
Quando uno nasce, non sa chi è. E se non c'è nessuno che glielo dice, la vita diventa una bella complicazione. Lei, per esempio, non sapeva chi era, perché quando era nata, rotolando giù dal camion di Jack il Camionista, si era ritrovata sola e aveva scambiato per sua madre una pantofola di pelo. Una calda pantofola accogliente, dentro la quale si era accoccolata sognando di non essere ancora nata. In fondo, era contenta di avere questa mamma. E tutto sarebbe rimasto per sempre così, se non avesse voluto conoscere il mondo e non avesse continuamente incontrato qualcuno che le chiedeva: "Che animale sei?" Finché un giorno si ritrovò alla scuola della maestra Tolmer, che aveva una profonda convinzione, e cioè che tutto a questo mondo passa, anche le domande.
Gran trambusto in Tlokweng Road. Mentre la signorina Grace Makutsi corona finalmente il sogno di crearsi una famiglia con il fidanzato gentiluomo Phuti Radiphuti, il giovane apprendista meccanico alla Speedy Motors del signor JLB Matekoni cerca di sfuggire a ogni costo a un incubo, l'inattesa paternità di due gemelli. E così, Precious Ramotswe, titolare della Ladies' Detective Agency N.1, è costretta a dividersi tra le ansie crescenti della sua assistente, le delicate manovre per persuadere il giovane impiegato del marito a farsi carico delle proprie responsabilità e un nuovo caso, che coinvolge un ricco proprietario terriero, un giovanissimo pastore reticente e alcune mucche indisciplinate. Tra una tazza di tè rosso e l'altra, la più celebre e amata detective del Botswana si prepara a sciogliere, con la consueta saggezza e l'ormai leggendaria capacità di ascolto, un nuovo rompicapo, in cui torneranno utili, ancora una volta, gli imprescindibili consigli dei "Principi dell'indagine privata" di Clovis Andersen. Intanto, per le strade di Gaborone, è misteriosamente apparso il fantasma del mai abbastanza compianto furgoncino bianco della signora Ramotswe.
Monaco. Max è cresciuto insieme al suo gatto Mix. È un legame profondo, quasi simbiotico. Max, raggiunta l'indipendenza dalla casa paterna, va a vivere da solo, portandosi dietro l'amato gatto. Il suo lavoro, purtroppo, lo porta spesso fuori casa e Mix, che sta invecchiando e sta perdendo la vista, è costretto a passare lunghe giornate in solitudine. Ma un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa di casa e intuisce che lì si nasconde un topo... Un'altra grande storia di amicizia nella differenza, questa è la magia di Luis Sepúlveda.
I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. "Banco di aringhe a sinistra" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti.
Cosa si è disposti a fare pur di conquistare la fama e il successo? Qual è il confine oltre il quale si perde, insieme alla dignità, anche se stessi? Un aspirante scrittore si troverà inaspettatamente di fronte a un bivio di fausti memoria.
"Il tempo trascorso con un libro non è mai del tutto sprecato, nemmeno se l'esperienza non è stata felice: qualcosa da imparare c'è sempre." Fedele a questa affermazione alla base della sua "filosofia di lettura", Nick Hornby ci accompagna in un viaggio tra i suoi variegati acquisti libreschi, cogliendo l'occasione per parlarci non solo di libri, ma anche e soprattutto di amore, di figli, di sesso, di calcio, di musica... in una parola, di vita. Che si tratti di un poderoso saggio di oltre seicento pagine su sei anni di storia della Gran Bretagna, imprevedibilmente avvincente, o di un classico come Dickens (letto però su un e-reader per provare il brivido del contrasto...) oppure ancora di una serie di libri per ragazzi letti insieme ai suoi figli, i consigli e i commenti di Hornby sono sempre dettagliatissimi, fuori dagli schemi e molto divertenti. Piacevoli come e più dei romanzi di cui scrive. Certo, ci sono anche dei momenti di interruzione dovuti a cause di forza maggiore, per esempio i Mondiali di calcio. Capita allora che, sotto una montagna di cartelloni dei risultati e ricevute di scommesse, si ritrovino sparsi un po' dovunque avanzi di romanzi sbocconcellati, ma nulla che non si possa recuperare dopo il fischio finale e a televisore spento. Perché bisogna ricordare che "quello che mette la palla in rete, la persona che conta davvero, è il lettore. È lui a calciare, è lui a segnare".
Daniel Grant è un adolescente appassionato e di talento: la musica, il disegno, la fotografia, le uscite in barca a vela. Ha un amico del cuore, che per lui è come un fratello, e una famiglia allargata calorosa e avvolgente nella sua complessità. Non manca niente, e il futuro si preannuncia altrettanto generoso. Fino a una domenica di settembre e a un evento tragico che precipita Ella e Patrick, i suoi genitori, in una voragine di dubbi e sensi di colpa. Perché è accaduto? E loro, sempre così dediti e attenti, dov'erano? Quali segnali non hanno saputo o voluto cogliere? Scoprire la verità, per quanto dolorosa, è l'unico modo per dare un senso e prospettive dignitose a una vita che sembra aver perso ogni sapore, ogni colore. Perché "non c'è nulla di più potente della conoscenza", anche quando rischia di annientarti. Comincia così una ricerca ostinata di tracce e responsabilità, fatta anche di brucianti attriti familiari, che illumina a poco a poco di una luce diversa volti, situazioni, dettagli appena intravisti e poi rimossi, ma restituisce al tempo stesso la certezza della gioia condivisa, dell'amore scambiato. E il finale, contrariamente a ogni aspettativa, è una festa, un commiato colmo di speranza...
"Non capisco come faccia una giovane coppia a iniziare la vita insieme comprando un divano o un televisore" disse una volta a Gopnik lo chef britannico Fergus Henderson. "Non lo sanno che la tavola viene prima?" E Adam Gopnik lo sa benissimo: la tavola è il principio di tutto. È il luogo dell'alimentazione e quindi della vita, ma è anche il luogo per eccellenza dove raduniamo gli affetti e perpetuiamo le tradizioni; un luogo di cultura gastronomica e di intrattenimento godereccio. Ma non è sempre stato così. L'autore di questo libro ce lo racconta con dovizia di aneddoti e curiosità. Quando, al posto delle antiche osterie, sono nati i moderni ristoranti? Quando la Rivoluzione ha messo a disposizione dei francesi un buon numero di chef, i cui aristocratici datori di lavoro avevano fatalmente perso la testa... Quando nelle nostre cucine si è cominciato a sentire il bisogno di ricettari? Quando la cucina ha cessato di essere il dominio esclusivo delle donne che, per amore o per forza, si tramandavano le ricette di generazione in generazione. Il tema della tavola, insomma, va ben oltre le disquisizioni eno-gastronomiche tanto di moda negli ultimi anni e le moderne ossessioni alimentari. Gopnik ci rivela, attraverso la storia dei grandi chef e quella dei grandi vini, la centralità del cibo e del bere come elemento di civiltà e continuità del vivere; ci guida con l'entusiasmo del gourmet attraverso i percorsi del gusto, non senza regalarci qualche segreto della sua cucina.
"Per me è stato amore al primo buco, matrimonio alla prima fumata. Esatto, io amo la mia ero. La vita dovrebbe essere come quando sei strafatto." È questa la filosofia degli skagboys, i tossici scozzesi resi famosi da Trainspotting. In questo libro Irvine Welsh racconta l'antefatto, il momento in cui Mark Renton, Sick Boy, Spud e i loro "soci" scivolano inesorabilmente nel baratro dell'eroina. Fra scene di devastante crudezza e depravazione, episodi grotteschi e squarci di inaspettata poesia e tenerezza, ogni personaggio emerge dalla pagina con tutta la propria violenza verbale, la propria rabbia e brutale autenticità, raccontando in prima persona e senza compromessi una decadenza fisica e morale irrimediabile. Disillusi e privi di ogni stimolo, i personaggi di Welsh si gettano alle spalle lavoro, amore, famiglia, persino la passione calcistica, opponendo a tutto questo una parabola solipsistica e autodistruttiva. È il trionfo della vita ai margini nel suo splendore epico e negativo, dove il protagonista assoluto è il linguaggio esuberante, eccentrico, imprevedibile. Sembra di sentirli parlare davvero, Rents e Sick Boy, lungo la ferrovia, in cerca di "quel sollievo che ti sembra un'estasi quando ti scorre per le vene nel cervello, e l'euforia incredibile perché i problemi del mondo, tutta la merda, si dissolvono attorno a te nella polvere".
Una notte, in un cantiere navale abbandonato di Stoccolma, un vagabondo scopre la vittima di un brutale delitto. Le indagini della polizia, condotte dal brillante e promettente commissario della Divisione anticrimine John Stierna, sono serratissime. Purtroppo gli elementi a disposizione per ricostruire i fatti sono molto scarsi. L'assassino non ha lasciato tracce dietro di sé e sfugge immancabilmente alla caccia all'uomo che si è scatenata. Nessun risultato. Nessun indizio decisivo. Stierna però non si dà per vinto: per anni continua a cercare un omicida che sembra svanito nel nulla. Le strade della capitale svedese, una Stoccolma d'epoca ritratta in maniera molto vivida, si trasformano in un labirinto mentale da cui Stierna non riesce più a trovare una via d'uscita: l'orribile vicenda del cantiere navale diventa un'ossessione che finirà per divorare la sua vita. Venticinque anni dopo, ormai solo e in pensione, Stierna non riesce ancora a darsi pace. Quando un giornalista lo contatta perché sta scrivendo un articolo proprio su quel triste caso, la storia che l'ha visto protagonista sta per chiudersi con un finale amaro e già scritto. Ma il destino ha in serbo la sorpresa più insospettata: d'un tratto una finestra si spalanca sul passato, mentre un altro racconto sta per iniziare.

