
In Spagna l'ondata persecutoria antiebraica del 1391, con le sue successive propaggini, provocò un susseguirsi di conversioni, quasi sempre insincere. La cacciata degli ebrei del 1492 provocò da una parte una grande fuga dal paese e dall'altra una nuova messe di conversioni da parte di coloro che non si sentivano attrezzati per una partenza verso l'ignoto. In Portogallo, nel 1497, la scelta fra esilio e conversione fu resa impossibile e il battesimo fu impartito a forza a tutti gli ebrei. Nacque così in tutta l'Iberia l'avventura marrana, variamente vissuta a seconda dei casi e dei luoghi, comunque foriera di nuovi atteggiamenti religiosi segreti, spesso vere e proprie invenzioni. Questo vale per i conversos rimasti nelle rispettive patrie iberiche, che le stesse istituzioni distinguevano ufficialmente, anche dopo varie generazioni, come nuovi-cristiani, considerati inferiori rispetto ai vetero-cristiani e bollati in quanto ritenuti portatori di un sangue impuro. Ma in modi diversi, e non uniformi, il fenomeno marranico si manifestava ancora tra coloro che, dopo varie generazioni di conversione forzata, fuggivano nelle Terre di Libertà, dove era possibile la pratica dell'ebraismo. Questo libro è una somma di vari saggi recentemente pubblicati in alcune riviste, opportunamente riordinati ed aggiornati, in modo di dare, anche a un grande pubblico, un assaggio di quel grande fenomeno culturale che è il marranesimo.
Questo libro riassume con estrema semplicità il significato dello Shabbàth, che è il fondamento della fede ebraica, e descrive dettagliatamente le leggi che lo regolano. Tutti i più alti ideali per i quali gli ebrei hanno lottato per migliaia di anni ruotano attorno allo Shabbàth, simbolo di tutto ciò che è moralmente buono e nobile.
Con lo Shabbàth gli ebrei testimoniano che Dio è il Creatore supremo del cielo e della terra e di tutto ciò che è in essi, compreso ovviamente l'uomo.
"Tra le molte migliaia di angeli che si trovano nei vari mondi ci sono quelli che sono esistiti dall'inizio del mondo, in quanto sono parte immutabile dell'Essere Eterno e dell'ordine fisso dell'universo. Questi angeli in un certo senso costituiscono i canali dell'energia attraverso i quali la grazia divina sale e scende nei mondi. Ma ci sono anche angeli che vengono costantemente creati di nuovo, in tutti i mondi e specialmente nel mondo dell'azione dove i pensieri, i fatti e le esperienze danno origine ad angeli di diverso tipo". Il rabbino Adin Steinsaltz - uno studioso di fama mondiale che riveste un ruolo unico per la sua capacità di fare da ponte fra laici e religiosi -, parlandoci di angeli, di santità, di pentimento e di altro ancora con la sua capacità di padroneggiare con l'intelletto ciò che è appannaggio della mistica, ci offre in questo libro un approccio nuovo e tuttavia antichissimo di considerare il significato della nostra vita.
L'idea e la pratica del sacrificio hanno una funzione profonda nella religione, nell'etica e nella politica. In questo libro, il filosofo Moshe Halbertal esplora il significato e le implicazioni del sacrificio sviluppando una teoria del sacrificio come offerta e analizzando la relazione tra il sacrificio, il rituale, la violenza e l'amore. Il saggio esamina anche la posizione del sacrificio di sé all'interno della vita etica e il ruolo complesso del sacrificio come ideale politico sia nobile che distruttivo.
"Il ghetto continuò a bruciare molto a lungo, ma non si sentivano più gli spari. Proprio allora, là accanto al muro, per la prima volta nella vita mi sentii veramente ebrea. E capii che ormai per sempre, fino alla morte, sarei rimasta insieme ai carbonizzati, ai morti soffocati, ai gassati nei rifugi, a coloro che avevano combattuto ed erano morti perché non potevano non morire, a coloro il cui destino non avevo condiviso". Le memorie di Alina Margolis-Edelman (1922-2008) sono uniche nella grazia della loro semplicità. La sua testimonianza di bambina e di adolescente, scritta cinquant'anni dopo, ci porta da Lódz, sua città natale, a Varsavia dentro e fuori le mura del ghetto, e ci parla del tragico eroismo quotidiano di uomini e donne destinati alla più crudele delle morti e che lei salva così dall'oblio. Dopo la guerra, Alina si è laureata in medicina, ha sposato Marek Edelman, il leggendario vicecomandante dell'insurrezione del ghetto di Varsavia, e come pediatra si è dedicata per tutta la vita ai bambini più disagiati.
Modena, settembre 1943. Una rete di soccorso opera a favore dei soldati alleati fuggiti dal campo di concentramento istituito alle porte della città, da quello di Fossoli e da altri del territorio. A Nonantola sono presenti settanta ragazzi ebrei con i loro accompagnatori: sono i "Ragazzi di Villa Emma", che la rete contribuisce a mettere in salvo prima ancora che il nazifascismo perseguiti tutti gli ebrei italiani. In questa organizzazione sono attivi uomini del Partito Comunista Italiano, del Partito d'Azione, socialisti, democratici cristiani, ebrei, sacerdoti. Fra questi spicca don Elio Monari. I suoi contatti con i parroci della zona, con i direttori di case di cura o con semplici cittadini gli permettono di tessere o collegare le fittissime maglie di una solidarietà clandestina che si estende dalla montagna alla bassa pianura. Tra i suoi collaboratori ci sono Arturo Anderlini e Alfonso Paltrinieri (fucilati nel febbraio 1944), Odoardo Focherini (deportato e morto ad Hersbruck), don Dante Sala, don Benedetto Richeldi, don Arrigo Beccari, il dottor Giuseppe Moreali (tutti Giusti fra le Nazioni), Goffredo Pacifici e Fortunato Uzzielli (ebrei), e tantissimi uomini e donne di tutte le condizioni sociali. Il volume racconta le loro storie e soprattutto quella di don Monari, capace di svolgere una mole impressionante di azioni rischiose col sorriso sulle labbra. Il sorriso di un ribelle. Fucilato come tale a Firenze nel luglio 1944.
Rabbi Nachman di Bratzlav, il famoso maestro chassidico e celebre narratore di racconti, deve affrontare una profonda crisi spirituale. In seguito alla visione di una giovane donna che suscita in lui un desiderio irrefrenabile, Nachman smarrisce l'alfabeto ebraico, fondamento di tutto il suo sapere e dell'intera creazione. È allora costretto ad allontanarsi da Bratzlav e dai suoi discepoli per recuperare le sue amate lettere e insieme a queste la capacità di sentire il sussurro segreto di Dio, anch'esso improvvisamente svanito. Siamo nel 1800, anno fatale che vede tutta l'Europa travolta dalle armate napoleoniche; rabbi Nachman, condotto da visioni e sogni, giunge a Vienna, dove stringerà amicizia con Beethoven. La musica farà da collante a una solida amicizia fra due grandi anime alla ricerca dell'assoluto. Grazie al grande compositore, Nachman troverà la forza di proseguire nel suo percorso di rinascita. Da Vienna a Istanbul e fino in Terra d'Israele, tra illusione e realtà, il viaggio di Nachman potrà concludersi solo a missione compiuta, con la riconquista della propria anima e la composizione di un ultimo straordinario racconto.
Tamàr è ancora bambina quando Giuda la sottrae alla sua tribù per darla in sposa a Er, il suo primogenito. Ma questa unione non sarà benedetta dal cielo e Tamàr non troverà pace tra gli uomini e le donne della sua nuova tribù. Ambizioni, gelosie, segreti impronunciabili ed efferati delitti accompagnano i giorni di Tamàr tra quella gente tormentata, fino all'inaspettato epilogo: memore dell'insegnamento della saggia nonna Tabita, solita dire che il destino, come un cane, segue le nostre orme, Tamàr, con spregiudicatezza e intelligenza, donerà a se stessa e ai propri sogni una nuova possibilità di rinascita.
Se c'è un simbolo che tutti identificano a colpo sicuro con l'ebraismo è la Stella di David. Eppure, come dimostra Gershom Scholem in questo saggio finalmente in edizione completa sulla base del suo lascito postumo, non si tratta né di un simbolo specificamente ebraico né, tanto meno, di un simbolo dell'ebraismo. Motivo ornamentale e potente talismano, la Stella ha cambiato spesso il proprio significato. La perfezione geometrica della Stella è divenuta simbolo dell'ebraismo solo passando dal crogiolo della storia. Un libro appassionante, ancora capace di sorprendere e di farci pensare.
Non sono molti a conoscere gli straordinari eventi accaduti a San Nicandro Garganico nella prima metà del XX secolo. Tutto iniziò quando Donato Manduzio, un invalido reduce della Grande Guerra, ebbe alla fine degli anni '20 una visione nella quale Dio gli comandava di portare la fede ebraica nella sua terra, e questo nonostante che Manduzio non avesse mai avuto contatti con l'ebraismo. Anzi, egli credeva che non vi fossero più ebrei al mondo. Pochi anni dopo, Manduzio aveva già i suoi seguaci e una piccola ma appassionata comunità di aspiranti ebrei. La loro definitiva conversione passerà attraverso la storia dell'Italia di quegli anni, incontrando l'opposizione del fascismo e della Chiesa cattolica che tuttavia non riusciranno a spezzare la volontà granitica della comunità di San Nicandro di appartenere al popolo ebraico e in seguito di emigrare in Israele. John A. Davis ripercorre una delle vicende più incredibili della storia contemporanea e, narrando l'epopea degli ebrei di San Nicandro, dipinge un ritratto assai accurato della società contadina del Sud Italia, del rapporto tra Chiesa, fascismo e mondo ebraico e della rete clandestina per l'emigrazione ebraica in Israele.

