Questo libro fornisce un quadro esaustivo scientifico e operativo sul fenomeno dei maltrattamenti all'interno della coppia o IPV (Intimate Partner Violence) e della valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio. In particolare, l'autrice, dopo aver preso in rassegna le ricerche e le prassi operative attualmente esistenti a livello nazionale e internazionale sul fenomeno dei maltrattamenti e sulla normativa in materia, presenta un concetto, quello della valutazione del rischio, ormai in uso in Italia da qualche anno, attraverso il metodo SARA (Spousal Assault Risk Assessment), in uso da parte delle forze di polizia, la magistratura e i centri antiviolenza. Questo metodo viene spiegato in maniera semplice ma efficace; il lettore viene guidato nell'apprendimento della prassi attraverso la presentazione di casi, la spiegazione del metodo SARA e altri formulari ad esso connesso, illustrando i risultati sull'efficacia predittiva della valutazione della recidiva. Con un linguaggio essenziale ma puntuale, l'autrice permette a un'ampia gamma di professionisti e operatori, che a vario titolo si occupano di questi problemi, di apprendere il metodo della valutazione del rischio di recidiva e dell'uxoricidio, scientificamente valido per la prevenzione e l'attuazione di prassi utili a tutela delle vittime.
L'educazione interculturale non ha un compito facile né di breve periodo: non essendo semplicemente una nuova materia che si aggiunga alle altre, ma un punto di vista, un'ottica diversa con cui guardare alle discipline attualmente insegnate, essa implica una revisione dei saperi insegnati nella scuola. Se l'origine dell'educazione interculturale va dunque rintracciata nello sviluppo dei fenomeni migratori, essa ha tuttavia lentamente abbandonato il terreno dell'educazione speciale rivolta ad un gruppo sociale specifico per diventare un approccio pedagogico innovatore volto alla rifondazione del curriculum in generale. Il volume costituisce un importante e innovativo tentativo di compiere quel delicato ma difficile passaggio dalla pedagogia alla didattica interculturale delle discipline e dei saperi. Tale percorso implica la revisione, la rivisitazione e la rifondazione dell'asse formativo della scuola che non deve più mirare alla formazione del cittadino italiano, ma alla formazione di un cittadino del mondo, che vive e agisce in un mondo interdipendente. Il volume si rivolge a quanti operano a vario titolo nel mondo della scuola e dell'educazione, in particolare agli insegnanti in formazione e in servizio e agli studenti universitari.
Negli ultimi anni il Web 2.0 ha avuto un'enorme diffusione, determinando l'ennesima rivoluzione nel campo della comunicazione, della cultura e nelle interazioni sociali; al contempo, stiamo assistendo alla comparsa di strutture sociali a volte "paradossali": villaggio globale, glocalizzazione, disaggregazione, prossimità a distanza, deserto sovraffollato, creolizzazione della cultura, de-individuazione. La Rete, infatti, ha rivoluzionato il modus vivendi: l'entità di questa trasformazione è strettamente connessa con le caratteristiche del cyberspazio, con la sua dimensione immateriale di spazio comunicativo che inizia dietro lo schermo del proprio computer e si sviluppa in un infinito virtuale. I rapporti sociali sono "tirati fuori" dai contesti locali di interazione e riannodati su archi di spazio-tempo lontani e indefiniti: la disaggregazione (disembedding), ossia lo sradicamento della compresenza fisica, fa riferimento a un contesto d'interazione reso possibile dai nuovi mezzi di comunicazione tipici del Web 2.0. L'opera, frutto di diversi contributi integrati della psicologia, della sociologia e della psicologia sociale, analizza le potenzialità e i rischi della Rete, fornendo al lettore un quadro ampio del fenomeno e delle sue complesse implicazioni in costante via di sviluppo.
La sessualità è parte integrante delle relazioni umane: strettamente collegata all'affettività di ogni persona, ne caratterizza qualità di vita e interattività sociale nel rispetto di una concezione antropologica che vede l'uomo sempre in relazione con se stesso e con l'ambiente che lo circonda. Il libro descrive come si presenta la sessualità nelle persone con disabilità intellettiva, con quali comportamenti e contenuti si manifesta, quali desideri esprime e comunica. In quest'ottica, diventa importante anche cosa di essa pensano le famiglie del disabile per conoscere e accompagnare i figli nel loro progetto di vita. Dietro la sessualità, infatti, ci celano i bisogni di tutti noi: affettivi, di relazione e socializzazione, di sviluppo ed emancipazione, di autorealizzazione. Se essa è modalità globale della persona e assorbe la funzione comunicativa, affrontare il tema della sessualità della persona con disabilità intellettiva significa soprattutto parlare della persona nella sua globalità. Il volume vuole essere un'occasione per riflettere su un argomento spinoso e delicato, con la speranza di dare un aiuto forte e concreto per comprendere i comportamenti della sessualità e i loro significati: se proposto con le dovute attenzioni e metodologie, il tema della sessualità diventa un valido strumento educativo e di riflessione per famiglie, volontari, operatori e quanti vogliano promuovere esperienze di educazione alla sessualità rivolte a persone con disabilità intellettiva.
In ogni organizzazione, semplice o complessa che sia, è fondamentale il ruolo della leadership. Ma cosa rende un leader "vero leader"? Per rispondere a questa domanda, Phil Harkins e Phil Swift, due esperti di fama internazionale, hanno intrapreso un vero e proprio viaggio attraverso il mondo, intervistando CEO, presidenti, primi ministri e leader spirituali. Hanno avuto l'opportunità di parlare con personaggi come: Mary Robinson, prima donna presidente dell'Irlanda; Mikhail Gorbaciov, ex presidente dell'Unione Sovietica e 1990 vincitore del premio Nobel per la pace; Benazir Bhutto, ex primo ministro del Pakistan; Iacopo Salim, membro dell'International Center for Leadership in Finance e assistente del segretario generale per la gestione delle risorse umane delle Nazioni Unite; Rajaa Khuzai, ex membro del Consiglio direttivo iracheno; Henri Landwirth, sopravvissuta all'Olocausto.
L'Assessment ha ormai quasi cento anni di storia. Dalle sue prime applicazioni nel '26 nella selezione in ambito militare, al suo impiego nella valutazione del potenziale nell'industria, fino ai più recenti utilizzi nella formazione/sviluppo, la sua forma e le sue tecniche hanno subìto notevoli mutamenti. Tale evoluzione di contenuti ed impieghi, che lo vedono oggi sempre più spesso caratterizzarsi quale Development Center, si è accompagnata con un proliferare di ricerche scientifiche volte ad attestare la validità dei sui metodi. Questo libro nasce dall'esigenza di fare il punto di tali studi con la finalità di comprendere quali tecniche possono considerarsi attendibili e quali pratiche debbono essere privilegiate tra le altre. Alla presentazione di tali ricerche, segue nel volume, la sintesi che allo stato attuale risulta possibile delineare di ciascuno strumento o prassi impiegata, con l'indicazione finale del metodo che, sulla base delle evidenze scientifiche, è possibile delineare come più efficace e scevro da errori. I temi che il libro affronta sono molteplici estendendosi dalla progettazione dell'architettura dell'Assessment e del Development, alla definizione degli strumenti che concretamente possono essere utilizzati nelle sessioni valutativo/formative.
Questo volume ha lo scopo di sintetizzare la storia del calcolo del PIL, dell'elaborazione del suo primo concetto fino ai giorni nostri. Le teorie prese in considerazione partono da William Petty e arrivano alle ultime formulazioni su indicatori alternativi o implementazioni del calcolo del PIL, per valutare non solo il reddito della nazione ma anche il benessere. Viene trattato il metodo di calcolo odierno del PIL e i vantaggi e gli svantaggi di tale sistema. Elaborazioni e approfondimenti della variabile macroeconomica lasciano al lettore uno spunto per ulteriori ricerche in merito a quello che oggi sembra essere uno dei principali problemi di valutazione di una nazione. È proprio grazie al PIL che una nazione acquista o perde credibilità, sia a livello nazionale che internazionale. Per tali ragioni riuscire a creare un indicatore che non crea distorsioni permetterebbe una migliore valutazione e una maggior credibilità. Ad oggi le problematiche riguardanti tale calcolo sono ancora in discussione. Sono state proposte da economisti e da governi diversi tipi di indicatori che potrebbero sostituire o integrare il PIL.
Un testo innovativo per chi vuole essere davvero un manager positivo e uno strumento fondamentale per formatori e consulenti.
Manager e dirigenti sono spesso considerati dai dipendenti una delle più significative cause di stress. Fondamentale è dunque il loro ruolo nel prevenire, gestire e ridurre lo stress al lavoro.
Come si diventa manager positivi? Imparando a controllare le proprie emozioni, mantenendo una propria integrità morale, assumendo un atteggiamento proattivo ed empatico, coinvolgendo il proprio team, gestendo i conflitti.
Questo volume propone una metodologia innovativa per diventare manager positivi in ogni relazione con i membri del proprio team. Offre la chiave per potenziare sia le skill fondamentali che il manager deve possedere per prevenire l'insorgere dello stress tra i propri dipendenti, sia i comportamenti che possono risultare vincenti per promuovere un ambiente di lavoro sereno e produttivo. Per ciascun comportamento vengono proposti esempi concreti di atteggiamenti sia positivi che negativi e vengono riportati esercizi e case studies che possono essere utilizzati nella formazione, nel coaching e nella consulenza.
"I tre autori - tutti affermati psicologi del lavoro - attingendo alla loro esperienza professionale ed integrandola con la ricerca e la teoria hanno dato vita ad un eccellente 'how to'. Arriverei a dire che questo è un volume indispensabile per tutti coloro che, per il ruolo strategico che rivestono, desiderano proteggere e supportare la loro organizzazione" ( People Management, Luglio 2011).
Questa raccolta di saggi, che si segnalano per l'originalità delle scelte tematiche e per l'utilizzo di fonti fino a questo momento assai poco o per nulla prese in considerazione dalla storiografia, è stata ideata privilegiando la logica del confronto fra esperienze e generazioni diverse piuttosto che quella della esaustività dei temi e dei piani di indagine. In effetti gli anni Settanta nel nostro paese sono stati un periodo ricco di maturazioni, mutazioni, complessità e contraddizioni. La scelta di concentrare lo sguardo sul protagonismo delle donne in quegli anni ne moltiplica le sfaccettature, le ambiguità, le alternative. È per questo che i saggi contenuti in questo testo incrociano la dimensione politica con quella sociale rappresentando la capacità delle donne in quegli anni di presentarsi sulla scena del Paese intrecciando strettamente vita e pensiero, dimensione pubblica e dimensione privata, il fare politica e il "fare marmellate". La molteplicità delle esperienze soggettive, politiche e associazionistiche delle donne sembra costituire la cifra di questo periodo, interpretandone la discontinuità e la contraddittorietà, ma anche l'effervescenza sociale e politica. Questi saggi evidenziano come quelli non siano stati solo gli anni della violenza, ma anche del protagonismo femminile. Scritti di: Beatrice Pisa, Stefania Boscato, Patrizia Salvetti, Valentina Palermo, Anna Balzarro.