
Una città messa in ginocchio da una violenta epidemia; un colonnello visitato in sogno dalla moglie defunta che gli intima di non sollevarle il velo dal viso; una donna pedinata da un tale che sostiene di essere suo marito. Apparizioni, interventi sovrannaturali, incubi e scherzi del destino. "Dai Canti degli slavi orientali", "le Allegorie", "i Requiem" e le "Fiabe" prorompe una galleria di personaggi sulfurei e vibranti.
La storia di Roma repubblicana è caratterizzata dalla sua travolgente ascesa da città-Stato italica a impero mondiale. Sorprendentemente, l'insaziabile brama di conquista dei Romani fu in realtà una stretta conseguenza del legame dei suoi generali con il Foro, centro politico dell'Urbe. L'imperium dei generali poteva essere ottenuto solo a Roma, in seguito a una votazione, e i successi militari dei sommi magistrati potevano essere celebrati di fronte all'intera cittadinanza soltanto nel centro della città. Là, nel cuore dell'imperium romanum, aveva origine l'ascesa come il declino dei suoi grandi protagonisti. Ma le strepitose vittorie conseguite da Mario, Pompeo, Cesare avrebbero trasformato la repubblica dalle fondamenta. Un'appassionante, lucida e documentata storia di Roma repubblicana: dai primissimi ritrovamenti archeologici alla leggendaria età dei re, dalla travolgente espansione del dominio di Roma alla fine della repubblica, nelle tempeste delle guerre civili.
Cosa può combinare un uomo, sulla soglia dei cinquanta, da solo in città mentre moglie e figli sono al mare? Per esempio, lasciarsi trascinare alla rocambolesca premiazione di un vecchio maestro del cinema, per poi infilarsi in lunghe discussioni - un occhio alla luna e uno alla birra - sul senso del tragico, la stabilità delle orbite planetarie, i sentimenti post lavatrice e la ricerca della felicità. Con lui, un gruppo di sgangherati amici: Giacomo che da promettente film-maker si è ridotto a consegnare le pizze; Paola che si sente "fuori mercato" a trentacinque anni e arriverà a tentare un gesto estremo; Luigi, artista affermato, che si caccia in una relazione pericolosa dietro l'altra. Nessuno di loro è davvero felice, per quanto si sforzi di vivere seguendo i propri sentimenti. Ma in fondo chissà quanta parte ha la volontà, e quanta il caso, nelle nostre vite. E, soprattutto, quanta parte ha l'amore. Sulla scia delle "Attenuanti sentimentali", Antonio Pascale tratteggia con intelligenza e ironia il nostro tempo. Attraverso episodi esilaranti e digressioni tanto puntuali quanto svagate, ci colloca nel centro esatto del racconto, di fianco al suo protagonista così nevrotico e contemporaneo, così sentimentale e forse tragico, così simile a noi. "Sì, lo ammetto, a furia di contemplare il cielo la felicità era in notevole ritardo e gli eventi sentimentali, invece, sul punto di precipitare".
Questo libro è un appello ad affrontare la disuguaglianza economica come una questione politica e morale, con l'obiettivo di giungere a una società piú prospera e giusta. Raccogliendo i suoi scritti per giornali non accademici, tra cui il "New York Times" e "Vanity Fair", il Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz descrive la disuguaglianza americana: le sue dimensioni, le sue cause, e le conseguenze per gli Stati Uniti e per il mondo. Stiglitz si concentra sulle politiche irresponsabili - deregulation, taglio delle tasse per l'uno per cento - che hanno lasciato indietro un grande numero di cittadini trasformando il sogno americano in un mito sempre piú inarrivabile. Il libro suggerisce soluzioni concrete: aumentare le tasse per le corporations e per i piú ricchi; offrire maggior sostegno ai bambini piú disagiati; investire in istruzione, tecnologia e infrastrutture; aiutare i proprietari di case invece che le banche. E, soprattutto riportare l'economia alla piena occupazione. La nostra scelta non deve essere tra crescita e giustizia: con politiche pubbliche adeguate, possiamo scegliere entrambe.
Un bambino si può trasformare in un piccolo filosofo, basta osservarlo con attenzione mentre esplora il mondo. Basta ascoltarlo mentre con le sue prime parole semplici si interroga su ciò che lo circonda. Ogni sua domanda è un modo per dare un significato alle cose, e ne rivela quel lato stupefacente che da adulti purtroppo si dimentica. Un bambino non sa cosa sia la verità eppure la cerca sempre con ostinazione, facendoci riscoprire con i suoi dubbi il piacere e la felicità di quella ricerca. E ci costringe a capovolgere valori e direzioni, a osservare la realtà con uno sguardo diverso, più ingenuo, capace di illuminarla. Perché se il pensiero è l'esercizio continuo della meraviglia allora i veri filosofi sono i bambini. Vittoria Baruffaldi ci mostra, con intelligenza e leggerezza, tutta la gioia di essere madre, lasciando che ogni affanno si dissolva nello stupore degli occhi grandi e curiosi dei nostri figli.
Sembra un semplice caso di scomparsa, quello su cui l'ispettore Fredrik Beier, della polizia di Oslo, comincia a indagare. Certo, rischia di fare clamore, perché a sparire nel nulla è stata la figlia di un'esponente di primo piano del partito di governo. E perché la ragazza viveva all'interno di una setta cristiana, la "Luce di Dio". Ma il quadro si complica subito: nella villa che ospita la setta si consuma un massacro e nei sotterranei viene scoperto un laboratorio chimico all'avanguardia, del quale non è chiaro l'uso. C'è chi chiama in causa il terrorismo fondamentalista, chi soffia sul fuoco. Ma Beier, affiancato da una giovane e brillante agente musulmana, Kafa Iqbal, capisce che dietro al laboratorio, e alla strage, c'è una verità assai più complessa e che arriva ad affondare le sue radici fino a Vienna, negli anni del nazismo.
La Bibbia della lirica americana, messa a punto nel 1892, attraverso quarant'anni di ininterrotto, esaltante travaglio creativo.
Nelle prime pagine del libro Helen Macdonald riceve una telefonata: il padre, celebre fotoreporter, è morto all'improvviso d'infarto. Priva di legami e di un lavoro stabile (è ricercatrice associata part-time all'università di Cambridge), Helen si accorge bruscamente di non avere nulla che possa distrarla dal lutto e sprofonda in una violenta depressione. Passano i mesi: instaura una relazione sentimentale e poi la sabota, legge testi sul lutto, si isola, si trascina. Poi, d'improvviso, un sogno ricorrente sui falchi fa scattare in lei una sorta di epifania: per uscire dal gorgo che la soffoca addestrerà un falco, ma non un falco qualsiasi, piuttosto un astore, uno dei piú grossi e feroci rapaci che esistano, un animale del sottobosco, sanguinario e predatore. Cosí entra in scena Mabel, "un rettile. Un angelo caduto. Un grifone uscito dalle pagine miniate di un bestiario". Helen si ritira dalla comunità per dedicarsi esclusivamente all'addestramento dell'animale, in un isolamento ossessivo. Il racconto dell'addestramento, dell'osservazione del comportamento della giovane Mabel, della paura, della fascinazione e della strana tenerezza che prova per l'animale, s'intreccia con la rilettura del libro "The Goshawk" di T. S. White e quindi con la rievocazione della biografia di questo scrittore, autore tra le altre cose di un libro su Artú poi ripreso dalla Disney in La spada nella roccia...
Sposare una vegana ha conseguenze imprevedibili. Puoi ritrovarti a brucare l'erba da un vaso sul terrazzo, e sentirti in colpa per tutte le telline mangiate nella tua "crudele" vita precedente. Seguire questa dieta, scopri inoltre, comporta un grande dispendio di energie e - chissà perché? - di denaro. Roba da diventare nervosi per davvero, ancor più quando, dopo mesi di torture, con sorpresa e quasi fastidio, sei costretto ad ammettere che i tuoi esami medici sono, per la prima volta, perfetti. A ogni modo, la storia di Fausto e Claudia ha un lieto fine, nel senso che Claudia vince (stravince, sarebbe più corretto dire) e Fausto si arrende (senza nemmeno l'onore delle armi). Le cose vanno bene. Solo che, proprio sui titoli di coda, spunta una complicazione: l'imminente arrivo di una figlia. Avrà cuore, Fausto, di farne un'erbivora fin dalla nascita?
Matteo Stella è un padre che crede nel dialogo anziché nell'imposizione di regole. È un uomo mite e un padre indulgente, convinto di avere costruito una famiglia felice. Anche se Stefano, il figlio tredicenne, irride i suoi metodi educativi con una ribellione cieca, alzando di volta in volta il livello della sfida. Anche se Eleonora, la figlia maggiore, sembra aver perso pian piano il rispetto per lui. Anche se Anna, la moglie, si sente oppressa invece che liberata dall'infinita capacità che ha il marito di perdonarla. Poi, d'improvviso, ogni illusione crolla, rivelando la vulnerabilità e le contraddizioni che covano sotto la cenere in ogni famiglia.