
Il volumetto è il risultato della collaborazione di uno studioso dell'Antico Testamento e di uno specialista di letteratura tedesca dai profondi interessi biblici e teologici, mossi entrambi dalla convinzione che lo studio letterario del libro di Giobbe possa condurre a risultati teologici per altre vie difficilmente raggiungibili. L'analisi puntuale dei due autori mostra come il libro di Giobbe, opera di grande teologia, è al tempo stesso un testo poetico di prim'ordine, che per valore letterario non sfigura a fianco di creazioni immortali come il Prometeo di Eschilo, la Commedia di Dante, l'Amleto di Shakespeare o il Faust di Goethe. Nel libro di Giobbe quanto è più proprio della teologia del testo può essere colto soltanto quando se ne penetri il lato poetico, e d'altro canto la poesia del libro non può venire alla luce se non dopo che se ne sia afferrata la dimensione teologica. Questi sono i principi metodologici che mostrano la loro fecondità nell'esame meticoloso e sempre brillante dei due autori.
Ritraducendo il greco del testo neotestamentario nella lingua d'origine, Pinchas Lapide ricostruisce l'ambiente in cui venne pronunciato il più dirompente dei discorsi di Gesù, facendone emergere la pregnanza e l'attualità. Il Gesù del discorso della montagna è il Gesù che chiama a fare: fare la volontà del Padre, fare le parole di Gesù. È un Gesù che prende posizioni politiche, che chiama alla trasformazione radicale di qualsiasi struttura di dominio allo scopo di sostituire i vincoli antichi con una forma assolutamente nuova di comunità umana. Amare il nemico non è solo un tema da predica domenicale: è un principio imposto con urgenza da una strategia dell'equilibrio e della distensione, poiché l'alternativa è semplice: eliminare la guerra o esserne eliminati.
In una prosa vivace e accattivante Michael Coogan ripercorre la lunga storia dei dieci comandamenti cercando di spiegare per quali vie siano diventati il decalogo. La Bibbia ebraica tramanda versioni diverse del decalogo: perché furono necessarie? come si giunse a stabilire quale fosse la più autorevole? Nell'agile saggio di Coogan si approfondisce il significato che i dieci comandamenti poterono avere per lettori dei tempi biblici, e si fa osservare come la loro forma non sia mai stata fissa e perché non sempre siano stati osservati rigorosamente. Oggi è evidente che non tutti i valori sanciti dal decalogo sono difendibili, non ad esempio la proprietà di schiavi né la donna come possesso dell'uomo. Quale funzione continuare a riconoscere ai dieci comandamenti?
L'autore mostra come il cristiano debba comprendere e utilizzare l'Antico Testamento nella sua vita personale ed ecclesiale.
Filosofa attenta alle radici ebraiche della nostra cultura, Catherine Chalier affronta qui un tema spesso trascurato in filosofia per la sua dimensione emozionale.
Curatore
Andrzej Gieniusz CR insegna nella Facoltà di Teologia della Pontificia Uni versità Urbaniana, dove dirige anche il Dipartimento di Lingue. Per la UUP ha curato La Bibbia nelle culture dei popoli (2008).
Saggi di
Jean-Noël Aletti Carlo Bazzi Giancarlo Biguzzi Francesca Cocchini Gianfrancesco Colzani Andrzej Gieniusz Maria Grazia Mara Marc Rastoin Yann Redalié Giovanni Rizzi
Descrizione
Dopo Cristo, San Paolo è il personaggio più importante della storia del cri stianesimo. Ma la sua figura, persino tra i cristiani, rimane controversa. In realtà Paolo di Tarso è tuttora poco conosciuto. Sembra ci sfuggano le mol teplici ragioni storiche del suo protagonismo spirituale.
Costituisce un utile recupero il presente volume promosso dalla Pontificia Università Urbaniana. L’intento dei contributi è di mettere a fuoco la ric chezza della personalità dell’Apostolo delle genti: fariseo e cristiano, giudeo e greco, esegeta e teologo, missionario e pastore, uomo di dialogo e conte stazione. Paolo, come ieri, anche oggi affascina e sorprende
L’attuale contesto globalizzato, con il pluralismo culturale che lo contraddistingue, mostra forti somiglianze con l’epoca in cui visse San Paolo. Chiamati a confrontarci con gli spostamenti umani, individuali e collettivi, in lui riconosciamo lo stimolo e il modello per vivere in pienezza l’incontro, il dialogo, il reciproco arricchimento. E la sua straordinaria apertura universale rende questo grande missionario particolarmente vicino all’uomo contemporaneo. Il contributo specifico della predicazione di Paolo va colto sondando il suo linguaggio, le sue strategie comunicative e le sue dinamiche di apostolato. Allora come oggi, l’annuncio della fede, il kerygma, è un aiuto, non un ostacolo alla pacifica convivenza tra i popoli.
Da sempre al centro di polemiche e controversie, la questione dell'attendibilità storica delle Sacre Scritture si è di recente riaccesa alla luce delle nuove scoperte archeologiche avvenute nei luoghi sacri. Nel volume due dei maggiori archeologi biblici del mondo illustrano i risultati di decenni di scavi e il loro significato per la nostra comprensione dell'Antico Testamento. Scopriamo così che non ci sono prove storiche sufficienti della fuga dall'Egitto né della conquista di Canaan, che la nascita del monoteismo non può essere fatta risalire all'epoca di Abramo, che i primi libri della Bibbia furono redatti a distanza di centinaia di anni dagli eventi narrati. Un viaggio affascinante nel mondo dell'antico Israele, che cambia in profondità le nostre convinzioni sul come, quando e perché la Bibbia è stata scritta, ma che ci aiuta anche a capire meglio perché la forza del suo messaggio vada ben oltre le concrete vicende storiche che l'hanno vista nascere.
Da sempre, per il grande pubblico, l'Apocalisse attribuita a Giovanni è sinonimo di profezia sulla fine del mondo e quindi di predizione dei cataclismi futuri che ne segneranno il collasso. Questo nuovo commento intende proporre una chiave interpretativa radicalmente diversa, in linea con le acquisizioni più recenti della ricerca storica. Dall'analisi emergono così un'opera e un autore, che, nella cornice della cultura e della società imperiale del I sec. d.C., si sforzano di promuovere fra i seguaci di Gesù un ideale incentrato sulla purezza sacerdotale dei membri del gruppo e sul carisma e l'autorità profetici.
Dalle paludi della Mesopotamia alle nebbie azzurrognole delle montagne del Chiapas, la figura di Giovanni Battista e quella di un suo probabile discepolo, quel Gesù poi diventato più famoso di lui, appaiono legate in un abbraccio ideale che talora ne soffoca una, più spesso esalta entrambe, ma qualche volta le trascina assieme negli abissi della tenebra satanica. Il libro attraversa alcune religioni tardoantiche (giudaismo, samaritanesimo, cristianesimo, mandeismo, islam) e altre da esse derivate, dalle conventicole gnostiche ai culti tribali amerindiani, fino ad arrivare a gruppi religiosi recentissimi, dispersi nella nebulosa del New Age. Lo scopo dell'indagine è capire come sia stato possibile che due predicatori - forse profeti palestinesi, uniti da un comune destino di morte per mano delle autorità politico-militari, siano sopravvissuti nella fede e nell'immaginario di popolazioni sparse su tutto il globo assumendovi caratteristiche talora antitetiche, in ogni caso lontane da quella che possiamo immaginare come la realtà storica in cui nacquero, vissero e finirono giustiziati.
Il libro racconta la storia dei testi cristiani, dalle origini lontane della Bibbia ebraica fino ai clamorosi ritrovamenti negli ultimi decenni di manoscritti che si credevano perduti, tra le sabbie dei deserti ma anche in biblioteche europee. Traduttori e filologi, eretici e vescovi, patriarchi e stampatori, chierici e laici, eremiti e umanisti, imprenditori e falsari, uomini e donne spesso dimenticate: ecco alcuni tra i protagonisti di vicende che per oltre due millenni hanno unito, ma anche separato, Oriente e Occidente. È la storia della ricerca intorno a una parola che si crede ispirata divinamente e si trasforma in scrittura sacra. Scrittura che a sua volta dà vita a innumerevoli altre scritture che la traducono e la commentano, libri di Dio da allineare in un'ideale immensa biblioteca. Al centro di una vicenda poco conosciuta che aiuta a capire anche l'oggi.
Era il 1955, e nella sinagoga di Torino il giovane Guido Ceronetti, studioso principiante di ebraico bilbico, si applicava sotto la guida del rabbino, a "una stentata versione interlineare" del rotolo detto nella Vulgata "Ecclesiaste": il secondo dei libri sapienziali dell'Antico Testamento, redatto da un ignoto autore del III secolo e da alcuni interpreti attribuito a Salomone stesso; e dal rabbino imparò a dirne i versetti. Da allora, per quasi cinquant'anni, Ceronetti ha continuato a confrontarsi con questo grande "poema ebraico". Oltre all'ultima versione, terminata nel 2001, questa edizione ci offre la prima, che risale al 1970; tra le due, l'amplissimo ventaglio delle riflessioni che hanno accompagnato il lavoro della traduzione.