
Sulla scia di una storiografia recente, per la quale "la pietà è un sentimento indispensabile per chi scrive di storia", perché "aiuta a vedere le cose dal basso e non dall'alto" (per usare le parole di Giampaolo Pansa, I vinti non dimenticano, Ed. Rizzoli, 2010, che non a caso compongono la quarta di copertina del volume), Bergna prende in considerazione i fatti accaduti nei mesi immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, trattando in particolare le morti violente di cui furono vittime i fascisti, o presunti tali, in quei giorni tribolati. L'area considerata è quella della Brianza centro-meridionale, il metodo è quello della ricerca storica ottimamente documentata e puntuale: paese per paese vengono presentati numerosi casi, supportati da documenti dell'epoca, molti dei quali inediti, e articoli giornalistici.
La tranquilla vita di Lorenzo, un impresario edile brianzolo, appassionato del suo lavoro e che si diletta di cucina, viene movimentata dal ritrovamento in uno dei suoi cantieri di una tomba celtica risalente al III secolo A.C., contenente i resti di un uomo e di una donna. Prima della denuncia del ritrovamento, Lorenzo non resiste all'impulso di impossessarsi di alcuni reperti della tomba, una collana e una scatola contenente dei papiri. Nell'arco dei cinque giorni successivi, tanto è il tempo in cui il romanzo si sviluppa, il protagonista è iniziato al mondo celtico, a lui sconosciuto, da tre donne, Gianna, Gloria e Brigitta, che incontra casualmente, così almeno lui ritiene. In realtà le tre donne perseguono un piano ben preciso che ruota attorno a Lorenzo, inconsapevole protagonista, e a un essere misterioso che è il punto focale di una storia iniziata proprio in quel luogo più di duemila anni prima. C'è un legame tra Lorenzo e i resti di quella tomba e c'è un destino a cui le tre donne, fate o streghe che siano, lo condurranno.
Questo volume ci riporta indietro nel tempo, per riscoprire le coltivazioni tradizionali, le colture e i prodotti tipici del nostro territorio, promuovendo il gusto per un'alimentazione più sana, più genuina e più saporita. Illustra le tecniche per realizzare oggi "l'orto dei nonni", un moderno orto biologico familiare nell'ambiente montano e in quello lacustre, con concimi e antiparassitari naturali. Questo significa riappropriarsi delle tradizioni locali e occuparsi del territorio toccando con mano la terra, per ritornare a uno stile di vita più naturale: l'orto resta quindi un luogo speciale, dove faticando è possibile conquistarsi la serenità dell'animo e godere del benessere fisico della vita all'aria aperta.