
Questa biografia di Bismark non è solo il disegno dei "vizi" e delle "virtù" di uno statista, ma anche un fondamentale contributo interpretativo per comprendere la nascita della Germania moderna e un cinquantennio decisivo per la storia europea. L'idea costante di Bismark fu l'unità tedesca e, raggiunto lo scopo, la conservazione del rango di "grande potenza" della Germania nel contesto europeo. Espressione della borghesia conservatrice, non disdegnò accordi con i liberali al fine di istituire uno Stato costituzionale, in cui i poteri della monarchia e quelli del parlamento si bilanciassero, esaltando la funzione autonoma del cancelliere. Dotato di grande opportunismo, seppe cogliere le occasioni storiche più favorevoli.
Che vuol dire essere di destra oggi, qual è la cultura della destra e come si esprime nel nostro tempo davanti ai problemi cruciali creati dalla globalizzazione e dall'immigrazione, dal dominio della tecnica e del mercato, dalla bioetica e dalle nuove famiglie? Ecco le principali domande a cui cerca di rispondere questo saggio che evidenzia alcune contraddizioni: la forbice esistente tra una cultura di destra larga e diffusa e una cultura militante di destra che è invece minoritaria e marginale e il paradosso di una destra che per la sinistra è sempre stata al potere sotto falso nome (liberalismo, fascismo, democrazia cristiana, berlusconismo) e per i suoi sostenitori invece è sempre stata all'opposizione.
"Lo scontro delle civiltà" è una delle espressioni utilizzate più di frequente per descrivere l'attuale situazione geopolitica: nello scenario disegnato da Samuel Huntington, sono le differenze religiose e culturali a determinare i conflitti che stanno insanguinando e insanguineranno il pianeta. Ma forse il quadro evocato dallo studioso americano non è l'unico. Forse è ancora possibile evitare la deriva di questa guerra totale globale. L'obiettivo di Jonathan Sacks è quello di tracciare la strada verso una diversa coesistenza. Per farlo non è sufficiente trovare dei valori comuni a tutti gli esseri umani: è necessario anche imparare ad accettare le differenze e è capire come l'unità del Creatore si rifletta nella diversità del creato.
I saggi di questo libro sono altrettante analisi semiotiche di informazione giornalistica e telegiornalistica: un articolo di quotidiano su una scoperta scientifica; la trattazione giornalistica del delitto di Cogne sulle pagine di "la Repubblica"; la rappresentazione visiva, su quotidiani e riviste, di leader politici; l'articolo di Oriana Fallaci "La Rabbia e l'Orgoglio", apparso sul "Corriere della Sera"; la diretta della CNN della mattina dell'11 settembre. Gli oggetti di analisi sono accomunati non dai temi ma dalla metodologia: il libro vuole infatti illustrare come gli strumenti della semiotica testuale possano essere applicati ai discorsi e alte immagini dell'informazione.
La spettacolarizzazione della realtà e l'avanzata di nuove forme di comunicazione stanno cambiando il mestiere del reporter. Il mezzo ha vinto sul contenuto: la televisione, l'arma più adatta per creare il consenso e condizionare l'opinione pubblica, confeziona e manipola la notizia secondo le proprie esigenze. L'inviato si trasforma in un semplice comprimario di un sistema dell'informazione sempre più pilotato e approssimativo. Nel libro, il circo mediatico di reporters e grandi firme che gira intorno all'evento è descritto dall'interno, attraverso storie e aneddoti sui pregi e i tanti difetti di una professione costretta spesso a dare spettacolo.
Una mappa critica delle diverse opposizioni al governo in Parlamento e nel paese, dai partiti ai sindacati sino ai movimenti no global e ai girotondi. E le loro posizioni e i loro atteggiamenti su alcuni dei temi di maggiore rilievo del dibattito degli ultimi anni: dalla politica internazionale alla giustizia, dalle riforme istituzionali alla politica economica, dalla riforma della scuola del Mezzogiorno, dal caso Fiat al caso Rai. Quindici noti studiosi interpretano, al di là di ogni appartenenza di partito, il corso più recente della politica dell'opposizione e ne prevedono gli sviluppi e le contraddizioni.
Gli squilibri demografici ed economici che sospingono le migrazioni non accennano a diminuire. D'altra parte, anche il fabbisogno di braccia e menti migranti è in crescita in tutto l'Occidente. Nonostante la consapevolezza dell'inevitabilità del fenomeno,i governi dei paesi di destinazione faticano ad andare al di là di risposte puramente repressive o anche solo difensive. Questo studio si propone di valutare in una prospettiva globale il fenomeno, di comprendere i motivi della sensazione diffusa di minaccia e di rifiuto che assale la maggior parte dell'opinione pubblica, nella convinzione che sia possibile un governo mondiale delle migrazioni.
Questo dettagliato resoconto della vita, delle battaglie e delle conquiste di Alessandro il Macedone si basa sulla perfetta padronanza di tutte le fonti classiche e archeologiche e ricostruisce con ricchezza di particolari un periodo storico turbolento e complesso. In tredici anni di regno, il giovane Alessandro riuscì a sconfiggere l'impero persiano, occupò la Siria, la Palestina e l'Egitto, attraversò il mondo conosciuto dal Danubio all'Indo, diede inizio a una migrazione di massa che estese a tutto il Medio Oriente gli orizzonti dell'ellenismo e produsse una singolare fusione tra la civiltà greca e quelle orientali.