
I contributi più significativi della tradizione ebraica su Gesù nel periodo medievale si trovano soprattutto nella letteratura polemica ebraica anticristiana. La sua figura viene essenzialmente delineata attraverso le riflessioni su due questioni chiave: il suo rapporto con la legge mosaica e la sua divinità. Nel volume, le immagini di Gesù che si possono rintracciare in questa produzione letteraria emergono da passi selezionati di sette testi riprodotti in ebraico con relativa traduzione italiana, che coprono diverse aree geografiche e attraversano un arco cronologico che va dal XII al XIV secolo. Gli autori della letteratura polemica ebraica anticristiana, pur focalizzandosi innanzitutto sull'aspetto polemico e apologetico, si sono inevitabilmente confrontati con tematiche di natura storica. Il loro interesse per la figura di Gesù si inserisce spesso in un contesto più ampio di difesa del giudaismo dagli attacchi conversionistici. Tuttavia, è innegabile che alcune delle questioni da loro sollevate coincidano talvolta con quelle ancora dibattute dagli storici contemporanei riguardo alla figura storica di Gesù.
Con quest'opera in tre volumi Klyne Snodgrass mira a fornire una guida in tutto esaustiva allo studio delle parabole di Gesù. Il sottotitolo rende esplicita la posizione dell'autore: suo scopo è di illustrare le parabole secondo gli intenti che queste avevano per Gesù. Intenti che è possibile fare emergere mediante la ricostruzione del contesto della singola parabola: il contesto in generale del mondo mediterraneo, greco, latino e giudaico, e il contesto più immediato in cui la parabola si fa leggere nel singolo evangelista e nel discorso in cui questo la racconta. A un'introduzione approfondita al genere della parabola nel mondo antico e nella ricerca odierna, il primo volume fa seguire l'esame delle parabole di grazia e misericordia, e di quelle di smarrimenti e del seminatore, che in un certo senso è la parabola sulle parabole.
È il secondo libro che Anna Maffei dedica al commento di un vangelo a partire dalla propria esperienza: se il Vangelo di Giovanni era stato un dialogo a tu per tu con «l'evangelista del cuore», il dare del tu all'autore del Vangelo secondo Matteo implica un allargamento dell'interlocuzione e del cammino. Così, Massimo Aprile, compagno di vita e di ministero, apre il "noi" di questo libro, nel quale stai per essere collocato anche tu. Prefazione di Cristina Arcidiacono.
Il Vangelo di Giovanni è il più colto dei Vangeli ma anche il meno affidabile dal punto di vista storico. È questa un'opinione antica, diffusa, tenace. Ed è però un'opinione profondamente falsa.
Come uscire dai percorsi fuorvianti del clericalismo? Come porre rimedio a pratiche e dinamiche ecclesiali difformi dall'insegnamento del concilio Vaticano II, per non dire, prima ancora, dallo spirito dei vangeli?
L'autore invoca un ritorno al vangelo attraverso una rinnovata lettura delle pagine del Nuovo Testamento. Un'attenzione minuziosa nell'accostare il testo e una fedeltà critica nell'interpretazione consentono di imparare a riconoscere le derive clericali.
Per la cura di questa patologia ecclesiale le Scritture offrono chiare indicazioni su temi imprescindibili nel contesto dell'odierna riflessione sinodale, quali l'uguaglianza e la diversità tra i battezzati, la compresenza di uomini e donne, la nomina dei pastori e l'esercizio dei ministeri. La buona notizia incarnata da Gesù e affidata alla chiesa apostolica è la sola che può custodirla dal ricadere negli abusi di potere e nelle distorsioni clericali che sfigurano il volto delle comunità cristiane.
Nella storia della spiritualità a più riprese si sono proposti metodi per la preghiera. In tale tradizione si colloca Pietro Bovati che in queste pagine offre un'originale guida per un percorso spirituale di preghiera, lasciando emergere la molteplicità delle strade che, pur nella loro tortuosità, conducono verso un'unica meta, quella dell'incontro benedicente con Dio. Acuto studioso della Scrittura ma anche sapiente animatore di Esercizi spirituali, l'autore assume come paradigmatica la modalità adottata dalla liturgia della Parola durante la celebrazione eucaristica: un testo dell'Antico Testamento viene messo in rapporto tematico con un brano del Vangelo, ed è accompagnato da un Salmo che invita ad assumere il messaggio biblico in contesto orante. Ciò consente di ascoltare in modo stereofonico la voce del Signore nella divina Scrittura, percependone le sintonie e le complementarità. Continui sono i richiami e gli echi di passaggi solo in apparenza distanti e differenti. Le pagine di questo libro permettono di intraprendere un percorso di sintesi tra conoscenza e amore, così da vivere una fede matura e nutrita di passione affettuosa. Il cammino della preghiera personale, al seguito della Parola, costituisce infatti una pregevole scuola degli affetti, suscitati da Dio stesso e ordinati alla comunione amorosa con il Signore.
«Non abbiate paura!», è il monito che Gesù indirizza agli uomini. Non soltanto per sottrarre la loro vita a un'interpretazione solo moralistica e sanzionatoria della Legge, ma per affermare l'esistenza di un'altra Legge che li autorizza a coltivare il proprio desiderio - la propria vocazione, i propri talenti. È l'eredità fondamentale del messaggio cristiano ripresa dalla psicoanalisi di Freud e Lacan: la parola di Gesù mette in valore una Legge che attraverso il desiderio serve la vita e non la morte. Il tema centrale di questo libro concerne la parola di Gesù, riletta originalmente da Massimo Recalcati come una delle radici inaudite della psicoanalisi dell'«ebreo» Freud e del «cattolico» Lacan. Non si tratta di sottomettere la vita alla Legge, ma di vedere nella Legge - quella dell'amore e della grazia - una forza al servizio della vita. La Legge non incute più il timore della punizione severa, non esige più lo zelo scrupoloso del rispetto formale, ma si libera della morte che porta con sé per divenire una Legge che non annulla il desiderio, ma, al contrario, lo sostiene. È questa l'eredità essenziale assunta dalla psicoanalisi: la Legge non è nemica del desiderio, ma il suo fondamento più radicale. I riferimenti alle parabole, ai miracoli, alle guarigioni, a Pietro e a Giuda, alla notte del Getsemani, alla resurrezione e al pensiero di Paolo di Tarso sono rivisitati in modo sorprendente. Qui Recalcati sfida luoghi comuni e stereotipi della lettura psicoanalitica del cristianesimo mostrando con grande audacia come la testimonianza di Gesù sia innanzitutto testimonianza della vita indistruttibile del desiderio.
Il presente volume costituisce il tentativo di offrire al lettore un percorso di lettura di alcuni testi legati alla preghiera - cultuale e non cultuale - dell'Antico Testamento. L'intenzione non è quella né di essere esaustivi quanto a materiale chiamato in causa né di affrontare tutte le questioni considerate dalla ricerca su questo argomento. Al contrario, l'orizzonte da cui è nato questa piccola ricognizione è soprattutto - ma non solo - la ben nota riserva che il lettore cristiano prova di fronte ad alcuni "passaggi ostici" dell'Antico Testamento stesso, gruppo nel quale i testi cultuali occupano una posizione di rilievo. Cosa hanno da dire, infatti, le minute prescrizioni del Levitico (un vero e proprio "manuale di macelleria sacra") ai cristiani? Come conciliare certi passaggi, pesantemente influenzati da una mentalità "sacrale" e, perciò, "discriminatoria" con l'universalismo dell'etica neotestamentaria? È possibile leggere con frutto questo genere di letteratura che, in ogni caso, il cristiano considera ispirata e parte della propria "Bibbia"? La speranza di queste pagine è, quindi, quella di offrire uno sguardo rinnovato a questo genere di testi e un rinnovato apprezzamento del loro valore per una lettura cristiana integrale delle Scritture.
«Questo libro non è una grammatica (descrittiva o normativa) dell’ebraico biblico». Con queste parole inizia il percorso di studio e di ricerca delle strutture linguistiche dell’ebraico biblico proposto nella Lingua del Santuario. Il primo volume contiene ventidue lezioni, corrispondenti alle lettere dell’alfabeto ebraico, concepite come un dialogo graduale e progressivo tra maestro e discepolo per camminare insieme, spalla a spalla, in cerca di ciò che è più rilevante nello studio e nella comprensione della lingua della Bibbia ebraica. Il percorso proposto dedica otto lezioni su ventidue all’analisi sintattica e alla linguistica testuale (testo narrativo, testo poetico) per fare emergere le strutture specifiche dell’ebraico biblico, il cui studio non può e non deve essere ridotto, come spesso avviene nelle grammatiche normative, a una analisi del sistema di scrittura, della fonetica e della morfologia nominale e verbale.
Note sull'autore
Gianpaolo Anderlini si occupa da oltre quarant’anni di poesia e di studi sull’ebraismo. Segue e coordina, inoltre, le attività di alcune scuole di lingua e cultura ebraica. Ha pubblicato, tra gli altri, Tu mi hai rapito il cuore. Eros, amore e sessualità nella Bibbia ebraica (2014), Qabbalàt Shabbat. Meditazione sui salmi del sabato (2017) e Io sono tuo, salvami! Commento al Salmo 119 (2022). Per EDB ha recentemente pubblicato I quindici gradini (2024).
Il secondo volume della Lingua del Santuario propone al lettore alcuni strumenti didattici particolarmente utili per uno studio più approfondito e per una migliore conoscenza dell’ebraico biblico. In primo luogo, si propone il lessico frequenziale di base che contiene 800 parole, attestate più di 40 volte nella Bibbia ebraica, elencate in ordine alfabetico e in ordine di frequenza. A questo strumento si accompagnano i paradigmi dei nomi irregolari, delle sei classi di declinazione dei nomi e le tavole di coniugazione dei verbi irregolari. Chiudono il volume cinque schede relative ad alcuni campi lessicali che, per la loro importanza, permettono di familiarizzare con il lessico di una lingua semitica che non ha nessun rapporto diretto con l’italiano e, più in generale, con le lingue indoeuropee: il corpo e le sue parti, l’anima, la guerra, la casa, i colori.
Note sull'autore
Gianpaolo Anderlini si occupa da oltre quarant’anni di poesia e di studi sull’ebraismo. Segue e coordina, inoltre, le attività di alcune scuole di lingua e cultura ebraica. Ha pubblicato, tra gli altri, Tu mi hai rapito il cuore. Eros, amore e sessualità nella Bibbia ebraica (2014), Qabbalàt Shabbat. Meditazione sui salmi del sabato (2017) e Io sono tuo, salvami! Commento al Salmo 119 (2022). Per EDB ha recentemente pubblicato I quindici gradini (2024).
Le famose Losungen, testi biblici e meditazioni giornaliere, preparate ogni anno, a partire dal 1731, dalla Chiesa evangelica dei Fratelli Moravi (Unità dei Fratelli di Herrnhut). La presente edizione, tradotta e adattata per il lettore italiano, è la 295a.
P. Wilson ci introduce alla comprensione della rivelazione di Dio da parte di Gesù. Una rivelazione comprensibile solo alla luce della comprensione dell'identità e della natura di Cristo. Tale rivelazione non avviene nel vuoto, ma nel contesto delle azioni e delle parole di Gesù come evento e parole visibili e udibili. Così, i sette "Io sono" di Gesù non sono solo enunciati, ma rivelano; l'identità, la persona, la missione e la relazione di Gesù con il Padre. P. Wilson afferma che è essenziale conoscere la persona e l'identità di Gesù. Cristo, che non è un semplice simbolo di luce ma la luce personificata e incarnata. Gesù stesso è il miglior rivelatore della propria identità, sebbene il Gesù giovanneo sia anche il supremo rivelatore del Padre. Noi, proprio come i discepoli del tempo di Gesù, dobbiamo imparare a camminare alla luce del Signore, anche quando Egli non è fisicamente presente come il Gesù della Storia. Egli è sempre presente come Signore e Cristo della nostra fede.