
Lo spazio e il tempo sono oggi scossi dalla scienza e dalla tecnologia e l'incontro fra i popoli e le loro tradizioni si fa sempre più problematico creando scontri di civiltà e problemi di convivenza. Si è tanto sofferto per i fanatismi politici, religiosi e culturali, che siamo legittimamente assetati di una comprensione universale. Un tipico esempio di questa mentalità è la sindrome del villaggio globale. Per nobile che sia l'intenzione, rimane pur sempre il risultato della mentalità colonialista. Eppure c'è sete di vera comprensione: "Non possiamo vivere in un mondo a compartimenti. L'altro diviene un problema proprio perché invade la mia vita ed è irriducibile al mio modo di vedere. Se un estremo è pensare che noi siamo nel giusto e gli altri in errore, l'altro estremo è ritenere che siamo tutti adatti per un tipo di villaggio globale". Fra questi due estremi, emergono sempre più le parole pluralismo e interculturalità a rappresentare un terzo atteggiamento, fondamento di una comprensione universale. Interculturalità non significa relativismo culturale (una cultura vale l'altra), né frammentazione della natura umana. Il rispetto della dignità umana esige il rispetto culturale, inscindibile da una mutua conoscenza - senza la quale cadremmo nella tentazione di imporre la nostra cultura a modello della convivenza umana.
Joseph P. Zbilut e Alessandro Giuliani hanno collaborato per quindici anni. Insieme hanno compiuto molte scorribande nei campi più disparati delle scienze, testimoniate da altrettanti saggi pubblicati su prestigiose riviste internazionali, che vanno dalla dinamica non lineare alla psicologia passando per la biochimica, la fisiologia, la chimica organica e la biologia. Si tratta di un’apparentemente strana coppia formata da un biofisico (Zbilut) e da uno statistico con formazione biologica (Giuliani) accomunati da una passione fortissima per la scienza intesa come artigianato, nonché da un’insofferenza per le derive idolatriche e arroganti di certo pensiero scientifico. Un elemento centrale della loro tesi sta dunque nell’idea che riportare la scienza alle sue radici artigiane può essere un buon servizio reso alla collettività, oltre che naturalmente alla scienza stessa. In questo libro, gli autori cercano di presentare gli attrezzi e gli stili utilizzati dagli scienziati nei loro ragionamenti, con lo scopo di costruire un senso critico nel lettore e quindi sviluppare in esso un gusto per la «bella» scienza, con la raccomandazione di diffidare di tanta brutta scienza (quindi dannosa) che ci circonda. In effetti, l’ignoranza del pubblico di oggi rispetto al reale funzionamento delle cose cresce in maniera esplosiva man mano che la tecnologia diventa sempre più astratta e la forma si separa nettamente dalla funzione. Non possiamo neanche lontanamente comprendere in maniera dettagliata il funzionamento di ciò che rende possibile la nostra vita nelle metropoli, come i sistemi di purificazione dell’acqua potabile, la rete elettrica, la fornitura e distribuzione di generi alimentari, lo smaltimento dei rifiuti. Ciò che non riusciamo a comprendere ci appare «complesso» almeno fino al momento in cui, attraverso lo studio o la pratica, arriviamo a una sorta di illuminazione nella quale, toccandoci la fronte con la mano (ma come avevo fatto a non pensarci prima?!), la complessità collassa in semplicità e parte della nostra visione del mondo cambia per sempre. In questo libro utile e affascinante gli autori, che hanno raggiunto una certa statura nell’ambito delle scienze teoriche e sperimentali, affrontano il più ambizioso Come funziona possibile, quello legato ai metodi e ai limiti della scienza. Essi affrontano questo tema con piglio informale accessibile ad ogni lettore realmente interessato alla faccenda.
Ques'opera non è il "solito libro sui dinosauri". Infatti nessuno prima d'ora ne aveva mai raccontato la storia in questo modo: sei volumi, ognuno dei quali incentrato su un racconto a fumetti, che mostra i dinosauri con rigore scientifico estremo, sotto la luce della meraviglia. Ogni storia è un viaggio fantastico negli spicchi di vita quotidiana di questi animali del remoto passato, attraverso uno dei periodi del Mesozoico, in diverse regioni del pianeta. A spiegare scientificamente ciò che il lettore ha visto nella storia a fumetti, troveremo in fondo al volume il solido apporto della parte divulgativa illustrata del volume, dal tono amichevole e perfettamente comprensibile a qualunque età, eppure rigorosissima. Le parti, a fumetti e scientifica, sono strettamente messe in relazione da iconcine che rimandano al fumetto: in questo modo il lettore, leggendo la parte scientifica, può tornare indietro a vedere con i suoi occhi il concetto appena espresso, nel fumetto stesso.
Quest'opera non è il "solito libro sui dinosauri". Infatti nessuno prima d'ora ne aveva mai raccontato la storia in questo modo: sei volumi, ognuno dei quali incentrato su un racconto a fumetti, che mostra i dinosauri con rigore scientifico estremo, sotto la luce della meraviglia. Ogni storia è un viaggio fantastico negli spicchi di vita quotidiana di questi animali nel remoto passato, attraverso uno dei periodi del Mesozoico, in diverse regioni del pianeta. A spiegare scientificamente ciò che il lettore ha visto nella storia a fumetti, troveremo in fondo al volume il solido apporto della parte divulgativa illustrata del volume, dal tono amichevole e perfettamente comprensibile a qualunque età, eppure rigorosissima. Le parti, a fumetti e scientifica, sono strettamente messe in relazione da iconcine che rimandano al fumetto: in questo modo il lettore, leggendo la parte sceintifica, può tornare indietro a vedere con i suoi occhi il concetto appena espresso, nel fumetto stesso.
Questo volume, e il progetto dell'intera collana I nostri antenati, nasce dalla volontà del grande paleoantropologo Yves Coppens di raccontare a proprio figlio l'affascinante storia dei primi passi dell'umanità. Con la collaborazione dell'illustratore Sacha Gepner, il primo volume racconta come il piccolo primate Purgatorius, vicino dei dinosauri, sopravvisse alla grande estinzione e iniziò ad abitare la terra con altre scimmie 70 milioni di anni fa. Da lì parte la grande epopea delle scimmie arrivando sino agli attuali gorilla e scimpanzé. La loro storia è affascinante e ci riguarda da vicino: la somiglianza con lo Scimpanzé, senza contare l'Australopiteco, è infatti inseparabile dalle nostre origini.
La guerra, lo sbarco degli alleati in Sicilia, la caduta di Musslini, l'armistizio di Badoglio reivivono attraverso le parole di Nonno Aurelio, che con la sua cadenza veneta e il racconto breve ma incisivo, incanta il nipotino che lo ascolta e tutti i bambini che lo leggono.
La cattedrale, simbolo della grandezza artistica del Medioevo occidentale e del ruolo svolto dai vescovi nelle città, è il monumento che meglio definisce l'arte gotica con il passaggio dall'arco ogivale alle volte a crociera costolonate, sistematicamente organizzate in una struttura profondamente razionale e articolata. La scultura copre le facciate e segna la divisione in piani degli alzati, dominati dalle gallerie dei sovrani coronati. All'entrata della chiesa, le statue-colonna accolgono i fedeli. Nel definire il gotico privilegiamo di solito gli elementi culturali e formali, mentre l'architettura gotica è fatta di novità tecniche, di progressi nel trasporto della pietra, di miglioramenti degli strumenti di sollevamento e di forza, e soprattutto di perfezionamento dell'organizzazione del cantiere attraverso la standardizzazione del lavoro, l'organizzazione degli elementi prefabbricati e una maggiore razionalizzazione della produzione. La novità più spettacolare dell'architettura gotica consiste nella capacità di rendere trasparente l'edificio grazie all'immissione della luce, che attraversa le vetrate piene di immagini soddisfacendo la sete d'assoluto e di trascendenza degli uomini del tempo. Questo libro invita a fare un viaggio alla scoperta semplice e diretta delle chiavi che possono aiutare a comprendere lo spirito dell'arte gotica, la sua bellezza e le ragioni che hanno ispirato i grandi committenti, laici ed ecclesiastici, del Medioevo.
L’impero romano, che rappresenta sia il punto di arrivo della civiltà antica, sia la base del mondo moderno, si è manifestato anche nell’arte. La quale era - ed è restata - presente nel grande e nel minuscolo: negli impianti urbani, nei monumenti, sulle pareti delle case, negli oggetti del vivere quotidiano. L’arte di Roma è nel contempo un amalgama di tradizioni differenti e strumento di potere, ma anche espressione dei valori condivisi di una società stratificata e multiforme. Nel corso delle generazioni che vedono la città sul Tevere, una come molte altre, trasformarsi in un impero universale va modificandosi anche il quadro dell’arte e il modo di utilizzarla. Il fascino dell’arte di Roma sta nella sua varietà e nella dinamica del suo percorso: questo libro si propone di trasmetterlo.