La Storia dell'Archeologia della Mesoamerica si fonde con la storia stessa del Messico. Dopo lo scontro coloniale che ha distrutto le antiche civiltà, dagli Aztechi ai Maya, i nuovi arrivati, mescolandosi agli indigeni, hanno lentamente cercato di ricostituire il mondo pre-colombiano.
Il grande antropologo ed archeologo Eduardo Matos Moctezuma da anni lavorava a questo progetto che va dai primi codici fatti rifare dai missionari agli indigeni nel '500, all'archeologia scientifica ed ai musei e siti archeologici dei giorni nostri. Il Messico durante 500 anni ha cercato, tramite l'Archeologia, di ritrovare la sua identità meticcia.
L'opera ha un corredo illustrativo che va da documenti antichi ed inediti sino al presente ed esce nel bicentenario dell'indipendenza e nel centenario della Rivoluzione Messicana.
Contestualmente al rigoroso restauro della chiesa di San Francesco Saverio a Mondovì, il volume, con i contributi di eminenti studiosi, mostra il successo di quest'ultima impresa con stupende tavole a colori e descrive la prima opera di Andrea Pozzo, poi divenuto famoso con le sue opere romane.
Tra le grandi svolte della storia umana, la Rivoluzione Neolitica, è una delle più determinanti; è l’inizio delle prime manipolazioni prodotte dall’uomo sul proprio ambiente naturale, il che è direttamente all’origine della potenza attuale della nostra specie. Analizzare questa metamorfosi, nelle sue condizioni e nelle sue cause, è dunque un’operazione necessaria per chi si interessa del divenire della civiltà. Questo avvenimento si è verificato inizialmente nel Vicino Oriente, prima di raggiungere direttamente altre regioni del mondo o di dare luogo a imitazioni più tardive. Il v. è la sintesi delle ricerche recenti sul Neolitico del Vicino Oriente, qui considerato con i confini designati dall’Unesco, ovvero la penisola anatolica (attuale Turchia) e il Levante, cioè Siria, Libano, Israele, Giordania. Il periodo considerato dal 12.000 al 6.300 a.C. è quello durante il quale, in questa parte del mondo prima che in qualsiasi altro luogo, si verificò il passaggio per tappe dalle comunità preistoriche di cacciatori-raccoglitori a quelle dei primi contadini e dei primi allevatori, con tutti i cambiamenti tecnici e ideologici che accompagnano e talvolta precedono questo processo. L’a. è direttore di ricerca presso il CNRS. Dal 1958 ha dedicato il suo lavoro al comparire dei primi villaggi, all’agricoltura e all’allevamento nel Vicino Oriente.
Nel 2001-2002, Derrida proseguiva le sue ricerche intorno alla sovranità dello Stato-nazione e del suo fondamento onto-teologico-politico. Un’ampia riflessione -testimoniata nel primo volume de La bestia e il sovrano- che da questo momento si sarebbe rivolta verso le grandi questioni della vita animale: quella dell’uomo «animale politico », diceva Aristotele, e quella delle «bestie» - e del trattamento, dell’assoggettamento della «bestia» da parte dell’«uomo». In questo secondo volume tale lavoro giunge alle sue estreme conclusioni modulandosi in una paziente lettura di due testi qualificati come «più eterogenei possibili»: da una parte Robinson Crusoe, l’opera di finzione di Daniel Defoe, e, dall’altra, il seminario tenuto da Martin Heidegger nel 1929- 1930 "Concetti fondamentali della metafisica. Mondo - finitezza - solitudine".
Questo breve saggio di Inos Biffi ha come intento quello di risvegliare o anche creare il gusto per il Paradiso di Dante, nel quale la poesia pura ha raggiunto il suo vertice sublime. La terza cantica della Commedia è ritenuta la più difficile, quasi la più arida, rarefatta com'è di immagini, la più ardua nel linguaggio. E infatti essa trasporta in un altro mondo, ultraterreno, privo della visibilità e della sagoma sensibile dei primi due, tutto plasmato di luce, nella quale si annidano i beati. La prima parte del volume inizia alla comprensione della cantica illustrandone il senso nel percorso letterario e spirituale del poeta e mettendo in luce il suo carattere teologico. Nel Paradiso il mistero cristiano appare nella sua "forma": Dante con la sua poesia abbellisce la teologia, la rappresenta come canto, nella sua lirica e nella sua estetica. Quindi il Paradiso come una cattedrale di luce. La seconda parte offre alcuni assaggi di commento al canto X.
Da tali degustazioni potrebbe sorgere il desiderio di inoltrarsi in questa incomparabile gloria del mistero, che per singolare grazia divina Dante ci ha lasciato.
XIV e inizi del XV secolo
Volume sesto di Figure del pensiero Medievale
In coedizione con Città Nuova
Rilegato con sovracoperta
Testi di: J.Biard, I.Biffi, S.-T. Bonino, F.Buzzi, M.J.F.M.Hoenen, C.Marabelli, E.Reinhardt, F.Stella
Questo volume di Silvano Petrosino, a quasi vent'anni dalla sua prima edizione, è ormai un classico degli studi sull'esperienza della luce e sul fenomeno ad essa connessa dell'invidia. All'origine di questo studio vi è la convinzione che interrogarsi sull'esperienza visiva è altra cosa dall'indagare la propagazione e la ricezione della luce a partire dalle scienze, ad esempio dall'ottica o dalla psicologia della percezione. Il tema dell'esperienza è infatti essenzialmente connesso alla figura del soggetto, e quest'ultimo è drammaticamente in scena non solo come corpo senziente e come coscienza riflessiva e riflettente, ma anche e soprattutto come soggetto al/del desiderio.
Il libro a più autori, reca anche un lungo pezzo inedito di Ivan Della Mea. Un libro che è anzitutto espressione di affetto per un uomo che con le sue canzoni, i suoi scritti e la sua presenza è riuscito ad interrogare e far comunicare tra loro mondi diversi che, nella triste Italia di questi anni, a malapena considerano l’esistenza l’uno dell’altro.
L’esistenza a Barcellona di un monumento come la Sagrada Familia nel cuore del XX secolo resta un’eccezione e insieme una sfida per la cultura architettonica contemporanea. Questo libro - attraverso un repertorio inedito di immagini e gli interventi di studiosi e degli stessi protagonisti del cantiere - testimonia come nella Sagrada Familia si materializzi un’originale saldatura fra la componente tecnica e quella del significato, fra la dimensione creativa individuale ed il lavoro collettivo, fra il contesto civile di una città e lo spazio sacro di una chiesa. Senza nulla togliere al genio di Gaudì, anzi a conferma della sua inventiva, il volume testimonia perciò l’esistenza di un cantiere vivo animato da architetti, ingegneri, esperti di tecnologie digitali, artigiani, storici dell’architettura, teologi e iconografi, tutti coinvolti nel progresso del progetto di Gaudì.