
Partendo dall'esperienza di Pentecoste, si propone un percorso attraverso il quale, rivisitando i doni dello Spirito Santo, si rintracciano gli elementi costitutivi della maturità cristiana. La vita in Cristo nello Spirito comporta anzitutto una assunzione di responsabilità non solo verso Dio e verso se stessi, ma anche verso la Chiesa e verso il mondo. Lo Spirito che viene donato nella Cresima è lo Spirito che mette in luce la missione specifica di ogni credente e dona la forza necessaria perché ciascuno, con impegno ed entusiasmo, possa metterla in atto nella Chiesa per il bene del mondo. Ogni capitolo, scritto in modo agile e confidenziale, è corredato da alcuni spunti per stimolare la riflessione personale, il colloquio con il catechista ed eventualmente il dialogo in gruppo. Al termine di ogni capitolo viene riportato un breve brano del decreto sull'apostolato dei laici del Concilio Ecumenico Vaticano II, offerto come possibilità per conoscere e confrontarsi con i documenti della Chiesa, per coglierne il pensiero e le indicazioni che sono stimoli sempre validi per camminare nel tempo secondo il vangelo. Una preghiera chiude ogni capitolo.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. Lo spirito di Pentecoste. II. La sapienza: un dono per gustare. III. L’intelletto: un dono per discernere. IV. La scienza: un dono per andare oltre. V. Il consiglio: un dono per agire. VI. La fortezza: un dono per vincere. VII. La pietà: un dono per amare. VIII. Il timor di Dio: un dono per trepidare. IX. Il tesoro nascosto. X. Sfacciati secondo il Vangelo. Conclusione.
Note sull'autore
Mariano Pappalardo (1958), Benedettino, fonda nel 2000 la Fraternità Monastica della trasfigurazione presso il tempio votivo a San Francesco sul monte Terminillo. Insegna teologia dogmatica presso le scuole teologiche di Rieti e di Terni. È responsabile del centro evangelizzazione e catechesi della diocesi di Rieti e parroco al Terminillo. Presso l'EDB ha pubblicato: L’eucaristia sorgente della Chiesa? Scrittura, liturgia, teologia, consenso e congedo (2009). Per me tu prepari una mensa. Itinerario catechistico per la preparazione alla prima comunione (2010). Chi non è ospitale non è degno di vivere. Suggestioni per una spiritualità dell’accoglienza (2010). Un amore che libera. Sentieri pasquali. Meditazioni per la settimana santa (2011). Ave Speranza nostra Rosario meditato (2013) Mistero e stupore. Sentieri pasquali. Meditazioni per la settimana santa (2014). Prepariamo il battesimo (2014); Celebriamo il battesimo (2014); "Con olio di letizia". Itinerario catechistico per la preparazione alla cresima Nuova edizione (2015). Madre di misericordia. Rosario Meditato (2015).
Il sacramento della riconciliazione è un sacramento in crisi per molte ragioni, non da ultimo perché non si hanno le idee chiare e perché ci si confessa con le convinzioni e le abitudini apprese da bambini. È necessario parlare del sacramento in modo "adulto" se si vuole che i credenti si confessino da adulti. Il sussidio con stile semplice e immediato vuole proporre con chiarezza la "sana dottrina" sul peccato, sul sacramento della riconciliazione e offrire indicazioni per celebrarlo e viverlo in modo equilibrato e sereno. Oltre che per la riflessione personale il testo può essere utilizzato, con le debite mediazioni, da catechisti e operatori pastorali per guidare gruppi di giovani e di adulti alla riscoperta del sacramento dell'amore che perdona. Ogni capitolo è corredato da domande o stimoli per introdurre alla riflessione personale o di gruppo.
Gli orientamenti nazionali CEI per l'annuncio e la catechesi Incontriamo Gesù (2014) invitano a considerare la mistagogia come un punto di riferimento per riqualificare la cura pastorale di preadolescenti e adolescenti. Finora tale riferimento è stato coniugato prevalentemente a partire dall'ispirazione catecumenale dei cammini di iniziazione cristiana e quindi in prospettiva catechetico-sacramentale. Manca quasi del tutto una adeguata prospettiva catechetico-pedagogica (e in assenza di tale approfondimento taluni suppongono che le istanze educative e quelle sacramentali si elidano). Il volume cerca anzitutto di colmare il vuoto nella ricerca relativamente alla dimensione catechetico-pedagogica e propone come tesi che i due indirizzi (educativo e sacramentale) non siano contrapposti ma si richiamino e si completino a vicenda. Alla luce di questa intuizione sintetica, esamina alcune proposte esistenti e suggerisce piste praticabile per la costruzione di un progetto pastorale di mistagogia con i ragazzi.
Il sussidio, pensato per gruppi e famiglie, invita a una contemplazione del creato, soffermandosi su dodici argomenti.Ogni tema proposto si sviluppa in vari momenti: un brano tratto dal libro del profeta Daniele, una breve riflessione, un brano tratto dall'enciclica Laudato si', il filo rosso, con spunti di meditazione personale.
Come trasmettere la saggezza accumulata durante tutta una vita? Come assicurarsi che un'opera valida sia continuata e non tralasciata, poi abbandonata e consegnata all'oblio? Il problema di ciò che sopravvive alla nostra scomparsa e si trasmette da una generazione all'altra è ancora più acuto nel caso della successione di un fondatore. La posta in gioco è elevata poiché il futuro di tutta la catena dipende dalla solidità del primo anello. Przemyslaw Adam Wisniewski affronta il problema in un campo ben preciso della letteratura veterotestamentaria, il sacerdozio, un'istituzione che cresce d'importanza soprattutto quando scompare la monarchia e la speranza della sua restaurazione. Interrogarsi sulla successione di Aronne significa pertanto porre una domanda fondamentale a proposito del sacerdozio nell'Antico Testamento. Il libro si legge come un vero giallo. In effetti, tutto sembrava indicare che la successione di Aronne dovesse svolgersi secondo copione. Il racconto dell'Esodo lascia presagire che i successori di Aronne saranno i suoi figli, nell'ordine di nascita: il primogenito Nadab con il secondogenito Abiu. Accade, però, un evento inaspettato: la misteriosa sparizione dei due eredi predestinati alla successione. Muoiono entrambi, bruciati dal fuoco dell'altare mentre offrono incenso a Yhwh. È stato un semplice incidente? O il racconto prova a coprire, anzi, giustificare il loro allontanamento? Chi approfitta di questa scomparsa? E perché il successore di Aronne diventa il terzogenito Eleazaro? Dopo un'inchiesta minuziosa, Przemyslaw Adam Wisniewski riesce a dipanare la matassa di un caso intrigante.
La riflessione sulla formazione permanente in corso nella Chiesa e nelle sue istituzioni educative coinvolge consacrati, presbiteri e laici in una sorta di zona mista - sia teorica che pratica - in cui si cercano gli elementi teologico-spirituali in grado di innescare atteggiamenti psicopedagogici. Questo volume invita pertanto il versante teologico a confrontarsi con quello pedagogico e a superare una certa sufficienza un po' clericale che tende a farsi rapire da intuizioni molto elevate, ma anche a sottovalutarne i riflessi educativi. Le due prospettive si sono distanziate progressivamente, anche sul piano epistemologico: da un lato le scienze «architettoniche», deputate per statuto ad affrontare le questioni fondamentali della vita, gli interrogativi essenziali (il senso della vita, della morte, dell'amore, della sofferenza); dall'altro le scienze «ermeneutiche», competenti a spiegare e indicare i cammini esistenziali degli individui, come la pedagogia, la psicologia e la sociologia. Eppure questi due profili non possono restare disgiunti e tanto meno in posizioni conflittuali o di vassallaggio poiché un aspetto non può essere compreso senza l'altro. Più che nell'ambito di una pedagogia «metodologica», impegnata a tracciare percorsi ormai collaudati, oggettivi, con tappe precise intermedie e finali, l'autore si muove nello spazio di una pedagogia «sapienziale» e «strategica», orientata alla contemplazione della verità, alla passione, al desiderio e al sapore dell'obiettivo finale.
Papa Francesco nutre per i nonni la massima considerazione. La sua convinzione che «il piccolo nucleo familiare non dovrebbe isolarsi dalla famiglia allargata», espressa nell'Amoris laetitia, affonda le radici nella sua esperienza di vita personale: in tanti aneddoti da lui raccontati affiorano i tratti della nonna, che egli ricorda con gratitudine per la grande importanza che ebbe per la sua crescita e per la sua fede.
Questo libro è la narrazione appassionata di un'esperienza ministeriale. Don Marcello Lanza, esorcista, vive il suo sacerdozio in un ambito pastorale non facile per l'intreccio teologico e psicologico che si riscontra nell'accompagnare coloro che manifestano fenomeni di possessione demoniaca. La realtà degli esorcismi, infatti, non può essere affrontata solo nell'ambito della ritualità e gestualità liturgica, ma richiede uno studio teologico competente e d'intesa con le scienze umane.
«Ciò che è umanamente impossibile, è possibile altrimenti».Un filo rosso collega tre capolavori del Quattrocento: due Madonne Annunciate di Antonello da Messina, oggi conservate a Monaco di Baviera e a Palermo, e un compianto in terracotta di Niccolò dell'Arca custodito in una chiesa di Bologna. Il raccoglimento delle due Annunciate esprime visivamente che Maria si è lasciata coinvolgere nell' annuncio, mentre l'annuncio si è compiuto in lei. Nel Compianto sul Cristo morto, invece, i visi delle pie donne, il loro protendersi verso il cadavere e le mani annodate della Madonna dicono che tutti reputano inappellabile la morte del Maestro e non sperano più in nulla, non sperano più in lui. Fino alla scoperta che l'annuncio per antonomasia è quello della risurrezione.
Le cinque meditazioni che compongono il testo inedito di questi esercizi spirituali sono state pronunciate da Carlo Maria Martini nel 2004. La riflessione prende le mosse dalla Prima Lettera di Pietro, un testo che penetra a fondo il mistero delle beatitudini, della morte, della sofferenza espiatrice di Gesù, del perdono. Dunque, «tutto ciò che è specifico del Nuovo Testamento e perciò così ostico alla mentalità corrente»: la rivelazione della mitezza di Cristo, che accusato ingiustamente non risponde con le offese e si sottomette pienamente a colui che giudica con giustizia.