
I bambini anticipano, con la loro presenza, il tempo che potrà ancora continuare e che conterrà le tracce della nostra presenza. Eppure, questo mondo sembra completamente estraneo, perfino ostile, ai bambini, nonostante essi siano il meglio di cui aver cura, la speranza, il domani, la continuità. Il fatto è che Dio e i bambini stanno lì a ricordarci che l'essenziale è da un'altra parte. I bambini ci ammoniscono circa la vita, ci riportano alla semplicità dell'amore. Allora, riflettere sui bambini significa riprendere il filo dell'essenziale. Anche i vangeli ci parlano dei bambini in alcune scene. Certo, sono poche volte, ma sufficienti per farci comprendere l'enorme considerazione che Gesù ha per loro. Gesù ha un rapporto privilegiato con i bambini, tanto da additarli come i "veri abitanti del cielo". Anche Gesù è stato bambino...
Immaginate che un guru del marketing sia convocato presso la Santa Sede da un alto prelato vaticano. Immaginate gli sia sottoposto il problema della perdita di credibilità della Chiesa e della inarrestabile emorragia di fedeli: fuga verso altri culti, seminari vuoti, messaggi accusati di anacronismo, preti che non ispirano fiducia, liturgie con pochi praticanti, rifiuto dell’etica evangelica. Immaginate che il consulente riceva l’incarico di studiare un “rilancio” e accetti la sfida, persuaso che la curva in discesa della sua committente non sia da attribuirsi solo a una crisi di contenuti, che sembrano essere lontani dalla modernità, ma anche a una crisi di comunicazione, quasi che le gerarchie non riescano più a riformulare efficacemente i fondamenti della religione cristiana.
Accade così che uno dei più quotati esperti di comunicazione strategica in Italia decida di cimentarsi nell’analisi delle cause che hanno arrestato il moto di espansione del cattolicesimo negli ultimi decenni. È un viaggio appassionante alla fine di una stagione, ma è soprattutto la scommessa di trovare una nuova strada: una strategia che aiuti la Chiesa a ristabilire la purezza della sua “marca”, a riscoprire l’essenza del suo “prodotto”, a rimotivare la “forza vendita” dei sacerdoti e dei religiosi e a “fidelizzare” vecchi e nuovi credenti attraverso la più straordinaria e capillare rete di punti in franchising – diocesi e parrocchie – che sia mai stata creata nella storia.
In gioco c’è la sopravvivenza stessa del cristianesimo.
Quella di Gesù è la crocifissione di un giusto, come avrebbe per primo riconosciuto il centurione sotto il patibolo. Chi ne sia il responsabile, il sinedrio o Pilato o entrambi, è da sempre dibattuto.
Se al primo può ascriversi l’accanimento con cui i suoi membri sostengono la colpevolezza di Gesù per violazione delle norme a protezione della maiestas del popolo romano e del principe, al governatore della Giudea va imputata l’inosservanza di regole basilari del diritto alle quali si sarebbe dovuto attenere.
L’autore lo spiega nel corso di un’indagine seria, appassionante e originale, che ricostruisce una pagina fondamentale della storia soffermandosi su alcuni degli aspetti meno esplorati delle ultime ore della vita di Gesù.
Cattolica inquieta e provocatrice, Christine Pedotti si domanda che cosa dicano veramente i Vangeli a proposito delle donne. L'immagine tradizionale è, per molti di noi, quella di Gesù accompagnato dai dodici apostoli; le donne, se ci sono, restano sullo sfondo. Persino sua madre Maria, cui molti fedeli riservano una devozione assoluta, viene a malapena nominata da alcuni evangelisti. L'autrice si propone di interrogare il testo «con gli occhi e gli orecchi liberi da due millenni di interpretazioni prevalentemente maschili». Il risultato è una visione inedita, originale e al contempo rigorosissima, del Salvatore in conversazione con le tante donne che incrociano il suo cammino. Gesù instaura con loro un contatto spirituale e spesso anche fisico: le ascolta, le abbraccia, risponde alle loro domande, discute assieme a loro con interesse e senza mai perdere la pazienza, come gli capita a volte con i suoi interlocutori maschili. Sembra, in molti casi, preferirle. Se siamo pronti ad accostare quei racconti con sguardo libero da pregiudizi, ogni incontro, ogni scambio e ogni gesto ci rivela l'impressionante modernità del messaggio evangelico: in nessun luogo si troverà un «elogio della maternità»; mai si fa l'elenco dei «doveri di una moglie». Nell'appassionata lettura di Christine Pedotti, Gesù non si rapporta alle donne sulla base del loro sesso: si apre a loro in quanto persone.
Specialista degli Esseni è lui stesso Maestro Esseno, riconosciuto a livello mondiale, Olivier Manitara trasmette la saggezza millenaria di quel popolo ancestrale. Uomo semplice, padre di famiglia, autentico, concreto, sa far convergere i due modi, quello della "materia" e quello dello "spirito". Autore di più di 200 libri e quaderni di ricerca sulla spiritualità e l'esoterismo, conta anche al suo attivo più di 1000 conferenze spontanee e improvvisate sui temi più svariati. Da oltre 20 anni, trasmette un insegnamento vissuto, unico e prezioso. Anima seminari di formazione, convegni e conferenze in Europa, Haiti, Africa e Nord-America (Canada), moltiplicando gli approcci e le tecniche di risveglio spirituale. Numerosissimi incontri sul campo ed in seno a culture assai varie gli permettono di illustrare le sue opere con un'esperienza umana ricchissima. Creatore della Ronda degli Arcangeli, della Nazione Essena e dei villaggi esseni, Olivier Manitaraè un messaggero della Pace attivo e riconosciuto dall'Unesco.
Che caratteristiche ha la personalità di Gesù, così come è descritta nei Vangeli e riletta alla luce della psicologia del profondo inaugurata da Sigmund Freud?
Se ci soffermiamo su alcuni episodi emblematici della Sua vita, possiamo cogliere nitidamente come Gesù fosse perfettamente padrone di se stesso e dotato di una capacità relazionale straordinaria. In mezzo a persone squinternate, malate, con il cuore inquinato e ferito, mostra un’autorevolezza sconcertante e non lesina mai la parola del perdono. È in grado di instaurare rapporti veri, di pacificare la persona che incontra e di farla ripartire daccapo, fiduciosa e colma di speranza, qualunque sia la sua situazione.
Attraverso un linguaggio comprensibile e scorrevole, questo approccio alla personalità di Gesù secondo i dinamismi inscritti nella nostra umanità ci porta alla soglia del Suo “mistero”.
Un piccolo trattato di “cristologia”, alla luce della psicologia del profondo, che ci aiuta a rendere ragione della speranza che è in noi.
L'Occidente fu sempre attratto dalla Cina, ma la mitica "Terra di Mezzo" rimase un mondo sconosciuto, favoloso e irraggiungibile fino all'inizio del Seicento, quando il gesuita Matteo Ricci (1552-1610) penetrò in quell'immenso Paese, facendo conoscere alla Cina la civiltà europea. Fu un altro grande gesuita a compiere l'operazione inversa, rivelando all'Europa il volto della Cina: il trentino Martino Martini (1614-1661).
Questo libro vuol essere un contributo alla conoscenza di un uomo straordinario per fede, scienza, capacità oratoria, coraggio fisico, abilità diplomatica e doti d'iniziativa. Visse solo 47 anni, di cui una dozzina passati sul mare o segregato in luoghi remoti e inospitali, ma, oltre a svolgere la sua missione evangelizzatrice in Cina, riuscì a raccogliere sul Celeste Impero una mole immensa di materiale, esponendola in alcune opere che ebbero in Europa vastissima risonanza. Tra queste un Atlante della Cina di ricchezza e precisione eccezionali.
Sullo sfondo, il Seicento europeo mette in scena i suoi fasti e le sue miserie: secolo abietto e sontuoso, percorso dai fremiti del nuovo e dai sussulti del vecchio, che si apre alle innovazioni scientifiche più ardite e si accanisce nella cruenta repressione degli slanci riformatori, tra guerre interminabili, pestilenze e devastazioni, ma anche una straordinaria fioritura artistica e culturale. Dall'altra parte del mondo, in Cina, il Seicento fu altrettanto contraddittorio: insanguinato dalla feroce guerra di successione tra la vecchia dinastia dei Ming e la nuova dei Ching, fu tuttavia un'epoca di grande rinnovamento della civiltà cinese, che sfociò in un singolare amalgama di cultura letteraria, saggezza amministrativa, ritualità e credenze popolari, senza contare le millenarie tradizioni scientifiche e tecniche su cui si innestarono le grandi innovazioni matematiche, astronomiche e cartografiche europee, introdotte dai gesuiti insieme con la pratica evangelizzatrice.
Protagonista di questo fecondo incontro di civiltà e di tradizioni, propugnatore di una prassi missionaria tollerante, rispettoso della sensibilità e delle consuetudini di quel popolo così fiero e civile, Martino Martini seppe interpretare il proprio apostolato con saggezza ed equilibrio, ma anche con rigore e disciplina. Nominato mandarino, esercitò la carica con dignità e decoro, al punto di diventare cinese egli stesso, per lingua, costumi e abiti, pur senza rinunciare in nulla alla sua fede.
In breve
«Sono il leader dei leader arabi, il re dei re dell’Africa e l’imam dei musulmani»:Muammar al-Gheddafi, da quarantuno anni alla guida della Libia, è vivo, lucido, nel pieno delle sue energie, deciso a mantenere il potere con ogni mezzo. È anche fresco di recenti successi. È stato cancellato dalla blacklist americana dei ‘paesi canaglia’ e reintegrato a pieno titolo nella comunità internazionale. Resta l’ultimo suo grande sogno di costruire un’Africa unita, che stenta però a decollare. Angelo Del Boca, il più noto storico del colonialismo italiano, accoglie la sfida di una biografia in fieri e racconta le molte facce del leader libico: lo statista, l’agitatore, il politico e insieme il funambolico beduino, l’arguto narratore del deserto.
Indice
Introduzione Un uomo venuto dal deserto - I. L’influenza di Nasser - II. Il colpo di Stato - III. La seconda indipendenza - IV. L’ideologia di Gheddafi - V. Un oppositore su scala mondiale - VI. Gheddafi e l’Italia - VII. Gheddafi e l’America - VIII. Una svolta a metà - IX. Le sanzioni economiche - X. La minaccia del fondamentalismo - XI. Difensore dell’Occidente? - Postfazione L’irresistibile ascesa di Seif el-Islam - Note - Indice dei nomi
Il 16 maggio 1943 il ghetto di Varsavia veniva raso al suolo, defintivamente; ne rimaneva un cumulo di macerie, ma fu un'illusione dei nazisti pensare di poter distruggere anche il ricordo di quei terribili giorni. Mary Berg aveva lasciato il ghetto qualche mese prima, in attesa di essere scambiata con ufficiali tedeschi prigionieri delle forze alleate; con sé, sotto gli occhi vigili dei nazisti, portò le pagine del suo diario. Quando iniziò a scriverlo, il 10 ottobre 1939, Mary Berg aveva 15 anni e un'incredibile capacità di osservare quegli stessi eventi dai quali si sentiva travolta. La sua attenzione ai fatti storici, tuttavia non impedisce mai l'emergere dei sentimenti o di aspetti della sua vita privata di adolescente. Ne scaturisce un libro che, oltre al suo valore di documento, apre a interrogativi e a risposte di bruciante attualità. Sostenuto da una scrittura scarna e veloce, ricca di partecipazione emotiva e non mai rassegnata al divario che si apriva tra la realtà e le parole per rappresentarla, il diario di Mary Berg, come quello di Anne Frank, è una testimonianza irrinunciabile del nostro tempo.
Un poeta, Neri, è intervistato da un poeta più giovane, Rivali. Il dialogo dura nel tempo: la confidenza con il giovane poeta e amico permette un'intervista intima e forse liberatoria. A dieci anni dalla morte di Giuseppe Pontiggia, un'ombra viene dissipata. Neri assiste e aiuta il fratello Peppo, più giovane, che subito si afferma come scrittore: "Neri" è lo pseudonimo per ritrovare la propria identità. Una biografia dai toni intensissimi, in cui si alternano quadri di vita riposanti e drammatici, e la poesia si intreccia ai ricordi. C'è l'Italia, c'è Milano, il mondo delle lettere e dell'editoria. C'è il duro lavoro di chi deve sostenere la famiglia, e l'impegno nella poesia, nonostante gli ostacoli. Il testo è scandito da fotografie di persone e luoghi della vita di Giampiero Neri.