
Dai comizi politici alle manifestazioni di piazza, dai cartelloni pubblicitari alle sfilate di moda e all'avvento di nuove tecnologie, l'uso di riferimenti religiosi ha acquistato negli ultimi anni visibilità sulla scena pubblica facendo scalpore e accendendo talvolta anche vivaci polemiche. Le ragioni di questa rinnovata visibilità sono da cercare anzitutto nel riconoscimento dell'importanza della dimensione simbolica nella costruzione della realtà. Ciò porta una molteplicità di attori sociali, collettivi e individuali, a fare pubblicamente uso di segni e immagini attinenti al mondo delle religioni al di fuori dei loro contesti originari. Il volume, in cui si intrecciano analisi condotte a livello internazionale, documenta questa tesi generale attribuendo ai mezzi di comunicazione un ruolo propulsore di tali processi. Senza dimenticare che anche le religioni tentano dal canto loro di percorrere, con qualche rischio, vie finora inedite.
La sacralizzazione della politica accade ogni volta che un'entità politica la nazione, la democrazia, lo Stato, la razza, la classe, il partito, il movimento - è trasformata in una entità sacra, in un oggetto di devozione e di culto, ed è collocata al centro di un sistema di credenze, di simboli e di riti. Nascono allora le religioni della politica, che non si identificano con un unico tipo di ideologia e di regime: esse possono sacralizzare la democrazia o l'autocrazia, l'eguaglianza o la disuguaglianza, la nazione o l'umanità.
Dopo "Laici e cattolici", che indagava il rapporto tra i cattolici e la sinistra italiana, le riflessioni di un cattolico militante sulle grandi questioni che agitano il nostro tempo. Il confronto tra il pensiero di Benedetto XVI e le altre religioni monoteiste sulla persona e i suoi valori, sui diritti individuali e collettivi, sul rapporto tra politica e religione e sui valori che le separano e che esse condividono.
L'incidenza delle religioni nelle relazioni internazionali, un ruolo chiave nella promozione di forme organizzate di collaborazione internazionale. Lo scenario politico e sociale internazionale è oggi in profonda trasformazione. L'attentato alle Torri Gemelle, la globalizzazione, l'emergere di nuovi giganti economici hanno ridisegnato il quadro geopolitico mondiale. In tale contesto gli analisti di politica internazionale guardano con sempre maggiore interesse alle religioni come ad un elemento chiave. Alcuni importanti processi che vedono coinvolti come attori importanti le religioni infatti ne hanno determinato la riapparizione sulla scena pubblica: come elemento talvolta problematico (ad esempio la rivoluzione islamica in Iran, l'11 settembre 2001 e la minaccia del terrorismo di Al Qaeda) o come straordinaria risorsa per il ruolo sempre più rilevante nella promozione di forme organizzate di collaborazione internazionale. L'autore, grazie anche ad una ampia e lunga esperienza diplomatica, offre una lettura originale, approfondita e ben documentata dell'incidenza delle religioni nelle relazioni internazionali attuali.
È ormai evidente che le religioni giocano un ruolo attivo nelle guerre, armando le menti e scaldando i cuori dei fedeli. Ma perché avviene questo, quando ci si aspetta invece che mostrino una spiccata vocazione alla pace? L'elemento religioso costituisce oggi un fattore cruciale per comprendere i conflitti internazionali. Non si tratta né di "guerre di religione", né di "scontri di civiltà": la fede entra in gioco perché le politiche d'identità nazionali hanno bisogno di una legittimazione simbolica che altrimenti non potrebbero vantare. Attraverso numerosi casi di studio - dai movimenti hindu ai monaci buddisti in Sri Lanka, passando per l'islam politico e Israele - il sociologo Enzo Pace mostra come un conflitto emerga ogni volta che la religione cede alla logica della politica.
All'evoluzione dello Stato sociale della nostra Repubblica può essere applicata la parabola dei cicli di vita propri di ogni organismo vivente. Dagli inizi alla crescita, fino alla piena maturità ed espansione durante quelli che questo libro definisce i "gloriosi anni '80 e '90". Erano i tempi in cui alla crescente complessità sociale si accompagnava una differenziazione dei Servizi sociali e assistenziali, con il sostegno di una diffusa coscienza sociale che reclamava l'estensione degli stessi diritti a tutti i cittadini. Se è così, che periodo stiamo vivendo oggi? Non vi è dubbio che sia un tempo di declino, non tanto perché sono venuti meno i bisogni, anzi la maggiore consapevolezza dei cittadini ha prodotto un aumento della domanda sociale. La crisi semmai deriva dall'aver sottratto la protezione delle persone in stato di bisogno alla comunità civile cui appartengono, delegando cura e sostegni ai Servizi e ai professionisti. In quello che sembra un vicolo cieco, la proposta di questo libro apre una porta di speranza e di rinnovato impegno per tutti: non solo per gli operatori del sociale ma anche per gli amministratori e, ancor più, per gli utenti dei Servizi socio sanitari. Nulla di miracolistico, sia chiaro, ma la definizione di una possibilità che il Welfare recuperi la propria dimensione comunitaria, che possa avvalersi delle risorse presenti nei contesti locali, in una programmata sinergia fra istituzioni e cittadini, che chiami a corresponsabilità i beneficiari dei Servizi.
Andare bene a scuola: un merito personale o un successo dell'istituzione? Aspettative, motivazioni e risultati di chi sta al di là e al di qua della cattedra. Il volume fa il punto rispetto a una molteplicità di obiettivi, alle risorse a disposizione per raggiungerli e alle modalità con cui la scuola italiana riesce a svolgere i suoi compiti.

