
A inizio 1995 la rivista "Liberal" aveva proposto al Cardinal Martini e a Umberto Eco di aprire un dialogo. Questo libretto aveva poi riportato nel 1996 le lettere che i due si erano scambiati, ed era stato tradotto in seguito in sedici paesi. Anche in ricordo di un protagonista dei tempi nostri l'editore ritiene opportuno ripubblicare questo scambio epistolare che si è svolto in modo cordiale e franco sui problemi di importanza capitale che hanno spesso diviso i credenti da i non credenti, dal senso della storia al problema dell'aborto, dal sacerdozio delle donne alle possibilità di un'etica comune sia a chi crede che a chi non crede.
Una donna racconta di sé. E della passione bruciante per un uomo più giovane di lei, che finalmente lascia il segno in un'esistenza grigia, imprigionata in un matrimonio deciso a sangue freddo. Descrive nei dettagli i loro incontri, i baci, i più riposti segreti della loro intimità. Lasciando sullo sfondo lo scenario in cui si svolge la storia, ripercorre la sua vita e le sue molte ombre alla ricerca del punto di non ritorno. Voleva fare l'attrice, un tempo, e ne avrebbe avuto tutti i numeri, se non fosse intervenuta a sbarrarle la strada un'inesorabile vocazione al fallimento. Testimoni o complici, la seguiamo nei labirinti della sua mente, attraverso le ambigue proiezioni dell'arte e dell'amore. Assistiamo come dal buco della serratura a giochi erotici sempre più mozzafiato, in uno sconcertante thriller dei sentimenti, all'inseguimento di una verità che trascende i fatti e diventa un'indagine esistenziale. Ma il giovane commissario incaricato di risolvere il caso nel quale la protagonista si trova coinvolta arriverà a conclusioni inattese. Mariolina Venezia costruisce un noir dal ritmo incalzante, con una scrittura precisa come una lama che seziona eventi e caratteri riducendoli all'osso, in un tango freddo e appassionato di amore e morte.
"Vita migliore" racconta di Deki, un ragazzo serbo che all'inizio della storia ha dodici anni e mezzo e poco alla volta diventa adolescente, ma parla anche dell'Ingegnere suo padre, di Sve sua madre, della sua nonna-vampiro, e di Ivana, di Milica, di Uros il Piccolo, di Scabbia, di Mihailo. Racconta del quartiere 62° nord della Nuova Belgrado, dei ragazzi che vivono nei palazzoni grigi costruiti dal regime titoista e passano i pomeriggi sui cubi di cemento nei cortili tra un edificio e l'altro. Racconta dell'amicizia, del senso di appartenenza. Racconta della scoperta del sesso, di palpeggiamenti e innamoramenti, di inseguimenti, di estati arroventate, di bagni nel fiume Sava, della ricerca di un'identità difficile da trovare e ancora più da conservare. Racconta di una generazione che cresce tra le rovine di un sistema totalitario, molto più coinvolta nelle rivalità tra i diversi quartieri che nei conflitti interetnici e di religione. Racconta del Maresciallo Tito, in pagine esilaranti che si inseriscono tra le vicende del protagonista. Racconta della violenza latente, di ragazzoni che girano per i quartieri periferici con le pistole sotto il golf in cerca di pretesti per usarle. Racconta delle conseguenze della guerra. Con una nota di Andrea De Carlo.
Per il carisma di una personalità vitale e ricca di sorprese, per la copertura mediatica di cui usufruiva ogni sua iniziativa, Giovanni Paolo II appare il pontefice meno "segreto" dell'era contemporanea. Pure, non molti possono dire di conoscere davvero il suo pensiero filosofico, inteso come un corpus unico e coerente. Acutissima analisi di tale pensiero, condotta con rigore e passione, l'opera di Giovanni Reale mette nella giusta luce questo aspetto dell'eredità del pontefice, dimostrando come la filosofia di Wojtyta segua - prima e dopo l'elezione al pontificato - una identica linea di straordinaria coerenza e completezza, concentrandosi sul concetto dell'uomo non semplice "individuo" ma "persona": un "io" che può essere davvero tale soltanto in rapporto al "Tu" divino. Reale analizza sia le opere più strettamente filosofico-teologiche di Karol Wojtyta, sia le sue opere poetiche e teatrali, spiegando come le une e le altre concorrano a costituire quell'unico e complesso corpus filosofico che è il pensiero di Giovanni Paolo II. Strumento per entrare nell'opera di un filosofo moderno, forse poco conosciuto o riconosciuto come tale, "Un pellegrino dell'Assoluto" conduce i lettori lungo le vie delle verità analizzate da Wojtyta per raggiungere quel tesoro il cui pensiero induce a rinunciare gioiosamente a ogni altro bene.
Duro, incalzante, corrosivo "Il sale rosa dell'Himalaya" racconta la disavventura di Giada Carrara, una trentenne milanese. Tutto ha inizio il 13 febbraio, in una sera di pioggia, mentre la ragazza aspetta un ospite molto importante, anzi, decisivo. La cena è pronta, ma, poco prima che l'uomo arrivi, mossa dall'assurda necessità di aggiungere una nota esotica ai sapori della serata, Giada esce di casa per comprare del sale rosa dell'Himalaya. I tacchi, il telefono, i capelli lisci, la fretta, l'attesa di un uomo che potrebbe cambiare il corso delle cose... All'improvviso entrano in scena due sconosciuti che stravolgeranno i suoi programmi, cambiandole la vita in modo ben diverso dalle aspettative. Giada vuole farsi strada. È furba, ma purtroppo scopre di esserlo molto meno della somma delle furbizie altrui. La sua lotta per affermarsi nel lavoro diventa, dopo quella sera di pioggia, la lotta della "biondina di via Massena" contro il mondo. Un conflitto non solo contro i cattivi conclamati, i mostri espliciti: anche contro i nemici sottotraccia che sono ovunque, dove meno te li aspetti, impliciti. "Il sale rosa dell'Himalaya" racconta l'avventura di Giada a partire dal momento in cui nulla potrà più essere come prima. Un romanzo sul tradimento e la sopraffazione, descritti con il tono distaccato e beffardo di Camilla Baresani, in un continuo contrappunto tra il dentro e il fuori di Giada.
Lionel Essrog, per tutti Testadipazzo, ha la tendenza a cacciarsi nei guai: la sindrome di Tourette lo rende un ribelle dalle frasi sconnesse, violento e pieno di imprevedibili tic. Senza genitori e senza pace, la sua esistenza è colorata da urla e pugni sferrati all'improvviso. La sua salvezza si chiama Frank Minna, un mafioso di poco conto a Brooklyn, che lo tira fuori dall'orfanotrofio e lo trasforma nel suo tirapiedi. Quando però Minna viene pugnalato e il suo corpo senza vita gettato in un cassonetto, Testadipazzo si mette sulle tracce dell'assassino per difendere il suo fragile mondo, ingabbiato dalla malattia ma assetato di giustizia. Un noir che consegna alla letteratura contemporanea un personaggio esploratore dei bassifondi di New York con la stessa caotica determinazione con cui affronta il labirinto della propria mente.
"La vita non è un letto di rose. È difficile, complessa. Molto di rado si è vivi nel vero senso della parola: nascere è una cosa, vivere un'altra. Si tratta della sfida più grande che esista." In questo libro Osho sollecita questo risveglio con leggerezza, giocando con aneddoti, storielle, barzellette che rendono evidente come l'inconsapevolezza non paghi e non dia soddisfazione. Osho risponde alle domande di quanti lo interrogano e si interrogano con un invito semplice: occorre attivare e attivarsi all'interno della propria dimensione interiore, là dove dimorano talenti e qualità essenziali assopite. Nel testo vengono quindi suggeriti diversi metodi per porsi di fronte alla vita in modo nuovo, per non lasciarsi sopraffare dal flusso di reazioni, impulsi, abitudini, condizionamenti, stereotipi, pregiudizi. È il potere della fragilità, la cui forza non si misura in termini di imposizioni ma di benevolenza.
Insidiato dai negozi online e dai supermercati, minacciato dall'e-book e dalla crisi, il libraio resiste come un soldato cbe crede molto, moltissimo, nella sua missione: presentare ogni giorno ai lettori storie e idee in forma di libro, scegliendo con esperienza e passione tra le migliaia di proposte che affollano i cataloghi degli editori. Tra gli scaffali, Don Chisciotte e Maigret, libri di ricette e casi letterari nelle varie sfumature si spartiscono l'attenzione degli acquirenti senza risparmiarsi colpi bassi. Loro, i lettori, si difendono come possono, confortati dall'inserto del giornale di fiducia e da una sana diffidenza. "Chiuso per Kindle" è un viaggio nella vita quotidiana di una libreria, un'irresistibile galleria di clienti raccontata da chi lavora dietro la cassa, la cronaca senza omissioni delle cattive abitudini dell'editoria nell'era del best seller a tutti i costi. Ma è anche, e soprattutto, un atto d'orgoglio nei confronti di un mestiere insostituibile, che nessun tablet potrà sconfiggere. Massimiliano Timpano e Pier Francesco Leofreddi sono due librai, vivono e lavorano a Roma.
Lavorare manca, a chi il lavoro non lo trova ma anche a chi un lavoro ce l'ha: perché chi ci ha insegnato sin da bambini che il lavoro nobilita l'uomo ci ha fatto una promessa di felicità che è stata drammaticamente disattesa. E per noi italiani, che il lavoro l'abbiamo messo a fondamento della nostra repubblica, vederlo calpestato rappresenta una disastrosa sconfitta. "Lavorare manca" intreccia il racconto autobiografico alla polemica amara contro il liberismo e la globalizzazione finanziaria; e fa emergere le debolezze, la lentezza, l'inerzia del sistema Italia.
Gus non crede ai suoi occhi quando trova una vera mummia nel suo letto: è tutta bendata, e dal naso, sotto le bende, gli colano strani liquidi. Che schifo! Da dove arriva? Semplice, è stata riportata in vita da un fulmine mentre veniva trasportata al Museo Egizio. E ora ha bisogno di una casa e di un nuovo amico... È vero, Tommy puzza da morire, però è capace di disegnare, di giocare a calcio come in campione e persino di andare in bicicletta! Così, lui e Gus diventano grandi amici. C'è solo un piccolo problema: a casa da solo Tommy si annoia moltissimo, e il papà di Gus decide di mandarlo a scuola. È solo l'inizio di una lunga serie di guai. Che cosa può succedere se i compagni scoprono che Tommy non è un bambino, ma una vera mummia d'Egitto? Età di lettura: da 7 anni.

