
"Ci è stato detto che L* poteva essere, nell'ordine: ipovedente, sorda, autistica, affetta da lesione cerebrale, da malformazione cerebrale, affetta da reflusso gastroesofageo ma per il resto perfettamente sana, affetta da malattia metabolica, da sindrome genetica, da agnosia visiva. A parte la piccola malformazione del lobo temporale destro, probabilmente responsabile dell'epilessia, nessuna di queste affermazioni ha trovato conferma nelle indagini eseguite. Eppure sono tutte un po' vere. L* non è cieca, ma non si guarda intorno come un bambino normale e credo che non abbia mai visto quanto è bella la neve o certi tramonti o alcune espressioni di suo fratello. Non è sorda ma non sente come gli altri, non ride quando si fa una battuta e sembra non sentire la magnificenza di una sinfonia di Beethoven. Non avendo mai avuto una vera diagnosi, le risposte alle nostre numerose e pressanti domande sono arrivate da sole, col tempo, vivendo e aspettando. Vivrà? Crescerà? Parlerà? Camminerà? Correrà? Capirà?". Una storia vera. Il libro è il racconto di un duro percorso di accettazione alla ricerca di una diagnosi che non arriva mai. Ma è anche una testimonianza in cui l'autrice mette a nudo la propria disperazione e l'amore per la propria famiglia, e il modo in cui questi due sentimenti si fondono continuamente, generando un senso di ribellione interiore che solo il tempo potrà smussare. Helen Tricks è uno pseudonimo. L'autrice è una libera professionista e, prima di tutto, una madre.
“La rovina dell’Italia sono stati il trasporto su gomma e l’Autostrada del Sole”. Un romanzo che è anche una guida turistica sui generis, un sorprendente viaggio attraverso un paese stravolto dall’imbecillità umana, in cerca dell’Italia come dovrebbe o potrebbe essere. Enrico Vaime in questa guida sui generis racconta il nostro paese con leggerezza e ironia, attingendo dal prezioso serbatoio di “Omnibus” (in onda tutti i giorni su La 7), osservatorio privilegiato sull’Italia e sulle strane creature che la popolano.
2 giugno 2010, festa della Repubblica italiana. E trionfo del nepotismo. I titoli sono tutti su favori e prebende a figli, cognati e mogli della cricca del terremoto. Il familismo amorale elevato a sistema gelatinoso. Ma la bella società italiana non è soltanto quella dell'Aquila. Attori, cantanti, professori universitari, giornalisti, calciatori: nessuno sfugge alla regola. A partire, va da sé, dai politici. Ma "Tengo famiglia" non è un trattato di sociologia, è il libro di un cronista che fa nomi e cognomi, racconta fatti circostanziati e inediti, denuncia soprusi e nefandezze sull'Italia delle Parentopoli. Senza pietà alcuna. (Prefazione di Pietrangelo Buttafuoco)
Un lungo viaggio negli ultimi 57 giorni di vita di Paolo Borsellino. La sua corsa contro il tempo per individuare gli assassini di Giovanni Falcone. La consapevolezza del giudice della “trattativa” in corso tra mafia e Stato e la sua lotta incondizionata per opporvisi.
«Io accetto, ho sempre accettato più che il rischio […] le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e vorrei dire anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto a un certo punto della mia vita di farlo e potrei dire che sapevo fin dall’inizio che dovevo correre questi pericoli». Paolo Borsellino
Ottobre 1997. Il procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli sta procedendo a indagini delicate sui vertici di Cosa nostra e sulle collusioni con lo Stato. Vive blindato. Mille chilometri più a Nord dello Stivale l'anonima sarda ha sequestrato l'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini. Ai rapitori che pretendono il riscatto si decide di mandare una squadra di Nocs. A guidarla è l'ispettore Samuele Donatoni, caposcorta dello stesso procuratore Caselli. Durante il raid qualcosa va storto. Donatoni resta ucciso. Un solo colpo, tragica fatalità. Poco dopo Soffiantini è liberato e gran parte della banda viene arrestata. Mario Moro, identificato come l'assassino dell'ispettore, muore nel conflitto a fuoco con le forze dell'ordine. Per il delitto Donatoni le indagini del pm di Roma, Franco Ionta, portano alla condanna di quasi tutti i sequestratori. Quando viene arrestata in Australia la mente del gruppo, Giovanni Farina, tocca a lui finire sotto processo. Questo libro comincia da qui. Da un'aula di tribunale dove, udienza dopo udienza, un giudice scopre uno scenario inquietante. I testimoni non sono attendibili. Solo Nicola Calipari racconta dettagli decisamente contrari all'accusa. Il giudice assolve Farina e invita a cercare i veri colpevoli tra le forze dell'ordine. La sentenza è confermata in Cassazione, ma la giustizia si ferma qui. Oggi quel giudice ha deciso di aprire uno squarcio nelle istituzioni, scrivendo un libro. (Prefazione di Furio Colombo)
Il romanzo di Nicholas Nicastro è caratterizzato dalla forte volontà di fare chiarezza su alcuni fatti del passato, focalizzandosi sulle zone d’ombra delle più popolari gesta eroiche. L’autore delinea in maniera eccelsa i suoi personaggi. Ogni frase di questo libro, arriva al lettore in maniera diretta, trasmettendo con immediatezza il suo messaggio. La storia di Antigone e degli antichi greci è ricostruita in maniera dettagliata e precisa. Il coraggio e i travagli interiori di una donna, abbandonata dal padre in una nazione in guerra, hanno un impatto nuovo e moderno. Quella di Antigone è una cosciente resistenza, una storia di coraggio e di straordinaria forza interiore per la difesa dei valori.
Inverno 2016: un'altra stagione piovosa a Londra, seguita da un'umida estate. Ma questa volta succede qualcosa di molto diverso. La diga che regge le acque del Tamigi crolla, trasformando tutta la città in un immenso acquitrino. Quando l'acqua si ritira, sembra riprendere il normale corso degli eventi. Ma il livello del mare comincia ad alzarsi a una velocità spaventosa, minacciando di sommergere completamente le città costiere in meno di due anni. L'intera umanità è nel panico, i punti di riferimento svaniscono, le cose materiali perdono valore. Attraverso Lily, Helen, Gary e Piers viviamo l'esperienza di una vera alluvione e il tentativo di sopravviverle.
La 'ndrangheta è una malapianta che ha messo radici al Nord sin dagli anni Sessanta. E adesso i suoi frutti si vedono: droga, armi, appalti hanno riempito le tasche dei boss di valanghe di soldi sporchi, che viaggiano sui circuiti finanziari e inquinano l'economia del Settentrione. Questo è un viaggio tra Milano e Reggio Calabria, tra boss, killer e personaggi che si muovono nella "zona grigia" popolata da una selva di faccendieri, servitori dello Stato infedeli, politica, servizi segreti e padrini vecchi e nuovi. Un'esplorazione sul campo frutto dell'incontro con poliziotti, magistrati, ex agenti dei servizi che la 'ndrangheta l'hanno vista e continuano a vederla negli occhi tutti i giorni.
Caravaggio dipinse magnifici quadri in cui la rappresentazione artistica rispecchia la violenza che ha caratterizzato la sua vita reale. Il suo nome emerge di continuo nei registri della polizia romana: l'offesa a due donne, il ferimento di un capo delle guardie, la causa per diffamazione portata avanti da un altro pittore per "versi offensivi", l'aggressione a un oste, il lancio di pietre contro le finestre di un'abitazione, per finire con l'uccisione di un uomo in una rissa, nella quale riuscì a malapena a salvarsi. Ottenuta la commissione del gran maestro Wignacourt di decorare la chiesa di La Valletta, si rifugiò a Malta, ma fu ferito durante un litigio e imprigionato. Fuggito a Napoli, fu sfigurato nel corso di una rissa al punto da divenire irriconoscibile. Durante la convalescenza si ammalò di febbre e morì all'età di trentanove anni. Questo romanzo racconta in quattro fasi la vita del pittore: la giovinezza e l'apprendistato a Milano; la protezione, quasi miracolosa, di un grande mecenate; i primi, misteriosi anni precedenti la sua andata a Roma, durante i quali incontra il Monsignore, un principe fattosi prete, e Maddalena, la donna che poserà per le sue opere e diverrà la sua amante; infine le sue peregrinazioni in esilio dopo la fuga da Roma a Napoli, Malta, Palermo, per poi tornare nuovamente a Napoli. Attraverso Gian, personaggio fittizio, assistente devoto di Caravaggio, Linda Murray descrive l'esistenza dell'artista, intrecciando i fili della sua turbolenta carriera.
I leghisti, che spesso non sanno l'italiano, pretendono che gli immigrati parlino come Alessandro Manzoni. Dal diploma per corrispondenza alla laurea mai ottenuta, dall'incontro con l'autonomista Bruno Salvadori alla creazione della Lega Lombarda prima e Lega Nord poi, dal matrimonio fallito agli slogan politici sui figli e la famiglia, dal federalismo alla secessione passando per la devolution, dai media padani alla rincorsa ai posti in Rai, dalle cooperative padane al flop della Credieuronord, dagli slogan contro “il familismo amorale” alla candidatura del figlio Renzo. Umberto Bossi, condannato per illecito finanziamento pubblico ai partiti durante Tangentopoli è il più “romano” dei padani. Una vita sbarcando il lunario e illudendo con promesse mirabolanti i suoi elettori, ma all'atto pratico non ha ottenuto null'altro che poltrone e posti di potere e sottopotere.