
Teodolfo Mertel, nato nel 1806 ad Allumière, nella diocesi di Suturi, da famiglia di modesta condizione, chiamato in magistratura dopo aver esercitato a Roma con successo la professione di avvocato, fu nominato nel 1847 da Pio IX uditore della Sacra Romana Rota. Nel 1848 il Papa lo incaricò di redigere lo Statuto e una nuova legge sulla stampa e dopo la caduta della Repubblica Romana gli assegnò un ruolo di primo piano nel riordinamento dello Stato Pontificio e nell'avvio di un programma di opere pubbliche. Ministro dell'interno e della giustizia nel 1853, cardinale diacono nel 1858, fu tra i protagonisti del Concilio Vaticano I, auspicando in materia disciplinare la partecipazione del clero alle attività civiche degli Stati nazionali. Presidente del Consiglio di Stato e del Supremo Tribunale della Segnatura, giurista attento alla modernità, ma fautore della tradizione canonico-romanistica, consigliere privilegiato di Leone XIII che lo nominò nel 1884 Vice Cancelliere, ebbe parte notevole nella elaborazione giuridico-dottrinale all'origine del magistero sociale e dell'azione politica del grande Pontefice. Il libro, muovendo dalla vita privata del porporato e rivelando i suoi interessi di storico, di archeologo e di letterato, ripercorre le fasi dell'impegno politico e dell'attività di studioso sulla scorta di documenti inediti, fra i quali spicca il parere "De electione Summi Pontificis" pubblicato in appendice.
La ricerca della bellezza è tanto radicata in noi, da manifestarsi non solo nei grandi capolavori, ma persino nella vita quotidiana, dall'abito che indossiamo alla musica che ascoltiamo. Lungi dall'essere superflua, proprio nei tempi più difficili la sete di bellezza si fa più ardente, alla ricerca di una via d'uscita da questo "gulag mentale" in cui ci siamo rinchiusi, in un mondo spesso estremamente funzionale, ma altrettanto spesso privo di anima. Quando il cammino si fa oscuro, la bellezza è dunque essenziale nella misura in cui, guarendo i nostri cuori anestetizzati, si rivela portatrice di speranza.
Il libro è dedicato a Leonhard Euler (1707-1783), un gigante della matematica che contro le mode del suo tempo, in cui l'illuminismo donava al mondo alcuni dei suoi più grandi filosofi e scienziati, si oppone ad una concezione esclusivamente materialista, lasciando spazio alla componente spirituale. Euler è definito "il ciclope della matematica", il "Mozart della matematica", o, per dirla con François Jean Dominique Arago (1786-1853), l'uomo che "calcolava apparentemente senza il minimo sforzo, esattamente come si respira o, se si vuole, come un'aquila vola in cielo". Il suo nome è affiancato in ogni storia della matematica ai massimi di sempre (Archimede, Newton, Gauss, Cauchy...).
Il secondo dei testi della collana 50° Concilio è quello del cardinale George Cottier che commenta il Decreto sul rinnovamento della Vita religiosa Perfectae Caritatis. Con lucida analisi del testo il Card. Cottier, delinea le intenzioni dei Padri Conciliari, le grandi visioni teologiche che il Decreto dischiude e le conseguenti possibilità per la missione. Con coraggio, poi, indica quegli aspetti nei quali, in modo particolarmente evidente, la ricezione del Decreto è stata fraintesa o disattesa. Una rilettura capace di andare alle fonti teologiche e magisteriali, profondamente salutare sia per i protagonisti della prima ricezione conciliare.
"La Chiesa pare voler dissolvere i contorni netti della fede in una sorta di brodo indeterminato e rimescolato dal 'secondo me' di certi sacerdoti. Ebbene, della fede, i sacramenti sono l'espressione, il frutto, il dono più alto e prezioso. Ecco, dunque, il nostro autore dedicarsi al tema, con la passione consueta. Per ognuno dei sette 'segni efficaci' l'autore chiarisce l'oggetto, il significato, la storia. Poi - necessaria, e più che mai attuale l'avvertenza circa le deformazioni, gli equivoci, le aggiunte o le sottrazioni che oggi minacciano quel sacramento. Dunque una catechesi, in uno stile che sa essere al contempo dotto e divulgativo, seguita da una sorta di 'manuale per l'uso'. Alla base di tutto quanto succede nella Catholica ormai da decenni, c'è quanto l'autore denunciava anche nei libri precedenti: quella 'svolta antropocentrica che ha portato nella Chiesa molta presenza dell'uomo, ma poca presenza di Dio'. La sociologia invece della teologia, il Mondo che oscura il Cielo, l'orizzontale senza il verticale, la profanità che scaccia la sacralità. La sintesi cattolica - quella sorta di legge dell'et-et, di unione degli opposti che regge l'intero edificio della fede - è stata troppo spesso abbandonata per una unilateralità inammissibile." (dalla prefazione di Vittorio Messori)
"La laborem erecens" (1981) è l'enciclica che Giovanni Paolo II dedica al tema del lavoro. Scritto insuperato e oggi ancora attualissimo, si pone sulla scia delle grandi riflessioni in particolare di Smith, Hegel, Marx e Weber. L'autore sintetizza la teologia del lavoro di papa Wojtyla, così importante per la formazione e l'ascesa del movimento di Solidarnosc che guida la rivoluzione polacca e dà origine al crollo del blocco sovietico. Il lavoro, categoria fondamentale dell'umano, non è luogo di alienazione ma il modo con il quale l'uomo serve Dio proseguendo la Sua opera creatrice e contribuendo alla costruzione di un mondo migliore e più bello. Con un'intervista a Lech Walesa sulla vicenda polacca e l'esperienza di Solidarnosc.
Registro dei Confermati. Formato rilegato con copertina rigida cm.25x35.
Tutte le verità rivelate procedono dalla stessa fonte divina e sono credute con la medesima fede, ma alcune di esse sono più importanti per esprimere più direttamente il cuore del Vangelo. In questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell'amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto" (Evangelii gaudium, n. 36). Queste parole programmatiche di Papa Francesco ci invitano ad una riflessione sul luogo della morale all'interno dell'evangelizzazione ecclesiale e sul modo di attualizzare la proposta morale nella realtà odierna.
Il volume raccoglie gli scritti di Mons. Mario Oliveri, Vescovo di Albenga Imperia dal 1990. Gli scritti di venticinque anni del Vescovo teologo sono stati raccolti e pubblicati in gran parte già sulla rivista diocesana, altri invece sono stati rinvenuti dall'archivio personale.
Le guerre di religione sono tornate: le violenze dei califfati in Medio Oriente e in Africa, i pericoli di conflitto tra Paesi sunniti e sciiti, gli attentati terroristici di matrice islamica in Occidente (da Charlie Herdo al Bataclan), il reclutamento di militanti islamisti nei quartieri periferici delle grandi città europee, la persecuzione dei cristiani. Oltre alle guerre di religione ci sono poi le guerre alla religione: in molti Paesi occidentali si vuole mettere il Cristianesimo fuori legge. Se un vescovo non può criticare una legge francese pena la denuncia, se si rischia il carcere con l'accusa di omofobia, se le Femen possono devastare impunite Notre Dame, se l'obiezione di coscienza è sempre più minacciata, significa che l'Occidente ha dichiarato guerra al Cristianesimo. Gli autori di questo libro scavano dentro questi fenomeni con acume ed onestà intellettuale, aprendo interpretazioni e valutazioni inusitate, ben diverse da quanto propone solitamente la versione ufficiale.

