
La povertà è un viaggio interiore destinato a destabilizzarci dalle false immagini di noi stessi e a ricomporci in una identità a noi sconosciuta. È una verità inscritta dentro ogni percorso esistenziale che voglia raggiungere la pienezza: accogliere la vita anziché costruirla significa diventare poveri di ogni pretesa. In questo viaggio non facile né immediato, i Salmi ci vengono incontro come un balsamo di sostegno nel cammino, testimonianza universale del viaggio dell'uomo alle sorgenti del suo cuore nascosto.
La preghiera dei Salmi Penitenziali è stata il conforto nei momenti di lutto, di paura, di scoramento di quanti ci hanno preceduto nel cammino della vita. Anche nel nostro tempo queste preghiere, unitamente alle sette parole di Cristo sulla croce, possono diventare un sostegno per scendere nel proprio cuore fino a imparare a passeggiare serenamente sugli abissi dell'anima come dei funamboli che apprendono l'arte di sostenere il mistero di se stessi. In queste pagine l'autore intende scoprire, di questi testi così antichi ma sempre nuovi per la loro capacità di interpretare l'anelito del cuore umano, sotto la cenere di un linguaggio che forse ci sembra lontano, la brace da cui possiamo attingere la scintilla necessaria per riaccendere la fiamma della speranza. Una speranza che rischiari i luoghi e i momenti in cui dobbiamo misurarci con le nostre tenebre e dichiarare guerra alla paura che ci paralizza e ci rende troppo vulnerabili.
La preghiera dei Salmi Penitenziali è stata il conforto nei momenti di lutto, di paura, di scoramento di quanti ci hanno preceduto nel cammino della vita. Anche nel nostro tempo queste preghiere, unitamente alle sette parole di Cristo sulla croce, possono diventare un sostegno per scendere nel proprio cuore fino a imparare a passeggiare serenamente sugli abissi dell’anima come dei funamboli che apprendono l’arte di sostenere il mistero di se stessi.
In queste pagine l’Autore intende scoprire, di questi testi così antichi ma sempre nuovi per la loro capacità di interpretare l’anelito del cuore umano, sotto la cenere di un linguaggio che forse ci sembra lontano, la brace da cui possiamo attingere la scintilla necessaria per riaccendere la fiamma della speranza. Una speranza che rischiari i luoghi e i momenti in cui dobbiamo misurarci con le nostre tenebre e dichiarare guerra alla paura che ci paralizza e ci rende troppo vulnerabili.
Il male che si accanisce contro Giobbe non può più essere concepito come una punizione, poiché egli non ha commesso alcun delitto; non può più essere una vendetta, poiché egli non ha colpito nessuno. Nel trovarsi esposto alla violenza insensata della sofferenza Giobbe si trova immerso in una esperienza intraducibile. Resta solo il grido rivolto a Dio come il modo più radicale della domanda. La stessa che egli porta nell'etimo del suo nome: Giobbe significa nella lingua ebraica «dov'è il padre?» Domanda che sovrasta ogni possibile risposta. «Il dolore di Giobbe - come scrive Recalcati - non può essere ricondotto all'ordine del senso perché nessuna teologia, come nessuna altra forma di sapere, è in grado di spiegarne l'eccesso». Il grido di Giobbe accade quando le parole sono costrette al silenzio, spezzate dal trauma del male. Esso non è indice di rassegnazione ma di lotta e di resistenza. Dopo La notte del Getsemani e Il gesto di Caino, con Il grido di Giobbe continua l'intenso e sorprendente viaggio di Massimo Recalcati lettore della Bibbia, impegnato a rintracciare l'eredità più profonda del pensiero psicoanalitico che si concluderà, a breve, con un'ampia e attesa opera.
Perché Gesù ha costituito il gruppo dei Dodici? In modo chiaro e competente l’autore analizza testimonianze bibliche e patristiche così da recuperare il senso originario di questa scelta decisiva di Gesù. Solo successivamente qualificati come «apostoli», la loro istituzione costituisce da parte di Gesù un gesto profetico rispondente all’attesa del popolo di Dio: radunare tutte le tribù di Giacobbe. Così inizialmente i Dodici rappresentano il rinnovato popolo di Dio. L’evento inaspettato della risurrezione e l’esperienza trasformante dello Spirito hanno prodotto un po’ alla volta il superamento dei confini di Israele: le dodici tribù diventano le nazioni. Alcuni membri del gruppo dei Dodici si lanciano in prima persona nel lavoro missionario. Così, si giustificano l’identificazione sistematica dei Dodici con gli apostoli operata da Luca e la missione di testimonianza universale che il Risorto aveva affidato loro.
Il kèrygma è, letteralmente, la proclamazione, l'annuncio, del Vangelo, ossia della buona notizia dell'amore di Dio manifestato in Cristo Gesù.
Angelo Veraldi ci accompagna a scoprire tale annuncio attraverso il lessico del libro più suggestivo dell’intera Bibbia: i Salmi. Nelle centocinquanta composizioni poetiche, preghiere ispirate da Dio stesso, c’è quanto il credente debba sapere circa l'amore di Dio e la sua propria vita.
La lettura di questo libro stimolerà il lettore a rivalutare la preghiera salmica come lode al Dio vicino.
Il Salmo 124 è una breve composizione poetica di appena 8 versetti, appartenente alla collezione dei Salmi dell’Ascensione. Se si escludono i grandi commentari ai salmi e qualche articolo, il testo è stato in genere ignorato dagli studiosi, mentre presenta elementi interessanti e originali certamente degni di nota, nonché un’impalcatura unitaria e molto accurata. In questo piccolo gioiello poetico si intrecciano infatti elementi inconsueti e immagini usuali, il tutto sotto una spinta emotiva e uno spessore esperienziale di grande efficacia.
Di questo testo esile e ricco il volume intende offrire un commento particolareggiato studiandone la terminologia, le immagini utilizzate, gli accorgimenti stilistici. Dopo aver affrontato alcune questioni introduttorie, l’autrice analizza accuratamente il salmo, versetto per versetto, chiudendo il suo studio con osservazioni relative all’unità interna del testo e ai rapporti trasversali con altri testi biblici.
Note sull’autore
Bruna Costacurta è laureata in scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico ed è docente di Antico Testamento alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ha pubblicato: La vita minacciata. Il tema della paura nella Bibbia ebraica, Analecta biblica 119, Editrice Pontificio Istituto Biblico, Roma 1988; Con la cetra e con la fionda. L’ascesa di Davide verso il trono, Edizioni Dehoniane, Roma 1994.
"Il leone che é agnello - alla ricerca della verità che salva" è un viaggio che interpella l’anima. Non un saggio da leggere soltanto, ma un cammino che chiede di pensare con il cuore. La verità, se non salva, muore: questo è il rischio più grande. Ma come può la verità salvare davvero? Non appagando i desideri che passano e mutano, ma aprendoci a un dono che resta: l’amore. In queste pagine, scoprirai che l’amore non ha un volto generico o astratto, ma quello concreto e luminoso di chi, per la verità, non ha temuto la morte. La verità non è un concetto, non è un’idea da discutere: è una Persona da incontrare. Ed è l’incontro che cambia la vita. Questo libro racconta la stupenda avventura di ogni cuore assetato di verità: un cammino che passa attraverso storie di vita segnate dalla sete d’amore e dal coraggio di cercare, fino a svelare il Volto della sola Verità che salva. Il leone che è agnello: la forza che diventa mitezza, il potere che si fa dono, la gloria che si rivela nella croce. È questo il mistero che accompagna ogni pagina: la certezza che chi cerca con sincerità la verità trova, in modo misterioso e reale, l’Amore che salva.
Il volume raccoglie un prezioso ciclo di seminari, affidati ad autorevoli studiosi, dedicati interamente alla Bibbia intesa come "Grande Codice" della cultura occidentale e medio-orientale, fonte di ispirazione linguistica, teologica, letteraria, filosofica, scientifica, artistica. Il titolo del volume rimanda all'ultimo libro biblico, l'Apocalisse (10,9-11), ove Giovanni, prima del settimo squillo di tromba, viene investito della missione profetica attraverso un atto simbolico: egli deve ricevere un rotolo aperto dalle mani del messaggero celeste e divorarlo. Tale immagine biblica è sembrata eloquente per compendiare l'intero percorso formativo. L'attenzione si concentra principalmente su due versanti: da un lato il rapporto tra traduzioni e tradizione dei testi biblici, colto nelle sue molteplici implicazioni linguistiche, esegetiche, storiche, teologiche e antropologiche; dall'altro un confronto esemplare con la "storia degli effetti" della Bibbia sulla cultura, che dagli antichi codici letterari e pittorici giunge fino all'arte cinematografica. Prefazione di Stefano Arduini.
Nonostante l'indubbio risveglio biblico verificatosi dopo la costituzione Dei Verbum, il lavoro prezioso di centri di spiritualità, l'impegno serio di diversi autori e alcune pregevoli iniziative di divulgazione nate negli ultimi decenni, di fatto si può notare, alle nostre latitudini, una certa stanchezza. Dopo aver ritrovato e posto nuovamente al centro della sua vita il libro delle Scritture, la Chiesa si trova di fronte a un compito arduo e affascinante: riaccendere il fuoco nascosto in queste sacre pagine.
Sembra quasi impossibile da credere, eppure è vero: esiste un libro che racchiude tutte le risposte, che contiene la storia di ognuno di noi e che può guidarci nel difficile cammino della vita. È un libro da sfogliare, consumare, assorbire, ascoltare, incorporare... insomma, da prendere sul serio. Sì, stiamo parlando della Bibbia. Le sue pagine custodiscono personaggi, vicende e parabole che ancora oggi - anzi, specialmente oggi - dovremmo usare come bussola per orientarci tra le mille difficoltà del quotidiano, per dissipare i nostri dubbi e per affidarci a chi sa come prendersi cura di noi. Avvicinandoci a figure come Mosè, Susanna, Giuseppe, Ester e Rebecca, e riconoscendone le tracce nelle vite delle persone che incontriamo, riscopriamo la pienezza delle scritture: perché nell'Antico e Nuovo Testamento troviamo lo specchio di noi stessi, e possiamo decidere di aderire fisicamente alla Parola, usandola come cartina geografica in ogni circostanza. Ma soprattutto possiamo decidere di non accontentarci, di lasciarci plasmare dalla Bibbia, che parla di ciascuno e a ciascuno. Solo così non saremo più noi a interrogare lei, ma sarà lei a interrogare noi. Immergendoci anima e corpo nelle sue pagine, potremo imparare a guardare la realtà con occhi nuovi, vivendo con cuore consegnato e abbracciando senza riserve l'amore e il perdono.
La semplicità e immediatezza del parlare di Gesù viene recuperata in questo libro in cui Enrico Impalà rilegge con noi e attualizza gli inviti, le esortazioni, i proverbi del Nuovo Testamento fornendoci briciole di saggezza eterna commentate e attualizzate per la nostra vita quotidiana. Un libro perfetto per essere tenuto sul comodino, per una breve meditazione serale o da regalare a chi è in cerca di frammenti di sapienza (sia essa o esso credente o meno) e in cui le frasi del Nazareno possono diventare una sorta di mantra quotidiano, di preghiera del cuore da ripetere quotidianamente. Per chi è in ricerca, l'incontro con una saggezza eterna; per i credenti, un nuovo modo di incontrare la Parola di Gesù e di riscoprire la sua modernità, la sua ricchezza.

