
Questo è un libro di filosofia scritto come un romanzo di investigazione. L'uomo nella sua storia, e nella storia del suo pensiero, si è trovato di fronte all'orrore, ma anche a momenti in cui sembrava che il mistero del mondo gli si illuminasse come bellezza. Ma lo splendore della bellezza ha assunto via via significati diversi: ha occultato le contraddizioni che avrebbe dovuto illuminare, e si è occultata essa stessa, si è resa invisibile, irriconoscibile. L'indagine di questo libro ne segue le tracce attraverso il sapere occidentale: da Eraclito alla tragedia, da Platone e il neoplatonismo fino alla sua apparente totale spairizione nell'età moderna.
Ogni organizzazione è oggi impegnata nel governo di processi di cambiamento strategico e operativo sia per adattarsi alle evoluzioni del contesto sia per "crearlo". Mantenere la propria capacità competitiva richiede non solo l'adozione di strategie creative di intervento, ma anche il loro accurato monitoraggio nel tempo. Diviene dunque fondamentale il ruolo di coloro che, all'interno o all'esterno dell'organizzazione, sostengono il divenire del cambiamento, facilitando l'emergere di idee e la sperimentazione di nuovi corsi d'azione. Il volume illustra i passi principali di chi si impegna nel governo del cambiamento, ripercorrendone le tappe, dal riconoscimento delle variabili che spingono a cambiare al superamento delle resistenze degli attori coinvolti.
Gli autori presentano i risultati di una ricerca decennale in cui famiglie non problematiche, residenti in diverse regioni italiane, sono state osservate e videoregistrate per almeno quattro volte durante il pasto serale. Per ragioni di omogeneità nella comparazione, sono state scelte famiglie appartenenti al ceto medio con almeno due figli, uno dei quali avesse un'età compresa tra quattro e sette anni e l'altro fosse di età maggiore. L'interesse prevalente è infatti lo studio della socializzazione al linguaggio e attraverso il linguaggio che ha luogo in modo particolare in quelle fasce d'età; la presenza di almeno due figli alimenta inoltre lo scambio discorsivo familiare, che costituisce un altro motivo conduttore del volume. Attraverso le conversazioni di famiglie riunite per la cena, gli autori indagano dimensioni interattive come i ruoli conversazionali e l'educazione alle norme e al gusto, rivolgendosi ai genitori ma anche a psicologi, insegnanti, educatori che si confrontano con problemi e vissuti delle famiglie contemporanee.
È dall'11 settembre 2001 che la domanda se l'Islam e la democrazia siano compatibili è divenuta di senso comune. È da quel momento che la risposta assume capitale importanza. Renzo Guolo, studioso dei fondamentalismi contemporanei, insegna Sociologia e Sociologia della religione nelle Università di Trieste e Padova.
Lucia Annunziata ci restituisce le atmosfere e i protagonisti del 1977 spesso gli stessi protagonisti dell'Italia di oggi immortalati nella loro giovinezza - intrecciando ricordo privato e indagine storico-giornalistica intorno a uno dei passaggi fondamentali della nostra storia recente. Perché nel 1977 l'Italia esplode in migliaia di piccoli e grandi scontri di piazza, drammi privati e collettivi, scaramucce politiche e intellettuali. Scivolando in un caos sempre più cupo e violento, che avvolge il paese in una cappa da cui nessuno riesce a sottrarsi. Mentre la sinistra si frantuma in mondi conflittuali, la persecuzione prende il posto della politica, i padri vengono ripudiati e uccisi. È l'anno in cui inizia a morire la Repubblica nata dalla Resistenza. Lo spartiacque dopo il quale l'Italia non sarebbe più stata la stessa.
Omicidio, infanticidio, abuso sessuale, anoressia, suicidio: ecco come gli adolescenti possono fare male a sé e agli altri. Una serie di casi letti nella prospettiva inconsueta del colpevole, vittima a sua volta di se stesso, per comprendere cosa si cela dietro la maschera del "mostro".
Un lucido e documentato atto d'accusa contro l'università di "Cosa Nostra". Intercettazioni telefoniche, confessioni, conversazioni rubate con microspie e denunce raccontano il volto malato degli atenei italiani da Palermo a Milano. Questo libro vuole capire cosa sta succedendo, senza finti pudori. È un immaginario processo all'università, dall'ultima riforma Moratti ai primi passi del governo Prodi. Storie vere, con nomi e cognomi di singoli atenei, professori e studenti. Storie, però, che al di là della cronaca, diventano esempi generali e offrono uno sguardo senza censure su un'università in cui esiste un "galateo" delle buone regole per truccare i concorsi; un'università nella quale, in una logica tribaIe, si accavallano e si sovrappongono leggi di "territorio" "di sangue", "di fedeltà" e dove comunque vince quasi sempre il potere. Una rigorosa ricostruzione che propone ai lettori la fotografia di un'università irrimediabilmente malata, smascherando debolezze e inefficienze di politici e istituzioni.
Il mondo arabo continua anche oggi a vivere, oltre il velo dei nostri pregiudizi. In una fascia cangiante che va da Casablanca a Ryiadh si muovono milioni di arabi invisibili, schiacciati dal peso di uno stereotipo ormai imperante in Occidente, per il quale tutti coloro che hanno un passaporto mediorientale o nordafricano sono potenziali terroristi, kamikaze, seguaci di Osama bin Laden. Il catalogo odierno degli arabi invisibili, invece, è lungo, variegato, sorprendente. Ne fanno parte ragazzi che usano Internet, professionisti educati nelle nostre università, cineasti e fior di scrittori. Se la lista degli arabi che non conosciamo fosse solo questa, però, saremmo al semplice elenco di quelli bravi, buoni e simpatici. Bisogna, invece, superare il muro, e osservare quella lunga teoria di uomini e donne a cui l'Occidente non riconosce volto e fattezze: quelli che si fanno in quattro per mandare i figli a scuola, che inondano la regione delle rimesse del loro lavoro, che fanno cultura tra le maglie della censura e opposizione tra le costrizioni dei regimi. L'homo arabicus del Terzo Millennio compare, così, in tutta la sua complessità. Finita, dunque, l'era delle odalische, dei beduini, quello che si apre a un occhio attento è un mondo ricco, alla ricerca di un nuovo rinascimento considerato imperativo. Che rifiuta con stizza lezioni di democrazia e civiltà dall'Occidente.
Negli ultimi decenni l'antipolitica, ovvero il discorso di leader che si oppongono a un establishment politico tacciato di immobilismo, inettitudine e corruzione, si è diffusa in modo cosi rilevante che sembra ormai rientrare nella "normalità" della democrazia. Ciò induce a chiedersi - come fa Donatella Campus in questo volume - se l'antipolitica sia solo un efficace esercizio di demagogia o possa invece diventare un vero e proprio strumento di governo, al servizio di un progetto capace di trasformare il sistema politico. Fondamentale, da questo punto di vista, è la capacità di utilizzare i mass media, e in particolare la televisione, come tribuna da cui suscitare nei cittadini l'identificazione con una leadership forte e incisiva. Il confronto fra tre leader - de Gaulle, Reagan e Berlusconi - che, presentatisi come outsider, hanno poi ricoperto le massime cariche di governo e lasciato una traccia profonda nella vicenda politica dei rispettivi paesi, permette non solo di comprendere meglio il fenomeno dell'antipolitica, ma anche di tracciare un bilancio inedito del percorso politico di Silvio Berlusconi e della sua, vera o presunta, eccezionalità.
Ognuno di noi è fonte e bersaglio di messaggi persuasivi destinati ad avere più o meno successo. I processi attraverso cui possono essere modificati atteggiamenti, opinioni e comportamenti delle persone rappresentano uno degli ambiti più indagati dalla psicologia sociale. Tratto peculiare della persuasione è elemento intenzionale, come si può vedere ogni qualvolta un agente (venditore, candidato, genitore, medico, ecc.) si adopera affinché il "target" (cliente, elettore, figlio, paziente, ecc.) assuma il suo punto di vista sostituendolo al proprio. Il volume offre una panoramica completa e aggiornata sul tema, presentando gli ultimi modelli teorici, i filoni di ricerca sia tradizionali sia recenti e gli strumenti per valutare efficacia dei messaggi persuasivi.
Lazar è perentorio: gli anni tra il 1994 e il 2006 rappresentano per il Cavaliere la sua età dell'oro in politica. Per i suoi oppositori sono invece un incubo. Ma sarebbe superficiale, e rischioso, bollare il fenomeno Cavaliere come una patologia inesplicabile provocata dal potere televisivo, malattia di un corpo di per sé sano e robusto. "Se l'Italia degli anni Novanta ha favorito la fioritura di Berlusconi in politica, questi ha anche marcato di se, come ferro rovente, l'Italia di questo inizio del nuovo millennio, lasciando una traccia profonda, forse indelebile." Nelle pagine di un osservatore critico, le modalità, i risultati, il significato storico, l'impatto straordinario del berlusconismo sulla scena politica italiana, ma soprattutto il lungo effetto di irradiazione della sua personale rivoluzione.
Se all'angolo sotto casa incontrate un nonno che va a fare la spesa con in testa il cappello verde di Tzahal regalatogli dal nipote, se al supermercato acquistate prodotti kosher senza saperlo, se in ascensore vi trovate di fronte il fattorino che porta una piramide di tramezzini di Mr. Broadway, se quando arriva Chanukkah il portiere accende nell'atrio del vostro palazzo il candelabro a nove bracci accanto all'albero di Natale, se il capoufficio non ebreo vi annuncia la promozione con un bigliettino firmato "Mazel Tov", se nel giorno del Thanksgiving l'amico di vecchia data vi fa trovare in tavola il tacchino kosher, e non riuscite a comprendere come mai i non ebrei considerino tutto questo come fosse la norma, allora vuoI dire che vi trovate in uno dei cinque grandi boroughs di New York.