premessa - Parte prima: Illusioni sensoriali - Introduzione - 1. Illusioni visive - 2. Illusioni degli altri sensi: I. ILLUSIONI NON VISIVE - II. ILLUSIONI DEI SENSI MESCOLATI - 3. Illusioni nel mondo reale - Parte seconda: Trucchi delle funzioni mentali più elevate - Introduzione - 4. Attenzione e memoria: I. ATTENZIONE VISIVA - II. MEMORIA - 5. Regole consolidate e inibizioni - 6. Paradossi sociali - 7. Giusto per divertirsi: magia e trucchi - Un pensiero finale - Ringraziamenti - Gli autori
Trieste ’45, confine orientale. Su un piccolo fazzoletto di terra si sovrappongono due guerre – quella che viene dall’est e quella che viene dall’ovest –, due occupazioni – jugoslava e angloamericana – e due liberazioni, concorrenziali l’una all’altra. È la prima crisi internazionale del dopoguerra, annuncio di future rivalità continentali, mentre sul campo, dopo anni di tensioni ma anche di collaborazione contro il nemico comune, un movimento resistenziale, quello jugoslavo, fagocita l’altro, quello italiano, cui ha cercato di imporre obiettivi e modelli di lotta. L’urto dividerà a lungo le memorie di una società in cui già da tempo convivono aspirazioni nazionali e politiche antagoniste. Trieste ’45, laboratorio privilegiato, non solo per la politica internazionale e per le relazioni fra movimenti di liberazione, ma anche per il complicato rapporto fra il PCI e il partito comunista jugoslavo, perché dietro la crisi sui confini si gioca la più ampia partita dello scopo finale – democrazia o rivoluzione? – da proporre alla Resistenza in Italia. Trieste ’45, luogo storico della tragedia delle foibe: variante locale a danno degli italiani di un processo generale che coinvolse tutti i territori in cui il movimento partigiano comunista jugoslavo prese il potere in quel maggio di sangue e del quale solo ora risultano più netti i contorni. Finalmente Raoul Pupo affronta temi e interrogativi che riguardano l’Italia intera, ma che per lungo tempo sono stati discussi quasi esclusivamente all’ombra di quella ‘periferia scontrosa’.
Indice
Nota dell’Autore - Sigle e abbreviazioni - I. L’incubo della Mitteleuropa - II. Le ambiguità dei comunisti - III. Le incertezze alleate - IV. L’impotenza italiana - V. L’ultimo inverno - VI. Liberazioni - VII. In bilico - VIII. Prigionieri - IX. I giorni della paura - X. Vincitori e vinti - XI. Verso il dopoguerra - Fra storia e storiografia - Note - Indice dei nomi