
Su iniziativa e a cura dello Studium Biblicum Franciscanum - Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia di Gerusalemme, esce il presente volume che raccoglie gli studi condotti dall'autore sul profetismo biblico, frutto della sua lunga esperienza di docente e di appassionato studioso della Sacra Scrittura. I punti salienti della sua ricerca sono riconducibili a tre ambiti: le caratteristiche profetiche e la formazione dei relativi libri, i punti centrali del messaggio dei profeti preesilici e il messaggio dei profeti postesilici. "Gli editori del volume, cui sono molto grato, hanno preferito l'ordine logico a quello cronologico. Se gli studi erano dettati dalle scelte contingenti e variabili delle lezioni, essi rivelano però delle istanze di fondo. Fin dai primi lavori sono specialmente la storia della formazione dei libri profetici e l'escatologia che attirano la mia attenzione. A quel problema si aggiunge poi quello dell'apocalittica e soprattutto quello del messianesimo, inclusa la definitiva messa a fuoco sui poemi del Servo di JHWH. Alla letteratura profetica postesilica mi sono dedicato a partire dalla fine degli anni '90, a Gerusalemme." (dall'introduzione dell'autore)
Il confine su cui i contributi di questo libro corrono è un confine molteplice: è quello tra ebraismo e cristianesimo, o meglio tra i giudaismi del I secolo e movimenti sorti a partire da Gesù, ma anche quello tra gli scrittori riconosciuti come autorevoli e canonici della Chiesa nei secoli e scritti non canonizzati, e infine il confine tra ricerca storica e ricerca teologica.
In un tempo come il nostro, in cui l’immagine è ovunque ma spesso svuotata di significato, riscoprire la forza del simbolo è più che mai necessario. Questo volume nasce dal desiderio di restituire profondità al linguaggio visivo della fede cristiana, ripercorrendo la storia millenaria dei segni e delle immagini che, fin dalle origini, hanno veicolato il mistero del Vangelo. Dalle catacombe paleocristiane agli affreschi rinascimentali, attraverso la pittura, l’epigrafia, l’arte musiva e l’architettura, il lettore è accompagnato in un viaggio che non è solo artistico, ma spirituale e culturale. La croce, l’acqua, il fuoco, l’eucaristia e la risurrezione vengono analizzati nella loro valenza simbolica, con uno sguardo attento sia alle opere più celebri sia a quelle meno note, ma non per questo meno eloquenti.
G. Corti, in questo libro che apre una nuova collana, intende mostrare, nella lettura meditata del Vangelo di Luca, Gesù in azione sulla via dell'amicizia che risana, che ricrea. Il testo, dopo una breve Introduzione, si sviluppa in tre parti: 1) Un amico fedele è una protezione potente; 2) Amico dei peccatori; 3) Era perduto ed è stato ritrovato. La seconda parte è il "cuore" del libro. L'amico dei peccatori è presentato in azione attraverso cinque incontri che hanno segnato per sempre i destinatari: Pietro, Levi, la donna peccatrice, Zaccheo, il buon ladrone. Cinque volti trasfigurati dal perdono. Cinque volti attraverso i quali contemplare lo stesso Gesù. Due capitoli formano la terza parte. A ogni peccatore il suo Vangelo, in cui si sottolinea come Gesù vive l'amicizia con i peccatori: evangelizzandoli; ognuno di essi, infatti, riceve da lui una parola che libera e apre orizzonti di speranza. In O Dio, pietà di me peccatore, incentrato su Lc 18,9-14, appare chiaro lo scopo del ministero di Gesù: condurre l'uomo davanti a Dio, perché solo nella luce di Dio egli si scopre peccatore e gusta la gioia del perdono.
L'affermazione di Paolo "Noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Cor2, 16) è audace, soprattutto se confrontata con il suo sfondo giudaico, dove si afferma che la sapienza del Signore è inarrivabile. Tutt'al più. il libro della Sapienza concede la possibilità di una tale conoscenza, solo se "tu gli avessi dato la sapienza e dall'alto gli avessi inviato il tuo santo spirito" (Sap 9,17). Lo specifico del discorso paolino presenta la connessione tra la sapienza divina, umanamente irraggiungibile, e la sua imprevedibile rivelazione nella croce di Gesù Cristo. I cristiani, condividendo la stessa "mente di Cristo", possono accedere alla sapienza di Dio.
«Non avete detto di me cose rette». Quante volte abbiamo letto questo deciso rimprovero rivolto da Dio agli amici di Giobbe... Ma talora questa frase ha il potere di suscitare in noi un piccolo terremoto. Afferma che gli amici, nel tentativo di giustificare Dio davanti alle sventure vissute, ne rappresentano un volto non rispondente alla realtà. Si denuncia, pertanto, un evidente contrasto tra due volti di Dio: quello immaginato dagli uomini e quello vero che Dio stesso ha deciso di rivelare. Il libro intende smascherare alcune errate rappresentazioni del volto di Dio presenti nella Sacra Scrittura, in modo da far emergere la vera identità del Dio biblico.
Perché il male? qual è la sua origine? Ha senso vere un'esistenza segnata dal male? Trovare una risposta a queste domande non e facile. La realtà del male è così incomprensibile da gettare tante persone in una desolante disperazione. Il male mette in crisi anche il rapporto dell’uomo con Dio. Eventi negativi come una pandemia, un terremoto, ecc., erano prevedibili e attesi nel più ampio progetto divino? Oppure sono delle deviazioni non previste nel disegno originale di Dio? L'obiettivo di questo lavoro è di comprendere, attraverso la scrittura, ciò che è all’origine del male, il suo senso antropologico e i suo eventuale posto nel progetto salvifico di Dio. Il lettore, certamente attonito davanti alla realtà del male, se avrà la pazienza di seguire fino in fondo il percorso proposto dal presente studio, potrà condividere con l'apostolo Paolo la seguente affermazione: "Quando sono debole, e allora che sono forte2 (2Cor 12,10).
Giancarlo Corvino attualmente docente di Teologia Biblica presso PIANUM, l'Istituto Teologico Abruzzese-Molisano di Chieti, affiliato alla PUL. Fa parte della redazione di "Kairos" e "Planus", riviste teologiche di PIANUM, in cui ha pubblicato alcuni studi. Inoltre, è docente di Sacra Scrittura nel Centro di Studi Biblici, istituito dall'Arcidiocesi di Chieti-Vasto, e collabora con la Scuola Diocesana di Formazione Teologica per Catechisti, dove insegna discipline bibliche. Con Cittadella Editrice ha pubblicato i seguenti volumi: Noi abbiamo la mente di Cristo. Sapienza umana e sapienza divina in Paolo (2019) e Dove la Bibbia non ha ragione (Collana Orizzonti biblici, 2020).
L'uomo e il suo modo di reagire alla Rivelazione di Dio, l'impatto antropologico della Rivelazione.
Il volume Il rapporto tra la ragione e la fede è stato sempre oggetto di ampia discussione all’interno del mondo teologico, tra la teologia e la filosofia e tra la teologia e la scienza. Il presente studio si propone di fornire un contributo alla riflessione teologica esaminando tale rapporto all’interno della Lettera ai Romani. La riflessione paolina ha un’angolazione particolare: guarda all’uomo e al suo modo di reagire davanti alla rivelazione di Dio con attenzione perciò all’impatto antropologico, per rendere gli interlocutori romani consapevoli delle conseguenze ontologiche ed etiche che derivano dalla fede in Gesù: se è vero che la ragione può sussistere anche senza la fede, non può essere che la fede esista senza la ragione cosicché tra le due viene a darsi una mutua necessità.
L’autore Giancarlo Corvino ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense (PUL), dopo essersi specializzato in Cristologia presso la stessa Università. Attualmente è docente di Teologia Biblica presso PIANUM, l’Istituto Teologico Abruzzese-Molisano di Chieti, affiliato alla PUL. Laico dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto, Salesiano Cooperatore, collabora con la Scuola Diocesana di Formazione Teologica per Catechisti, dove insegna materie bibliche.
All’inizio del cap. 20, il testo giovanneo presenta una dettagliata descrizione della visita compiuta alla tomba di Cristo da parte di due suoi discepoli, Pietro e «il discepolo che Gesù amava» (cfr. Gv 20,310). Questo racconto, che può senz’altro essere definito l’ultimo evento storico della vita di Gesù Cristo, riporta alcune informazioni determinanti per la decisione che prenderà il giovane discepolo che accompagna Pietro. Infatti, dopo l’attenta verifica dello stato della tomba in cui era stato sepolto Gesù fatta dai due discepoli, il testo afferma con decisione che «il discepolo che Gesù amava» «vide e credette» (Gv 20,8). Cosa ha visto il discepolo? Non certamente il Risorto. Da questo punto di vista egli sta vivendo la stessa situazione vissuta da ogni credente la cui beatitudine viene proclamata in Gv 20,29, in quanto crede senza vedere il risorto. Ma se il credente in Cristo crede sulla base della testimonianza dei primi discepoli, «il discepolo che Gesù amava» crede alla vista delle tracce rinvenute nella tomba.
Un libro sulla vocazione e la missione, alla luce del Vangelo di Marco. Il tema della chiamata e della missione, caratteristici della proposta vocazionale di Gesu, come prospettiva generale per cogliere la ricchezza del vangelo di Marco: e questo il nucleo centrale del libro. Nel cuore di questo tema generale, l'attenzione e rivolta al rapporto speciale che Gesu instaura con i suoi discepoli e, in modo particolare, con il gruppo dei Dodici: da Cristo chiamati, scelti, istruiti e inviati per la missione. Il capitolo conclusivo del libro presenta il Vangelo di Marco nella sua applicazione orante, con quattro proposte per una Lectio tematica sulla vocazione e la missione.
La Bibbia è ricca di personaggi e di storie familiari:Caino e Abele,Noè,la torre di Babele,le piaghe d’Egitto,Mosè che apre il Mar Rosso,Davide che, con la sua fionda, abbatte Golia. Questi testi sono all’origine di numerose interpretazioni giudaiche e cristiane.Tra queste di grande valore è il Midrash, opera intellettuale,spirituale e letteraria redatta dai rabbini del primo secolo d.C.. Il Midrashè prima di tutto un modo di leggere,di comprendere e di interpretare la Bibbia che permette di andare oltre il senso apparente del testo e di accedere ai significati più profondi e nascosti.E’ un’interrogazione continua sul rapporto di Dio con il mondo, tra Israele e le nazioni, tra l’uomo e la sofferenza. Questo libro di José Costa propone un percorso di lettura di testi rabbinici che commentano cinquanta brani biblici tra i più conosciuti,intriganti e tragici.Una vera introduzione alla sconfinata ricchezza dell’universo dell’infinita interpretazione della Torah da parte dei Maestri ebrei che, di generazione in generazione hanno letto, commentato, vissuto gli insegnamenti di Dio attraversando testi e contesti.
AUTORE José Costa,è professore alla Scuola Superioredi Studi del Giudaismo e all’Istituto Rashi diTroyes. Specialista della letteratura rabbinica,ha lavorato sui testi escatologici del Midrash.

