
La Ue sta indebolendo lo stato sociale dei suoi Paesi membri? Perché è così difficile far convivere solidarietà nazionale e integrazione economica europea? Sono interrogativi dettati dalle scelte fatte negli ultimi anni dalle autorità sovranazionali dell'Unione, che hanno colpito soprattutto i giovani e le fasce vulnerabili della popolazione. La riconciliazione tra welfare ed Europa non è una missione impossibile. Essa richiede però un ambizioso lavoro intellettuale e politico. Occorre elaborare un modello di Unione che consenta alla democrazia e al welfare di funzionare anche in un'economia integrata. E intorno a questo modello bisogna costruire il necessario consenso, fra paesi e fra cittadini. Maurizio Ferrera formula proposte concrete per muovere in questa direzione e sollecita le élites nazionali e le autorità di Bruxelles a impegnarsi in un serio investimento politico per rafforzare la Ue e accrescere la sua capacità di garantire protezione sociale e sicurezza esterna. Solo così il progetto europeo potrà produrre benefici diffusi ed equamente distribuiti e dunque riconquistare la legittimità perduta.
Ai primi del Novecento il Quarto Stato viene descritto come classe a sé, autoconsapevole e compatta, portatrice di interessi universali di emancipazione: operai, contadini e braccianti chiedevano che venisse loro riconosciuto un potere politico (tramite diritti) che fosse in linea con la loro rilevanza economica e sociale. Gli oppressi oggi esistono ancora, anche se sono meno visibili di un secolo fa e sicuramente molto meno organizzati. È il ‘Quinto Stato’, composto di lavoratori sottopagati e/o precari. Il Quinto Stato è un insieme fluido e variegato, e rispetto alla sua controparte novecentesca presenta alcune decisive differenze: il proletariato condivideva il lavoro di fabbrica, viveva negli stessi quartieri, frequentava le sezioni locali dei sindacati e dei partiti, ed era dunque più facile da organizzare e mobilitare; il precariato di oggi è eterogeneo, disperso, molto connesso, ma solo attraverso i canali ‘freddi’ di internet e dei social media. Quali strategie potranno essere adottate per proteggere dai rischi e dai bisogni questa estesissima classe? Alcune interessanti idee a riguardo circolano già da qualche anno. Da un lato, vi è la riflessione su come fornire sicurezze e protezioni calibrate sulle nuove modalità di lavoro. È la strategia dell’investimento sociale, magari sorretto da un reddito di base universale e incondizionato. Dall’altro lato, si riflette su come approfittare della globalizzazione, della flessibilizzazione e delle nuove tecnologie per progettare un nuovo modello di società. La sfida sociale del Novecento è stata quella di assicurare lavoro e reddito. Quella del nostro secolo potrebbe essere la redistribuzione equa del surplus generato dall’integrazione economica e dalle nuove tecnologie, se questi processi saranno ben gestiti.
Il kushari è un piatto tipicamente egiziano. Mescolando ingredienti apparentemente inconciliabili fra loro, sembra sfuggire a qualsiasi logica culinaria. Eppure, se cucinato da mani esperte, gli ingredienti si fondono in una pietanza deliziosa. Quale miglior metafora per l'Egitto di oggi, che tenta di fondere mille anime in un'identità che alcuni vorrebbero monolitica, altri multicolore? Mille anime che potrebbero idealmente unirsi per dar vita a un sapore unico, o annientarsi fra acute discordanze. Il racconto appassionato di un Egitto inedito, che sbalordisce, spaventa e interroga, fatto di storie di giovani, militari, donne, islamisti radicali e minoranze religiose, sindacalisti in cerca di giustizia e trame di oscuri apparati dello Stato. Attraverso episodi cruciali che hanno interessato la società egiziana negli ultimi anni - dalla Primavera araba del 2011 al misterioso e "irrisolto" caso Regeni - l'autrice ci restituisce l'eterna dialettica tra spinte innovatrici e resistenza al cambiamento.
Il mito di Napoleone, «l'uomo che suonava la musica dell'avvenire», continua a coinvolgere e intrigare sempre nuove generazioni. Di che cosa è fatta la sua eccezionalità? Come si è sviluppata e che cosa ha prodotto? Dopo "N." (Premio Strega 2000), che racconta i dieci mesi dell'Elba, Ernesto Ferrero ha continuato a indagarne gli aspetti che possono rivelarlo meglio e che ci toccano più da vicino: le inesauribili capacità organizzative, le tecniche di comunicazione, la progettualità visionaria, l'introduzione della meritocrazia, il culto del budget, le politiche economiche e culturali, l'attenzione per l'arte e per il libro, la rifondazione della macchina dello Stato, a partire dal Codice civile. Con una narrazione incalzante e in un fitto intreccio di storie e personaggi, il libro condensa in venti temi-chiave le ragioni di un'ascesa e di una caduta fuori misura (dalla prima campagna d'Italia all'Egitto, dalla Russia a Waterloo, all'esilio sull'isola di Sant'Elena) e i retroscena di un «sistema operativo» che fa di Napoleone il fondatore della modernità.
Quante vite diverse può vivere un uomo, quante idee possono stare dentro la sua testa, quanti sogni può sognare? Tantissimi, praticamente infiniti, se quell'uomo, anzi, quel Presidente, si chiama Massimo Ferrero ed è nato e cresciuto al Testaccio, "senza arte né parte, da 'na madre che lo lavava cor sapone de Marsiglia come fosse uno straccio, sperando di levargli di dosso l'odore dignitoso della povertà". Massimo Ferrero, per tutti er Viperetta, di strada ne ha fatta tanta, sempre con irriducibile fantasia, con passione, orgoglio, purezza e geniale incoscienza, passando attraverso un'infinità di lavori fuori e dentro il mondo del cinema. Da quando, da bambino, accompagnava il suo amico Giuliano Gemma a Cinecittà e si nascondeva nelle ceste colme di abiti di scena per respirare l'odore del set a quando, già assistente di produzione, aiutò Dino Risi a girare una scena de La stanza del vescovo in una chiesa che prima di allora era stata vietata a tutti. Fino a sfiorare una parte nel Satyricon di Fellini, a stringere la mano a Fidel Castro ("il Lider Màximo con il Massimo leader"), transitando da alcune perizie particolari nei casting di Tinto Brass... Per arrivare infine al sogno più pazzo e più bello: la Sampdoria, tanto amata che "mi ci volevo comprare una casa a Sampdoria, ma dice che non ci sono, che non è una città, ma io prima o poi la città di Sampdoria la fondo".
Il testo racchiude l'esperienza viva condotta giorno dopo giorno da una decina di anni, da un frate minore cappuccino e da una operatrice didattica storica dell'arte con bambini e giovani appartenenti a parrocchie, centri di aggregazione di varia estrazione ideologica, ma soprattutto con gli alunni e gli insegnanti delle scuole primarie della città e della provincia di Reggio Emilia. L'arte, la narrazione, la creatività e la realizzazione di piccoli manufatti, sono i linguaggi che ci hanno permesso (e speriamo che lo permettano anche al lettore) di crescere insieme agli utenti sul rispetto del punto di vista altrui, sulla molteplicità dei valori e dei doni è per se e per gli altri e sulla dimensione della fede vista come incontro e relazione, come una modalità che ci permette di passare dall'io al tu e dal tu al Tu. Nella prima parte del testo vengono raccontati quattro laboratori didattici (scelti tra i quindici che gli autori propongono ad insegnanti ed operatori pastorali) e soprattutto la modalità con vengono costruiti. Nella seconda parte viene narrato un focus sulla figura di Don Lorenzo Milani (figura molto studiata, vissuta ed amata tramite i rapporti con i primi allievi del priore da parte di fr. Antonello) e la concretizzazione del suo messaggio di fede attraverso percorsi didattici particolari legati alla sua concezione di scuola e di radicalismo evangelico; percorsi che han dato vita a rappresentazioni teatrali condivise, costruzione di presepi ecc..
Per chi suona la campanella è un trattato di filosofia in pillole ad uso quotidiano frutto dell'ingegno di un professore di filosofia precario di liceo. Ermanno Ferretti si è fatto conoscere sul social network Twitter con il nome Scrip raccontando in 140 caratteri la sua vita di insegnante, dalle disavventure del precariato agli strafalcioni degli studenti, dai problemi reali della scuola a spunti per una nuova didattica. Ha vinto il premio di "Twitter più simpatico dell'anno" ai Twitter Awards 2010 ed è stato finalista nella stessa categoria nell'edizione del 2011.
Le strutture cognitive e i processi di elaborazione attivi nella comunicazione, le forme di socialità che questa presuppone e mette in atto, le differenze tra comunicazione verbale e non verbale, le diverse patologie comunicative. Nei saggi di autorevoli specialisti, un'introduzione al rapporto tra mente e linguaggio, uno dei temi contemporanei più discussi.
"Affinando lo sguardo, circoscrivendo lo spazio del vivere quotidiano, ho perso sintonia con gli accadimenti che determinano la cronaca e il divenire del mondo. Non ne sento mancanza. Eppure sono vivo, cosciente di quale dono sia vivere, so della necessità di renderne merito e dei doveri che mi competono. Conosco molto delle mie colpe. So che sarò giudicato di fronte a Dio e posso solo sperare nella Sua misericordia. Non nutro altre speranze. La mia fiducia nelle capacità e possibilità dell'umanità oscilla tra l'applicazione della regola benedettina: ora, lege et labora e il buon senso tradizionale. Non credo che telefonando, fotografando, in rete collegati ed informati cresca di un'oncia la meraviglia del vivere. Sono vecchio, operando per lo più per reazione tendo ad essere reazionario. Montano per discendenza e per scelta, per contingenza da centocinquant'anni italiano ma sono italico da secoli e secoli e il futuro non è dato; cattolico romano in lotta perenne con un substrato barbarico, un sentire profondo che secoli di fede e devozione hanno contenuto, limato, educato ma, inutile mentire, affiora qua e là prepotente: occhio per occhio, dente per dente."
La prima storia organica e completa dell’informazione letteraria dal fascismo a oggi, su terze pagine e supplementi, riviste letterarie e mensili librari, fogli politici e settimanali di attualità, rubriche radiotelevisive e siti internet. Un reticolo fittissimo di tendenze critiche e formule informative, che si articola nel vivo dei processi sociali e della spettacolarizzazione mediatica, della produzione e del mercato editoriale, dei dibattiti intellettuali e del lavoro di critici come Cecchi e Montale, Pampaloni e Pasolini, Baldacci e Cherchi, via via fino alle ultime generazioni. Tutto questo attraverso un discorso che armonizzando la rigorosa documentazione di prima mano e il vivace gusto dell’aneddotica, lo studio e l’intervento, il manuale e il racconto, con tante piccole e grandi riscoperte e scoperte, si rivolge sia agli operatori dell’informazione e dell’editoria, sia ai docenti e studenti delle discipline relative, sia al pubblico dei lettori.
Il libro, rifacendosi anche agli inediti recentemente pubblicati, presenta anzitutto un agile profilo della figura e del pensiero del grande filosofo del Novecento, Emmanuel Levinas. Vi si intrecciano le vicende della vita con il contenuto delle opere, il radicarsi nella tradizione religiosa ebraica e l'impegno a ripensarla con metodo fenomenologico per farne emergere i significati universalmente umani. Tra questi, sono centrali l'assolutezza dell'appello etico del volto d'altri e la dimensione di trascendenza della soggettività umana investita di responsabilità. Segue l'approfondimento di quattro temi teologici: 1. L'itinerario a Dio in chiave etica; 2. Il rapporto tra giustizia e misericordia; 3. Le tensioni dell'escatologia; 4. La trasfigurazione etica e teologica del corpo. Scritto in linguaggio accessibile a tutti da uno dei migliori studiosi di Levinas in Italia, il libro è particolarmente indirizzato a persone con interessi teologico-religiosi.
"Tragicità e meraviglia hanno segnato le mie stagioni, sempre irriducibili sempre insolubili. È il mistero del vivere ad attrarre ogni mio interesse e ogni mio interesse vi si rispecchia, vi trova giustificazione o motivo di consolazione. Il succedere degli avvenimenti, il mutare delle situazioni, il permanere dell'ignoto e dell'indicibile. Non è una opzione ideale, non corrisponde ad uno stimolo sociale, è una necessità carnale e materica riflessa nel paesaggio, scolpita e dipinta, assemblata nelle architetture rurali, civili e religiose. Nutrita di letteratura, di silenzio e di preghiera. E quando niente torna è inutile negarlo. Il passato è ciò che posseggo, il presente è il tempo che mi è concesso, il futuro arriva e mi troverà comunque impreparato. Il mio aiuto, la mia sola forza, sta nell'essere radicato. Una famiglia, una comunità, una terra, una lingua, una religione. Usanze, costumi, modalità dell'essere e dei comportamenti. E tutto sta finendo. Moribondo, quando non già morto."