
Compiendo il "gran rifiuto", Benedetto XVI ha dato prova non di viltà, ma di un coraggio che acquista oggi un senso e un valore esemplari. La sua decisione richiama con forza l'attenzione sulla distinzione fra due principi essenziali della nostra tradizione etico-politica, di cui le nostre società sembrano aver perduto ogni consapevolezza: la legittimità e la legalità. Se la crisi che la nostra società sta attraversando è così profonda e grave, è perché essa non mette in questione soltanto la legalità delle istituzioni, ma anche la loro legittimità, non soltanto, come si ripete troppo spesso, le regole e le modalità dell'esercizio del potere, ma il principio stesso che lo fonda e legittima. Il 'mistero del male', di cui parla l'apostolo Paolo, non è un cupo dramma teologico che trattiene la fine dei tempi e paralizza e rende enigmatica e ambigua ogni azione, ma un dramma storico in cui l'Ultimo Giorno coincide col presente e in cui ciascuno è chiamato a fare senza riserve e senza ambiguità la sua parte.
"Cominciamo nel quarto secolo d.C. in Egitto. Vi piacerebbe comparire nei sogni altrui? Ecco cosa dovete fare. Rivolti alla lampada sul comodino (a rigore, dovrebbe essere una lampada a olio), pronunciate le seguenti parole: 'Cheiamopsei herpeboth. Fa' in modo che MM, la figlia di NN, mi veda nei suoi sogni - ora, ora, presto, presto'. Aggiungete poi il vostro messaggio personale. Ripetetelo spesso. Queste, almeno, erano le istruzioni fornite da un papiro magico greco - espresse naturalmente con la massima serietà, dato che non si trattava di un gioco. La lettura di questi testi ci trasporta in un mondo che, per lo meno a uno sguardo superficiale, è completamente estraneo ai tempi moderni. Eppure anche oggi molti sono convinti che c'è qualcosa di significativo nel contenuto dei loro sogni, proprio come i Greci." Ma come è cambiata la cultura del sogno dai tempi di Omero alla tarda Antichità? Cosa significavano i sogni? Come li leggiamo e li interpretiamo con i nostri occhi di moderni quei sogni? Dall'Iliade ad Aristofane, dal Vangelo di Matteo ad Agostino, William V. Harris analizza il fenomeno del sogno nell'antichità, rintracciandone il tratto distintivo nell'epifania di una figura autorevole, che dà istruzioni o trasmette informazioni. Il sognatore e/o il narratore non solo rivendicano di aver ricevuto istruzioni o informazioni da parte di enti superiori, ma con questo sogno possono dare un senso alle azioni umane e conferire prestigio.
Le stelle cadenti. I matti nei paesi. Le portinerie. I peli superflui. Il tacco 3. Il corredo. Arrampicarsi sugli alberi. Le cabine telefoniche. Le lettere d'amore. Dirsi addio. Quello che abbiamo perduto racconta chi siamo.
Babele: il nome evoca subito un atto d'orgoglio punito con una condanna terribile, la totale distruzione. Se Babele è un mito biblico, appartiene invece alla storia che grandi città, enormi complessi monumentali dell'antico Oriente sono stati ridotti in polvere. Eppure rappresentano un tassello importante della storia dell'umanità. La città nasce in Oriente. Ma come la conosciamo se, apparentemente, non è rimasto più nulla? In questo libro Mario Liverani racconta come, nell'arco di due secoli, le città dell'antico Oriente - Babilonia e Ninive in testa - sono tornate a vivere per noi, dapprima solo immaginate, sulla scorta delle notizie bibliche e della letteratura classica; poi intraviste da viaggiatori alla ricerca della Torre di Babele in un paesaggio cosparso di macerie informi; infine scavate, descritte, misurate, classificate, interpretate a seconda delle tendenze culturali degli studiosi. Tutti comunque concordi nel vedere nella città orientale una sorta di anti-modello della città occidentale: questa basata su cittadinanza, democrazia, libera impresa, quella basata su despotismo teocratico, dirigismo, servitù generalizzata. Dopo due secoli di scavi, di studi e di mutevoli approcci è possibile finalmente costruire un quadro d'insieme non solo dell'attività di ricerca ma anche dei suoi risultati, che restituiscono le città dell'antico Oriente - grazie all'apporto di varie discipline - nel loro splendore architettonico e artistico e nella loro vita socio-economica.
L'economia in recessione, la società in frantumi, la politica che degenera: la crisi iniziata nel 2008 sembra non finire mai. Un italiano su sei vorrebbe un'occupazione i è senza lavoro un lavoratore dipendente su quattro è precario, i giovani sono i più colpiti, l'industria ha perso un quarto della produzione, il peso del debito aumenta, gli scandali della finanza continuano. Una via d'uscita c'è. In Italia come in Europa, possiamo "sbilanciare l'economia": mettere l'azione pubblica prima del mercato, la sostenibilità e il lavoro prima dei profitti, l'uguaglianza al posto del privilegio. Qui trovate il catalogo delle misure da realizzare. Con una politica nuova, fatta di partecipazione e democrazia.
Il cervello di una scimmia bipede di due milioni di anni fa aveva lobi frontali simili ai nostri, suggerendo che essa stava già sviluppando abilità cognitive di tipo umano. Una nuova specie scoperta in Indonesia, sopravvissuta fino a dodicimila anni fa, aveva meno di un metro di statura e il cervello più piccolo dell'australopiteca africana "Lucy", ma sapeva costruire strumenti in pietra. Il DNA estratto dalla falange di una mano scoperta in Siberia, antica di quarantamila anni, indica l'esistenza di un'altra specie umana, diversa sia da noi che dai Neanderthal. Queste pagine sono dedicate a chi è curioso di conoscere i metodi scientifici più recenti che indagano sul passato profondo della nostra e di altre specie.
Delitto passionale. Raptus. Gelosia. Depressione. Scatto d'ira. Tragedia familiare. Perché lei lo ha lasciato, chattava su Facebook, non lo amava più, non cucinava bene, lavorava, non lavorava. Nascondendo la vittima, le cronache finiscono con l'assolvere l'omicida: una vecchia storia, nata in tempi lontani e ancora viva fra noi. Per questo bisogna imparare a parlare di femminicidio. Tutti, non solo media. Dobbiamo farlo noi. Dobbiamo trovare le parole.
In un agile manuale, la storia dei principali concetti che sono alla base della scienza della psicologia. Dal lungo passato filosofico alla fondazione della psicologia scientifica come disciplina istituzionalmente riconosciuta nelle università e nei centri di ricerca nell'ultima parte del XIX secolo; dalla costituzione delle grandi 'scuole' (strutturalismo, funzionalismo, gestaltismo, comportamentismo), sino alla grande crisi dell'ultimo dopoguerra, con la nascita del cognitivismo, il movimento che tuttora domina la disciplina e che qui viene preso in esame fino ai suoi ultimissimi sviluppi, dal connessionismo ai sistemi dinamici non lineari.
I più noti sono quello americano, gigantesco, che corre lungo il confine meridionale degli Stati Uniti e quello israeliano che si snoda attraverso la Cisgiordania. Ma di muri ve ne sono molti altri. Il Sud Africa del post-apartheid mantiene una barriera elettrificata di sicurezza lungo il confine con lo Zimbabwe. L'Arabia Saudita ha ultimato la costruzione di una struttura di pilastri in cemento alti più di tre metri sul confine con lo Yemen e sta per iniziare quella di un muro lungo il confine con l'Iraq. L'India ha costruito barriere che "murano fuori" il Pakistan, il Bangladesh e Burma e "murano dentro" il territorio che contende al Kashmir. La Cina sta murando fuori la Corea del Nord, ma anche i nord coreani stanno costruendo un muro, parallelo a un tratto di quello cinese, per tenere fuori la Cina. E altri muri stanno nascendo. Ma perché gli Stati-nazione manifestano una vera e propria passione per la costruzione dei muri? Cosa nasconde quella paradossale, dura, ottusa fisicità dei muri?
È in corso una rivoluzione che sta abbattendo antichi vizi nazionali, è la rivoluzione degli innovatori. Non la fanno riempiendo le piazze o dando l'assalto ai palazzi del potere. Ma cambiando le nostre vite: il modo in cui si fa scienza, si condivide la conoscenza, si fa impresa, si creano posti di lavoro, si producono beni, si amministra la cosa pubblica. Non sono casi isolati. È un movimento. Ci sono migliaia di startupper che il lavoro non lo cercano perché provano a crearselo inseguendo un'idea innovativa. E artigiani digitali che hanno aperto una fabbrica di oggetti sul proprio computer. E innovatori sociali che stanno modificando le istituzioni. Sta cambiando tutto perché abbiamo a disposizione la prima arma di costruzione di massa: Internet. Che non è una rete di computer, ma una rete di persone che provano a migliorare le cose senza aspettare niente e nessuno. Per questo "Cambiamo tutto!" è un libro sull'ottimismo. Sul perché dobbiamo essere ottimisti oggi in Italia. Il mondo attorno a noi può cambiare in meglio grazie a tre parole d'ordine: trasparenza, partecipazione, collaborazione. E alla voglia di ciascuno di noi di provarci.