
Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent'anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall'inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d'altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro. In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.
La musica ha sempre fatto parte del mondo di Giancarlo Lucariello, sin da quando era bambino, ma è stato solo in seguito a un grave incidente che ha preso la decisione di farla diventare il suo mestiere. Con incredibile anticipo sui tempi, dopo aver ottenuto un posto come assistente alla direzione presso un'importante etichetta discografica milanese, Lucariello rischia il tutto per tutto pur di seguire il suo progetto: fare il produttore artistico. E, nello specifico, il produttore dei Pooh, che allora attraversavano un lungo periodo di crisi e incertezze. Il risultato raggiunto da Lucariello è straordinario: i cinque album da lui prodotti - Opera prima, Alessandra, Parsifal, Un po' del nostro tempo migliore e Forse ancora poesia - non solo hanno dato nuova linfa al gruppo, ma hanno anche fatto scuola nel panorama della musica leggera, dove per la prima volta si sono sentiti gli echi della musica sinfonica e delle grandi arie dell'opera, grazie alla visione coraggiosa e fuori dagli schemi di un produttore che voleva fare musica e non solo canzoni di successo (per quanto il successo non mancherà: basti pensare a canzoni senza tempo come Pensiero, Tanta voglia di lei, la stessa suite di Parsifal...) Ora Giancarlo Lucariello ricorda, come in una sorta di memoir al tempo stesso personale e collettivo, la storia di questa avventura, ripercorrendo le scelte - musicali e non - che hanno portato alla nascita di questi storici album che hanno fatto cantare e innamorare intere generazioni; racconta il grande lavoro che c'è stato dietro, i retroscena di una creatività eccezionale e di un progetto controcorrente, le ore passate negli studi di registrazione: il risultato è un libro unico e ricco (di immagini, testi da leggere e canzoni da ascoltare) e assolutamente da non perdere non solo per chi ama i Pooh, ma anche per tutti quelli che di musica vivono.
Fatta passare per millenni come una storia meravigliosa e travagliata, a tratti cruenta ma destinata a buon fine, l'Odissea spiazza da subito il lettore con il suo incedere altalenante e il suo scarso equilibrio, visto che le peripezie di Ulisse tra maghe e ciclopi, sirene e mostri marini, che tanto hanno affascinato i lettori di ogni epoca, impegnano a malapena un sesto di un poema che è dedicato piuttosto, nella sua parte preponderante, ai preparativi di un massacro tremendo e immotivato, quello dei cosiddetti «proci», i pretendenti di Penelope: una strage che, a dispetto di tante fantasmagorie di facciata, costituisce il vero obiettivo della narrazione. Eppure, alcune vistose incongruenze dovrebbero mettere subito in allarme: qual è lo scopo dell'inspiegabile viaggio di Telemaco, rischioso e apparentemente inutile, che apre il poema? E perché Ulisse, atteso da dieci anni, si ripresenta a Itaca in sincronia perfetta con il viaggio del figlio, e per giunta da solo, pur essendo partito con un gran seguito di navi e di compagni? E come è possibile che egli non venga riconosciuto subito da un servo fedele, da sua moglie e da suo padre? A partire da queste domande, Giovanni Kezich scopre nel poema una trama nascosta che ci porta lontano dalle rassicuranti convenzioni della poesia eroica e ci introduce in un ambito enigmatico come quello di un giallo, una sciarada elusiva e tendenziosa che cerca di occultare una certa verità raccontandocene un'altra: come se il vero obiettivo dell'Odissea non fosse il glorificarsi delle gesta del suo protagonista, ma l'addolcire con le arti della poesia il rimorso per la strage di raggelante brutalità che, a dieci anni dalla caduta di Troia, si è consumata in un'isola remota lasciata a se stessa, dove il re non era mai tornato. Forte di un'intuizione folgorante maturata a contatto con il testo di Omero, "Ulisse non è lui" non è la semplice enunciazione di uno scoop interpretativo, ma una rilettura approfondita, illuminante e fascinosa del poema più letto e più amato della storia: una scommessa, ambiziosa e coltissima, che punta a riconsiderare daccapo l'Odissea come un documento antropologico, che può forse raccontarci, dell'antica civiltà greca come di noi stessi, molto più di quello che sinora abbiamo saputo capire.
Joe Biden è stato testimone e protagonista di una fase fondamentale della storia americana. In "Promesse da mantenere" rivela ciò che queste esperienze gli hanno insegnato su se stesso, i suoi colleghi e le istituzioni degli Stati Uniti d'America. Con l'onestà e lo spirito che gli sono consueti, Biden racconta com'è cresciuto in una famiglia multigenerazionale fervidamente cattolica a Scranton, in Pennsylvania, e a Wilmington, nel Delaware; come ha superato una tragedia personale, una grave malattia e alcune battute d'arresto nella sua carriera politica; e ancora, il suo rapporto con presidenti, leader mondiali e legislatori dei due principali partiti statunitensi, e il modo in cui ha diretto i lavori di commissioni senatoriali altamente influenti. Attraverso questi e altri ricordi, Biden ci mostra come i princìpi ispiratori da lui appresi nella prima parte della sua vita - lavorare per migliorare la vita delle persone, onorare la famiglia e la fede, dare valore alla perseveranza, alla franchezza e all'onestà - siano il fondamento su cui ha basato il suo lavoro di una vita come marito, padre e uomo pubblico. "Promesse da mantenere" è una raccolta di riflessioni intime di un politico che ha superato numerose sfide prima di diventare il leader della più grande potenza occidentale, ma che è rimasto soprattutto un uomo che ancora si rifiuta di cedere al cinismo dilagante, e firma un emozionante vademecum per il futuro degli Stati Uniti, e del mondo intero.
Politicamente controverso, anarchico e conservatore al tempo stesso, accusato di essere fascista dagli uni e comunista dagli altri, sempre controcorrente, sempre fuori dagli schemi: Indro Montanelli è stato, ed è ancora oggi, una figura decisiva e divisiva. Penna eccellente, giornalista di razza e anche storico amatissimo dal pubblico, è stato per anni inviato speciale del «Corriere della Sera» prima di lanciarsi nell'avventura de «Il Giornale» e poi de «La Voce»: dalle pagine dei quotidiani e con i suoi fulminei editoriali ha sempre espresso il suo punto di vista - puntuale, acuto, spesso provocatorio e irriverente - guadagnandosi antipatie e simpatie da ogni parte, ma imponendosi, volenti o nolenti, come una delle voci più autorevoli del Novecento italiano. Una voce caustica, critica, impossibile da ignorare. A vent'anni dalla sua morte, Alberto e Giancarlo Mazzuca tracciano il ritratto appassionato e sincero di un uomo che è stato sì un simbolo, talvolta suo malgrado, di un secolo della storia dell'Italia, ma anche e prima di tutto, per i due autori, un maestro, un direttore esemplare e una figura di riferimento. Dalle prime esperienze in Africa ai servizi come inviato di guerra in Spagna e Ungheria, dallo scoop su Hitler al difficile rap- porto con Berlusconi, dall'attentato di cui fu vittima nel '77 alle recentissime polemiche sulla sua figura (e la sua statua): Indro Montanelli non smette di essere attuale.
«Il futuro non è più quello di una volta», diceva Paul Valéry. E oggi più che mai, nel mondo dopo la pandemia, è diventato necessario ripensare al domani che ci aspetta. Ma in uno scenario che appare catastrofico e che impone di essere riconsiderato in tutto e per tutto, la prospettiva ambientale potrebbe essere l'unica risposta adeguata per fronteggiare le sfide che il presente ci pone. Siglare un nuovo Patto Atlantico delle democrazie aiuterebbe non solo a sconfiggere il virus, ma anche a ricostruire l'economia e proteggere il clima; sarebbe un tentativo per rendere concreta una solidarietà soltanto proclamata. Per seguire questa direzione bisogna però ripensare il rapporto tra mercato e ambiente, tra economia ed ecologia: l'una sopravvive solo se sopravvive anche l'altra. C'è bisogno di un'economia che rispetti l'uomo e il pianeta; che includa; che sia al servizio del bene comune; che non sia di ostacolo al cammino verso un mondo diverso. Dalla carbon tax alla regolamentazione ambientale tra Stato e Regioni, dalle nuove prospettive di inurbamento e migrazione alla tutela del paesaggio e della biodiversità, dalla rinascita delle comunità locali alla questione climatica: la nostra Carta costituzionale può indicarci la via da seguire, affinché il bilancio tra profitto e ambiente non risulti più squilibrato a esclusivo vantaggio del primo. Una riflessione lucida e appassionata sul futuro del nostro ecosistema. Un appello accorato per rinnovare il "patto dell'arcobaleno" con cui si concluse il primo diluvio universale di fronte alla minaccia incombente di una nuova catastrofe: ambientale, climatica, giuridica e sociale.
Le ferie alla dacia per coltivare patate e le vacanze dei mafiosi nell'unico albergo di lusso del Mar Nero. L'infanzia di Gorbaciov, scolaro modello e attore mancato in un villaggio di contadini, e la ricetta dell'ex braccio destro di Stalin, convinto che basterebbe dare «pane e salame» a tutti per riportare l'ordine. La febbre della roulette nei casinò di Mosca e la fame a Leningrado come al tempo dell'assedio nazista. La nuora di Trotzkij sopravvissuta al Gulag che ha paura di doverci tornare e i restauri di Lenin imbalsamato nel mausoleo sulla Piazza Rossa. Un conflitto pirandelliano sulle montagne del Caucaso e un massacro con i carri armati sulle rive del Baltico. Il coro del Nabucco per difendere Riga e il vento dell'Islam fra le moschee di Samarcanda. Una notte con la Milizia per le strade della capitale e la cronaca del drammatico «golpe rosso». Un colloquio nei corridoi con il capo del Kgb e l'ultima intervista al Cremlino con Gorbaciov che si è appena dimesso.
"Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari " - bestseller amato e letto in tutto il mondo - termina nel 2008, quando Enaiat parla al telefono con la madre per la prima volta dopo il lungo e avventuroso viaggio che dall'Afghanistan l'ha condotto in Italia, a Torino. Ma cosa è successo alla sua famiglia prima di quella telefonata? In quali modi è rimasta coinvolta dalla "guerra al terrore" iniziata nel 2001? E com'è cambiata la loro vita e quella di Enaiat da quando si sono ritrovati fino a oggi, al 2020? Ora che non è più un bambino, ma con la stessa voce calda che abbiamo imparato ad amare, Enaiat ci accompagna attraverso la vita sua e non solo, lungo un pezzo di storia che riguarda tutti. Il rapporto a distanza con la madre; la violenza del fondamentalismo; l'amore e le amicizie italiane; il ritorno in Pakistan; un secondo ritorno in Italia; una nuova casa; un dolore lancinante, e la gioia enorme, inattesa dell'incontro con Fazila. Con leggerezza Fabio Geda torna a raccontare una storia pura, delicata e più che mai necessaria, in cui il dolore della perdita si mescola all'ingenua commozione di chi sopravvive. Una storia vera, che ci ricorda come su tutto vinca la solidità degli affetti, la persistenza della nostalgia e del desiderio, capace di superare le distanze.
"La sicurezza cibernetica è un problema di sicurezza nazionale, se dovesse scoppiare una guerra la minaccia non arriverebbe dai carri armati ma dagli attacchi ai sistemi digitali, dalle torri di controllo agli acquedotti." (Antonello Soro, la Repubblica). Il rapporto tra tecnica e democrazia, pur certamente non nuovo, è divenuto centrale nell'era digitale. L'impatto delle nuove tecnologie sulla vita individuale e collettiva è tale da dover essere affrontato con il massimo grado di consapevolezza ricordando, con Chabod, che nella Storia c'è posto solo per ciò che ha coscienza di sé. La tecnologia digitale ha infatti innescato - con la forza propria delle rivoluzioni epocali e l'intensità delle grandi conquiste dell'Umanità - mutamenti profondi del tessuto democratico e della stessa struttura sociale, sostituendo quei corpi intermedi che la disintermediazione intendeva superare e ridisegnando il raggio di estensione del potere e i confini della libertà. Si tratta di innovazioni che hanno mutato a tal punto e così velocemente i nostri sistemi di valori, le nostre categorie del pensiero, persino la nostra concezione del tempo e dello spazio da renderci troppo spesso prigionieri degli opposti estremismi: del neoluddismo da una parte e della tentazione, al contrario, di delegare la gestione della vita privata e pubblica alla neutralità della tecnica. Questo saggio, rigoroso ma di facile lettura, illustra le innumerevoli implicazioni del rapporto tra tecnica e democrazia, su un orizzonte che spazia da quello propriamente giuridico a quello etico e filosofico, dall'uso degli algoritmi predittivi in economia e finanza alle nuove forme di sfruttamento del lavoro, dall'intelligenza artificiale alla nuova geografia dei poteri, dall'«arbitrato» tra libertà di espressione e dignità nei social network ai trojan, dalla cybersicurezza alla moneta digitale.
Un viaggio nella cultura e nel pensiero di Vittorio Sgarbi: fra opere, citazioni, frasi, suggestioni e pensieri, scritti e selezionati dal famoso critico d'arte.

