
Il testo indaga la relazione che si crea naturalmente, in tutte le culture del mondo, tra gli alcuni aspetti originali di ogni persona, sia dal punto di vista mentale sia esistenziale, e alcuni aspetti comuni a tutti. La pretesa umana di considerarsi originali crea spazi incolmabili tra gli individui
e produce la convinzione che non soltanto si è padroni delle proprie scelte, ma anche che si è autonomi nelle proprie azioni. In genere si ha un’idea megalomane del proprio io, che deborda oltre i confini naturali della relazione con l’altro da sé. Partendo da questo presupposto, il volume analizza la formazione del concetto di io, proponendo la sua sostituzione con il termine noi, per poi approdare a quelli di altro e di mondo.
Noi, gli altri, il mondo sono quindi le coordinate della riflessione proposta dall’Autore e costituiscono le tre parti del testo:
• Noi: ovvero imparare a percepirsi come sintesi di quello che si crede di essere e di ciò che gli altri credono che noi siamo per migliorare il proprio benessere e a mutare comportamenti inadatti, specialmente in contesto sociale;
• gli altri: ovvero imparare ad abbandonare la propria casa per spostarsi verso la terra promessa che desideriamo e che possiamo raggiungere con l’aiuto della relazione affettiva con il mondo e le persone (concetto chiave: altruismo).
• il mondo: ovvero imparare a reimpostare il nostro rapporto con il mondo, inteso come insieme di oggetti, situazioni ed eventi, per assumere la possibilità di cambiare investendo sulle proprie motivazioni e intenzioni. In questa parte sono inseriti anche i contributi della dottoressa Raffaella Fagnoni e del dottor Carlo Vannicola, docenti all’Università di Genova.
Prefazione della professoressa Edda Bresciani, Professore Emeritus di Egittologia all’Università di Pisa– Accademia dei Lincei.
L’AUTORE
Alessandro Bertirotti, laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze, è docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova (Dipartimento di Scienze per l’Architettura). Visiting Professor presso l’Universidad Externado de Columbia–Bogotà, è Vice–Segretario Generale dell’UNEDUCH (Universal Education Charter), ONG presso l’ONU e il Parlamento Europeo. Ha fondato l’Antropologia della Mente e partecipa a un programma radiofonico su Rai Uno, dedicato al benessere della vita quotidiana (www.bertirotti.info).
Gian Antonio Stella racconta la storia della disabilità, una storia di orrori, crimini, errori scientifici, incubi religiosi fino alla catastrofica illusione di perfezionare l’uomo e al genocidio nazista degli «esseri inutili», attraverso le vite di uomini e donne che hanno subìto di tutto.
Agli sgoccioli d’una vita davvero speciale, Stephen Hawking poteva muovere solo la palpebra dell’occhio destro ma continuava a fare conferenze e rinnovò fino all’ultimo la prenotazione per un volo nello spazio. Dodicimilacinquecento anni prima il suo avo preistorico «Romito 8», paralizzato per una brutta caduta, riuscì a vivere e a essere utile agli altri grazie a ciò che gli era rimasto di intatto: i denti. Lontanissimi nel tempo e nello spazio, li legava l’amore per la vita, la forza di volontà, la fantasia. È lunga la storia dei disabili. Segnata, da un capo all’altro del pianeta, da millenni di silenzi, mattanze, ferocia, abbandoni. Ma anche da vicende umane straordinarie. Di «deformi» acclamati imperatori come Claudio, narratori immensi anche se ciechi come Omero, raffinati calligrafi senza braccia come Thomas Schweicker, geniali pianisti nonostante la cecità e l’autismo come lo schiavo nero «Blind Tom», poliomielitici eletti quattro volte alla Casa Bianca come Franklin D. Roosevelt, artiste capaci di sfidare paure millenarie mostrando la propria disabilità come Frida Kahlo, giganti «nani» come Antonio Gramsci, Henri de Toulouse-Lautrec, Giacomo Leopardi… Ma più ancora milioni di anonimi figli d’un dio minore che sono riusciti in condizioni difficilissime a tirar fuori, per dirla con papa Francesco, «la scatoletta preziosa che avevano dentro». Gian Antonio Stella racconta la storia della disabilità, una storia di orrori, crimini, errori scientifici, incubi religiosi fino alla catastrofica illusione di perfezionare l’uomo e al genocidio nazista degli «esseri inutili», attraverso le vite di uomini e donne che hanno subìto di tutto resistendo come meglio potevano all’odio e al disprezzo fino a riuscire piano piano a cambiare il mondo. Almeno un po’.
In "Diversi" il primatologo di fama mondiale Frans de Waal trae spunto da anni di osservazioni sul comportamento degli esseri umani e degli altri animali per dimostrare che, nonostante esista un collegamento tra genere e sesso biologico, la biologia non avalla automaticamente i tradizionali ruoli di genere presenti nelle società umane. Avvalorando le sue tesi con riferimenti agli scimpanzé e ai bonobo, de Waal mette in dubbio le convinzioni ampiamente diffuse su mascolinità e femminilità e le opinioni comuni su autorità, leadership, legami filiali e comportamenti sessuali. Nelle comunità di scimpanzé il maschio è dominante e violento, mentre tra i bonobo è la femmina a prevalere e la società è relativamente pacifica. Nelle due specie il potere non è limitato a un genere ed entrambi i sessi mostrano vere capacità di leadership. Con umorismo, chiarezza e sensibilità, il libro amplia la discussione sulle dinamiche di genere nelle società umane, promuovendo un modello inclusivo capace di abbracciare le differenze, invece di cercare di negarle.
Le migrazioni sono un fatto, che piaccia o no. E la presenza di un numero significativo di immigrati comporta un cambiamento radicale delle società che li accolgono. La pluralità - culturale, identitaria, religiosa - va conosciuta, indagata e affrontata. Di più: il conflitto non va temuto. Va riconosciuto, accettato, governato. Al di là dello schierarsi pro o contro, del sostenere l'una o l'altra posizione politica sul tema dell'accoglienza o della cittadinanza, quali sono le implicazioni delle migrazioni e della mobilità umana? Qual è l'orizzonte verso il quale stiamo andando, quali gli scenari che si aprono, le difficoltà che dovremo affrontare, le soluzioni a disposizione? Quel che è certo è che non possiamo permetterci di sottovalutare le conseguenze della pluralità culturale e religiosa che caratterizza aree sempre più vaste del mondo. In questo libro, le analisi e le riflessioni di uno degli studiosi più accreditati sui temi delle migrazioni e del multiculturalismo.
Il mondo contemporaneo celebra la "diversità": la pluralità della globalizzazione rende la vita più interessante, più libera. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: l'esistenza di molteplici credenze religiose - e la consapevolezza che oggi ne abbiamo - solleva svariati problemi, al di là della retorica che circonda il fenomeno. Innanzitutto solleva delle questioni filosofiche cruciali riguardo alla natura e al senso della religione; per esempio: le singole religioni rivendicano le une di fronte alle altre una pretesa di verità. In secondo luogo solleva acute questioni di carattere politico; per esempio: si fa difficile la convivenza o viene persino minata alla base la coesione sociale. Questo libro intende affrontare di petto l'una e l'altra dimensione, facendo luce e suggerendo piste da percorrere. La linearità e la chiarezza delle argomentazioni di Trigg svela elementi utilissimi per capire la condizione nella quale oggi ci troviamo immersi e mette in discussione pregiudizi consolidati.
Mentre non accennano a sbiadire, nella memoria di chi lo ha amato, le immagini di Tiziano Terzani vestito di bianco che parla della pace, della vita e della morte, più lontana si fa nel tempo la sua figura di reporter, di grande protagonista di una stagione irripetibile del giornalismo. Questo libro ce la riporta davanti agli occhi con magnifica evidenza, quella figura, con la sua vitalità dirompente, il suo rigore professionale, la sua curiosità fenomenale, la sua travolgente risata. Ognuno degli amici e dei colleghi che da tutto il mondo hanno risposto generosamente all’invito di Angela Terzani contribuisce qui – con un flash, con un ricordo più meditato, con qualche prezioso documento, anche inedito – a comporre il ritratto irresistibile di un instancabile cacciatore di storie e di verità. E sono sufficienti soltanto alcuni dei titoli delle testimonianze raccolte in questo volume per capire l’atmosfera che vi si respira: Monsieur Moustache, Viaggiare per il mondo alla ricerca della verità, Da dove arriva, questo?, Partito senza lasciare indirizzo, Il gigante, Con i piedi più che mai piantati nella vita, L’approvato dal cielo…
L'autore delinea il suo modello di amministrazione pubblica partendo dalla riformulazione del rapporto tra attività politica e attività amministrativa. Tra i capisaldi del suo progetto: l'assimilazione dello status degli impiegati pubblici e in particolare dei dirigenti a quello dei dipendenti privati; l'abbandono del modello ministeriale a favore di un nuovo assetto organizzativo; l'applicazione del diritto privato nelle modalità di azione delle pubbliche amministrazioni e il principio della responsabilità individuale; infine la proposta di un documento di bilancio organizzato per politiche e programmi e ancora nuove regole nell'ambito dei processi di controllo e di comando.
Il volume esplora il rapporto tra Pier Paolo Pasolini e Dante Alighieri, due figure cardine della cultura italiana, mostrando come Pasolini abbia reinterpretato l'opera di Dante per affrontare i temi sociali, politici e culturali del suo tempo. Attraverso un'analisi interdisciplinare che spazia dalla letteratura al cinema, dalla filosofia alla semiotica, viene indagata l'influenza della Commedia sulla produzione pasoliniana, dalle prime antologie sulla poesia dialettale e popolare ai film, mettendo a fuoco il lungo e articolato percorso di ricezione ed elaborazione del modello dantesco che ha portato alla riscrittura pasoliniana, incompiuta e frammentata, del capolavoro di Dante, La Divina Mimesis. Dall'influenza di Contini e Auerbach sulla formazione del concetto pasoliniano di "realtà rappresentata" (mimesi) passando per i dibattiti ideologici sul realismo, la questione della lingua, il ruolo dell'intellettuale organico (o "mimetico") e il "nazional-popolare", vengono passate in rassegna le grandi questioni teoriche degli anni Cinquanta e Sessanta. Il libro arricchisce la comprensione del dialogo tra passato e presente nella cultura italiana e offre un contributo innovativo agli studi su Pasolini e sulla ricezione moderna di Dante evidenziando come Pasolini utilizzi l'immaginario dantesco per creare un linguaggio nuovo e sovversivo, capace di coniugare tradizione e modernità.
Il tema del volume è l’emergere del soggetto, come Io autonomo e distinto dagli altri, capace di responsabilità e di interlocuzione. L’autrice sviluppa da psicanalista la sua ricerca sui testi biblici che descrivono l’emergere dell’uomo di fronte a Dio e al diavolo (primi capitoli della Genesi), di fronte al precetto e alla legge (il figlio/servo, Giobbe), di fronte alla sequela e alla croce di Cristo (il discepolato). Ella rivisita così le grandi figure dell’Antico e del Nuovo Testamento, ponendo a ciascuna di esse la questione del soggetto e dell’altro, finché appaia una nuova coerenza tra i testi biblici che la riguardano e l’esperienza clinica.
L’accedere a un Io in quanto soggetto è ciò a cui nessun animale può riuscire, ed è la divina origine, affermata contro quella scienza che, dopo Darwin e Freud, ritiene l’uomo semplicemente «derivato dalla serie animale».
Il volume è un impegnativo esempio di come la psicanalisi contesti una certa interpretazione della Bibbia e nello stesso tempo possa restituire proprio al testo biblico una pregnanza insospettata.
Sommario
Introduzione e ringraziamenti. 1. L’uomo umiliato dalla scienza e il soggetto sovrano. 2. L’uomo, il diavolo e il buon Dio: il loro primo «Io» nella Bibbia. 3. Dove appaiono l’uomo e la donna e la seconda persona. 4. Dove Dio non fa che la metà della sua opera. 5. Dell’angoscia di essere increato. 6. Della generazione del soggetto. 7. La legge per l’uomo. 8. Non ne ho voglia: parola di figlio. 9. Un Messia da non seguire. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autrice
Marie Balmary è psicanalista e autrice di alcuni importanti saggi: L’Homme aux statues (1979), Le Sacrifice interdit (1986, opera premiata dall’Accademia di Francia, ed. it. Il sacrificio interdetto. Freud e la Bibbia, Brescia 1991), Abele o la traversata dell’Eden (EDB, Bologna 2004).