
Tutto il contenuto tende a suscitare la "gioia del Vangelo" e per farla gustare nella sua essenziale e semplificata proposta. L'autore tiene fede alle parole di Papa Francesco il quale dice che la pastorale biblica deve concentrarsi «sull'essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa» (Evangelii gaudium, n. 35).
Il frutto del melograno si caratterizza per i suoi numerosi chicchi e se ne può apprezzare appieno il gusto solo se mangiati insieme. Per la sua conformazione esso ha colpito la fantasia umana e subito si è trasformato in un potente simbolo di pluralità e ricchezza ermeneutica per culture e religioni. Alla sua carica evocativa si ispira la presente serie di volumi che si articolano secondo una struttura costante: dopo aver inquadrato il personaggio in una dimensione teologica, si fornisce una descrizione generale del modo in cui esso è stato recepito nella letteratura esegetica ebraica e in quella cristiana, e si offre un'antologia commentata di testi scelti per la loro bellezza e la loro dimensione dialogica. La serie ha un duplice scopo: da un lato quello di offrire un'idea della ricchezza ermeneutica delle due tradizioni interpretative, mostrandone aspetti poco noti ma suggestivi; dall'altro far comprendere come tra di esse vi sia stato un lungo e fecondo rapporto osmotico più che una precoce e netta divisione.
Indagine filosofica sulla razionalita richiesta dal Vangelo. Con un saggio inedito di Etienne Gilson. Alla religione si attribuisce talora una forte carica di irrazionalita. Ma da un Dio che si e incarnato, l'intelligenza e la volonta dell'uomo non dovrebbero risultare esaltate oltre l'immaginazione? E poi a ben vedere, la dinamica dell'atto di fede in Cristo non esige forse il massimo esercizio della ragione e della liberta? A queste e ad altre domande, in riferimento all'odierno dibattito filosofico e teologico, cerca di rispondere il libro, che costituisce cosi un'indagine sulla razionalita richiesta dal Vangelo.
In breve
Quindici figure bibliche – Abramo e Mosè, Naaman il Siro e l’anonimo servo del Signore, Giona, Ester, Susanna, Gesù con Pietro, Giacomo e Giovanni, la Samaritana, Marta e Maria, il cieco nato, ma anche personaggi delle parabole come il fariseo e il pubblicano, il padre misericordioso, l’uomo ricco e il povero Lazzaro – scandiscono l’itinerario spirituale di Quaresima, lungo il quale i credenti in Cristo sono esortati a intensificare l’ascolto della parola di Dio.
Descrizione
Il periodo quaresimale ci propone un cammino di quaranta giorni dove sperimentare in modo efficace l’amore misericordioso di Dio, ritornando a lui con tutto il cuore, a lui che ci converte.
È una consolazione percorrere proprio quel cammino in compagnia di figure bibliche come queste che, con il loro esempio, ci spronano ad accogliere la volontà divina e ci preparano a rivivere il mistero pasquale. Ed è un’autentica sfida averle al proprio fianco, confrontarsi con la loro testimonianza, gareggiare con i loro doni di fede, far battere il proprio cuore all’unisono con il loro – e con il cuore di Dio!
Come hai udito e hai creduto,
come hai detto: “Avvenga di me”, così ti è avvenuto.
Dio Padre ti ha baciata con il bacio della sua bocca.
Il testo qui proposto per la prima volta in italiano ha costituito una pietra miliare nella storia della mariologia per l’interpretazione che offre del Cantico dei cantici in riferimento al mistero dell’incarnazione. In tutta l’opera traspaiono la profonda sensibilità biblica, patristica e liturgica di Ruperto (abate del monastero di Deutz all’inizio del xii secolo) e il suo sensus fidei che gli consentono di risalire alle sorgenti della Scrittura e di leggerla con profonda intelligenza spirituale. Per Ruperto, secondo il quale il Cantico canta l’amore “per cui Dio discese nella beata Vergine così da generare da lei un figlio”, è grazie alla sua fede che Maria ha accolto in sé l’opera dello Spirito santo e ha concepito il Verbo, e per questa sua fede ella è beata e diviene madre di ogni credente.
«Sai perché siamo un popolo nomade?», chiese il nonno Nacor al piccolo Abram. «Perché abbiamo nostalgia di casa», continuò sorridendo, mentre osservava il volto stupito di suo nipote. «Cos'è la nostalgia, nonno?» «La nostalgia è quando ti manca qualcosa che ami». «Andremo a casa?», chiese Abram. «Sì, piccolo mio». «E dove si trova?» «La nostra casa è il cuore di Dio. In ogni altro luogo, noi saremo sempre degli stranieri». È la nostalgia dell'Infinito, desiderio che abita il cuore di ogni donna e uomo, a spingere Abram oltre se stesso, oltre la sua terra, oltre ogni certezza acquisita. È quel desiderio di Infinito a rendere la sua avventura umana una delle pagine più cariche di umanità, nella sua ricchezza e nella sua fragilità. Una delle pagine capaci di parlare al cuore di uomini e donne di oggi.
Fortezze devastate, corpi avvizziti, guance solcate dalle lacrime. Urla laceranti. Interrogativi che sembrano spegnersi nel silenzio dei cieli. Un accenno velato di speranza. La distruzione, la morte e la sofferenza sono presenti ovunque, nei versi del libro biblico delle Lamentazioni. Ma proprio lì, in mezzo alle ceneri, i suoi locutori rimangono ostinatamente aggrappati alla vita e al loro Dio. Prendono l'assurdo visto e il dolore provato e lo fanno divenire preghiera. Esprimono, così, resilienza e fede, nonché la sinergia che tra esse può instaurarsi. Sinergia capace di realismo, di assunzione di responsabilità, di tenacia fattiva, di fede in grado di riconoscere il vero volto di Dio e con lui interloquire.
Cosa ci raccontano i primi undici capitoli della Genesi? Il Sogno di Dio per un mondo bello e buono e la realtà delle nostre ombre. Attraverso il linguaggio simbolico della Scrittura e le moderne scoperte sui sistemi motivazionali, questo libro ci aiuta a riflettere sulla competizione per imparare ad abbracciare una via alternativa: quella della collaborazione. Non si tratta di negare il caos, ma di scoprire come Dio, paziente alleato dell'uomo, agisca con discrezione, per ri-creare la vita, di principio in principio, e orientarci verso la pienezza che cerchiamo: la felicità in un compimento!
Il grande simbolo di Babilonia di Apocalisse 17-18 viene accolto come criterio di lettura della storia, uscendo dalla diatriba identificativa tra Roma e Gerusalemme. La vibrante parola del veggente di Patmos chiama a fare nuove operazioni di "apocalisse/svelamento", a vivere quell'esperienza di "divenire nello Spirito" che ci abiliti a una lettura sapienziale degli eventi odierni, dove con "mente e sapienza", riconoscere la nostra posizione davanti a Babilonia e i nostri compromessi con essa. Uscire oggi da Babilonia, non può che essere l'impegno quotidiano di ogni credente e di ogni comunità, perché con Cristo un mondo nuovo è iniziato: è Gerusalemme! E noi possiamo tesserne fin d'ora il vestito nuziale, con le nostre opere giuste.
Giuda, specchio e guida di numerosi scrittori del Novecento
Una letteratura del dubbio e dello sgomento, della trasgressione e della disfatta
Il tradimento di una fede o di un patto, di una identità nazionale o ideologica
Un affascinante percorso all'interno della letteratura del XX secolo prendendo come filo guida la poliedrica figura di Giuda e il tema cruciale del tradimento.
Un viaggio alla ricerca di scrittori "irregolari", negletti o maledetti come il loro protagonista.
Il libro analizza la figura di Gesù come Maestro. La riflessione inizia con l'analisi del rabbinato classico come si esercitava ai tempi di Gesù; procede con l'osservazione delle similitudini e delle novità del rabbinato di Gesù, nei confronti di quello classico; per giungere a una terza parte dove lo sguardo si muove sui Dodici discepoli nella loro relazione con il Maestro Gesù, delineandone i tratti salienti della vita, come ci risulta dai Vangeli. Il libro, nel riflettere sulle attitudini educative di Gesù, esorta i lettori a riscoprirsi discepoli dell'unico Maestro.

