
Il fondatore di Eataly torna sui grandi temi che gli stanno a cuore: in primis quelli della biodiversità e dell'eccellenza italiana nel campo agroalimentare. Lo fa con pagine che richiamano la forma delle operette morali, racconti in cui personaggi spesso appartenenti a epoche diverse - da Noè a Fabio Brescacin di NaturaSì, da Plinio il Vecchio a Tonino Guerra, da Hemingway ad Alice, "acciuga filosofa" - dialogano sulla scoperta del fuoco, ripercorrono la storia dell'agricoltura, raccontano la storia del vino, della birra, dell'olio e quella della pesca, si interrogano sul rapporto fra gli uomini e gli animali e provano a immaginare un futuro sostenibile. Farinetti condensa queste storie millenarie in sei brevi racconti vivi di un umorismo e di una spinta etica che rendono piacevole e appassionante la lettura, sicché pagina dopo pagina apprendiamo l'origine delle diverse colture e le scoperte che le riguardano, trattate con l'occhio attento e rispettoso di chi crede fermamente nell'innovazione così come nell'importanza della tradizione. Il racconto lungo di chiusura ci porta nel Rinascimento attraverso il dipinto "Il battesimo di Cristo" della bottega del Verrocchio. In un ripetuto confronto fra il presente e quel florido passato emerge la necessità di abbandonare le lamentele verso le storture del presente e diventare i primi protagonisti del cambiamento. A suggello del libro un "riassunto" dal Big Bang ai giorni nostri, una riflessione che ci invita a un modello sociale ed economico basato su un nuovo rapporto con la natura e tra noi uomini, in cui la parola chiave sia "rispetto".
Paolo Rumiz ha percorso a piedi, con un manipolo di amici, la prima grande via europea, l'Appia, e ce ne riconsegna l'itinerario perduto, da Roma fino a Brindisi, "più per dovere civile che per letteratura". Come un pifferaio magico, ci chiama a seguirlo con le gambe e l'immaginazione lungo la via del nostro giubileo, la nostra Santiago di Compostela, della quale viene restituito l'itinerario dopo un secolare abbandono. Da Orazio ad Antonio Cederna (appassionato difensore dell'Appia dalle speculazioni edilizie), da Spartaco a Federico II, prende corpo una galleria di personaggi memorabili e, mentre si costeggiano agrumeti e mandorleti, si incontrano le tracce di arabi e normanni. Intanto le donne vestite di nero, i muretti a secco, la musicalità della lingua anticipano l'ingresso nell'Oriente. Per conquistarsi le meraviglie di un'Italia autentica e segreta è necessario però sobbarcarsi anche del lavoro sporco - svincoli da aggirare, guardrail, sentieri invasi dai canneti, cementificazioni, talvolta montagne intere svendute alle multinazionali dell'acqua e del vento - e affrontare la verità dei luoghi pestando la terra col "piede libero". Al racconto fanno da contrappunto le mappe disegnate da Riccardo Carnovalini, che ha trovato il percorso sulle carte, nelle foto aeree e sul terreno, e che ha descritto l'itinerario nel libro: un contributo prezioso e uno strumento utilissimo - considerata l'assenza di segnaletica - per chi volesse seguire le orme di questa marcia d'avanscoperta.
"Da dove venite? A chi appartenete? Cosa andate cercando?" Così si chiede al viandante-narratore nelle terre dei padri. Il viandante procede con il passo dell'iniziato, lo sguardo affilato, la memoria popolata di storie. E le storie gli vengono incontro nelle vesti di figure, ciascuna portatrice di destino, che hanno il compito di ispirati accompagnatori. Luoghi e personaggi suonano, con i loro "stortinomi", immobili e mitici, immersi in un paesaggio umano e geografico che mescola il noto e l'ignoto. Scatozza "domatore di camion". Mandarino "pascitore di uomini", la Totara, Cazzariegghio, Pacchi Pacchi, Testadiuccello, Camoia, la Marescialla: ciascuno ragguaglia il viandante, ciascuno lo mette in guardia, ciascuno sembra custode di una verità che tanto più ci riguarda, quanto più è fuori dalla Storia. Il viandante deve misurarsi, insieme al lettore, con un patrimonio di saggezza che sembra aver abbandonato tutti quanti si muovono per sentieri e strade, sotto la luna, nella luce del meriggio, accompagnati dall'abbaiare dei cani. E poi ci sono la musica e i musicanti. La musica da sposalizio, da canto a sonetto, la musica per uccidere il porco, la musica da ballo per cadere "sponzati come baccalà", la musica da serenata, il lamento funebre, la musica rurale, da resa dei conti.
Frank Bascombe ha vissuto una vita non più avventurosa di quella di tanti altri americani. Giornalista sportivo, agente immobiliare, due matrimoni, due figli grandi che vivono lontano, molti traslochi. A sessantotto anni, Frank si e ritirato a vita privata, ha venduto la casa sull'oceano dove si era trasferito con la seconda moglie ed è tornato a Haddam, la città che forse racchiude il segreto di tutti i suoi dispiaceri. L'uragano che un giorno d'autunno si abbatte sulla costa del New Jersey distruggendo la ridente stazione balneare dove Frank aveva creduto di poter esorcizzare i suoi fantasmi ne diventa in un lampo il principale evocatore. Il passato ritorna e parla con la voce di amici falsi, traditori o moribondi. Se la vita è davvero, come riflette Frank, "una questione di sottrazione graduale", che altro ti resta quando una catastrofe naturale ti ha sottratto tutto, compresa la casa dove hai trascorso i migliori anni della tua esistenza?
Dubitare di noi stessi: tutti conosciamo questo stato d'animo che ci rende talvolta così insicuri. "Sono in grado di fare questa cosa?" "Mi è permesso farlo?" "È giusto che io lo faccia?" "Sono stato abbastanza bravo?" Ogni persona sana di mente sa che cosa significhi avere dei dubbi. Fa parte del bagaglio emotivo di ogni essere umano esitare in determinate situazioni, non sapere precisamente cosa sia meglio fare oppure essere in conflitto con i propri sentimenti e desideri. Quando però esageriamo, i dubbi finiscono per indebolire il nostro senso di autostima e minano la fiducia in noi stessi e anche negli altri. Bärbel Wardetzki, esperta psicoterapeuta, mostra come sia possibile imparare ad avere un rapporto più sereno con le proprie insicurezze. Scoprendo da dove derivano gli attacchi alla nostra autostima, impareremo a riprendere in mano le redini della nostra vita e sapremo così affrontare nuove situazioni senza autosabotarci. L'autrice ci aiuterà a ritrovare la stima in noi stessi, a fidarci delle nostre sensazioni e ad apprezzarci semplicemente per quello che siamo.
Il mistero insondabile che accomuna tutti gli esseri umani è il dolore, l'abisso del non senso. Che cosa possiamo fare davanti a questo baratro? Con la sua saggezza, il Buddha ci insegna una via d'uscita. Il presente volume è un'antologia dei più importanti testi del buddhismo antico sul tema del dolore e sul modo per estinguerlo definitivamente. Il dolore, secondo il Buddha, permea sì completamente la vita degli esseri viventi, ma può essere superato. Il nucleo del suo insegnamento è proprio rappresentato da una sorta di "terapia" per l'uomo, al contempo pragmatica e contraria a ogni speculazione metafisica, in quanto queste non valgono nulla contro la sofferenza. L'unione di compassione e saggezza ci conduce alla consapevolezza che l'umanità intera è interdipendente, aiutandoci così a dissolvere le emozioni distruttive - la rabbia, l'aggressività - che ci trascinano nella rovina senza risolvere per nulla il dolore che ci attanaglia. L'insegnamento del Buddha rappresenta proprio una risposta umana al problema del dolore: ci si salva infatti solo a partire dalle proprie forze. Lo stesso Buddha è semplicemente un essere umano che si è affrancato con le sue risorse dalla condizione di sofferenza, per conseguire la liberazione.
Un camion a tutta velocità su una strada di montagna, uno schianto terribile, e l'auto su cui la quindicenne Ambra viaggia con la sua famiglia in vacanza finisce semidistrutta nel bosco. Angelo, il conducente del carro attrezzi che va in loro soccorso, consiglia ai quattro di fermarsi lì vicino, al bellissimo Hotel La Sosta, in attesa che la macchina venga riparata. L'accoglienza in albergo è ottima e il paesaggio intorno splendido. Si possono fare passeggiate e gite in bici, raggiungere laghi alpini e mangiare cibo squisito nei rifugi. Ma ad Ambra bastano pochi giorni per capire che in quell'angolo di paradiso non tutto è felice come sembra. Perché gli ospiti mangiano sempre da soli e lasciano l'albergo con la corriera senza avvertire, come accade alla madre e al fratellino Mauro? Come mai la linea telefonica è sempre disturbata e lei non riesce a comunicare con Adele, la sua amica del cuore? E soprattutto, chi è Odienne, quel ragazzo biondo dagli occhi grigi che trascorre le sue giornate a lanciarsi con il parapendio e non perde occasione per fare l'odioso con lei? Ambra scoprirà dei nuovi sentimenti ma anche una verità sconvolgente, che la porterà a compiere scelte che mai avrebbe immaginato prima.
Inverno 1981. Alex, ventun anni, deve lasciare precipitosamente la sua stanza in affìtto a Neukölln, quartiere povero di Berlino Ovest. In mano una borsa con tutti i suoi averi, a tracolla una chitarra. Erede di una famiglia ricca dal passato oscuro, Alex se n'è andato di casa a sedici anni e da allora vive come può. Chissà se troverà un posto per dormire, stanotte. E chissà se un giorno, mentre suona per strada, qualcuno lo noterà. Primavera 1982. Mia, diciassette anni, nella sua bella casa di Torino guarda dei videoclip con l'amica Chiara. E intanto si chiede perché non gliene importi niente di cantanti e attori, e perché con i coetanei si senta così spesso a disagio, quasi diversa da loro... poi parte il video di Wallness, il successo del momento. La canta Alex, che Mia finora non aveva mai visto. Adesso lo guarda. Lo guarda. Non smetterebbe mai. Estate 1982. S036, storico locale di Kreuzberg. Alex si prepara a salire sul palco e a dimenticare, per un po', i paparazzi, il music business e tutte le conseguenze spiacevoli della celebrità. Anche Mia si sta preparando al concerto: è in vacanza a Berlino con Chiara, e l'idea di vedere e ascoltare Alex dal vivo la riempie di timori: e se lui la deludesse? Accaldata e ansiosa, Mia esce sul retro del locale in cerca d'aria. E trova Alex.
Una notte in una casa nel bosco, un gatto fantasma affida a Prendiluna, una vecchia maestra in pensione, una Missione da cui dipendono le sorti dell'umanità. I Diecimici devono essere consegnati a dieci Giusti. È vero o è un'allucinazione? A partire da questo momento non saprete mai dove vi trovate, se in un mondo onirico farsesco e imprevedibile, in un sogno Matrioska in un Trisogno profetico, se state vivendo nel delirio di un pazzo o nella crudele realtà dei nostri tempi. Incontrerete personaggi magici, comici, crudeli. Dolcino l'Eretico e Michele l'Arcangelo - forse creature celesti, forse soltanto due matti scappati da una clinica, che vogliono punire Dio per il dolore che dà al mondo. Un enigmatico killer-diavolo, misteriosamente legato a Michele. Il dio Chiomadoro e la setta degli Annibaliani, con i loro orribili segreti e il loro disegno di potere. E altri vecchi allievi di Prendiluna: Enrico il Bello, Clotilde la regina del sex shop, Fiordaliso la geniale matematica. E il dolce fantasma di Margherita, amore di Dolcino, uccisa dalla setta di Chiomadoro. E conosceremo Aiace l'odiatore cibernetico e lo scienziato Cervo Lucano che insegna agli insetti come ereditare la terra. Viaggeremo attraverso il triste rettilario del mondo televisivo, e la gioia dei bambini che sanno giocare al Pallone Invisibile, periferie desolate e tunnel dove si nascondono i dannati della città. Conosceremo i Diecimici - come Sylvia la gatta poetessa, Jorge il gatto telepatico, Prufrock dalle nove vite - e poi Hamlet il pianista stregone, il commissario Garbuglio che vorrebbe diventare un divo dello schermo, e l'ultracentenaria suor Scolastica, strega malvagia e insonne in preda ai rimorsi. Fino all'Università Maxonia, dove il sogno diventerà una tragica mortale battaglia e ognuno incontrerà il proprio destino. E ci sveglieremo alla fine sulla luna, o in riva al mare, o nella dilaniata realtà del nostro presente.
Il cantautore e poeta brasiliano Chico Buarque ha ignorato di avere un fratellastro finché ha compiuto ventidue anni. Suo padre, lo scrittore e accademico Sergio Buarque de Hollanda, aveva vissuto a Berlino negli anni inebrianti della Repubblica di Weimar e lì aveva avuto una relazione con una donna tedesca. Dall'unione era nato un figlio, poi dato in adozione ancora in fasce. Molti anni dopo la scoperta di quel fratello, Chico Buarque decide di indagare cosa possa essergli successo. E la ricerca lo porta nella San Paolo degli anni sessanta, quando il giovane Francisco Hollander, detto Ciccio, trova una lettera scritta in tedesco nascosta in un libro della vasta libreria del padre. Chico Buarque consegna al pubblico un romanzo di formazione in cui, dosando con raffinata ironia dato autobiografico e finzione letteraria, scava nelle radici europee della società brasiliana intrecciando le grandi svolte del Novecento con le rimozioni di un interno familiare di San Paolo, stipate nel buio di cassetti che un giorno, inesorabilmente, tornano ad aprirsi.