
«Un intero universo di significati va perduto se si assumono l'ideologia razziale, l'escalation bellica e la burocrazia dello sterminio come categorie dominanti nella spiegazione dell'Olocausto. E questo perché la domanda "Come mai i nazisti bruciarono la Bibbia ebraica?" richiede un'immaginazione che sappia cogliere cultura, sensibilità e memoria storica del popolo tedesco.» Nel fissare l'obiettivo di questo suo documentatissimo saggio, Alon Confino inaugura un nuovo filone di ricerca nella pur vasta e variegata letteratura sulla Shoah, basato sul presupposto che la «soluzione finale», incarnata da Auschwitz nella prima metà degli anni Quaranta, sia stata anticipata e resa possibile dalla narrazione messianica e rivoluzionaria elaborata dai nazisti dopo l'ascesa di Hitler al potere nel gennaio 1933. Stando a questa storia, gli ebrei - in quanto responsabili di tutti i mali del mondo, dall'alba dell'umanità all'epoca moderna, passando per l'età protocristiana e della Germania medievale, e di ogni forma di corruzione morale, decadenza e degenerazione - rappresentavano un passato che doveva essere estirpato per consentire la nascita di un nuovo impero e di una nuova civiltà. E perché potessero sorgere un nuovo ordine europeo e un nuovo tipo di cristianesimo, anche la civiltà ebraica andava cancellata, recidendo il suo legame storico con le origini culturali e religiose della Germania. Così, bruciando Bibbia e sinagoghe, come avvenne nella cosiddetta «Notte dei cristalli» tra il 9 e il 10 novembre 1938, e che vide la partecipazione attiva o la passiva complicità di cittadini di ogni età e condizione sociale, il nazismo cercò di modificare non solo la plurisecolare storia dei tedeschi e degli ebrei, ma anche di azzerare il ruolo di questi ultimi nella nascita della civiltà cristiana. Secondo Confino, quindi, il germe della volontà genocida non fu inoculato dai nazisti nel popolo tedesco attraverso l'ideologia antisemita o la scienza della razza, bensì promuovendo un fenomeno culturale molto più ampio - un mondo simbolico condiviso di parole, rituali, immagini e fantasie - che portò i cittadini del Terzo Reich, favorevoli o contrari che fossero, a trovare plausibile se non auspicabile la prospettiva di un mondo senza ebrei. Da quel momento la persecuzione e lo sterminio divennero non solo possibili, ma pienamente giustificabili.
L'opera, giunta alla dodicesima edizione, introduce i più recenti sviluppi della dottrina e della prassi dell'Organizzazione.
Il documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica sul gender, firmato il 2 febbraio scorso, ha visto la luce solo pochi giorni fa. Nasce dalla consapevolezza di una particolare emergenza educativa in atto, soprattutto sui temi dell’affettività e sessualità. Si pone come obiettivo il sostenere quanti sono impegnati nell’educazione delle nuove generazioni ad affrontare «con metodo» le questioni oggi più dibattute sulla sessualità umana, alla luce del più ampio orizzonte dell’educazione all’amore.
La prospettiva è indubbiamente dialogica e potrebbe essere così sintetizzata: no all’ideologia, sì alla ricerca; no alla discriminazione, sì all’accompagnamento; no all’«antropologia del neutro», sì all’antropologia delle differenze.
È un testo che farà comunque discutere e attorno al quale si potrebbe attivare un importante dibattito.
"Ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente". Papa Francesco
Il presente volume contiene la Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica del 24 novembre 2002. Il documento è rivolto, in particolar modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche. Sebbene molte questioni sino cambiate nell'arco degli anni trascorsi dalla pubblicazione della Nota, nondimeno le esigenze che scaturiscono dalla fede cattolica e che riguardano l'ambito della vita civile, non sono diminuite e i principi morali, che devono guidare le scelte particolari dei cattolici nelle vita politica, rimangono di grande attualità. Il testo della Nota è preceduto da un'introduzione a firma dell'attuale Prefetto della Congregazione, il Cardinale Gerhard Müller, che mette in rilievo l'attualità e l'importanza del documento. Seguono alcuni commenti preparati da esperti: il cardinale Joachim Meisner si concentra su "Significato ed attualità del documento"; il cardinale Giacomo Biffi si sofferma sul tema "Cultura cattolica per un vero umanesimo". Gli altri contributi mettono in rilievo i temi principali della Nota dottrinale: "La responsabilità del politico cattolico" a cura di Rino Fisichella; "La persona pilastro dell'impegno dei cattolici in politica" a cura di Réal Tremblay; "Laicità e pluralismo" a cura di Angel Rodríguez Luño.
È vero che gli immigrati ci rubano il lavoro e abbassano i salari? Che abusano del nostro welfare? Che rallentano lo sviluppo? L'autore risponde a queste domande per spiegare come i migranti influiscono sulla nostra economia. E ne pone delle altre forse ancora più rilevanti per il nostro immediato futuro: perché senza immigrati il nostro sistema di welfare andrebbe a picco? Come possiamo attirare migranti con qualifiche elevate e perché farlo è fondamentale per l'innovazione? Perché 'aiutarli a casa loro' è come lasciare 50 euro sul marciapiede per evitare lo sforzo di raccoglierli? Perché investire sull'integrazione dei nuovi arrivati è vitale per l'economia italiana?
Essenziale per la vita umana, il cibo svolge funzioni che vanno ben oltre il sostentamento. Sul cibo - barometro del nostro benessere fisico e psichico si concentra una sempre maggiore attenzione pubblica, come testimonia l'interesse per certi versi ossessivo che a questo argomento riservano i media. Tuttavia, se si esclude il contributo dell'antropologia, è solo negli ultimi venti anni che gli scienziati sociali ne hanno fatto un oggetto di studio. Questo volume illustra le principali ricerche della psicologia sociale nel campo dell'alimentazione. Sono esaminati l'influenza dei fattori sociali in relazione alle scelte alimentari, al controllo del peso, ai disturbi alimentari, ed è analizzato il rapporto tra stress e cibo, tra cibo e presentazione di sé.
Ci circondiamo di oggetti di uso comune, senza i quali ci sentiamo persi. Ma raramente ci soffermiamo a considerare la loro storia e il loro significato. In questa divertente e ingegnosa esplorazione dei nostri rapporti con le cose quotidiane, Steven Connor si rivolge a quegli oggetti che, pur nella loro mondana ovvietà, possiedono una qualità magica, una vita propria: quelle cose che spesso ci sorprendono per il loro potere di perturbarci, di sedurci, di placarci. Prendete le borse, per esempio. Perché la maggior parte delle donne usa la borsa, mentre gli uomini si affidano alle tasche? Il fascino delle chiavi non risiede nella possibilità sempre presente che possano essere perse? E avevate osservato che nessun oggetto spinge alla contemplazione più di un elastico? Lungo un percorso che si snoda dalle chiavi ai fazzoletti, dalle caramelle agli occhiali, Steven Connor intraprende un viaggio di carattere insieme storico, filosofico e linguistico. Ci svuota le tasche, ci ispeziona i cassetti, riattivando così la nostra connessione con quelle cose bizzarre alle quali ci lega un'intimità che avevamo dimenticato.
"Una volta ho scritto in uno dei miei diari: vorrei passare le dita lungo i contorni di quest'epoca. Poi, d'un tratto, sono stata scaraventata nel bel mezzo di uno dei tanti focolai di umano dolore. E là, sui volti delle persone, su migliaia di gesti, piccoli cambi d’espressione, vite, ho improvvisamente imparato a leggere questo tempo, e molto di più. D’improvviso, era successo: riuscivo con le mie dita a sfiorare i contorni di quest’epoca, e di questa vita".
Etty Hillesum (1914-1943) iniziò a scrivere un diario dopo l'incontro fulminante con lo psicochirologo Julius Spier. Fu lo strumento di scavo interiore che la aiutò ad attraversare i "tempi spaventosi" dell’occupazione nazista a testa alta e a incontrare Dio al fondo della propria anima.
Morì ad Auschwitz dopo aver prestato volontaria assistenza, a Westerbork, agli ebrei in attesa del trasferimento in altri lager.
A partire da quel diario, dalle lettere e da fonti storiche, l'autrice delinea un ritratto sintetico e affascinante di questa donna e invita i lettori a mettersi in discussione. Sulle orme di Etty.
Annalisa Consolo è autrice e sceneggiatrice. Vive a Roma da sempre, a parte una parentesi a Milano — dove ha studiato — e una a Gerusalemme, dove ha lavorato come giornalista. Appassionata di cinema e teatro, adora collezionare boutique blu-ray. Con le Edizioni Ares ha pubblicato il romanzo La cena delle verità (2021) da cui ha tratto anche uno spettacolo teatrale.
Scritti nel 1806, tornati alla luce nel 1961 e pubblicati per la prima volta nel 1980, i "Principi di politica" di Benjamin Constant (spesso confusi con l'opera apparsa sotto il medesimo titolo nel 1815) rappresentano il primo tentativo di ripensare in modo sistematico la teoria liberale dopo il terremoto rivoluzionario. Constant è il primo a rendersi conto che, di fronte alla straordinaria accelerazione storica impressa dalla Rivoluzione francese, il pensiero politico settecentesco è improvvisamente "invecchiato": di qui la critica ai grandi del secolo precedente (Rousseau, ma anche Montesquieu), l'individuazione delle caratteristiche specifiche della libertà moderna, l'ampio spazio riservato alle tematiche economiche e la messa a fuoco di una serie di problematiche (l'eccesso di legificazione e di accentramento, i rischi dell'individualismo privatistico, la necessità di un assetto federale) che apriranno la strada alla riflessione di Tocqueville. Un'opera che rappresenta una tappa decisiva nella storia del pensiero politico: con la loro riscoperta è stato ritrovato, come ha scritto Tzvetan Todorov, l'anello mancante tra lo "Spirito delle leggi" e il "Contratto sociale", da un lato, e la "Democrazia in America" di Tocquville, dall'altro.