
L'intento di questo volume è insegnare qualcosa di più approfondito sulla Cina e sul suo sistema educativo, da un punto di vista sia istituzionale che curricolare. Non un asettico reportage televisivo o delle fredde tabelle statistiche, ma le idee di un vero esperto del sistema-istruzione, Miantao Sun, che negli ultimi anni - quelli dell'«apertura» della Cina al mondo occidentale - ha partecipato attivamente, e a vario titolo, alle riforme più grandi e alla stesura delle leggi più importanti in tema di istruzione nella Repubblica Popolare Cinese.
Questo volume è nato da un progetto di educazione in acqua con alunni con autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo. Descrive le modalità organizzative e metodologiche dell'attività e fornisce a operatori del settore e ai genitori uno strumento dal quale trarre spunto sia dal punto di vista progettuale, sia da quello attuativo e teorico. Dopo un'introduzione sui principali disturbi pervasivi dello sviluppo e sugli strumenti di valutazione e i modelli di trattamento più attuali, il libro descrive nel dettaglio il metodo utilizzato e le fasi delle attività che si svolgono in piscina, dall'iniziale conoscenza dell'ambiente fino all'incontro con l'acqua attraverso il gioco. Illustra poi come dall'ambientamento, attraverso gli scivolamenti, i galleggiamenti, la respirazione e i tuffi, si possa arrivare all'insegnamento dei fondamentali del nuoto e degli stili. Ampio spazio è dedicato anche al raccordo del progetto con la scuola per favorire l'integrazione e alla presentazione di alcune buone prassi. Il libro è arricchito inoltre da un DVD con dei video delle esperienze in acqua di ragazzi con autismo.
L'educazione di un soggetto con disabilità visiva richiede una conoscenza approfondita non solo del deficit, con le sue peculiarità e implicazioni specifiche, ma anche dei relativi bisogni, metodologie e ausili. A questa esigenza risponde il presente volume, che adotta un'ottica di tipo evolutivo, considerando quindi le tendenze di sviluppo di bambini e ragazzi non vedenti o ipovedenti, sia perché esse appaiono uniche della disabilità e non confrontabili con le tendenze normali in termini di presenza/assenza di determinate capacità o abilità sia perché tale prospettiva consente di assumere un atteggiamento propositivo, soprattutto dal punto di vista educativo. Il testo si compone di tre parti. Nella prima, "La teoria", vengono presentate le ricerche sullo sviluppo linguistico, motorio e delle abilità sociali. Per ciascuno di questi tre ambiti, la seconda parte, "La ricerca", riporta alcuni contributi sperimentali che evidenziano la possibilità di integrare attività educativa e obiettivi della ricerca applicata ai contesti della disabilità visiva. Infine la terza parte, "La pratica", dà forma più concreta e spendibile alle considerazioni teoriche proposte fornendo spunti utili agli operatori che lavorano quotidianamente con alunni non vedenti o ipovedenti.
Una scuola di qualità non può che essere una scuola che usa consapevolmente tempo, spazi e risorse, soprattutto umane e professionali, nel perseguimento di un fine chiaro ed esplicito: quello di offrire a tutti e a ciascuno un'istruzione e una formazione che garantiscano l'acquisizione delle «competenze chiave di cittadinanza attiva» per la costruzione di una società migliore. Sotto questo profilo, i segnali che oggi provengono dalla realtà italiana non sono sempre positivi e rassicuranti. Fondandosi sull'ipotesi che la progettazione e la valutazione siano le due principali leve per il rinnovamento e la riqualificazione della scuola, il volume ripercorre le riflessioni che hanno caratterizzato il discorso sul curricolo, al fine di ritrovare i significati di una progettazione scolastica che sappia porre in continuità un percorso di formazione di base che va dalla scuola dell'infanzia fino al nuovo obbligo di istruzione ai 16 anni. Dopo aver esaminato la legislazione che ha delineato l'attuale quadro normativo in merito, l'autrice sviluppa i temi della programmazione educativa e didattica e della valutazione della qualità, approfondendone gli aspetti teorici e metodologici e individuando strategie e strumenti per realizzare pratiche progettuali e valutative all'interno delle scuole.
Che lavoro è, nell'immaginario collettivo, aver cura delle persone con gravi disabilità? E chi sono le persone che abitano questo mondo? "Chi sei tu per me?" affronta il delicato tema dell'incontro e della relazione che intercorre tra persone con disabilità e chi si occupa di loro nel guotidiano. Parla di ieri, di vicende troppo ignorate, di famiglie e di come porsi di fronte ad esse; parla di scuola, di bambini che diventano grandi e poi vecchi; parla di operatori, in senso esteso, e di persone con disabilità, d'identità e del diritto ad averla. L'approccio al tema proposto dall'autore chiede al lettore di fermarsi ogni tanto e di pensare, lo invita a porsi domande su cosa significhi essere in relazione di aiuto facendo attenzione allo sguardo di chi guarda. È un piccolo libro, lieve nella forma ma che presenta al suo interno delle durezze non mediabili. I contributi che lo corredano, infine, portano a riflettere sul fatto che ciò di cui si parla riguarda tutti noi, le relazioni con ogni diversità, l'esserci, e chiede di non tramutare tutto e tutti in qualcosa che qualcuno vende e qualcun altro compra. Dedicato a chi è operatore in relazione di aiuto e a tutti gli altri che per scelta o per sorte di questo mondo nulla sanno, il volume, attraversato da un'analisi ironica, offre spunti di riflessione su un mondo che marginale non è.
Attraverso eventi, esperienze, ricerche, buone prassi e storie quotidiane in cui la persona con disabilità emerge nei volti di persone passate e presenti, il volume mira a promuovere la Convenzione Internazionale ONU sui diritti delle persone con disabilità applicata alla quotidianità. I punti cardine del documento, articolati uno per capitolo e accompagnati da spunti di riflessione e attività da svolgere in gruppo o autonomamente, danno vita a sei tele in cui il testo stesso della Convenzione funge da ordito sul quale prendono forma parole, volti, storie e situazioni, alcune molto positive e altre negative. Si pone così in evidenza che, a parità di condizioni, è l'agire quotidiano a costituire la vera base dell'inclusione. La scelta di utilizzare il linguaggio dei diritti umani applicato all'esperienza umana e professionale inoltre è un invito esplicito a sentirsi partecipe, responsabile e promotore di cambiamento: come un sasso che cade nell'acqua, la Convenzione dovrebbe generare in chi la legge cerchi concentrici di pensiero e movimento che si allargano, riverberano e trasformano. Il libro si rivolge a educatori, formatori, insegnanti e a quanti vogliano con curiosità e creatività accogliere questa sfida: che nessuno sia più invisibile.
Un vero e proprio manuale per insegnare a tutti i professionisti sanitari che operano nell'ambito dell'assistenza oncologica a comunicare con il malato e con i suoi familiari. Il volume, suddiviso in venti "riquadri", fornisce le regole generali alle quali i medici dovrebbero ispirarsi, quando occorre mettere al corrente della diagnosi di cancro il paziente e i suoi familiari. Lascia spazio a suggerimenti sugli aspetti emotivi (evitare rassicurazioni generiche, lasciare al malato il tempo sufficiente per "assimilare" le cattive notizie etc.), sulle espressioni consigliate, su come comunicare una diagnosi di cancro, cosa dire e cosa preferibilmente non dire, su come comunicare il passaggio dalla fase di malattia guaribile alla fase terminale, come relazionarsi con i familiari nella fase del lutto e così via.
Il counseling con gli adolescenti richiede indubbiamente abilità e competenze specifiche, diverse da quelle necessarie nel lavoro con i bambini o con gli adulti, e che devono rifuggire ogni dogmatismo teorico ed essere ispirate alla massima flessibilità. Gli autori guidano il counselor nelle sfide che l'incontro con un giovane cliente pone e lo fanno con una formidabile chiarezza per un immediato utilizzo delle strategie e degli interventi presentati. Nella prima parte, a carattere introduttivo, vengono affrontati i principali «pericoli», fattori di rischio e cambiamenti che contraddistinguono questa fase della vita a livello biologico, psicologico e sociale. Nella seconda parte viene presentato l'approccio proattivo, che si caratterizza per direzionalità, concretezza, orientamento al problema, capacità di ricalcare lo stile e i contenuti del cliente, per fondare una relazione di fiducia su cui basare il trattamento. Nella terza parte vengono presentate le strategie che si sono rivelate più efficaci in questo ambito: simboliche, creative, comportamentali, cognitivo-comportamentali e psicoeducative. Infine, nell'ultima parte due studi di caso illustrano concretamente come applicare i principi del counseling proattivo. Il volume è particolarmente indicato per counselor, assistenti e operatori sociali e per attività di formazione.
Il libro presenta una metodologia di didattica speciale, cioè più efficace e più umana, alcuni metodi specifici di lavoro e varie "buone prassi" realizzate. L'insegnante avrà così a disposizione una cornice culturale generale, modelli operativi ed esempi selezionati con cura dalle ultime annate della rivista "Difficoltà di apprendimento". Gli esempi e le buone prassi sono state scelte con i criteri della novità, dell'efficacia nel raggiungere gli obiettivi e delia replicabilità in contesti diversi.