
L'autore illustra le caratteristiche che hanno contrassegnato il nostro sistema di giustizia costituzionale: il modello prescelto dai padri costituenti, la sua evoluzione nel tempo, la tipologia delle sentenze emesse dalla Corte e i suoi criteri di giudizio, gli strumenti a disposizione, il rapporto con gli altri poteri. La Corte ha via via consolidato il suo ruolo nella protezione dei diritti di libertà fondamentali. Agendo nelle successive fasi della sua attività come motore delle riforme e come mediatore dei conflitti sociali e politici la Corte ha operato attraverso un'applicazione sempre più estesa e penetrante del principio di uguaglianza. E quale potrebbe essere oggi il suo ruolo in una stagione di riforme istituzionali?
A vent'anni dalla legge 180, che ha trasformato in Italia l'assistenza psichiatrica e la stessa psichiatria, il volume contribuisce a tracciare un bilancio e a indicare orientamenti futuri; nello stesso tempo, intende promuovere la dimensione del dialogo, ma anche lo studio, l'aggiornamento, la riflessione, come costitutivi della prassi psichiatrica.
Le classi politiche sono centrali in tutti i sistemi e inevitabilmente nelle democrazie contemporanee qualsiasi discorso, anche critico, sulla classe politica si intreccia con il ruolo dei partiti, il problema della rappresentanza e il funzionamento della democrazia stessa. Infatti, le classi politiche contemporanee sono sostanzialmente di estrazione partitica e si collocano prevalentemente in ruoli parlamentari e di governo. Questo volume illustra le modalità con le quali esse si formano, funzionano, si ricambiano e analizza le soluzioni che vengono proposte per migliorarne la qualità, controllarne il potere e favorirne il ricambio.
Nel loro libro Tullio De Mauro, linguista e grande conoscitore del mondo della scuola, e Paolo Legrenzi, psicologo, spiegano agli studenti e alle loro famiglie come nasce, come si svolge, come si affronta la nuova maturità. Dall'esperienza pluriennale degli autori emerge chiaramente che la capacità di esprimere correttamente quanto appreso, la preparazione di scritti e orali, la pianificazione di tempi e modalità di studio, il controllo dello stress, il rapporto con professori ed esaminatori, possono essere migliorati attraverso un allenamento fatto di studio e buona organizzazione. Se adeguatamente affrontata, la maturità si trasforma quindi da prova "terribile" e sconosciuta in verifica impegnativa ma perfettamente superabile.
Può essere spiacevole per chi la vive, ma assolve una funzione fondamentale nell'evoluzione della specie. I timidi sono attenti e sensibili, a volte possono esagerare con la cautela, ma raramente si sbagliano a percepire il pericolo. Per questo non si sono mai "estinti". La loro prudente ritrosia compensa la sventata audacia dei coraggiosi e l'arroganza dei sicuri di sé. Del resto non tutte le culture penalizzano la timidezza, e in alcuni periodi storici essa è stata considerata una virtù. Su questo tema, cui di recente la psicologia ha dedicato molti studi, fa il punto questo libro.
Questi scritti, dedicati al problema dell'educazione e maturati lungo l'arco di un trentacinquennio, offrono ampia testimonianza del graduale distacco di Jung dalla teoria freudiana della sessualità infantile e seguono passo passo l'elaborazione dei capisaldi teorici della psicologia analitica . Il primo saggio della raccolta, Conflitti dell'anima infantile (1910), è infatti ideato come un parallelo al caso del «piccolo Hans» e presenta le fobie e le curiosità in materia sessuale emerse in Anna, una bambina di quattro anni, figlia di un padre «edotto in psicoanalisi» ed educata senza ipocrisie. Dall'analisi rigorosamente freudiana delle conversazioni e dei sogni della «piccola Anna» Jung passerà poi ad orizzonti più ampi e a un pensiero più autonomo e originale nei confronti del maestro. Egli scoprirà anche nelle fantasie infantili la forza ammaliante degli archetipi, nonché la presenza della tendenza inconscia - nella psiche individuale - a elaborare in maniera archetipica i dati della realtà, al punto da trasformare individui di per sé innocui o addirittura insignificanti in dèi e dee, terribili agli occhi dei loro figli : «Dietro ogni singolo padre c'è infatti l'immagine eterna del Padre, e dietro il fuggevole fantasma della propria madre traspare la magica figura della Madre». Una posizione critica nei confronti di Freud e di Adler è assunta da Jung anche nel saggio centrale del volume. Psicologia analitica dell'educazione (1926/1946), riproposto qui nella storica traduzione di Roberto Bazlen: in esso Jung discute ed esemplifica alcuni gruppi di disturbi psichici infantili, tra cui il deficit intellettuale, l'epilessia, la nevrosi e la psicosi, e insieme presenta i fondamenti del suo metodo di indagine dell'inconscio. L'idea basilare esposta anche negli altri scritti nati da conferenze tenute da Jung di fronte a un pubblico di educatori ( Il significato dell'inconscio nell'educazione individuale , 1928; Il bambino dotato , 1943 ecc.) è quella dell' educazione permanente, della necessità cioè di educare non tanto il bambino quanto piuttosto l'adulto stesso che del bambino si occupa : Quis custodiet custodes ? Come potrebbe educare un genitore che rimane un eterno bambino? o come potrebbe un educatore far emergere la «personalità» del bambino se lui stesso ne è privo? Senza indulgere alla retorica dei grandi principi, Jung afferma che la migliore educazione nasce dall'esempio «Contagioso» di chi riesce, sia pure con sofferenza, a far luce nella propria psiche, accogliendone anche i lati più oscuri, senza essere costretto - come fanno i più - a proiettare i propri complessi inconsci su quello schermo vergine che è ogni bambino .
il libro si propone di esplicitare la famosa ed enigmatica affermazione freudiana secondo la quale l inconscio ignora il tempo. Qual e`l'insegnamento che ci lascia la psicoanali al punto da poterlo considerare il suo insegnamento principale e forse l'unico? E' che il tempo non passa. Conseguenza: la psicoanalisi non h, non puo`essere, del suo tempo. Essa e`non di un altro tempo, ma di un tempo altro. E' anacronistica o, meglio, secondo nietzsche, itempestiva. Essa h, dovrebbe essere, indifferente all'aria d el tempo. Ecco cio`che questo libro vorrebbe trasmettere, piuttosto che giustificare, attraverso argomenti e prove. L'opera, divisa in tre sez ioni - tempo altro e altro tempo, movimenti, incarnaizoni - si conclude con un centrone scomposto, tra gli altri, da brani tratti da romanzi e racconti: lo "scompartimento ferroviario", in cui l'autore identif ica nello scompartimnento, queste effimere "porte chiuse", la metafora piu`adatta ad evocare cio`che succede, si scambia, si sogna, s inventa nello studio dell analista. "