
«C'è una sfida nelle Beatitudini. È la nota della gioia: beati! La gioia della fiducia in Dio e, insieme, la gioia del servizio, non della conservazione di sé. Al cuore delle Beatitudini c'è la convinzione che l'uomo è fatto per donarsi».
Nella raccolta antologica Le Beatitudini nel commento dei Padri Latini ritroviamo diversi maestri che con la loro passione e la loro sapienza accompagnano il credente nel tradurre la Parola nella propria vita: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Cromazio di Aquileia, Girolamo, Agostino, Cassiano, Leone Magno, Cesario di Arles e Beda il Venerabile. Dopo una introduzione sostanziosa che dà le chiavi di lettura del linguaggio dei Padri e dei loro testi, si entra nella parte antologica tratta dalle loro opere - trattati spirituali, sermoni o commenti ai Vangeli di Matteo e Luca: brani talvolta brevi, ma densi di contenuto. Il testo, come tutti quelli della collana arricchito da indici scritturistico, dei nomi e analitico, è pensato non solo per gli studiosi di patristica e di esegesi biblica ma anche per religiosi e laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione approfondita sulla parola di Dio e "riscoprire" cosa significhi essere cristiani.
Si propongono gli ultimi quattro volumi di un percorso in otto tappe alla scoperta del Vangelo, della Buona Notizia di Gesù, accompagnati da colei che è Sua e nostra Madre: Maria.
Otto libretti che portano la preziosa firma del Card. Angelo Comastri, autore di numerosi volumi di spiritualità e meditazione, predicatore profondo e ispirato che sa trasmettere il messaggio cristiano con
passione e semplicità. Questi ultimi quattro volumi narrano la concreta realizzazione dell’amore e della vita attraverso l’insegnamento, la passione, la morte e la Risurrezione di Cristo. la passione, sopportata nell’abbandono totale, è la porta alla comprensione del mistero dell’esistenza divina.
Lo fu per i discepoli e Maria, lo è anche per noi. Il lettore è inviato a ricomporre questo mistero, così da giungere a comprendere la profonda unità della risurrezione del Figlio con l’elevazione al cielo della Madre, nell’attesa che Egli ritorni e ci conduca con sé. In questo modo, il percorso iniziato meditando la nascita, troverà compimento e realizzazione.
IN QUESTO VOLUME
• Le scelte di Dio
• Il discorso della montagna
• Purezza di cuore • Maria immacolata, donna delle
beatitudini
• Cinque beatitudini “mondane”
• I santi, modello delle beatitudini
realizzate
• L’inizio della vita pubblica... visto con gli occhi di Maria
• Vergine madre.
Le beatitudini evangeliche hanno conosciuto, all'interno stesso del Nuovo Testamento, uno sviluppo e delle applicazioni diverse, a seconda della teologia del singolo evangelista e dei bisogni della comunità per cui scriveva. Padre Cantalamessa riflette su ciascuna beatitudine cercando di illuminare la vita a partire dalla beatitudine e la beatitudine a partire dalla vita. Così come Gesù, per pronunciare le beatitudini, salì sulla montagna, anche noi uomini moderni siamo invitati a farlo idealmente per meditarle. Ogni meditazione sarà come avanzare di un gradino, nel tentativo di scalare questa montagna "dalle otto balze". È vero che "la verità delle beatitudini non ha trovato ancora posto in terra", almeno non come noi vorremmo, ma Gesù non le ha pronunciate invano se esse ci aiutano a tener desto l'anelito ai "cieli nuovi e terra nuova in cui avrà stabile dimora la giustizia".
L'opera propone un confronto tra la prospettiva etica tracciata da Gesù nel celebre esordio del Discorso della montagna (Mt 5,1-12) e il paradigma della vulnerabilità elaborato dalla psichiatria e dalla filosofia a indirizzo fenomenologico. L'obiettivo è quello di delineare un itinerario etico e antropologico condivisibile, partendo da metafore della persona che la restituiscano alla sua verità e integrità.
Magna charta del cristianesimo, le Beatitudini costituiscono un orientamento illuminante anche per la missione educativa: alla loro luce il nostro modo di educare assume tratti di ottimismo e si configura come un lavorare con fiducia, un seminare con serenità.
Descrizione
Le Beatitudini sono la grande “carta costituzionale” del cristianesimo: parlano di un già ora felice, che è crescita umana in pienezza, e di un non ancora, che sarà dono di Dio.
Possono costituire un orizzonte e una direzione anche per la missione educativa?
L’autore di questo libro ne è convinto: alla loro luce educare diventa un lavorare con fiducia, un seminare con serenità, un crescere nell’ottimismo. Anche per coloro che si dichiarano “laici” le Beatitudini possono rivelarsi “umanizzanti”: rafforzano l’interiorità e promuovono quanto è umano sia nell’educatore sia nelle generazioni da educare.
L’opera presenta per la prima volta le sette beatitudini dell’Apocalisse dandone una lettura unitaria e suddividendole in tre gruppi: le beatitudini del messaggio ascoltato e custodito; le beatitudini della testimonianza; le beatitudini della veste.
Molto spesso si è considerato il libro dell’Apocalisse come uno scritto costellato da catastrofi e dall’annuncio di sciagure future. In realtà, con il suo linguaggio simbolico, esso illustra il pellegrinaggio dei credenti verso il regno che Cristo ha inaugurato con il suo trionfo pasquale e offre ai credenti una chiave di comprensione degli eventi perché la loro fede sia sostenuta dalla parola della rivelazione. Questo messaggio che il libro propone è condensato nelle sette beatitudini attraverso le quali Giovanni esorta e promette, comanda e conforta, edifica e celebra; esse sono come sette pietre miliari di cui i cristiani dispongono per orientare il cammino secondo la parola di Cristo.
"In Gesù Cristo il nuovo umanesimo", questo l'argomento del quinto Convegno ecclesiale nazionale della chiesa italiana (Firenze, 9-15 novembre 2015) oggetto di questo libro. Che cosa significa, oggi, parlare di "umanesimo" e, soprattutto, di "nuovo umanesimo"? In che modo il messaggio cristiano può permettere di realizzarci pienamente come esseri umani? Una risposta a più voci suggerisce di lasciarsi provocare dalle parole del Vangelo, da ciò che rende davvero beati. Un approccio e un percorso nuovi per scoprire chi si è e, magari, essere più felici.
Che cosa unisce un'apostola come Maria di Magdala e una donna del '500 come Angela Merici? Certamente l'audacia che nasce dal Vangelo e che, senza eliminare le differenze di tempo e di contesto, le fa contemporanee tra loro e con noi. Il tempo opportuno per andare da sorelle e fratelli a condividere una notizia buona - il kairos del linguaggio teologico - è adesso, così come è stato per Angela chiamata a «tenere l'antica strada e fare vita nuova» e per Maria fino alla Pasqua e oltre. L'apostola degli apostoli ha conosciuto le fasi varie e non sempre luminose delle interpretazioni, che ne hanno fatto spesso una figura borderline; la donna della Controriforma deve continuamente attraversare l'irrilevanza che la grande storia riserva a tutte le figure femminili. Ma nuove evidenze documentarie e interpretative e, in maniera tutta speciale, archeologiche dicono che è ancora urgente parlare di loro. Anche accostandole con audacia. Prefazioni di Marinella Perroni e Cristina Simonelli.
Che cosa accadde quando il Deuteronomio venne agganciato ai primi quattro libri della Bibbia? L’interrogativo orienta questo studio sull’intervento scribale di rilettura e di adattamento dei testi che in epoca tardiva accompagna il processo di formazione del Pentateuco. I racconti che contenevano somiglianze evidenti vennero ripresi e completati per farli meglio corrispondere. Si cercò di uniformare nel modo migliore le piccole differenze, le asperità, le divergenze.
Questo procedimento lascia segni evidenti soprattutto se si considerano i racconti che i libri dell’Esodo e del Deuteronomio hanno in comune. Al loro interno è possibile rintracciare la finalità precisa di offrire al lettore un impianto narrativo ben strutturato, una trama senza lacune, un percorso lineare di lettura.
Tre casi risultano emblematici. Il primo è Es 16, dove furono inserite nel racconto della manna le categorie tipiche e vicine alla sensibilità deuteronomistica, in particolare il tema della cosiddetta «prova di Israele nel deserto». Il secondo è Es 20, il Decalogo, che all’inizio non si leggeva nel libro dell’Esodo, ma che vi fu inserito per corrispondere esattamente al Deuteronomio, dove lo stesso testo aveva una sua centralità nel contesto della rivelazione dell’Horeb. Il terzo è rappresentato dai versetti dell’intercessione di Mosè sul monte dopo il peccato del vitello, in Es 32,7-14. Anche in questo caso, come nei due precedenti, è evidente il tentativo di completare il testo rendendolo meglio rispondente al racconto parallelo presente nel Deuteronomio.
Assunte come casi esemplari, queste tre pericopi rivelano che in epoca tardiva vi fu un lavorare astuto, preciso e minuzioso per far corrispondere tra loro testi paralleli, racconti con lo stesso contenuto, episodi emblematici di un solo e unitario corpus letterario chiamato Pentateuco.
L'amore autentico consiste nel preferire l'altro a sé stessi, nel prendere ciò che e tuo per donarlo all'altro. Non c'è amore più grande di quello di una persona che dona tutto ciò che gli appartiene a chi invece non gli ha donato nulla. Come l'amore di Gesù per noi
e anche per quelli che lo hanno crocifisso. Tu ami Dio? Allora ama come lui (Paul Yazigi).
Paul Yazigi, metropolita ortodosso di Aleppo, testimone di rilievo dell’oriente cristiano e del mondo arabo, aperto al dialogo ecumenico e interreligioso, e stato rapito il 23 aprile 2013 al ritorno da una missione umanitaria condotta insieme al metropolita siro-ortodosso Mar Gregorios Youhanna Ibrahim. Nonostante gli appelli internazionali per la loro liberazione, di entrambi non si sono più avute notizie. Papa Francesco ha definito la loro scomparsa "un ulteriore segno della tragica situazione che sta attraversando la cara nazione siriana, dove ia violenza e le armi continuano a seminare morte e sofferenza".
Federico Di Leo (Roma, 1962) ha conosciuto da vicino il metropolita Paul Yazigi; in particolare, nel corso degli incontri internazionali di Preghiera per la Pace promossi dalla Comunità di Sant’Egidio. Si occupa di dialogo ed ecumenismo. Ha perfezionato la conoscenza dell'arabo al Pontificio Istituto di Studi Arabi e d‘Islamistica di Roma, a Beirut (Université Saint-Joseph) e al Cairo (International Language Institute).
Quando pensiamo ai racconti biblici, troppo spesso il nostro immaginario è prevalentemente maschile. In verità, in ogni storia c'è sempre un rimando femminile che non fa solo da coreografi a ma ne rappresenta molto spesso la chiave di lettura vincente; infatti, le donne della Bibbia sembrano le più "affidabili" nel realizzare la Storia della Salvezza. In questo testo sono raccolte alcune riflessioni che Luigi Maria Epicoco ha dedicato proprio a loro, le "affidabili" di Dio.