
Parigi è favola e bellezza, alta cucina e arte, cultura e frivolezza, un mix irresistibile per una visita sempre diversa. Dalla Tour Eiffel al Louvre, le più grandi attrazioni della città sono spiegate in dettaglio, ma sono spesso le piccole cose a sorprendere chi crede di conoscere bene la Ville Lumière. In questa guida troverete descritte le viuzze del Marais, l'architettura della Parigi medievale ora confinata in periferia, ovvero la basilica di Saint-Denis a due passi dallo Stade de France, o la metropoli sotterranea con i suoi cunicoli e le sue catacombe. E se i viali e i caffè non vi bastassero gli ultimi capitoli sono dedicati alle gite da un giorno fuori città, dalla casa di Monet a Giverny fino a Disneyland Paris. Salite a bordo di una storica "due cavalli" e fatevi portare in giro per gli Champs-Elysées. Visitate le gallerie appena rinnovate dedicate agli impressionisti nei magnifici ambienti del Musée d'Orsay. Sperimentate la cucina più innovativa e raffinata della capitale francese in un ristorante per gourmet.
Quasi tutti conoscono gli ologrammi, immagini tridimensionali proiettate nello spazio per mezzo di un laser. Ora, due grandi scienziati - David Böhm, fisico quantistico presso la University of London e Karl Pribram, neurofisiologo di Stanford, uno degli artefici della nostra attuale concezione del cervello suppongono che l'universo stesso sia organizzato come un ologramma, in cui ogni parte contiene il tutto. Questo nuovo modo di considerare l'universo dovrebbe chiarire non solo molti degli enigmi insoluti della fisica, ma anche quegli accadimenti misteriosi come la telepatia, le esperienze extracorporee e di premorte, i sogni "lucidi", e perfino le esperienze religiose e mistiche di unità cosmica e le guarigioni miracolose.
Carlo Cottarelli ha goduto per qualche tempo di grande attenzione mediatica. È stato nominato commissario straordinario alla spending review, dal suo lavoro dovevano arrivare milioni di euro per le esauste casse dello stato italiano, al termine del suo mandato è stato invitato in tutte le televisioni e intervistato da tutti i giornali. A distanza di mesi, Cottarelli affida a questo libro le sue riflessioni, i suoi ricordi, le sue diagnosi per cercare di spiegare al grande pubblico uno dei grandi misteri dell'Italia: quell'enorme calderone che è la nostra spesa pubblica. Senza tecnicismi ma non tralasciando nulla di importante, Cottarelli ci guida nei meandri del bilancio statale, facendoci scoprire man mano il grande meccanismo che regola la nostra vita di cittadini, un meccanismo di cui abbiamo solo una vaga percezione, al tempo stesso minacciosa e sfocata. Dove vanno a finire tutti i soldi che paghiamo con le tasse? Davvero spendiamo troppo per i servizi pubblici? Perché si finisce sempre a parlare di tagli alle pensioni? Sprecano di più i comuni, le regioni o lo stato centrale? Perché tutti i politici dicono che taglieranno gli sprechi e nessuno lo fa mai? Ma gli altri paesi come fanno? Un libro per fare le pulci alla macchina statale italiana, al di là dei luoghi comuni e delle polemiche giornalistiche...
Originariamente scritto in latino nel 1516, questo libro rappresenta a buon titolo il prototipo moderno della letteratura utopistica e visionaria. Suddiviso in due parti, il libro è incentrato sul dialogo di More con Raffaele Itlodeo ("il chiacchierone"). Questi, gran viaggiatore, esordisce con la descrizione a tinte vive dell'Inghilterra dell'epoca. Il fenomeno delle recinzioni, dell'espropriazione delle terre comuni a opera della nobiltà terriera, aveva condotto sul lastrico vaste componenti della società inglese, soprattutto i contadini. Da lì l'aumento vertiginoso della criminalità, dei reati e dei furti. Ma è nella seconda parte dell'"Utopia" che Itlodeo espone la sua ricetta per ovviare al malgoverno appena descritto: la repubblica di Utopia, una società in cui è abolita la proprietà privata e dove l'uso dei beni è concesso solo in base ai propri bisogni. Abolendo la proprietà privata viene annullata così la ragione prima del furto, dando vita pertanto a una società molto meno violenta. È altresì bandito anche l'uso del danaro, perché le cose sono soppesate solo in base al loro valore d'uso e non per il loro valore di scambio. In questa isola, amministrata rettamente, ognuno può professare la religione che meglio crede, anche se tutti convengono per l'esistenza di un Dio, creatore e provvidente, e per l'esistenza altresì dell'anima, la cui credenza è essenziale anche per il retto governo della società.
I veri uomini si fanno giustizia da soli. Potere e prestigio: a questo punta il vero uomo. Ci sono cose da maschi e cose da femmine. Meglio morto che gay. O no? Questo è un libro che insegna ad andare oltre: oltre la violenza come soluzione del conflitto, oltre gli stereotipi di genere e i falsi miti che ancora fanno credere che ci sono professioni maschili e professioni femminili, oltre i confini mentali che troppo spesso sono alla base di episodi di bullismo e di omofobia. Ma questo è anche un libro che invita i maschi a "sentire": "sentire" quali emozioni sperimentano di fronte alle cose importanti della vita, "sentire" la voce delle ragazze che parlano in questo libro e soprattutto "sentire" la parte più vera di se stessi, l'unica che li può aiutare a diventare ciò che davvero vogliono essere. Età di lettura: da 12 anni.
L'undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. È un romanzo su quell'infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti. È un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell'innocenza. È un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente è lo spettacolo ad avere la meglio. È un romanzo su come 140 caratteri possono fare di tutti noi degli zimbelli. È un romanzo su cosa significhi vivere in una città dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all'angolo della strada. È un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.
Continua il dialogo tra Miriàm e Iosèf. Continua con il loro esilio in Egitto, il bambino carico di doni e di pericoli. Oro, incenso, mirra e scannatori di Erode, il Nilo e il Giordano, la falegnameria e la croce: la famiglia più raffigurata del mondo affronta lo sbaraglio prestabilito. In ogni nuova creatura si cercano somiglianze per vedere in lei un precedente conosciuto. Invece è meravigliosamente nuova e sconosciuta. Ogni nuova creatura ha la faccia delle nuvole.
I cambiamenti disorientano sempre, e la vita ce ne offre di continuo. Molti accadono senza che ce ne accorgiamo e sono così impercettibili da produrre effetti trascurabili. In altri casi, invece, i loro effetti sono radicali e potenzialmente dirompenti. Di frequente preferiamo rimuoverli o ignorarli. Talvolta, invece, vorremmo tanto cambiare, uscire da una situazione insoddisfacente e inseguire un sogno. Ma non ne siamo capaci, perché, per cambiare, non bastano i sogni. Spesso, infatti, sull'impulso al cambiamento vitale prevale il desiderio di lasciare tutto com'è per non dover affrontare la paura del nuovo, dell'incerto, di perdere l'amore o l'approvazione da parte dei nostri cari o di chi ci sta vicino. Così si finisce con il restare fossilizzati in situazioni che non amiamo o, al contrario, con lo sprecare energie alla ricerca di strategie introvabili per impedire che le novità irrompano nella nostra vita, anziché accoglierle. "Sfruttare la creatività volontaria per avere un'esistenza appagante": questo è l'obiettivo che l'autrice si prefigge e che definisce le tappe dello straordinario percorso in cui ci guida, mescolando consigli pratici e concreti con riflessioni che vanno in profondità e che ei impediscono di nasconderei a noi stessi. Per imparare ad accettare, o finalmente a osare, qualcosa di nuovo.
Damasco suona magica e favolosa, e continua a suonare così mentre si riempie di violenza e di fantasmi. Nessuno meglio di Suad Amiry poteva raccontare il fulgore del passato per aprire una porta sul presente. Il racconto comincia nel 1926, nel palazzo di Jiddo e Teta - marmi colorati, soffitti a cassettoni, fontane che bisbigliano nell'ombra -, comincia quando, dopo trent'anni di matrimonio, Teta torna per la prima volta ad 'Arrabeh, il villaggio da cui era partita poco più che bambina per andare in sposa al ricco e nobile mercante damasceno Jiddo. Il viaggio di Teta - intrapreso nella speranza di poter dare l'ultimo saluto alla madre - imprime una svolta inattesa al suo matrimonio: il sensuale Jiddo la tradisce. Il perfetto equilibrio della casa sembra spezzarsi, ma poi la vita della famiglia riprende: la dolcezza delle consuetudini smussa le asperità, i rituali attenuano e riassorbono i contrasti, gli equilibri si riassestano. Suad Amiry conduce il lettore nei cortili e nelle stanze della famiglia Baroudi, con i fastosi pranzi del venerdì, le rivalità tra i figli maschi pigri e viziati, il vincolo indissolubile tra le figlie femmine. Passano gli anni, ed è ancora una volta l'arrivo di un bambino a sparigliare le carte, a far luce nelle pieghe più nascoste dell'intimità domestica: vengono così a galla segreti inimmaginabili, come quello che lega la tenera Karimeh alla sorella maggiore Laila, che con piglio inflessibile ha assunto il ruolo di capofamiglia...
64 esagrammi ispirano 64 meditazioni poetiche, che riassumono le situazioni fondamentali della nostra vita. Un libro da leggere e consultare. Include le monete per la consultazione.

