
Il libretto presenta alcuni testi di san Paolo, a cura di Rosanna Virgili. Un modo particolare e originale di fare gli auguri per la festa della donna.
Emergono almeno tre grandi dinamiche dalle pagine del Vangelo di Luca dedicate al tema della ricchezza e della povertà. La prima è la logica del capovolgimento: il potente conoscerà l'abbassamento, mentre l'umile sarà innalzato. La contrapposizione ritorna continuamente nel Magnificat, nelle beatitudini e nella parabola di Lazzaro e del ricco.La seconda dinamica riguarda il modo in cui l'evangelista illustra il potere negativo della ricchezza e, in positivo, si chiede come si realizzi la salvezza del ricco. La risposta è data attraverso l'episodio di Zaccheo: il ricco si salva non tanto alienando ciò che possiede, quanto usando rettamente dei suoi beni e assumendo un atteggiamentodi condivisione.La terza dinamica, infine, èlegata alla figura reale e paradigmatica del banchetto. Il simposio greco era un'occasione d'incontro di una élite di intellettuali per discutere di argomenti filosofici. Al banchetto lucano intervengono soprattutto i poveri e avviene un vero e proprio capovolgimento dei ruoli.
Dieci donne: Eva, Sara, Agar, Rachele, Miriam, Debora, Rut, Anna, Giuditta, Ester. Un filo rosso attraversa la testimonianza di vita di queste donne fragili e forti: la storia dell'umanità non è condannata da Dio, essa è luogo di benevolenza, di misericordia. Le madri di Israele cantano un Dio che si prende cura dei deboli e degli oppressi e lo fa attraverso il debole e l'oppresso stesso. Ognuna di queste madri di Israele, con la sua parola e la sua azione, rivela la presenza attiva di Dio nel groviglio, spesso drammatico, delle vicende umane. La sua missione è quella di svelare che ogni tempo storico è evento di salvezza e che, dentro le trame contorte della vita, opera un altro protagonista, il Signore. Due parole accompagnano questo percorso: Bibbia e vita perché «la Bibbia non è una raccolta di libri sacri da studiare, è Parola di vita da seminare. Bibbia e vita si abbraccino, perché mai l'una stia senza l'altra» (Papa Francesco). Con un salto nel tempo si intravedono in ogni madre di Israele alcuni passi silenziosi di Maria di Nazaret che nel Magnificat rivela il cuore appassionato e colmo di tenerezza del nostro Dio.
Il libro dell'Esodo si apre sotto il segno delle donne che salvano la vita. La madre di Mosè disobbedisce all'ordine di gettare il figlio nel Nilo, lo nasconde e, quando non può più tenerlo nascosto, costruisce un cesto di papiro, ve lo pone dentro e lo affida alle acque del fiume. Un'altra donna, la figlia del faraone, trova il cesto che galleggia sull'acqua e quando vede che contiene un bambino ne ha compassione. Non a caso il popolo ebraico - popolo nomade dai parti difficili nelle tende mobili - ha posto all'origine della sua grande storia di liberazione le figure di due levatrici d'Egitto, Sifra ("la bella") e Pua ("splendore", "luce"). Di loro sappiamo ben poco, ma di certo furono le prime obiettrici di coscienza: "Le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d'Egitto e lasciarono vivere i bambini". Il loro gesto riecheggia il mito greco di Antigone, che disobbedisce al re per ubbidire alla legge più profonda della vita: seppellire suo fratello morto in battaglia. La lettura del libro dell'Esodo è un grande esercizio spirituale ed etico per chi vuole prendere coscienza dei "faraoni" che opprimono, alimentare il desiderio della libertà, udire il grido di oppressione dei poveri e imitare le coraggiose levatrici d'Egitto, le amanti dei bambini di tutti. Lo sguardo singolare dell'economista mostra infatti come le vicende della Bibbia abbiano molto da dire al nostro presente. Prefazione di Giovanni Casoli.
Il volume presenta un commento spirituale e pastorale delle letture della Sacra Scrittura che la liturgia propone per le celebrazioni eucaristiche delle domeniche e delle solennità per il secondo anno del ciclo triennale, detto (Anno B).La caratteristica dell'Anno B è il ricorso abituale al Vangelo di Marco. Di questo Vangelo si piò dire che è il Vangelo degli eventi e del mistero. A differenza di Matteo, Marco non riferisce molti discorsi di Gesù, ma racconta i fatti con maggior abbondanza di dettagli, presi dal vivo.
Nel Nuovo Testamento ci sono quattordici lettere che formano un corpus unitario che porta il nome dell'apostolo Paolo, noto come corpus paolino. Come è andato formandosi? Quali scritti appartengono a Paolo e al suo team missionario? Quali, invece, sono frutto delle comunità nate dalla sua testimonianza e dal suo ministero apostolico? Come e quando le quattordici lettere sono state progressivamente raccolte e tramesse, come un tesoro prezioso e imprescindibile, alla Chiesa universale? A queste e ad altre domande risponde la presente edizione che non si limita a offrire il testo integrale e il commento di tutto il corpus paolino ma ne ricostruisce la storia, il contesto, la rilevanza e l'impatto sulle comunità cristiane delle origini.
La traduzione oltremodo attenta alla portata teologica del testo con un commento, che vuole condurre il lettore a una comprensione immediata del dettato paolino, senza rinunciare a offrire approfondimenti di pregio. A ogni sezione è premessa una breve introduzione, che aiuta il lettore a orientarsi. Seguono, poi, il testo tradotto ed il commento, mentre il testo greco è proposto in traslitterazione per facilitarne la lettura. In più: un ampio indice per argomenti, la cartografia riguardante i viaggi di san Paolo e una bibliografia ragionata in diverse lingue. Prefazione di Romano Penna.
Gli scritti di san Paolo sono tra le pagine del Nuovo Testamento che i fedeli dovrebbero conoscere maggiormente, perché durante la messa ne vengono quasi sempre lette delle parti. Alcune frasi sono magari rimaste impresse nella memoria di ciascuno. Ma questo è sufficiente per dire che l'insegnamento dell'apostolo ha dato i suoi frutti? Considerando la realtà attuale, si direbbe di no. Dopo l'incontro con Cristo sulla via di Damasco e la conversione, la fede diventa per san Paolo la ragione che lo muove. Non può fare a meno di diffondere il messaggio del Vangelo e tutta la sua vita (dall'azione al modo di guardare fatti e persone) è determinata da questo. Il legame con Cristo è per lui così forte che, se non fosse per la missione di farlo conoscere al mondo, la sua esistenza non avrebbe senso.
Le lettere di Paolo nella nuova versione CEI.
Commento alle Lettere Paoline; un libro di esegesi, accurato, informato e rigoroso, utile a studenti e biblisti, ma anche aperto alle esigenze del respiro dell'anima". " Da questo libro di esegesi emerge tutto il fascino del personaggio" Paolo e soprattutto il contenuto sempre moderno e stimolante del suo insegnamento teologico. Questa nona edizione, arricchita da essenziali aggiornamenti bibliografici, viene pubblicata nell'"anno paolino" indetto da Benedetto XVI per ricordare i duemila anni dalla nascita del grande Apostolo. "
- Traduzione del testo originale in una lingua italiana fluente e suggestiva, per rendere la straordinaria forza e ricchezza del linguaggio paolino.
- Commento fondato su un'accurata analisi del testo, arricchita da sensibilità e intuizione femminili.
- Particolare attenzione - nei commenti e nel saggio conclusivo - alla presenza decisiva delle donne nella Chiesa delle origini e nell'epistolario di Paolo
- Dopo i Vangeli pubblicati nel 2015, questo è il secondo volume del progetto di traduzione e commento di tutto il Nuovo Testamento a cura di un gruppo di bibliste italiane coordinate da Rosanna Virgili.
a cura di Rosanna Virgili, Emanuela Buccioni, Rosalba Manes.
«Ho bisogno di precisare subito che questo mio libro, pubblicato dalla Urbaniana University Press, e cioè da una casa editrice universitaria, è frutto di una convinzione che ho sempre tenuto presente nelle mie lezioni accademiche e cioè che non si possa parlare mai di 'fides quae creditur', e cioè del contenuto oggettivo della nostra fede cristiana, senza farlo accompagnare simultaneamente anche dalla 'fides qua creditur', che orienta la vita e l'esperienza quotidiana del credente. In analogia a questo principio ho insistito sempre a ricordare, nei miei trent'anni di docenza come Professor Invitatus del Pontificio Istituto Biblico di Roma, che i padri della Chiesa non si permettevano mai di ridurre la lettura del testo biblico alla conoscenza del semplice 'sensus historicus vel litteralis', senza dedurne anche l'insegnamento più profondo, ottenuto grazie al dono della fede, del suo 'sensus spiritalis'.» (Dall'introduzione)