
Persone e libri, viaggi e incontri, eventi mondiali e interiori sono gli spunti di questo diario che svela il lato intimo di uno scrittore, le sue riflessioni sullo tzunami che ha colpito il sud-est asiatico e la commozione di fronte alla via crucis del Papa. Spaziando dalla meditazione sul valore dei sentimenti al mestiere dello scrittore, dall'importanza del dialogo tra le religioni all'impotenza dell'uomo di fronte alla violenza della natura, criticando la spettacolarizzazione dell'Olocausto e interrogandosi sul singolare destino di ebreo vicino al mondo cattolico, Alain Elkann, con uno stile nitido e penetrante, ci racconta il nostro tempo, i suoi drammi, le sue speranze e il suo bisogno di eternità.
Questo libro contiene lettere, appunti di diario, riflessioni sul presente e sul passato, schegge autobiografiche, polemiche ad personam e controversie ideologiche; il dopoguerra e la guerra fredda, lo stalinismo ed il conformismo degli intellettuali, l'Ungheria e il '56, Praga e il '68; Sereni, Vittorini, Pasolini, Calvino, Cases, Rossanda, Panzieri, Luzi. Il confronto con la storia, il dialogo e lo scontro con amici e avversari formano la sostanza del libro, che privilegia la forma del frammento ma è al tempo stesso rigorosamente costruito a posteriori, attraverso un montaggio che insieme agli anticipi ed alle continuità denuncia gli abbagli e le false certezze nell'inesausta interpretazione del presente e nella riflessione sul passato.
La passione omicida, che sia collettiva o individuale, la rabbia distruttiva, l'amore per l'odio, non conosce limiti. Di fronte alla dismisura, i nostri strumenti di misura vengono meno. In principio era l'atto. Quest'atto era l'uccisione del padre secondo Freud, del fratello secondo la Bibbia. Questo inizio è senza fine. La violenza è sovrana. Ovunque, fuori, visibile, esposta alla luce del sole. Ovunque, dentro, nascosta, rintanata nell'ombra da dove essa è pronta a emergere.
Con Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi lo scrittore Giosuè Carducci (1835-1907) fu il Maestro della Terza Italia dal Risorgimento alla prima guerra mondiale. Insegnò ad amare lo studio e l'impegno politico quale dovere del cittadino. La sua vita fu costellata di tragedie: la morte del fratello e dei due figli maschi, passioni amare, polemiche politiche, scandali, un'aggressione all'Università di Bologna in cui insegnava da quando aveva 25 anni. Chi fu Carducci? "Garibaldino" cantò la regina, repubblicano fu senatore del regno: un vero statista. Nel 1906 ebbe il premio Nobel per la letteratura perché dette voce a un ideale di validità universale: saldare la classicità greco-latina con l'Europa contemporanea. Qui se ne propone un ritratto a tutto tondo.
L'idea di questo libro nasce dall'incontro quotidiano degli autori, professionisti impegnati nella clinica e nella formazione, con giovani adulti in condizione di disagio: persone fra i venti e i trent'anni alla difficile ricerca di un'identità sociale, non in grado di elaborare autonomamente la conflittualità adolescenziale e di acquisire in forma stabile le caratteristiche tradizionalmente riconducibili all'età adulta. Il volume analizza e descrive i tratti specifici di questa fase del ciclo di vita, differenziandoli da quelli adolescenziali, sia rispetto alla fisiologia della crescita sia rispetto alla qualità della sofferenza psicologica, in una prospettiva psicodinamica ed evolutiva. L'età del giovane adulto è definita "terza nascita" in quanto successiva alla seconda nascita dell'adolescenza: un modo evocativo per sottolineare come la realizzazione del Sé sociale, in questa fase di crescita, rappresenti un compito evolutivo cruciale per la definizione e costruzione dell'identità dell'individuo. Una "terza nascita" sulla quale è necessario riflettere a partire dal contesto affettivo, relazionale e sociale in cui avviene.
Nato alla periferia dell’Impero zarista, in una famiglia georgiana povera e tenuta insieme dalla determinazione della madre Keke, Stalin è uno studente dotato ma ribelle. Leader naturale, carismatico seduttore, sogna un futuro da cavaliere e cantore della propria terra, ma segue i consigli materni ed entra in seminario. La sua vera vocazione è però quella del rivoluzionario. Vi si applica con un talento privo di remore morali, rivelandosi capobanda e cospiratore fuori del comune, impegnato in un’attività frenetica di espropri, rapine, omicidi mirati e attentati compiuti per finanziare il nascente partito bolscevico. La svolta dell’ottobre 1917 lo vedrà al fianco di Lenin come uomo d’azione di spietata efficacia, che farà tacere ogni dissenso. Prevarrà poi su Trockij e gli altri avversari interni, portando ai vertici del potere i compagni di lotta degli anni giovanili. Con i sopravvissuti alle terribili «purghe» da lui stesso ordinate, trascorrerà gli ultimi anni in nostalgiche rievocazioni: «Se non ci fosse stato Lenin, sarei rimasto un corista e un seminarista».
In pagine documentatissime, frutto di un decennio di ricerche – durante il quale ha ripercorso i luoghi che videro la giovinezza del futuro «zar rosso», interrogando i discendenti e consultando documenti e diari, finora tenuti segreti, di protagonisti e comprimari –, l’autore disegna un vivido «ritratto del despota da giovane», svelando il mistero che ha avvolto molte vicende relative agli anni di formazione di uno tra i maggiori, e più fascinosamente malvagi, protagonisti del secolo scorso.
Umberto Galimberti è un pensatore di razza che sa fotografare l'esistente. Sembriamo tutti avvolti da un "ospite inquietante", perfino quando viaggiamo in treno per una gita o andiamo a trovare un amico. Ma chi ha inserito nel nostro scenario questo strano ospite? Chi è? Con questo nuovo volume della Collana "Diálogoi", il filosofo ci spiega perché i giovani oggi hanno paura. Ma ci suggerisce anche come essa si possa togliere.
Quella attuale è la prima generazione di genitori ad affrontare l'era dei social network e a crescere quelli che vengono chiamati “nativi digitali”. al riguardo non ci sono esempi da seguire e strade già battute da percorrere, ma il compito educativo da assolvere rimane identico e ai ragazzi va insegnato come vivere sia nella vita offline che in quella online. Questo volume si propone di aiutare i genitori di bambini e ragazzi a capire i meccanismi e le dinamiche di questo nuovo “ecosistema” in cui online e offline si incontrano, si intrecciano e si condizionano a vicenda. Il volume è organizzato in modo da fare esperienza non solo delle principali app e social network che abitano il web, ma anche di come i figli le utilizzano e come le “vivono”: prendere sul serio la “dimensione digitale” delle relazioni dei ragazzi è indispensabile per aprire un dialogo.
Il binge drinking è il termine inglese con cui si descrive il comportamento di "bere fino ad ubriacarsi". Fenomeno sempre più frequente, viene affrontato nel volume in una prospettiva di psicologia evolutiva e di interpretazione del concetto di rischio. Le tematiche vengono esposte in modo chiaro e comprensibile anche per i non addetti ai lavori fornendo statistiche e raffronti tra la situazione italiana e quella di altri Paesi. Ampio spazio è dato agli ambiti di rischio e a possibili interventi mirati in relazione alla gravita o meno della situazione giovanile.
In Italia l'abuso delle bevande alcoliche è generalmente sottovalutato: in realtà le alcoldipendenze costituiscono un problema non soltanto più antico, ma più diffuso delle altre forme di tossicodipendenza. I giovani sono considerati un gruppo particolarmente a rischio per gli effetti acuti che possono sperimentare e per l'acquisizione di abitudini che possono avere un forte impatto sulla loro maturazione psicofisica.