
Morin riflette qui sul rapporto del cinema con il reale e l'immaginario, e ne evidenzia le relazioni con i processi profondi della psiche e della conoscenza. Il cinema implica una percezione realizzata in stato di doppia coscienza: l'illusione di realtà è inseparabile dalla coscienza che si tratta effettivamente di un'illusione. In questo modo il cinema mette in gioco qualcosa di magico che ci permette di entrare in un universo nuovo senza sentirci spaesati: una trasfigurazione estetica che ci fa anche scoprire il mondo. L'intensità emotiva dello spettatore è l'elemento che innesca una metamorfosi cognitiva, ma è anche il fondamento dello spettacolo, e questo chiama in causa le implicazioni economiche, sociali, antropologiche e politiche di un fenomeno complesso come il cinema nel quadro della cultura globale dei media.
Viene presentato l'intervento basato sul "circolo della sicurezza", un programma fondato su dati empirici, utilizzato in tutto il mondo per promuovere un legame di attaccamento sicuro tra genitori e bambini, dalla nascita ai cinque anni. Basato sulle più avanzate conoscenze nel campo dell'attaccamento e degli interventi precoci, il circolo della sicurezza aiuta i genitori a sintonizzarsi con i bisogni emotivi dei propri bambini, sviluppando in loro fiducia e sicurezza. Scritto dagli ideatori dell'approccio, il libro riporta la struttura concettuale sottostante al circolo della sicurezza e illustra con dettagli clinici l'innovativo assessment e le strategie di intervento. Vengono presentate le linee guida per utilizzare le osservazioni videoregistrate dell'interazione genitore-bambino e un'intervista da somministrare al genitore per valutare i nuclei relazionali problematici e identificare il focus del trattamento. Si fornisce inoltre una visione d'insieme del protocollo di terapia di gruppo della durata di venti settimane, che ha l'obiettivo di consolidare nei genitori le capacità fondamentali sia per fornire sostegno al figlio sia per promuovere l'esplorazione e l'autonomia. Il circolo della sicurezza può essere utilizzato in contesti gruppali, diadici e individuali.
Un compendio della conoscenza clinica che costituisce la pratica psichiatrica contemporanea. Senza trascurare nessun dato empirico, il testo fornisce punti di riferimento chiari che possono essere usati sia dai clinici esperti sia da quelli in formazione per il trattamento del paziente. Il volume è conforme ai cambiamenti nella classificazione diagnostica apportati dal DSM-5. L'attenzione si concentra soprattutto sui singoli disturbi: in particolare si prende in esame l'efficacia dei trattamenti, valutata attraverso l'uso di studi controllati randomizzati e l'esperienza clinica degli autori.
Quando la sorprendente indeterminazione della meccanica quantistica travolse il mondo ordinato della fisica newtoniana, Albert Einstein e Erwin Schrödinger erano in prima linea nella rivoluzione. Entrambi però rimasero sempre insoddisfatti dell'interpretazione "ortodossa" della meccanica quantistica e si ribellarono a ciò che consideravano la sua caratteristica più irragionevole: la casualità. Einstein protestò con una battuta che "Dio non gioca a dadi con l'Universo", mentre Schrödinger costruì il celebre paradosso di un gatto che era vivo e morto contemporaneamente. Ma questi due giganti non si limitarono a opporsi, cercarono di formulare una teoria onnicomprensiva che rendesse nuovamente sensato l'Universo. Il fisico Paul Halpern racconta la vicenda di come Einstein e Schrödinger abbiano cercato di trascendere gli aspetti bizzarri dei quanti, dando ai lettori spunti originali circa la storia della fisica e raccontando l'impresa di due scienziati le cui ossessioni ne hanno guidato il progresso.
La "Seconda Repubblica", più che una realtà, è stata finora un'ideologia. Trasversale a tutte le forze politiche, che l'hanno impugnata ciascuna per scopi diversi, è avanzata come una macchina che ha preso velocità nel corso dei decenni: tre le sue componenti - Parlamento, Partiti e Governo trasfigurate polemicamente in parlamentarismo, partitocrazia e governabilità. La riforma costituzionale del Governo Renzi sembra in procinto di portare a destinazione questa macchina, dopo un trentennio che ha visto Parlamento e Governo sfidarsi per l'attuazione delle riforme istituzionali. Ma il discorso sulla crisi della Repubblica ha radici lontane, che risalgono agli anni immediatamente successivi all'entrata in vigore della Costituzione del 1948. La fisionomia della vera Seconda Repubblica è il risultato del sedimentarsi progressivo di questi dibattiti, prima esterni e poi interni alle istituzioni. Se un tempo era la forza dei partiti a ostacolare le loro velleità riformatrici, oggi è proprio la loro debolezza che consente la nascita di una nuova Repubblica, non più dei partiti ma del partito.
Nella storia del movimento psicoanalitico l'incontro tra Sigmund Freud e Ludwig Binswanger è andato assumendo un carattere del tutto originale. Si tratta dell'incontro di due personalità che, malgrado le divergenze intellettuali che progressivamente hanno allontanato il più giovane psichiatra svizzero dal maestro, hanno saputo affermare il primato della quotidianità vissuta rispetto al piano della teoria. Il trentennale carteggio tra Freud e Binswanger, per la prima volta in traduzione integrale in lingua italiana, corredato di un ricco apparato di note, è la testimonianza più viva di una relazione soprattutto amichevole, segnata dalla condivisione. Tra i documenti dall'indiscutibile valore storiografico contenuti nella presente edizione, la vita vissuta si declina tanto nella modalità dell'esperienza clinica e del confronto teorico quanto nella modalità delle problematiche personali che hanno accomunato sotto un unico destino le biografie di entrambi gli autori. Sullo sfondo, le controverse dinamiche del nascente movimento psicoanalitico contribuiscono ad arricchire il quadro tematico di questo affascinante epistolario, che si costituisce come un momento fondamentale della riflessione storiografico-epistemologica sulla psicoanalisi e la psichiatria del primo Novecento.
Ciascuno di noi sa come la ricchezza dei volti che ci circondano tenda a scivolare tra le maglie del linguaggio. Le parole sembrano incapaci di cogliere ciò che rende unico un volto. Eppure accade che, leggendo un romanzo, un racconto o una poesia, s'incontrino personaggi il cui viso, appena evocato, appare più reale delle persone conosciute nella vita di ogni giorno. In che modo le parole fanno vedere la singolarità di un viso? Rispondendo a questo interrogativo, Patrizia Magli percorre l'intreccio di tecniche descrittive che da sempre si sono confrontate nell'impresa di catturarla. Parla delle temerarie astuzie per rappresentare la bellezza più ineffabile, la mostruosità più sconcertante o i moti quasi inavvertibili delle emozioni più segrete. Ma soprattutto rivela in cosa consista il magico potere delle parole quando riescono a mettere "sotto gli occhi" l'invisibile. È quando, tra segni imperfetti o semplici accenni, avviene improvvisa la rivelazione di un volto.
Stephen Mitchell è unanimemente riconosciuto come il principale autore e portavoce di quella "svolta relazionale" che tanto ha influenzato la psicoanalisi degli ultimi trent'anni. Ma in Mitchell è possibile riconoscere anche un modo profondamente personale di intendere la teoria e la clinica psicoanalitica, non direttamente o esclusivamente rivolto alla creazione di una psicoanalisi non pulsionale. Tanto nella teoria quanto nella pratica clinica, grazie alia sua capacità di sciogliere le principali dicotomie che hanno costellato la storia psicoanalitica, Stephen Mitchell è riuscito a dar vita a una psicoanalisi interessata a comprendere i molteplici modi in cui fantasia e realtà, intrapsichico e interpersonale, passato e presente si fondono, influenzandosi a vicenda, nella relazionalità umana. La capacità di tenere in equilibrio dialettico la natura illusoria e quella reale delle relazioni interpersonali costituisce la qualità principale di una relazionalità sana. In questo volume sono raccolti i principali articoli teorici e clinici di Mitchell, in cui l'autore descrive la teoria e la cura analitica come la capacità di "interiorizzare una sorta di amore per la vita che si conserva senza illusioni, eppure è continuamente arricchito da esse".
Viviamo in un'epoca che è stata definita l'età dell'ansia. Soffre spesso di crisi d'ansia e di attacchi di paura non solo chi è affetto da disturbi psichiatrici più o meno gravi, ma anche chi è considerato mentalmente e fisicamente sano. Joseph LeDoux, neuroscienziato universalmente riconosciuto come il massimo esperto dei meccanismi neurali alla base di ansia e paura, ci mostra in questo volume come tali sentimenti non debbano essere ridotti a meri stati cerebrali, ma vadano compresi come esperienze consce tipicamente umane, costruite cognitivamente sulla base di processi inconsci che la nostra specie condivide con molte altre. Il terapeuta, per essere davvero efficace, deve saper agire sia sulle esperienze consce sia sui processi inconsci: il cervello è plastico, impara anche a governare ansie e paure. Le generazioni future potrebbero dunque essere meno inclini della nostra a percepire la propria epoca come un'età dell'ansia.
La diffusione di Internet ha reso possibile un dialogo ininterrotto, che si alimenta sui blog, sui forum, nelle chat, sui display degli smartphone. All'interno di questo dialogo globale, sono approdate le espressioni di odio razziale e politico, le offese, i comportamenti ossessivi nei confronti di altre persone, le molestie, il bullismo e altre forme di violenza che sollevano la curiosità del giurista. Come è nato il concetto di hate speech? Anche odiare è un diritto e quali sono i limiti che pongono gli ordinamenti giuridici? È mutato il livello di tolleranza e sono cambiati irreversibilmente i toni della discussione? A queste domande risponde l'autore, affrontando da un punto di vista giuridico, filosofico e politico il tema della violenza verbale e della sua diffusione nell'era tecnologica.