
Il fenomeno della diffusione della Cannabis (marijuana, hashish e olio di hashish) nel nostro Paese è in costante aumento (cfr. Relazioni annuali al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia (1999-2005): ne aumentano la domanda e il consumo, l’esposizione all’offerta, il mercato illegale, il carattere di veicolo iniziatico ad altre sostanze stupefacenti, il suo utilizzo massiccio nell’uso combinato con queste ultime, il suo riscontro nelle segnalazioni alle prefetture per uso e possesso di sostanze stupefacenti, la presenza di minori assuntori di Cannabis negli ambienti di detenzione. Il libro espone la fotografia della situazione del consumo in italia, esamina il fenomeno e le sue caratteristiche dal punto di vista della dipendenza, con particolare attenzione all’adolescenza e all’adulto, propone un percorso per il “non uso” e una lunga serie di testimonianze cruciali.
Claudio Risé, psicoanalista, è tra l’altro membro dell’Istituto di Studi Superiori Gerolamo Cardano (Università dell’Insubria), del Consiglio Direttivo dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e del Comitato scientifico di Fondazione Liberal. Sulla psicologia maschile sono stati recentemente ristampati, per Red Edizioni, i suoi: Parsifal ed Essere Uomini.
Per San Paolo ha pubblicato Il mestiere di padre (2004), Il padre, l’assente inaccettabile (2005) giunto alla 6a edizione.
Il libro tenta di comprendere il preoccupante fenomeno dell'abuso di alcol da parte degli adolescenti, partendo dall'analisi della loro memoria breve, della percezione dell'abuso e della consapevolezza del rischio che esso comporta. In un disegno di prevenzione che ha come obiettivo principale quello di favorire la consapevolezza di sé, si vuole fornire ai ragazzi un mezzo agile di autovalutazione del tasso alcolemico al fine di aiutarli a rivedere il loro rapporto con le sostanze alcoliche.
Un proficuo incontro tra spiritualità e psicologia. Molte persone soffrono della propria solitudine e la percepiscono come un destino. Sensazioni di tristezza, paura o senso di inferiorità ne sono frequentemente la conseguenza. Dalla esperienza di un maestro della vita interiore, un libro che aiuterà lettrici e lettori che si sentono vittima della solitudine ad accoglierla come esperienza anche positiva. L’autore tratta il tema del valore dell’autostima e mostra l’importanza di vivere in armonia con se stessi. Nel contempo chiarisce che la solitudine va anche intesa come opportunità per concentrarsi su se stessi e per liberarsi da costrizioni esterne.
Wunibald Müller è fondatore e responsabile del centro di spiritualità e terapia psicologica Recollectio-Haus di Münsterschwarzach. Ha pubblicato numerosi libri in materia di spiritualità, assistenza sociale e psicologia. È autore di L’arte di volersi bene (San Paolo, 2004).
I testi di Albisetti sono sempre una "rimpatriata" sui temi cari all'Autore: i valori fondanti della vita, l'amore e i suoi conflitti, l'importanza di costruirsi una personalità libera da condizionamenti, le nevrosi della vita moderna, eccetera. Non manca un filo rosso di citazioni bibliche che attraversa molte pagine del volume. E, inoltre, qua e là, accenni a passate esperienze personali.
Un esame dettagliato dei sistemi di scoring utilizzati per l'analisi delle storie prodotte al Thematic Apperception Test (TAT) rivela la natura intrinsecamente sociale dei suoi stimoli. La Social Cognition and Object Relations Scale è il sistema di scoring proposto da Drew Westen (1985) per la valutazione delle relazioni oggettuali e delle rappresentazioni sociali attraverso l'analisi delle storie TAT. La costruzione della SCORS può essere letta come il risultato dell'integrazione delle tendenze più attuali della psicoanalisi e della ricerca in psicologia. Essa nasce, infatti, da quello sforzo prezioso, ma non esente da rischi, che vede clinici e ricercatori impegnati nell'integrazione dei loro modelli. Con l'avvento della SCORS, l'utilità del TAT sembra dunque riemergere dopo essere stata sepolta sotto un gran numero di sistemi di scoring diversi, spesso ciechi di fronte alle originarie istruzioni del test e alle caratteristiche uniche del suo materiale-stimolo.
Dipendenza: una parola inquietante, che evoca immagini e situazioni drammatiche, legate all'abuso degli stupefacenti. Ma se ci riflettiamo con attenzione, ci rendiamo facilmente conto che siamo dipendenti da tante cose, niente affatto negative: per esempio dall'aria, dall'acqua, dal cibo. Dunque è necessario distinguere tra la "dipendenza" intesa come la naturale attitudine del nostro organismo a mantenersi attivo e in forma, e l'effetto che alcune sostanze e alcune attività producono sul cervello, alterandone le risposte e inducendo comportamenti patologici. La scienza oggi definisce più correttamente addiction questa dipendenza "negativa" ed è in grado di tracciare con maggior precisione i contorni del problema: l'individuo dipendente non è vittima detta propria mancanza di volontà, ma soffre di una vera e propria malattia cronica, caratterizzata della perdita di controllo sull'uso delle sostanze e su determinati comportamenti. In questo volume, Maria Rita Parsi intervista Luigi Pulvirenti, uno dei più insigni studiosi mondiali di neurofarmacologia, sulle più scottanti tematiche legate al funzionamento del cervello: che cos'è il "cervello dipendente", cosa accade quando l'addiction non è causata da droghe ma da altre attività apparentemente innocue (il gioco d'azzardo, il cibo, l'attività fisica), come la scienza è in grado di aiutarci ad affrontare i problemi sociali e comportamentali connessi alta patologia dell'addiction.
Perché la filosofia, e più in generale l'attività intellettuale "ufficiale", sembra sempre meno capace di interpretare il nostro tempo? La nostra cultura è dominata da due diversi atteggiamenti, entrambi sbagliati: da una parte, c'è chi tende alla schematizzazione, col rischio di perdere la ricchezza del reale; dall'altro c'è la concretezza, l'attenzione al caso singolo, alla specificità di ogni situazione, col rischio di rinunciare a ogni possibilità di categorizzazione ma soprattutto col rischio di mitizzare l'autenticità. Il tao è il possibile strumento di mediazione fra questi due estremi. L'atteggiamento taoista è infatti un atteggiamento che privilegia la passività e la pazienza - l'una ci evita di sovrapporre alla realtà i nostri schemi interpretativi, annullandone la ricchezza, l'altra ci evita di cadere nel mito della felicità a buon mercato, dell'illuminazione subito, delle esperienze turistico-interiori della New Age ecc. ecc.
Questo volume è il racconto documentato di una serie di doppie vite. Hanno un'età compresa tra gli 11 e i 14 anni, frequentano per lo più la scuola media inferiore. Cinque storie autentiche riferite col ritmo del racconto d'indagine e un viaggio nei loro blog rivelano un sottosuolo quasi del tutto sconosciuto, sebbene la cronaca sempre più spesso ce ne rimandi indizi. È il mondo dei Peter Pan al contrario, disincantati, provocatori e aggressivi. Il loro regno sono le discoteche pomeridiane. Al sabato pomeriggio escono di casa, con gli abiti di tutti i giorni, annunciando ai genitori visite ad amici, passeggiate in centro, l'ultimo film di cui tutti parlano. Varcata la soglia della discoteca, la trasformazione è totale: perizoma, pelle unta d'olio perché brilli, tiratissima, sotto le luci stroboscopiche, il seno appena coperto da un top invisibile. Oueste principesse del pomeriggio ballano su grandi cubi, mimando le pose oscene della lap dance. Ballano davanti agli occhi di altri coetanei dagli sguardi voraci con in mano cellulari pronti a carpire foto e filmini. Scambi sessuali a pagamento, droga, bullismo violento, bande organizzate in strutture rigidamente piramidali che scandiscono l'erogazione di abbonamenti e ingressi e il viavai di nuove cubiste. L'autrice - inviata speciale del "Messaggero" - è entrata nei loro blog, nelle loro scuole e nelle loro discoteche, sebbene in queste ultime l'accesso sia impedito agli adulti, e ci propone un'inchiesta su un mondo sommerso e sconvolgente.
Che cosa accade ai figli quando i genitori si separano? La domanda riguarda ormai molti bambini e ragazzi, spesso lasciati soli ad affrontare un evento sempre destabilizzante e talora carico di conseguenze per il loro futuro. Se non è il caso di drammatizzare, non è neppure opportuno sottovalutare il loro disagio. In questo libro Silvia Vegetti Finzi affronta il disfarsi dei rapporti familiari dando appunto la parola a chi, come figlio, la separazione ha dovuto subirla. I suoi consigli e le sue riflessioni si alternano alle testimonianze dei protagonisti che rievocano un periodo cruciale della loro vita. E ci mettono di fronte, con crudele evidenza, all'immaturità e all'impreparazione di cui troppo spesso gli adulti danno prova, In questo intreccio di riflessione e di vita si compone un grande romanzo corale sulle inquietudini e sui fermenti che turbano le famiglie in quest'epoca di transizione, in cui le istanze di conservazione e di rinnovamento sono alla ricerca di un nuovo equilibrio.
La felicità sembra essere Io scopo ultimo dell'umanità, eppure la maggior parte della gente la cerca in modo tortuoso. Vuole una casa grande e bella, un'auto costosa, abiti e gioielli, un lavoro di prestigio, tanti amici, ricchezza, potere, fama... Ma se chiedete alle persone perché desiderano queste cose, la risposta è sempre la stessa: sono convinte che se le otterranno allora saranno felici. Secondo Deepak Chopra, quello che vogliono veramente è comprendere il mistero dell'esistenza: Chi sono? Da dove vengo? Qual è il senso della mia vita? Dove andrò quando morirò? Se non diamo risposta a queste domande, per quanti desideri riusciremo ad appagare resteremo sempre scontenti e insoddisfatti, perché se la felicità che sperimentiamo nasce da circostanze esterne siamo alla mercé di ogni situazione e di ogni estraneo che incontriamo. La felicità è uno stato di consapevolezza interiore che determina il modo in cui percepiamo e sperimentiamo il mondo: esiste già dentro di noi, anche se spesso è occultata da distrazioni di vario tipo. Quando la nostra vita esprime energia positiva, scopriamo di avere un'immensa risorsa cui attingere per liberarci dalla paura e dalle limitazioni e realizzare quello che vogliamo. Comprendere ciò che siamo ci dà il potere di tradurlo in pratica, la libertà di una consapevolezza illimitata e la possibilità di vivere nella grazia.
Questo libro nasce dall'esperienza. Studenti che versavano in gravi se non drammatiche situazioni scolastiche, che per anni avevano esibito pagelle per le quali i genitori più benevoli a stento trattengono una smorfia di dolore, si affidano alle indicazioni dell'autore e risalgono la china colorando di segno positivo i registri di classe. E i più finiscono per appassionarsi a buona parte delle materie proposte, non vivendole come un dovere scolastico ma come strumenti di conoscenza del vero, del bello e soprattutto dell'utile. Ma qual è il segreto di una simile metamorfosi da teste di rapa (presunte) a piccoli geni pensanti e consapevoli? Nessun trucco o espediente stravagante, ma l'affermazione di un principio per il quale lo studio altro non è che una parte dell'attività lavorativa di chi lo pratica e che pertanto, come un qualunque lavoro, merita di essere retribuito. «Otto? Questo è il tuo guadagno». «Insufficiente? Mi spiace, vai in debito di tot» (pp. 240).
Fabio Di Tullio, sposato e padre di quattro figli, è laureato in Filosofia all'Università Cattolica di Milano e ha uno studio nella stessa città . Si occupa dei rapporti tra motivazione, organizzazioni, risorse umane, leadership e apprendimento. Lavora anche con docenti, studenti e famiglie sulle tematiche della metodologia dello studio e del miglioramento del rendimento scolastico. Attualmente insegna Interpersonal and intercultural skills e Psychology and management come affiliate professor presso il campus torinese della Grande Ecole Escp-Eap, oltre a svolgere consulenze sulle stesse tematiche presso varie Società.
Genitori, insegnanti, educatori si rivolgono agli esperti per la soluzione di quesiti pratici connessi ai loro compiti pedagogici e per essere illuminati e aiutati a evitare atteggiamenti potenzialmente traumatici o nocivi a un sano sviluppo psichico dei bambini. Da qui l'esigenza di delineare i confini tra normalità e patologia, cosa particolarmente difficile nell'infanzia, data l'estrema fluidità e mobilità della struttura psichica del bambino. In questo libro l'autrice delinea il graduale sviluppo della psicoanalisi infantile, differenziatasi da quella per gli adulti, al cui sviluppo poté in seguito notevolmente contribuire.