
Che cosa sono i manager? Una casta di privilegiati, irresponsabili, strapagati, che sacrificano la loro vita per il lavoro e alla fine del mese aprono estratto conto e busta paga e fanno di conto? Quali competenze hanno? Sanno tutto di sistemi informativi, ma poco di comunicazione umana. Si sono specializzati in tutto senza capire più l'uomo. Come recuperare nelle aziende rapporti che siano innanzitutto umani prima che efficaci? Serve un vocabolario nuovo. Servono responsabilità, rispetto, coscienza e orientamento al futuro. Le aziende non sono soggetti economici con una responsabilità sociale, ma soggetti sociali con una responsabilità economica. Servono visioni, molto coraggio e il tempo per realizzarle.
Qual è lo stato delle professioni psicologiche in Italia? O meglio, quali sono i percorsi e le prospettive di professionalizzazione della psicologia? A che punto è la costruzione sociale delle professioni psicologiche? Quali scenari si preparano? Come governare al meglio un processo di transizione al futuro caratterizzato da forti discontinuità rispetto al presente? Da questi interrogativi parte nel 2008 il progetto di ricerca promosso dal CNOP (Consiglio nazionale degli ordini degli psicologi) di cui questo lavoro rappresenta l'esito conclusivo.
Contemplarci nello specchio del passato è un destino inesorabile? Questo libro spiega perché oggi proliferano i "luoghi della memoria", si cerca di "far rivivere il passato" e gli studi etnologici rivalutano il primitivo di società lontane nel tempo e nello spazio. Perché "mettiamo in scena" le rovine e non possiamo fare a meno di conservare il nostro patrimonio culturale. Alla conservazione dei beni culturali è affidato il mantenimento dell'ordine simbolico su cui si fonda il nostro vivere comune. Il culto degli oggetti del passato risponde al bisogno di scongiurare la minaccia che incombe sull'uomo moderno: la perdita del senso della sua continuità. In tempi di consumo culturale di massa, l'ossessione patrimoniale ci svela però una verità inquietante: sono gli oggetti che abbiamo pensato per una durevole e universale trasmissione a conservare noi, a pensarci. Mentre abbiamo già iniziato a realizzare copie fedeli di luoghi e oggetti d'arte instaurando con esse una relazione virtuale.
Questo breve saggio appartiene all'opera più matura di Schutz e bene esplicita l'oscillazione della riflessione degli anni americani tra "pure theory" e "applied theory". Come anticipa il sottotitolo, "A Study in Social Relationship", l'interesse principale è quello di avviare una ricerca sulla struttura dell'interazione sociale e dimostrare che molte forme di comunicazione, dalle relazioni face to face alle più complesse mediazioni, possono essere spiegate solo in funzione del reciproco sintonizzarsi. La musica è quindi il tramite che Schutz qui sceglie per introdurci alla varietà dei problemi che ruotano intorno alla costituzione intersoggettiva della realtà. Pubblicato dall'Autore nella rivista "Social Research" (1951), e poi inserito nei "Collected Papers" vol. II , "Making music together" è qui riportato nella sua prima traduzione integrale in italiano, introdotto dal curatore che discute l'originalità di un progetto teso a far luce sull'aspetto non concettuale interno ad ogni forma di comunicazione e/o scambio sociale e l'applicabilità della teoria elaborata da Schutz, ai fini dell'orchestrazione della vita quotidiana.
La Comunità di Sant'Egidio negli scenari internazionali
Comunità di Sant'Egidio
Onu di Trastevere? Formula italiana di risoluzione dei conflitti? Diplomazia parallela? Sono svariate le definizioni della Comunità di Sant’Egidio per le sue attività pacificatrici internazionali.
Premio Balzan per la Pace e Premio Unesco per la Pace, in prima linea nel dialogo interreligioso e in molte aree calde
del globo, la storia – unica nel suo genere – di come la Comunità di Sant’Egidio è diventata un soggetto decisivo
nella soluzione di guerre civili e conflitti internazionali non è mai stata raccontata. Per la prima volta in questo libro si presenta un’analisi delle principali iniziative di pace di Sant’Egidio. Almeno di quelle che non sono più riservate o in corso. Dal Mozambico all’Algeria, dal Guatemala al Burundi, dall'Albania al Kosovo, dalla Liberia alla Costa d’Avorio, fino all'impegno - non meno pacificatore - per sconfiggere l’Aids in Africa e per eliminare la pena di morte nel mondo.
Un duplice messaggio: che la pace è sempre possibile. Che tutti, dal diplomatico professionale al volontario,
medico o malato, possono contribuire alla pace.
Piccola ONU di Trastevere? Formula italiana di risoluzione dei conflitti? Diplomazia parallela? Sono svariate le definizioni della Comunità di Sant’Egidio per le sue attività pacificatrici internazionali.
Premio Balzan per la Pace e Premio Unesco per la Pace, in prima linea in molte aree calde del pianeta: qui c’è la storia di come la Comunità di Sant’Egidio sia diventata un soggetto decisivo nella soluzione di guerre civili e conflitti internazionali.
Il libro presenta un’analisi delle principali iniziative di pace di Sant’Egidio. Dal Mozambico all’Algeria, dal Guatemala al Burundi, dall’Albania al Kosovo, dalla Liberia alla Costa d’Avorio, dal Centrafrica al Togo, dalla Guinea Conakry al Niger, fino all’impegno – non meno pacificatore – per sconfiggere l’AIDS in Africa e per eliminare la pena di morte nel mondo, scorrono pagine di storia con un messaggio comune: la pace è sempre possibile e tutti, davvero tutti, possono contribuirvi.
Il libro affronta il problema nel suo punto di massima difficoltà: come stabilire una collaborazione terapeutica con la madre e il padre insieme con il bambino nel qui ed ora della seduta di consultazione.
L'idea centrale che anima le intenzioni più profonde di questo libro, prende le mosse dalla considerazione che la psicoanalisi non possa più essere pensata come un sistema teorico rigido, monolitico e fondamentalmente deterministico, ma bensì come una scienza essenzialmente umana e relazionale. ... Se Freud aveva detto che là dov'era l'Es (la matrice primordiale inconscia della nostr vita psichica), dovrà esserci l'Io (il dominio della coscienza e della consapevolezza)", la psicoanalisi attuale ha sviluppato questa intuizione freudiana portandoci a pensare che là dove c'era l'impensabile di un'esperienza emotiva caotica e traumatica, dovrà esserci la possibilità di essere se stessi. "
Tutto il mondo della scuola, anche in Italia, è stato investito dall'emergenza sanitaria, che ha coinvolto ogni fascia d'età, dai bambini delle scuole dell'infanzia (e addirittura degli asili nido) agli studenti universitari. Il Rapporto annuale del Centro Studi per la Scuola Cattolica, articolato in tre parti, intende offrire spunti importanti per riorientare il nostro futuro e per dare un senso a tutto ciò che abbiamo vissuto. La prima parte esamina il quadro complessivo della situazione e affronta i problemi organizzativi e le prospettive per un rinnovamento effettivo del sistema scolastico nel suo insieme, facendo tesoro di questa esperienza per rilanciare alcuni aspetti essenziali dell'essere scuola. La seconda parte presenta i risultati di una ricerca sul campo, condotta fra i coordinatori educativi e didattici delle scuole cattoliche per descrivere attraverso la loro diretta testimonianza e valutazione come è stata vissuta la pandemia e quale futuro si prospetta per un settore da tempo in crisi. La terza parte raccoglie una serie di buone pratiche offerte a scuole distribuite su tutto il territorio nazionale. Sono la testimonianza concreta di ciò che si è fatto e dello spirito costruttivo con cui tanti insegnanti hanno saputo reinventare la propria professionalità, in nome del servizio educativo agli alunni. I dati statistici che chiudono il volume documentano, in maniera tempestiva, le principali dinamiche delle scuole cattoliche italiane in questo difficile anno scolastico.