
Fin dal giubileo della misericordia (2016), papa Francesco aveva pensato a una domenica da dedicare «interamente alla parola di Dio, per comprendere l'inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (Misericordia et misera 7). Quella intuizione si è tramutata in realtà con la domenica della Parola istituita con un documento che nel titolo (Aperuit illis) richiama le parole rivolte dal Risorto ai discepoli incamminati verso Emmaus. Con l'acutezza del biblista che lo contraddistingue, l'Autore illustra gli orientamenti delineati da papa Francesco in continuità con la tradizione magisteriale più recente. Inoltre evidenzia quelle che considera peculiarità proprie di papa Francesco: la Bibbia come libro del popolo, l'ispirazione in azione continua tra l'autore umano e la comunità in ascolto, l'inscindibile relazione tra la Scrittura e la Tradizione, l'impulso della Scrittura verso la carità o l'amore per il prossimo. Aperuit illis inizia con il cuore dei discepoli di Emmaus e termina con la Parola che abita nel cuore umano per essere messa in pratica: il presente volume illumina il senso delle tappe di questo percorso nella consapevolezza che si «impara a conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio» (Gregorio Magno).
Il cardinale Carlo Maria Martini, grande appassionato e conoscitore della Sacra Scrittura, ci offre un'intensa meditazione sulla preghiera più famosa dei cristiani, insegnata direttamente da Gesù. Soffermandosi sulle invocazioni che il credente rivolge al "Padre che è nei cieli", Martini entra nelle più remote pieghe dell'esistenza e aiuta il lettore a mettere a nudo le sue domande più autentiche. Il commento segue dunque un andamento "pedagogico e didattico", come dice il cardinale stesso, partendo dal primo "grido del cuore" umano, "liberaci dal male". È il grido più elementare, più semplice, che sta sulla bocca di tutti coloro che vivono la tribolazione, la malattia, che sono assaliti dalle piccole o grandi sofferenze e preoccupazioni che porta con sé la vita quotidiana. "Ho scelto di iniziare da ciò di cui abbiamo maggiore esperienza", spiega Martini, "come il male, la tentazione, i peccati, la fame. Sono domande che possiamo trovare sulle labbra di credenti e non credenti, dei seguaci di ogni religione, perché non c'è esperienza più universale di quella del male."
Dio perdona sempre? No, Dio non perdona sempre. Poche volte ce lo dicono, ma è così. Non può che essere così. Laddove infatti non c'è riconoscimento del male e apertura al pentimento Dio non può accettare di abbandonare l'uomo alla menzogna che lo abita, diventandone connivente. Per quanto il perdono sia accordato (e non poche volte manifestato) come un dato previo, assoluto e immeritato, nella rivelazione biblica è ampiamente attestata un'espressione paradossale della misericordia di Dio che assume anche l'atto dell'accusa, la minaccia della punizione, l'attuazione del castigo come mezzi estremi affinché possa realizzarsi l'evento mirabile della riconciliazione e di una vita nuova trasfigurata dallo Spirito per una Nuova Alleanza. Anche quando nella propria vita non si scoprono altro che macerie e fallimento. È un corpo a corpo con Dio. Ma qui si vince o si perde insieme. Presentazione di Daniele Libanori.
Meditazioni profonde sul Libro dei Salmi, scritte con linguaggio semplice e comprensibile a tutti.
La Bibbia, ' codice culturale dell'Occidente', può ancora svegliare emozioni, suscitare pensieri vitali, aprire squarci inediti? E tutto questo anche su registri non necessariamente seriosi, ma arguti ed umoristici? Molto dipende dall'atteggiamento interiore di chi vi si accosta. Tuttavia l'inedito e l'ironico non sono solo negli occhi di chi legge, frutto di letture proiettive. Il testo stesso delle Scritture invita a battere questi sentieri, opponendo alla tentazione della presunzione di sapere già ed al logoramento dell'abitudine una strategia narrativa capace di sorprendere e spiazzare il lettore. Il libro mostra che cosa può ancora accadere, di nuovo e di intrigante, quando il Primo ed il nuovo Testamento vengono letti con gli occhi di una donna: una donna cristiana che svolge il ministero pastorale nella chiesa battista.
Il Dio che si rivela è anche un Dio che si nasconde. Tuttavia, la sua presenza nascosta non è assenza, è appunto quella di un volto familiare che si nasconde, o di uno sguardo amorevole che si sottrae. La presenza elusiva di Dio è una metafora biblica della rivelazione. Il Dio di Israele è un Dio che si rivela e si nasconde, perché nel nascondimento mette alla prova la nostra speranza. La presenza di Dio è elusiva non perché egli sia abitualmente nascosto, ma perché la sua presenza intermittente è un segnale di libertà.
Prosegue l’opera di diffusione del pensiero del teologo Carlo Molari, in collegamento alla sua opera principale Il cammino spirituale del cristiano e in riferimento continuo ai suoi contenuti, che vengono qui ampliati e radicati nella riflessione su Gesù di Nazaret.
«Quando Dio viene nasce un uomo. Quando Dio viene crescono i suoi figli e la vita fiorisce in noi in umanità piena. Noi attendiamo Dio che viene incontrando uomini, perché la Sua azione si esprime nei gesti, nei pensieri, nelle parole, nella misericordia di creature che arrivano, pur nei loro limiti e incompiutezze, a fare di se stesse trasparenza di Dio.»
Il modo di fare teologia di Carlo Molari è accessibile a tutti perché nasce ed è alimentato dall’esperienza del vivere. Queste riflessioni sui Vangeli costituiscono un percorso ulteriormente facilitato alla comprensione del pensiero e della spiritualità del maestro.
Il riferimento alla vicenda storica di Gesù, a partire dai Vangeli del Natale (e che prosegue in un secondo volume dedicato ai Vangeli della Pasqua) e in stretto parallelo con le vicende umane in cui ciascuno può riconoscersi, offre un contesto di esemplifi­cazione e applicazione pratica dove il pensiero teologico dell’autore emerge con chiarezza e ampiezza di implicazioni. Infatti, a quei temi della riflessione che i racconti dei Vangeli sollecitano viene gene­ralmente dato modo di esprimersi con una estensione e una concretezza mag­giori rispetto alla trattazione sistematica sviluppata ne Il cammino spirituale del cristiano cui si fa qui riferimento.
Si manifesta così lo stretto intreccio fra la meditazione delle Scrit­ture, in particolare i Vangeli, e lo svolgersi del pensiero teologico e delle indi­cazioni per la vita dello spirito da parte dell’Autore, che a sua volta ha portato lo sviluppo della spiritualità e del pensiero vitale del maestro a una penetrazione più profonda della vicenda di Gesù: a partire dalla precisione degli inquadramenti storici, attraverso l’immedesimarsi negli eventi della sua vita e il riviverne gli stati d’animo – lo sguardo fisso su Gesù – fin quasi ad assumerne sensibilità, atteggiamenti interiori e modi di porsi di fronte alle situazioni dell’esistenza. Tutto questo dà al suo modo di leggere i Vangeli una notevole perspicacia interpretativa proprio per la profondità con cui don Molari è penetrato nella conoscenza della vicenda umana in generale, e di quella dell’uomo chiamato Gesù in particolare.
(Dalla prefazione di Ornella Stazi, che negli anni ha trascritto, e infine selezionato, le omelie per la pubblicazione, e di Francesco Nicastro, curatore del volume)
Meditazioni sul Natale nel Vangelo di Luca.
Spesso si sente affermare che Gesù di Nazaret potrebbe non essere nato il 25 dicembre dell’anno zero.Anzi, da più parti si sostiene che non si sa nulla circa la sua reale data di nascita, per quanto riguarda sia il giorno, sia il mese, sia l’anno.
Ma è proprio vero che non possiamo accertare e documentare quando è venuto alla luce il Bambino di Betlemme? Cosa riferiscono a tal proposito gli evangelisti, i maggiori storici dell’epoca, gli scrittori ecclesiastici e i calendari del tempo? Quali gli studi, le ipotesi e le tesi maggiormente sostenuti dai più insigni studiosi del cristianesimo antico, di archeologia orientale e di astronomia, che hanno indagato il problema servendosi delle più aggiornate metodiche interdisciplinari?
Domande affascinanti e suggestive, una vera e propria indagine, pungente, intrigante e carica di capovolgimenti di scena, tesi a documentare l’effettiva data di nascita del più noto personaggio della storia universale.
Destinatari
Adatto anche per un pubblico non specialistico.
Autore
Michele Loconsole, docente di religione cattolica, giornalista pubblicista e saggista, è dottore in Sacra Teologia ecumenica. Ha pubblicato, tra gli altri volumi, La Corona di spine di Cristo. Storia e mistero (Siena 2005) e Il simbolo della croce. Storia e liturgia (Bari 2009). È autore di una ventina di saggi, pubblicati negli atti di studio di convegni internazionali, dedicati alle questioni storiche e liturgiche delle reliquie maggiori della Passione di Cristo, alla liturgia della Chiesa giudeo-cristiana, al dialogo ecumenico-interreligioso e alla storia del pellegrinaggio verso Gerusalemme.È presidente dell’associazione internazionale ENEC (Europe-Near East Center) e vicepresidente della Fondazione Nikolaos. Ha collaborato con le agenzie Fides (Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli) e Zenit di Roma. È stato recentemente nominato da S.E. Mons. Francesco Cacucci, arcivescovo della diocesi di Bari-Bitonto, collaboratore dell’Ufficio diocesano “Chiesa e Mondo della Cultura”.
Un episodio strano, misterioso, narrato nel Vangelo di Giovanni, funge da filo rosso di questo libro: un personaggio pressoché ignoto, Natanaele, si mostra piuttosto scettico su Gesù, che gli viene presentato come il messia; eppure, non appena questi gli confida: «Ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» (Gv 1,48), Natanaele inizia a credere in lui. Perché? Cos’è avvenuto? Chi era davvero la persona seduta sotto il fico? Risponde Candiard: quella persona sei tu, sono io, è ciascuna e ciascuno di noi che sogniamo di vivere finalmente la nostra vita in pienezza.
La nostra vita sociale, intellettuale, amorosa, è sempre e soltanto la ricerca e il perseguimento della vita vera. Fino alla luminosa evidenza che la vita che desideriamo e la vita che Dio vuole per noi sono una cosa sola.
In queste pagine Candiard, esplorando la routine grigia e opaca della quotidianità anonima, ne svela lo sfavillio segreto che è barlume di eternità. Grande lezione – al tempo stesso umile e sapiente, semplice e alta – di spiritualità, sulla scia dei grandi maestri di sempre.
Adamo ed Eva, Abramo e Sara, Giacobbe e Rachele... sono tante le storie d'amore e di matrimoni celebri che la Bibbia ci racconta. I Libri dell'Antico Testamento parlano spesso dell'amore tra l'uomo e la donna. Come dell'amore di Dio per l'uomo. Usando a volte l'uno come termine di paragone per l'altro. È un amore che, come il fuoco, scalda, illumina, rallegra. Ma che può anche bruciare, distruggere, ustionare. Genisio ha raccolto queste storie proponendole al lettore di oggi con rara maestria narrativa, offrendo così una riflessione sul più eterno e universale dei sentimenti umani. Uno strumento utile soprattutto per avvicinare le nuove generazioni alla lettura del Libro più letto di tutti i tempi.