
Come mai un film può coinvolgerci così tanto cha abbiamo la sensazione di essere noi i protagonisti della scena d'amore sullo schermo? Immedesimarci nelle azioni degli altri è qualcosa che facciamo ogni giorno, automaticamente e senza neppure rendercene conto. È il nostro cervello a occuparsene, grazie ad alcune cellule nervose chiamate neuroni specchio. Scoperti nel cervello delle scimmie, i neuroni specchio dell'uomo controllano processi molto sofisticati, come la comprensione di azioni, intenzioni ed emozioni altrui, l'imitazione, l'apprendimento e il linguaggio. Questo libro racconta la scoperta e le funzioni di queste cellule speciali che ci aiutano a prevedere, comprendere e imitare quello che fanno, provano e dicono gli altri.
Il Medioevo è un'invenzione della modernità. Più precisamente, degli umanisti del Quattro-Cinquecento, che definirono "età di mezzo" il lungo periodo, ai loro occhi di decadenza, che aveva interrotto il flusso della civiltà classica, destinata a rinascere grazie alla loro opera. Condannato dagli illuministi come età di oscurantismo, superstizione, barbarie (i cosiddetti "secoli bui"), in cui l'arroganza del potere ecclesiastico si sommava a quella del potere feudale in una società basata sul privilegio e sull'oppressione, il Medioevo fu riabilitato ed esaltato dai romantici come età della fede e dello spirito, culla delle moderne nazioni, infanzia dell'Europa. Ancora oggi la parola Medioevo appare carica di luoghi comuni soprattutto nell'immagine di maniera che di questo periodo storico viene fornita talvolta da certo giornalismo, ma anche da film, romanzi o presunte rievocazioni storiche. Di questa varietà di aspetti la Garzantina del Medioevo offre un panorama completo spaziando dalla storia alle istituzioni, dall'economia al diritto, dalla letteratura all'arte e alla musica, dalla filosofia alla teologia, senza trascurare la civiltà materiale, la vita quotidiana, la storia della mentalità, l'immaginario. Questo vasto affresco è incentrato sull'Europa e la cristianità, ma abbraccia anche il mondo slavo, l'impero bizantino, la civiltà dell'Islam, il vicino Oriente. Di lemma in lemma (circa 8500) l'enciclopedia consente di esplorare in ogni piega questo complesso periodo storico.
Il libro tratta delle conseguenze e del trattamento dei traumi nelle relazioni genitore-bambino nella prima infanzia. Sin dal 1986, quando il concetto di "attaccamento disorganizzato" fu introdotto da Mary Main e Judith Solomon (qui curatrice) all'interno delle classificazioni della Teoria dell'attaccamento, tale costrutto ha riscosso un notevole interesse sia all'interno della comunità scientifica sia nel mondo della pratica clinica, per la sua capacità di fornire da un lato una spiegazione teorica dall'altro le linee guida di trattamento dei disturbi dovuti a relazioni traumatiche con le proprie figure di cura. Alla luce pertanto di questa sempre maggiore attenzione, il volume presenta, grazie al contributo dei maggiori studiosi in questo ambito di ricerca, un completo e approfondito quadro sulla natura, l'eziologia e il trattamento dell'attaccamento disorganizzato.
Queste pagine si propongono di indicare alle famiglie percorsi concreti per non farsi sopraffare dal piccolo schermo. E quando serve, a spegnere la tivu.
Dare aiuto e un gesto antico di cui nessuno puo fare a meno, ma l'aiuto che ci si appresta a dare e a volte pieno di insidie e di inganni ed e solo apparentemente facile. Il presente lavoro si propone di svelare gli inganni, di indicare i possibili rischi, di scoprire strade alternative per realizzare un aiuto vero, autentico, liberante. Non basta infatti aumentare solo l'impegno o elevare il livello di solidarieta per evitare gli inganni; per loro natura essi sono nascosti, sotterranei, imprevedibili e vanno dunque smascherati osservando segni oggettivi e facendo ricorso ad un costante allenamento per interpretare i propri sentimenti, per capire le proprie motivazioni, per agire correttamente i propri comportamenti, per vivere in modo trasparente le proprie relazioni. Il libro analizza i momenti piu tipici, le situazioni nelle quali il pericolo e maggiore: il rapporto con se stessi, la relazione interpersonale, il dialogo con gli alunni nella vita di classe, le sfide adolescienziali, il mondo spesso dimenticato degli adulti, anch'essi bisognosi di aiuto e di sostegno.
L'autore parte dalla convinzione che tutte le forme espressive della persona umana hanno il potere di "lasciare tracce nella memoria autobiografica diventando, per questo, configurazioni arricchenti del sé autobiografico e dell'essere persona". Ciò lo porta a ideare, per mezzo della teoria e la pratica dell'analisi transazionale, procedure e interventi terapeutici rivolti soprattutto ai bambini perchè diano vita a nuove "tracce di sé", utili a sviluppare nuove possibilità per autodefinirsi, per scegliere e adottare nuovi comportamenti: in una parola per uscire dal proprio ristretto "copione" comportamentale ed esistenziale e conquistare così una nuova libertà nel sentire, nel decidere, nell'agire. Si tratta di tecniche ideate sulla base di alcuni assunti teorici costantemente richiamati e che consentono al lettore non solo di acquisire una nuova sensibilità e una competenza, ma anche di costruire, a propria volta, altre tecniche e altre possibili modalità di interventi. Obiettivo dell'opera è stimolare nel lettore una propria creatività, quella capacità di "cucire" ogni singolo intervento terapeutico ed educativo su misura della specifica e "unica" persona in terapia.
La Rivoluzione Francese del 1789 costituisce un punto di riferimento storico di grande rilevanza perché durante il suo corso, per la prima volta in epoca moderna, l'idea di fratemità, affiancata dai principi di uguaglianza e libertà, viene interpretata e praticata politicamente. La fortuna dei tre principi nella storia è stata però diversa: mentre libertà e uguaglianza hanno conosciuto un'evoluzione che le ha portate a diventare vere e proprie categorie politiche, capaci di esprimersi sia come principi costituzionali, sia come idee-guida, di movimenti politici, sull'idea di fraternità è calato il silenzio. Di fronte alla problematica realizzazione della libertà e dell'uguaglianza anche nei Paesi democratici più sviluppati, la riflessione politologica oggi si chiede se tale situazione non sia dovuta proprio al fatto che l'idea di fratemità sia stata a livello politico disattesa. Attraverso il contributo di diverse discipline (dalla filosofia politica al diritto costituzionale, alla storia delle dottrine politiche) l'Autore propone una originale pista di riflessione circa la possibilità della fratemità come categoria politica.
L'idea di fraternità, pur presente in culture anche molto diverse, non sembra che possa facilmente assumere di per sé una qualche rilevanza giuridica. Nato nell'ambito della religione giudaica, tale concetto nel venir accolto dalla religione cristiana si arricchisce dell'idea di uguaglianza di tutti gli uomini senza distinzione di razza o di appartenenza politica. Un ulteriore passo in avanti nella sua elaborazione si compie con l'affermazione delle dottrine giusnaturalistiche: queste aspirano infatti ad universalizzare la fraternità sganciandola da una qualsivoglia credenza religiosa, senza riuscire però a trasformarla in un principio giuridico. È proprio attorno al concetto di fraternità e alla sua elaborazione come principio giuridico che ruotano i contributi del presente volume.
I molteplici volti del disagio sociale e della sofferenza mentale hanno oggi in comune una medesima difficoltà: l'incapacità a relazionarsi. In questi ultimi anni sembra che siano venute meno le competenze relazionali più elementari e scontate, quelle che riguardano la paziente attitudine all'ascolto, la capacità di mettersi nei panni dell'altro, la disponibilità a condividere e ad essere solidali. È a partire dalla cultura della relazione che l'uomo postmodemo può ritrovare la propria dignità, in un passaggio storico nel quale l'economia globale e la tecnologia avanzata rischiano di asservirlo totalmente. Mantenendo sempre un taglio divulgativo, il libro vuole essere un contributo volto a recuperare l'apprendimento delle "competenze relazionali", che l'Autore delinea all'interno di una grammatica della relazione, offerta al lettore come spunto di riflessione per una migliore gestione del rapporto con l'altro in diversi contesti.