
«Se tu, al sentir presto, rispondi: Io!» (RB, Prol. 16) Quando Gesù ci chiama a seguirlo, viene a rispondere al desiderio di vita e di felicità che portiamo nel nostro cuore. Sentendo una vocazione, il cuore umano emerge come dai flutti del mare per manifestare che c'è, e che c'è appunto come domanda di vita, come domanda di salvezza. Ed è allora che nell'uomo si afferma l'io, un'identità, il suo essere persona. Lo stupore di fronte alla bellezza della presenza di Cristo che ci chiama a Lui è l'impegno esaustivo e inesauribile della vocazione, e ciò che rigenera nell'incontro con Cristo la gioia e fecondità della nostra sequela, rendendola feconda di gioia per gli altri. Una vocazione è compiuta, non quando è perfetta, ma quando è meravigliata, come all'inizio. È possibile da subito, questa pienezza, se lo sguardo, il cuore, è aperto ora, disarmato, alla bellezza di Gesù Cristo. «Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo!"» (Lc 19,5). La nostra bellezza è lo stupore di fronte a Cristo che ci chiama ora.
La natura della Chiesa è spesso fraintesa, ridotta a istituzione umana o a una sorta di società tra le altre. Charles Journet (1891-1975), nella sua lunga ricerca teologica, ha, invece, mostrato che è innanzi tutto Mistero. La sua ecclesiologia, fondata sulla dottrina di san Tommaso, ha trovato l'approvazione di Paolo VI, che lo volle al Concilio Vaticano II, ed è sostenuta da Jacques Maritain.
Il presente libro non vuole essere altro che un'introduzione a un pensiero vasto, profondo e penetrante, come è stato quello del cardinal Journet
Il volume, prendendo in considerazione sistematicamente tutta la parte generale della struttura latina, insiste sugli aspetti microlinguistici frequenzialmente più rilevanti e sulla comparazione tra italiano e latino per quelle parti in cui le interferenze possono pregiudicare la produzione scritta. Obiettivo specifico è di legare l'apprendimento della lingua allo studio dei testi canonistici.
Fine agosto 1914. L’esercito tedesco riduce Lovanio quasi completamente in cenere: più di 1000 palazzi sono distrutti; più di 200 civili uccisi. La prestigiosa biblioteca dell’Università Cattolica è completamente distrutta dalle fiamme. Benedetto XV non reagisce pubblicamente e il suo silenzio, in quei primi mesi del primo conflitto mondiale, preoccupa e irrita cattolici e non. Dal Natale 1914 è attivo a Roma un club segreto composto da rappresentanti di cinque nazioni, che sotto la guida di mons. Simon Deploige, professore a Lovanio, tenta di cambiare l’orientamento della diplomazia pontificia in favore degli alleati e così rompere il monopolio della propaganda militare tedesca. L’azione clandestina è rimasta segreta fino ad oggi. Due manoscritti – un rapporto segreto scritto da mons. Paulin Ladeuze, rettore dell’Università lovaniense e le note manoscritte di mons. Eugenio Pacelli – muovono la scena. Supportato da materiale archivistico inedito, l’Autore apre con acribia uno spiraglio sul complesso mondo della diplomazia vaticana del tempo. Il finale della storia è sorprendente e provocatorio per le interpretazioni del pontificato di Benedetto XV e getta una luce singolare e nuova sul giovane Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII.
Don Luigi Giussani, tra le personalità più significative del cattolicesimo italiano (e non solo) del Novecento, è perlopiù noto per il suo genio educativo e per le realtà ecclesiali nate dal suo carisma. È stato però anche un teologo colto e originale, autore di numerosi testi che devono essere ancora scandagliati e studiati a fondo. Il suo pensiero non nasce da una riflessione astratta, ma dall'incontro vivo con i suoi studenti, cui desidera riproporre sempre di nuovo il cristianesimo nel suo fascino e nella sua profonda ragionevolezza, e trae linfa dal confronto con molte importanti figure del mondo teologico: de Lubac e von Balthasar, Guardini e Ratzinger, Niebuhr e Newman, solo per citarne alcune. Una qualificante apertura "ecumenica" spinge poi Giussani a valorizzare esperienze umane, religiose, intellettuali e artistiche di ogni tipo. La Facoltà di Teologia di Lugano, ricordando che il suo fondatore, mons. Eugenio Corecco, di don Giussani è stato discepolo, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua fondazione, ha organizzato un convegno scientifico, il primo a livello internazionale tenuto in Europa, sul pensiero teologico del sacerdote ambrosiano. Il presente volume contiene i contributi di Stefano Alberto, Maria Bocci, Massimo Borghesi, Francesco Braschi, Edoardo Bressan, Aleksandr Filonenko, Onorato Grassi, André-Marie Jerumanis, Sobhy Makhoul, Giulio Maspero, Paola Mazzola, John Milbank, Antonietta Moretti, René Roux, Alberto Savorana, Jacques Servais (cui si aggiungono brevi saggi di Romeo Astorri, Michael Konrad, Marco Lamanna, Ezio Prato e Monica Scholz-Zappa), nonché la lectio magistralis del Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Juliàn Carrón.
Il volume raccoglie alcuni interventi del cardinale Carlo Caffarra tra il 2009 e il 2017, diversi dei quali scritti nell'ultimo periodo della sua vita, un paio addirittura mai pronunciati, a causa della morte improvvisa. È strumento pastorale e teologico per affrontare questioni impellenti tanto per la vita personale quanto per la società: procreazione, sessualità, cura, tecnologia, medicina. Il libro è un invito - rivolto a credenti e non credenti - a riflettere su alcuni temi decisivi del vivere personale e civile: coscienza, natura, vita, famiglia, amore, bene comune, politica e leggi civili. In esso traspare l'animo del pastore, sensibile alle inquietudini del suo tempo e desideroso di illuminarle alla scuola del Vangelo. La collezione di testi raccolti in questo volume è una finestra che apre al pensiero, profondo e fecondo, del Cardinale Caffarra, proiettando una luce, che illumina la vita della Chiesa e della società tutta.
Il volume approfondisce le relazioni vigenti tra Maria e lo Spirito Santo nel loro mutuo partecipare all'opera salvifica di Cristo e collaborare alla santificazione della Chiesa. Per esprimere tale mistero di comunione tra la Beata Vergine e il Paraclito, per molti secoli ci si è serviti del titolo di "Sposa dello Spirito Santo". Il testo di Lumen Gentium non l'ha invece adottato; sostituendolo, anzi, al capitolo Vili, con la definizione di "Tempio dello Spirito Santo". L'autore, dunque, indaga i motivi di tale scelta, quali conseguenze ne siano derivate in ambito mariologico e, soprattutto, quale posto sia stato dato e si possa ancora concedere all'appellativo di "Sposa dello Spirito Santo" all'interno della teologia contemporanea, valutando al contempo in che rapporto esso si ponga con l'espressione preferita da Lumen Gentium. Una ricerca fondata sulle solide basi di un approfondimento biblico e patristico intorno al tema della sponsalità con Dio e a quello delle relazioni sussistenti tra Maria e il Paraclito, facendo poi memoria dell'utilizzo del titolo nella storia, in modo particolare dal Medioevo fino alle soglie del Concilio Vaticano II, senza trascurare i preziosi apporti forniti dal Magistero pontificio.
Il vincolo coniugale, studiato nel complesso dell'«edificio» sacramentale, presenta delle caratteristiche particolari. Mentre alcuni sacramenti generano un carattere, che lega il soggetto in maniera indissolubile al Corpo di Cristo e lo proietta all'incontro escatologico, il vincolo matrimoniale genera secondo alcuni teologi un «quasi-carattere», in quanto apporta una quasi-consacrazione, anche se non una trasformazione escatologica, che va al di là della morte. Il matrimonio richiama alle realtà di questo mondo creato, facendo sì che gli sposi, vincolati fino alla morte, entrino nello stesso cammino di Cristo Sposo con la Chiesa Sposa, conducendo tutta la realtà creata verso la trasformazione in Cristo.
Le prospettive offerte alla riflessione nei due giorni di Convegno nazionale Scienza & Vita (maggio 2017), oggi riproposte e fissate in questo nuovo Quaderno, hanno mostrato le diverse sfaccettature dell'approccio integrale alla questione della cura: il tema del dolore e della sofferenza, letti con lo sguardo dell'antropologia, della teologia biblica e della scienza medica; le esperienze di accoglienza e di condivisione del dolore e delle difficoltà, secondo la prospettiva di coloro che per scelta professionale o di volontariato affrontano e partecipano alle storie di fragilità; le storie di vita, attraverso le parole dei protagonisti che hanno vissuto e vivono fino in fondo l'esistenza segnata da quel dolore che non cancella l'umano, ma lo rende "normale", perché accolto ed accettato come parte della esperienza di vita. Ci pare di poter concludere che la cifra che ha segnato tutto il Convegno, e che ben si riverbera nei contributi che oggi proponiamo ai nostri lettori, è stata la parola "relazione", perché di fronte al dolore siamo tutti poveri ma mai soli, se vengono messi in opera quei mezzi terapeutici e quelle attitudini umane che consentono insieme di rendere meno acuto il senso finito del nostro esistere. [05/06/2018 15:27:18] paolo pepi: La rinascita del pensiero femminile cristiano - in questo secondo decennio del Duemila - non giunge certo per caso. Come sempre, è la storia a reclamarla: sono soprattutto le ondate culturali, spesso aggressive e confuse, come le teorie del gender, a richiamare l'attenzione dei credenti sulla necessità di approfondire il quadro dei valori fondativi della civiltà occidentale che, anche grazie al cristianesimo, si è innervata dell'origine antropologica sorta dall'unità duale, dal femminile e dal maschile. Ma siamo di fronte anche ad un preoccupante problema di deserto demografico, in Italia in modo particolare, che richiede una lettura intelligente e critica del ruolo della donna nell'Occidente. L'Associazione Scienza & Vita, da sempre attenta ai mutamenti culturali e alle questioni sociali che premono sul tessuto della società civile, priva ormai di un ethos condiviso, non poteva che cogliere questa sfida, anche in riferimento al contemporaneo progetto del Ministero della Salute, volto a sensibilizzare soprattutto il mondo femminile sull'importanza personale e sociale della fertilità.
L'immagine di Cristo risorto che si abbassa per rialzare Adamo ed Eva evoca la grazia pasquale che va incontro alla coppia umana raggiungendola fin nel profondo dei suoi abissi. I racconti evangelici della risurrezione mostrano che l'esperienza del mistero pasquale riveste spesso la torma primigenia di una delusione o di una morte a se stessi, attraverso il distacco dalle proiezioni, dalle aspettative umane o dalla propria immagine idealizzata, per diventare, successivamente, il luogo dell'accesso alla rivelazione del Mistero della salvezza e alla confessione pasquale. Questa avventura interiore, spesso descritta dai mistici come l'esperienza della notte oscura, si ricollega all'esperienza di una determinata notte dell'esistenza coniugale, da cui scaturisce una chiamata alla fede e alla salvezza. L'esistenza di ogni battezzato, qualunque sia il suo stato di vita, è immersione pasquale nella morte e risurrezione di Cristo. La forma pasquale del matrimonio cristiano si impernia nell'indissolubilità dell'una caro, ossia nel dono totale di sé nella carne, che è partecipazione reale all'amore di Cristo per la sua Chiesa: morte a se stessi che diventa morte per l'altro in Cristo e sorgente feconda della vita del Risorto.