
Il 6 febbraio 1927 la "Domenica del Corriere" pubblica la foto di un uomo ricoverato nel manicomio di Torino e senz'altra identità che il numero di matricola. Inaspettatamente, di identità ne affiorano due. Chi è lo sconosciuto? Guido Canella, provvisto di una moglie piacente, un rispettabile "milieu" e una cospicua agiatezza? O il miserabile Mario Bruneri ricercato per truffa e provvisto solo di un'interminabile sequela di guai? Il "caso dello smemorato di Collegno" non poteva non attirare l'attenzione di Sciascia che lo ripercorre con l'accanimento del detective e l'urgenza di verità del filosofo. L'enigma della memoria e dell'identità animano anche il secondo racconto, ispirato all'affaire Martin Guerre sullo sfondo della Francia del XVI secolo.
L'esercizio della poesia ha accompagnato Tartaglia lungo tutto l'arco della sua esistenza. Questa antologia è una prima selezione di un'opera immensa, composta da più di settemila testi, quasi del tutto ignoti. Un'opera che custodisce il volto nascosto dell'"uomo della novità", che annunciava la "novità pura e totale oltre questa realtà, irrealtà, soprarealtà", "oltre la cupola troppo facile del divino", un "puro irriferito" che non può essere definito, ma solo trovato per via negativa. La tensione religiosa che domina anche questi "esercizi" non lascia spazio a una scrittura di fantasia ma esige un lavoro di scavo per il quale il linguaggio si modifica acrobaticamente e attinge alle più remote radici della nostra tradizione poetica.
Il protagonista di questo romanzo, Cincinnatus C., ha un difetto: è opaco, nel senso che i suoi pensieri e le sue sensazioni non sono trasparenti agli occhi di coloro che lo circondano, perciò produce "un'impressione bizzarra, come di un ostacolo oscuro e solitario in un mondo di anime trasperenti le une alle altre". In quel mondo, che non è un paradiso, come gli altri sarebbero inclini a pensare, ma il suo beffardo capovolgimento, l'opacità non è solo un difetto, ma una grave colpa, forse la più grave: è segno che rivela la "turpitudine gnostica" del singolo. In quel mondo si viene condannati a morte non per ciò che si fa, ma per ciò che si è. Scritto nel 1934 a Berlino un romanzo chiaroveggente che ha per oggetto la società totalitaria.
In una calda sera di primavera del 1942 una sensuale ventiquattrenne, dopo aver inutilmente aspettato la telefonata del suo uomo del momento, lascia la sua stanza d'albergo e si butta per le vie del Village, depressa. È piena di debiti ma gira in taxi, va a letto all'alba ma lavora fino al tramonto, e affronta una mondanità sfrenata con il solo corredo di "completini lisi e infeltriti". Sotto la scorza cinica e dissoluta conserva una polpa romantica, perché non ha smesso di cercare l'Amore. Ma dentro la polpa romantica nasconde un nocciolo pragmatico, perché continua a desiderare il matrimonio e la famiglia. Come è arrivata Letty Fox a questo punto della sua vita?
Sasa fugge, sempre. E si divincola per sottrarsi a qualcosa: ai Balcani dove è nata e di cui intravede le prime crepe, che di lì a poco si allagheranno di sangue; alla Cuba castrista troppo calda e ammaliante e in cui sua madre balla troppo a lungo con Fidel; alla sua New York dei primi tempi, fatta di luride scale antincendio, materassi a ore e sexy-shop. Sasa accetta di attraversare tutto, compresa l'eroina, i peep-show e rapporti non sempre disinteressati, ma pretende in cambio il diritto all'ultima, quasi sempre abrasiva, parola. La cronaca fedele e immaginaria di una discesa agli inferi scandita dal ritmo e dai tempi comici di una surreale, sinistra e malinconica commedia sofisticata, con al centro il più riuscito personaggio dell'autrice: se stessa.
Jacob Due-Due è cresciuto. Il bambino che dice sempre tutto due volte perchè la prima non lo sente mai nessuno adesso ha "due per due per due anni". Ha cambiato scuola, casa e persino continente e ha un nuovo amico, molto particolare. Quando la sua vita sarà in pericolo, toccherà proprio a Jacob Due-Due difenderlo e far sì che giunga sano e salvo alla sua meta... Età di lettura: da 6 anni.
Fin dal 1933, quando si è lanciato in una traversata a piedi dell'Europa, Patrick Fermor è un'approssimazione all'archetipo del viaggiatore. "Mani" è il nome dell'ultima propaggine del Peloponneso, che si distacca dal resto della Grecia per la sua storia di terra inaccessibile e per la sua natura di terra aspra e allucinatoria. Quasi sempre a piedi, e per anni, ha percorso la regione descrivendone i paesaggi fascinosi, facendone rivivere storie, leggende e personaggi, definendo un modo di viaggiare non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Che entri in una torre costruita per respingere gli attacchi dei saraceni, che racconti delle icone custodite nei monasteri riesce a trasmettere quello che ha visto e sentito dalla prospettiva del nomade.
È quasi angosciante per Maigret ritrovarsi dopo trent'anni a casa del suo amico Chabot, dove tutto sembra immutato: la sala da pranzo, lo studio, gli odori e, soprattutto, quei segni di distinzione sociale che un tempo lo turbavano. Ora è Chabot, diventato giudice istruttore, a chiedere il suo aiuto. La sua cittadina è stata sconvolta da tre omicidi e la visita del commissario capita a proposito. La prima vittima è uno dei Vernoux de Courçon, aristocratici decaduti che continuano a ostentare la loro nobiltà con gelido disprezzo. La successione degli omicidi fa pensare all'opera di un folle. Maigret non ha nessuna voglia di complicarsi la vita. Dopotutto, è solo passato a salutare un amico. Ma la follia serpeggia, facendo nuove vittime...
Come Zeus, sotto forma di toro bianco, rapì la principessa Europa; come Teseo abbandonò Arianna; come Dioniso violò Aura; come Apollo fu servo di Admeto, per amore; come il simulacro di Elena si ritrovò, insieme a quello di Achille, nell'isola di Leukè; come Erigone si impiccò; come Coronis, incinta di Apollo, lo tradì con un mortale; come le Danaidi tagliarono la testa ai loro sposi; come Achille uccise Pentesilea e si congiunse con lei; come Oreste lottò con la follia; come Demetra vagò alla ricerca della figlia Core; come Core guardò Ade e si vide riflessa negli occhi di lui; come Giasone morì, colpito da una trave della nave Argo; come Fedra smaniò invano per Ippolito; come gli Olimpi scesero a Tebe per partecipare alle nozze di Cadmo e Armonia...
Una scelta di testi "meno facili" operata tra le "Lectures on Physics" di Feynman. Filo conduttore di questo volume è una teoria tanto popolare quanto poco compresa: la teoria della relatività di Einstein. Come disse il fisico Freeman Dyson, che fu suo allievo al Caltech, in Feynman "il pensiero profondo e il fare burlesco e giocoso non erano parti separate di una personalità divisa... egli faceva le due cose contemporaneamente". Seguire una di queste lezioni richiede una costante attenzione ai trabocchetti che il fisico tende di continuo, avvalendosi di uno stile dialogico degno di un filosofo antico. In Feynman nessun concetto è così ovvio o elementare da non meritare un supplemento di indagine, un'analisi più attenta.

