
Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. "Rimborsi" elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più "virtuose" moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati "trombati" consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l'autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l'intera società italiana. Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti nel reportage di due famosi giornalisti.
Un proficuo incontro tra spiritualità e psicologia. Molte persone soffrono della propria solitudine e la percepiscono come un destino. Sensazioni di tristezza, paura o senso di inferiorità ne sono frequentemente la conseguenza. Dalla esperienza di un maestro della vita interiore, un libro che aiuterà lettrici e lettori che si sentono vittima della solitudine ad accoglierla come esperienza anche positiva. L’autore tratta il tema del valore dell’autostima e mostra l’importanza di vivere in armonia con se stessi. Nel contempo chiarisce che la solitudine va anche intesa come opportunità per concentrarsi su se stessi e per liberarsi da costrizioni esterne.
Wunibald Müller è fondatore e responsabile del centro di spiritualità e terapia psicologica Recollectio-Haus di Münsterschwarzach. Ha pubblicato numerosi libri in materia di spiritualità, assistenza sociale e psicologia. È autore di L’arte di volersi bene (San Paolo, 2004).
I testi di Albisetti sono sempre una "rimpatriata" sui temi cari all'Autore: i valori fondanti della vita, l'amore e i suoi conflitti, l'importanza di costruirsi una personalità libera da condizionamenti, le nevrosi della vita moderna, eccetera. Non manca un filo rosso di citazioni bibliche che attraversa molte pagine del volume. E, inoltre, qua e là, accenni a passate esperienze personali.
L'idea di "stato sociale" è una delle più controverse nella storia del pensiero politico contemporaneo. Il motivo dell'intervento dello stato nella vita economica, con scopi di consolidamento politico e di riequilibrio sociale, è stato oggetto di accese polemiche ideali fin dal suo affacciarsi, fra Sette e Ottocento, come possibile cura della povertà. Lo scontro tra fautori e oppositori delle politiche sociali si è poi ripresentato a proposito del formarsi dello stato sociale come strumento di integrazione del proletariato negli stati nazionali e come risposta ai diritti sociali connessi con la cittadinanza. E continua oggi, come riflesso culturale della crisi del Welfare e dell'offensiva ideologica neoliberista. Questo primo volume (dei due in cui l'opera è articolata) riattraversa i momenti più importanti della disputa nel secolo XIX, evocando temi come la formazione della cultura liberale e il suo confronto con la questione sociale, le varie ipotesi di protezione delle classi subalterne, le discussioni intorno all'emergere dei diritti sociali.
Adriano Ossicini offre in queste pagine una meditata riflessione sulla sua lunga esperienza politica e culturale. Il suo itinerario prende le mosse negli anni in cui il regime fascista cominciava a conoscere il suo lento, ma inesorabile declino. Egli matura, quindi, le sue scelte nel confronto con gli eventi del suo tempo, ma anche nel confronto con personalità di grande rilievo culturale, quali furono, fra gli altri, Giovanni Gentile, Guido Calogero e Don Giuseppe De Luca. Da Calogero, in particolare, egli sembra trovare conferma ai suoi orientamenti, all'idea che la laicità non sia "mancanza di fede, ma il modo di vivere una fede, un orientamento filosofico o ideale in termini non integralistici". La testimonianza ed il percorso politico documentati in queste pagine implicano, anche, un rifiuto delle ideologie, che l'autore interpreta come integralismi e come antitesi all'idea di laicità e di libertà. Egli conclude il suo itinerario sottolineando che la motivazione cristiana a fare politica mantiene ancora oggi un ruolo importante, perché legata ad una grande tradizione filosofica e politica, che si colloca al di sopra dei partiti.
Un esame dettagliato dei sistemi di scoring utilizzati per l'analisi delle storie prodotte al Thematic Apperception Test (TAT) rivela la natura intrinsecamente sociale dei suoi stimoli. La Social Cognition and Object Relations Scale è il sistema di scoring proposto da Drew Westen (1985) per la valutazione delle relazioni oggettuali e delle rappresentazioni sociali attraverso l'analisi delle storie TAT. La costruzione della SCORS può essere letta come il risultato dell'integrazione delle tendenze più attuali della psicoanalisi e della ricerca in psicologia. Essa nasce, infatti, da quello sforzo prezioso, ma non esente da rischi, che vede clinici e ricercatori impegnati nell'integrazione dei loro modelli. Con l'avvento della SCORS, l'utilità del TAT sembra dunque riemergere dopo essere stata sepolta sotto un gran numero di sistemi di scoring diversi, spesso ciechi di fronte alle originarie istruzioni del test e alle caratteristiche uniche del suo materiale-stimolo.
Rivoluzione, comunismo, utopia, tragedia, ma anche risate e satira. Dopo l'umorismo ebraico, Moni Ovadia racconta la grande epopea comunista attingendo al tesoro della diceria popolare, della canzonatura, dell'aneddoto, della storiella autodelatoria. La gigantesca macchina della retorica di regime mostra qui il suo volto irrimediabilmente patetico di fronte alla scheletrica guizzante intelligenza del motto di spirito.
Gli ebrei europei sanno che la Shoàh fu frutto della cultura di destra, razzista e nazionalista. Le cose si sono però modificate e complicate col tempo. Continua a esistere, drammatico, un antisemitismo di destra, ma è tornato in superficie anche un antisemitismo di sinistra, sul quale si sono innestati nuovi temi germogliati da vecchie radici, mai del tutto estirpate. Per capire quale linguaggio si carica di elementi di antisemitismo bisogna conoscere un po' di storia. Cosi come bisogna saper leggere il passato per capire le ragioni che ne hanno diffuso l'ombra anche tra chi è al di sopra di ogni sospetto. In cento pagine, Luzzatto Voghera affronta un tema di altissima complessità con un linguaggio limpido e appassionato.
La sacralizzazione della politica accade ogni volta che un'entità politica la nazione, la democrazia, lo Stato, la razza, la classe, il partito, il movimento - è trasformata in una entità sacra, in un oggetto di devozione e di culto, ed è collocata al centro di un sistema di credenze, di simboli e di riti. Nascono allora le religioni della politica, che non si identificano con un unico tipo di ideologia e di regime: esse possono sacralizzare la democrazia o l'autocrazia, l'eguaglianza o la disuguaglianza, la nazione o l'umanità.
Da sempre la storia millenaria e la profonda spiritualità dell'India trovano in Europa e in Occidente un vasto movimento d'interesse: non altrettanto può dirsi della sua storia politico-istituzionale. Eppure, con la conquista dell'indipendenza (1947) e l'entrata in vigore (1952) di una costituzione democratica, proprio l'India si configura come la "democrazia più grande del mondo", nonostante le contraddizioni di una società multietnica, plurilinguistica e multireligiosa. Lo studio dell'ordinamento istituzionale indiano di oggi può offrire quindi un fondamentale contributo alla teoria democratica, evidenziando due aspetti di grande interesse: da un lato l'universalità dei valori democratici e la loro applicabilità ai contesti più disparati e apparentemente "incompatibili"; dall'altro la dimostrazione di come come la democrazia, lungi dal costituire un "monopolio dell'occidente", debba adattarsi ai contesti socioculturali dei popoli che, volontariamente, la scelgono.

