
A Maria Montessori (1870-1952) dobbiamo una nuova comprensione del bambino e un nuovo modo di intendere l'insegnamento e la formazione dei docenti. Il suo famoso Metodo è utilizzato in tutto il mondo e trova echi e riflessi anche dove non viene ufficialmente citato. Maria Montessori è però molto più di questo. Ambasciatrice di pace (fu proposta tre volte per il Premio Nobel), viaggiò instancabilmente in Europa, America e India per annunciare "la scoperta del bambino" e far capire che se si vuole un'umanità migliore è dal bambino che bisogna cominciare, perché il bambino è il padre dell'uomo, è la speranza per il futuro. In questo libro vengono indagati e messi in luce aspetti ancora poco noti della vita della grande pedagogista: le sue lotte per il femminismo e per il diritto della donna al voto, il complesso rapporto con Mussolini e il regime fascista, la pesante contraddizione che non le consentì di tenere presso di sé il figlio Mario, nato da una libera relazione con un collega. Solo a quindici anni Mario potè unirsi alla madre, divenendo il suo miglior collaboratore. E ancora: il rapporto di Maria Montessori con la teosofia e la Società Teosofica, rapporto molto più importante di quanto si sia finora pensato. Un ritratto ampio e completo di una personalità complessa quale è stata Maria Montessori, una donna che ha vissuto appieno la sua epoca, superandola e proiettandosi al tempo stesso verso i tempi moderni.
Paola Giovetti accompagna il poeta nel suo celebre viaggio dalle Alpi fino alla Sicilia, con attenzione particolare per la città di Roma, dove Goethe visse durante la maggior parte del tempo che trascorse in Italia. Ripercorre le emozioni e il significato che il grand tour ebbe per lui, cercando di capire perché fu un evento fondamentale, una vera e propria cesura con ciò che era avvenuto prima, un mutamento radicale che si ripercosse poi in tutti i successivi anni della sua vita. Emerge così la complessa personalità dell’uomo, che nella distanza temporale si è rivelato sempre più universale, un modello avanti anni luce rispetto ai suoi tempi e anche rispetto ai nostri. Goethe non fu, infatti, soltanto il grande poeta, il saggio maestro di vita che tutta l’Europa conobbe: fu il prototipo di un nuovo modello umano al quale ancora aspiriamo, l’uomo costantemente attivo, che non cessa mai di ricercare, indagare, scoprire, il grande europeo capace di far sua la sapienza dell’antichità, dell’Occidente e dell’Oriente, e insieme il grande educatore delle generazioni future. Concreto e realista, Goethe credeva nell’azione creativa, nell’operosità instancabile; conosceva tutti gli errori, le tentazioni, gli abissi dell’anima, ma seppe portarli all’armonia e trasformarli in ricchezza.
A Maria Montessori (1870-1952) dobbiamo una nuova comprensione del bambino e un nuovo modo di intendere sia l'insegnamento che la formazione dei docenti. Il suo famoso Metodo è utilizzato in tutto il mondo e trova echi e riflessi anche dove non viene ufficialmente citato. Maria Montessori è però molto più di questo. Ambasciatrice di pace (fu proposta tre volte per il Premio Nobel), viaggiò instancabilmente in Europa, America e India per annunciare la "scoperta del bambino" e far capire che se si vuole un'umanità migliore è dal bambino che bisogno a cominciare perché il bambino è il padre dell'uomo, è la speranza per il futuro. In questo libro, oggi opportunamente aggiornato, vengono messi in luce aspetti ancora poco noti della vita della grande pedagogista: le sue lotte per il femminismo e per il diritto della donna al voto, il complesso rapporto con Mussolini e il regime fascista, la pesante e certamente sofferta contraddizione personale che non le consentì di tenere presso di sé il figlio Mario nato da una libera relazione con un collega; il rapporto con la teosofia e la Società Teosofica, rapporto molto più importante di quanto non si sia finora pensato.
Paola Giovetti, la più nota giornalista e scrittrice specializzata in tematiche esoteriche e spirituali da diversi decenni esplora con occhio attento il mondo dei misteri.
Nel suo ultimo libro propone al lettore una rassegna di personaggi, situazioni, esperienze e incontri di ogni tipo.
Medium, sensitivi, protagonisti di vicende insolite e umanamente coinvolgenti, studiosi, ricercatori, associazioni, istituti di ricerca in Italia e all’estero, e molto altro ancora.
Tematiche di confine che riguardano le nostre ancora inesplorate potenzialità, la nostra creatività, il senso della nostra esistenza, il nostro destino ultimo.
La mindfulness è un costrutto psicologico e al tempo stesso una pratica meditativa che ha suscitato un vivo interesse in tutti gli ambiti del benessere e della salute mentale. Moltissime sono le iniziative che vanno sotto questa etichetta e che promettono benefici a tutti i livelli: dal sollievo allo stress alla soluzione di problemi psicopatologici importanti. Tutto questo ha creato molte aspettative e ha visto un fiorire di percorsi da un lato, e di interi approcci psicoterapeutici basati sulla mindfulness dall'altro, con particolare riferimento all'area cognitivo-comportamentale. Ma la mindfulness è davvero efficace? Va bene per tutti gli ambiti del disagio psicologico? In questo volume l'autore offre un'approfondita e articolata risposta su come, in quali casi e in quali condizioni gli approcci orientati alla mindfulness sono efficaci nella psicoterapia. Uno strumento per tutti i professionisti, psicologi e psicoterapeuti, per migliorare l'efficacia della terapia e sapere quando, ovvero con quali patologie, e come inserire interventi orientati alla mindfulness nella propria attività clinica.
La sala della comunità prima di essere uno spazio fisico è un "luogo della mente"; oserei dire è uno "spazio teologico" dove la Chiesa e le comunità ecclesiali sul territorio si giocano il rapporto con l'uomo contemporaneo e con la cultura della nostra epoca. La sala della comunità potrebbe assurgere a caso di specie o, meglio ancora, potrebbe essere quel "luogo privilegiato" in cui sperimentare delle nuove pratiche di socialità e di evangelizzazione. Quello che spesso manca alla Chiesa non sono le strutture (ce ne sono in abbondanza), mancano i contenuti e le idee con i quali farle vivere. Il gap che attanaglia le comunità ecclesiali non è di tipo strutturale, ma culturale e, forse, in definitiva anche spirituale. Stare, vivere nella contemporaneità, aprirsi al mondo non è solo un fatto di consapevolezza, ma grazie alle sale della comunità e alle attività che si svolgono al suo interno (attività culturali, cinema, teatro, musica) la Chiesa potrà assumere uno stile nuovo che segnerà la stessa prassi pastorale.
Giugno 1974, Padova. Un commando irrompe nella sede del Msi e uccide a colpi di pistola due militanti di destra: Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci. È il primo omicidio rivendicato dalle Brigate Rosse e l’inizio di una stagione di sangue e di odio nel nostro Paese. Silvia Giralucci ha tre anni, e oggi i ricordi di suo padre sono quelli di una bambina, vaghi, sfumati, appena accennati. Così ha deciso di ripercorrere quel momento tragico incontrando alcuni dei protagonisti di tale stagione, da Pietro Calogero, il magistrato promotore della famosa inchiesta del 7 aprile 1979, al professor Petter, vittima della violenza degli estremisti, ad alcuni ex esponenti di’Autonomia operaia. Attraverso i loro racconti ricostruisce i drammatici istanti dell’assassinio del padre ma anche il clima infuocato della seconda metà degli anni Settanta a Padova, crocevia di quel buio periodo, la città del terrorista nero Franco Freda, di alcuni nuclei delle Br, di Toni Negri e del Movimento del ’77. Una vicenda privata diventa parte di una tragedia collettiva, toccando in profondità i nodi di una pagina scura della nostra storia recente.
Il percorso del desiderio non è affatto rettilineo: imbocca tangenti, disegna triangoli, si avvita in circoli viziosi. La coquette, il masochista, il seduttore, tutti si lasciano coinvolgere in un balletto affascinante la cui coreografia sfugge loro. René Girard rilegge alla luce di questa fondamentale intuizione i personaggi della letteratura, mostrando che i più grandi scrittori sono dei "geometri del desiderio". In Dante (Paolo e Francesca), Shakespeare (Giulietta e Romeo) e altri, il gioco dell'amore ubbidisce alle leggi implacabili del desiderio mimetico, secondo le quali c'è un terzo termine nell'equazione amorosa: il modello che l'amante segue, che tenta di imitare e che rende desiderabile l'oggetto del suo desiderio. Un nuovo straordinario tassello che Girard aggiunge alla sua analisi dell'amore nella letteratura e nella storia dell'Occidente.
Al contrario dell'antropologia moderna, che va il più lontano possibile, verso le "culture altre", il discorso antropologico di Girard si concentra su ciò che è più vicino e a portata di mano. Girard difatti non pone distinzioni fra le diverse culture, in quanto le ritiene parte di una stessa umanità fatta della medesima stoffa antropologica. Anche per questo non c'è bisogno di nessun "lavoro sul campo", visto che i testi di riferimento si trovano anzitutto all'interno della nostra tradizione culturale: i tragici greci, la Bibbia, Shakespeare, il romanzo moderno. I miti d'origine raccolti in questo volume, una serie di saggi apparsi nel tempo in diverse antologie, approfondiscono e chiariscono l'analisi condotta nelle sue opere maggiori. Il mito ha un ruolo centrale nella teoria girardiana del "capro espiatorio". È il momento finale, di sistematizzazione narrativa del dramma appena compiutosi all'interno della comunità: un processo di trasformazione del presunto colpevole in eroe o dio (sacro in quanto purificato). Insomma, l'ordine culturale umano scaturisce dalla ritualizzazione del sacrificio iniziale, e il mito quindi non è altro che il resoconto di quell'evento fondativo.
Il volume raccoglie sei studi danteschi, editi in rivista tra il 1992 e il 2010: cinque letture di canti, di If. XV e XXXIII-XXXIV, di Pg. XVI e XXXI, di Pd. XV, seguite da una riflessione sulla fortuna della Commedia attraverso il caso specifico di Tommaso Campanella. Unifica la raccolta l'intento di far emergere in quale misura si debba al primo e più grande dei nostri poeti l'avvio non solo della prima fase, teocentrica, della storia italiana ma altresì della seconda, umanistica, cosmocentrica e cristocentrica, sullo sfondo di una prospettiva che riconosce nella letteratura la principale e autentica forza spirituale specificamente costitutiva dell'unità nazionale italiana. Ne deriva una lettura nuova e coerente di momenti, episodi e temi della Commedia - dall'incontro di Dante con Brunetto Latini a quello con Marco Lombardo, con Cacciaguida e, soprattutto, con Beatrice nel Paradiso terrestre -, che rappresenta un'occasione di riflessione e ripensamento per semplici appassionati della poesia dantesca, e in generale della cultura letteraria italiana, per gli studenti e per gli studiosi.
Una storia al massimo della sua potenza e sacralità. Scritti in cui si entra come fosse una cattedrale di sensi. L'agire di un uomo che è diventato il modo in cui gli atti di resistenza più silenziosi al nazismo facciano parte di ciò che salva la civiltà. Nonostante il parere contrario dei vertici della chiesa, Franz rifiuta di accettare la guerra considerandola strumento di distruzione di uomini. Il volume è costituito da un saggio che conduce il lettore nella storia di Franz attraverso la sua vita, il contesto politico e sociale, i valori morali e religiosi a cui credeva, la profonda relazione con la moglie Franziska. La seconda parte è composta da tutte le lettere che i due coniugi si sono scritti durante la prigionia di Franz. Franz Jägerstätter venne ucciso nella prigione dove era rinchiuso anche il suo coetaneo Dietrich Bonhoeffer. Prefazione di papa Francesco.